PAURA E DELIRIO AL LAURENTINO – A ROMA IL TITOLARE DI UN BAR E LA MOGLIE SONO STATI AGGREDITI DA UN GRUPPO DI PERSONE MASCHERATE – I MALINTENZIONATI HANNO PRESO A SPRANGATE E SEDIATE LA COPPIA, COLPENDO ANCHE IL PERSONALE E ALCUNI CLIENTI CHE STAVANO CERCANDO DI AIUTARE: “SONO SALVO SOLO PERCHÉ DUE MIEI CLIENTI MI HANNO FATTO DA SCUDO, ALTRIMENTI SAREI MORTO” – GLI AGGRESSORI FAREBBERO PARTE DI UNA FAMIGLIA DI PREGIUDICATI CALABRESI CHE…

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Alessia Marani per "il Messaggero"

 

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Un raid, una spedizione punitiva a colpi di spranghe e tubi d'acciaio. Hanno sorpreso i proprietari e i clienti del bar seduti ai tavolini di spalle e hanno scatenato il Far West. Ce l'avevano con il barista, 44 anni, «ti ammazziamo», le urla e per poco non ci sono riusciti. Alle 17.15 di sabato scorso scoppia il terrore all'Antico Caffè di via Filippo Tommaso Marinetti, al Laurentino 38.

 

 La vicenda ricorda da vicino l'assalto al Roxy Bar della Romanina, nell'aprile del 2018, quando i Casamonica entrarono e distrussero tutto per dare una lezione, per dimostrare che in certe zone non bisogna impicciarsi e, soprattutto, mai osare ribellarsi. Ma questa volta non sono stati i malavitosi romani ad agire, ma una famiglia di pregiudicati calabresi, con precedenti per droga, che occupa le case e vuole dettare legge nel quartiere alle porte dell'Eur. 

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Quel bar aperto tre anni fa rappresenta, di fatto, l'unico avamposto di legalità e servizi all'ombra delle torri a 14 piani che fino al 2006 erano unite dai ponti 9, 10 e 11 del Laurentino, poi abbattuti. Ed evidentemente, la sua presenza dà fastidio. 

 

LA SEQUENZA 

Le immagini delle telecamere acquisite agli atti dalla polizia del commissariato Esposizione non lasciano spazio a dubbi e riprendono quei minuti di folle e cieca violenza al termine dei quali il barista rimarrà a terra con una profonda ferita alla testa (sette i punti di sutura che gli sono stati applicati in pronto soccorso), una costola incrinata, varie ecchimosi e tumefazioni sulle gambe e sulle braccia. 

 

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Ferita anche la moglie, 39 anni, che ha riportato due costole incrinate. Per la coppia la prognosi, rispettivamente, è di 15 e 10 giorni. L'uomo ai poliziotti di viale Asia ha raccontato che lo stavano bastonando con tutto che era una maschera di sangue ed era oramai caduto a terra, «sono salvo solo perché due miei clienti mi hanno fatto da scudo, altrimenti sarei morto», ha detto preso a verbale. 

 

IL VIDEO 

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Nei frame iniziali si vedono alcune signore con delle bambine alzarsi dai tavolinetti rossi dove stavano consumando l'aperitivo nel bel pomeriggio di sole, e scappare via spaventate. Ci sono sei persone, due uomini e quattro donne che si avventano come furie contro l'esercizio commerciale e chiunque capiti loro a tiro: afferrano le sedie di plastica e le lanciano per la strada e sulle auto in sosta, rovesciano i tavolinetti, con un bastone di ferro danneggiano le vetture di fronte. Soprattutto cercano il 44enne e la moglie. 

 

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Le donne sono scese di casa, uno dei palazzoni Ater che svetta nel verde, e due di loro indossano ancora le ciabatte ai piedi. Non si fermano davanti a nulla, sferrano colpi e picchiano anche due dipendenti. Nel fuggi fuggi generale a restare per dare aiuto ai baristi sono alcuni pensionati che di solito sostano al bar per prendere un caffè, una birra e giocare a carte. Anche per loro arrivano le sprangate. Qualcuno chiama il 112 e sul posto sopraggiungono diverse volanti della polizia e le ambulanze del 118. Gli aggressori, nel mentre, si sono dileguati.

 

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 Sul marciapiede rimangono le macerie: sedie spezzate, i caffè, i bicchieri, le patatine, le bustine di zucchero sparpagliate ovunque, le macchie di sangue sull'asfalto. Pezzi di plastica sono volati fin nel parcheggio al centro della carreggiata. Chi resta viene identificato, il proprietario del bar convocato in commissariato non appena si riprenderà. 

 

LE INDAGINI 

Gli inquirenti dovranno valutare se dare una protezione al barista. Nel mentre si indaga anche su altri fatti violenti accaduti nel quartiere nelle ultime settimane, altre aggressioni ai danni di pusher o di persone colpevoli di non avere saldato debiti di droga. 

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L'ipotesi è che le cosche calabresi, nella faida perenne che si consuma per le strade di Roma, stiano tentando il salto definitivo al Laurentino 38 per accaparrarsi le piazze di spaccio, almeno 4, in corrispondenza degli ex Ponti. I fari sono puntati sulle partite di stupefacenti che arrivano dalle ndrine impiantate sul litorale a Sud di Roma. Ripetendo un copione già visto a Tor Bella Monaca, con i clan alleati dei Gallace.

 

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