OSTIA SCONSACRATA - A UN MESE DAGLI SPARI AL COGNATO DEL BOSS ROBERTO SPADA SONO ARRIVATI GLI ARRESTI: 3 PERSONE SONO FINITE IN MANETTE - L'OMICIDIO E' FALLITO SOLO PERCHE' LA PISTOLA SI E' INCEPPATA - IL PRESUNTO MANDANTE DELL'AGGUATO, IL 46ENNE GIROLAMO FINIZIO, È COGNATO DI ANGELO SENESE, FRATELLO DEL BOSS DETENUTO MICHELE SENESE DETTO "O' PAZZO..." - LA GUERRA PER IL CONTROLLO DEL MERCATO DELLA DROGA DEL LITORALE...

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M. Pol. per “il Messaggero”

 

ostia tre arresti ostia tre arresti

Un colpo di pistola che ha raggiunto alle gambe Paolo Ascani, cognato di Roberto Spada, il boss di Ostia, reggente dell'omonimo clan sinti - secondo i pm - e il responsabile della testata ai danni del giornalista della troupe Rai. A meno di un mese dagli spari sul mare di Roma, ieri sono arrivati gli arresti per mandanti e sicari di quell'agguato. Un omicidio fallito solo perché la pistola si era inceppata.

 

Un'imboscata maturata nell'ambiente della mala di Ostia, dove i gruppi criminali stanno tentando da mesi l'assalto al potere, al controllo del territorio per riempire il vuoto lasciato dalle vecchie cosche decapitate con i capifamiglia dei Fasciani e degli Spada finiti dietro le sbarre. Ieri quel vuoto è stato riempito - ancora una volta - dallo Stato.

 

roberto spada roberto spada

Sono bastate poche settimane ai carabinieri del Gruppo Ostia, guidati dal colonnello Pasqualino Toscani, a chiudere il cerchio su chi quel pomeriggio a Ostia Nuova ha ordinato e premuto il grilletto. Tre in manette: Girolamo Finizio, Adriano D'Arma e Roberto Cirillo, la vedetta. Gli inquirenti non escludono che sul posto quel pomeriggio in pieno lockdown ci fosse anche una quarta persona. Una vera trappola per Ascani, dipendente 51enne dell'Atac e cognato di Spada, per far capire chi sono i nuovi boss a Ostia Nuova. Chi è pronto a prendersi il controllo della droga sul mercato del litorale.

michele senese michele senese

 

LA DINAMICA

Il presunto mandante dell'agguato, il 46enne Girolamo Finizio è cognato - a sua volta - di Angelo Senese, fratello del boss detenuto Michele Senese detto O' Pazzo. Finizio è anche esponente degli emergenti di Marco Esposito detto Barboncino, entrambi finirono in manette con l'operazione Maverick - nemico giurato degli Spada. Tutto inizia da una lite per motivi di viabilità sul lungomare di Ponente. Una prova di muscoli tra Ascani e Finizio: «Sei il cognato di quello... - dice quest'ultimo alludendo a Roberto Spada - ma tu lo sai chi sono io?», conclude evidenziando la parentela con i Senese. Per poi congedarsi: «Io e te, se rivedemo».

 

Pochi giorni dopo, l'agguato in via Forni. È il 20 aprile, tardo pomeriggio. La gente è chiusa in casa per la quarantena. Eppure nessuno ha visto, né sentito nulla. Ascani viene ferito: una pallottola gli trapassa entrambe i polpacci. Rischia un'emorragia: «In macchina ci sarà stato almeno un litro e mezzo di sangue», confida a un amico. La sua Mini cooper di color rosso è stata bloccata in strada dall'auto di Finizio e del complice D'Arma, legato al sodalizio - affiliato alla Camorra - di Nasca e Cappottone, i due che tentarono di uccidere i Triassi.

 

carminati michele senese carminati michele senese

A dare il segnale che Ascani poco prima era uscito dal portone di casa erano state le due vedette. Il suv nero con i due sicari a bordo - auto presa a noleggio - sbarra la strada all'utilitaria. Il 51enne capisce e tenta la fuga a piede. Davanti a lui Finizio e D'Arma: «Mo' te impari a fa le prepotenze», gli dice D'Arma prima di aprire il fuoco. Ma la pistola si inceppa. Partono solo due proiettili, uno dei quali si trapassa le gambe di Ascani che, dandosi, alla fuga si rifugia del palazzo e chiede aiuto alla mamma e alla sorella. Il «commando» si dilegua.

 

Una serie di telecamere di videosorveglianza hanno immortalato le fasi del tentato omicidio. Ai tre arrestati vengono contestate le aggravanti del metodo mafioso e della premeditazione. Dalle immagini analizzate dagli inquirenti è emerso che sul luogo dell'agguanto erano presenti i due esecutori materiali (D'Arma e Finizio) e due vedette. La punizione di Ascani non avviene con un gesto d'impeto, ma viene pianificata a freddo, in maniera organizzata, con sopralluoghi ripetuti, con automobili d'appoggio. L'esecuzione avviene in modo teatrale, in pieno giorno, a volto scoperto e nelle prossimità di un esercizio commerciale con numerosi clienti. Ma nessuno ha voluto accorgersi di nulla.

 

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