PEDALA, PEDALA CHE CI VEDIAMO IN PARADISO - IN ITALIA OGNI GIORNO TRE CICLISTI VENGONO RICOVERATI IN CONDIZIONI SERIE E SOLO NEL 2021 180 PERSONE SONO MORTE PER INCIDENTI CON LA BICICLETTA – TRA L’AUMENTO DI PERSONE IN BICI NEGLI ULTIMI ANNI E LA MANCANZA DI PISTE CICLABILI (OLTRE CHE LE SOLITE STRADE BUCATE) LA SITUAZIONE STA PEGGIORANDO RAPIDAMENTE...

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Claudia Osmetti per “Libero quotidiano”

 

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Il Covid non c'entra: qui, tra lockdown e chiusure (passate), l'andazzo è lo stesso. Non cambia manco se ci tappiamo tutti in casa. Lo dicono i numeri. Stanno aumentando gli incidenti ai danni dei ciclisti, pedalare per le strade d'Italia non è una passeggiata. Rischi sul serio di finire all'ospedale. Prendi Milano. 

 

Solo a Milano (che, d'accordo, è una delle più grandi città del Paese, un milione e 300mila abitanti per 182 chilometri quadrati, pochi dei quali a misura di city-bike) nel 2021 ci son stati 1.872 sinistri, praticamente cinque ogni giorno e con un rialzo, rispetto a prima della pandemia, del 31%. Spericolati in sella, pavé sconnessi e piste ciclabili riservate che assomigliano a un colabrodo, di quelli col retino sbordato. 

 

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La maggior parte, mica solo sotto la Madonnina, son nate dal nulla, segnalate con una pittata sull'asfalto che fino alla sera prima neanche c'era e che magari finisce pure Di sgambettare tranquilli non c'è verso. «Stiamo monitorando il fenomeno anche a livello nazionale, i dati che stiamo analizzando non sono per niente rassicuranti» dice Giordano Biserni, che il presidente dell'Asaps, l'Associazione dei sostenitori e degli amici della polizia stradale, e che, per avere il polso della situazione, ha messo su un osservatorio dedicato alle due ruote con il cambio shimano. 

 

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Il report aggiornato Biserni lo pubblicherà sul numero di aprile della sua rivista, Il Centauro, ma quel che ha già sotto gli occhi basta e avanza: «Nel 2021 stimiamo ci siano stati almeno 180 vittime tra i ciclisti italiani. Stimiamo perché le nostre rilevazioni non tengono conto di chi, purtroppo, muore a distanza di molto tempo dall'incidente che lo ha travolto. Diciamo che la cifra è al ribasso di circa il 30%». 

 

E sarebbe sufficiente questo, però c'è di più. C'è che solo l'anno prima i sinistri fatali sono stati "appena" (si fa per dire) 169 e in entrambi i periodi di analisi, cioè il 2020 e il 2021, abbiamo passato mesi e settimane in salotto senza poter mettere il naso oltre il balcone. Figuriamoci i polpacci. C'è che le ospedalizzazioni, quelle gravi, quelle che arrivano al pronto soccorso con un'ambulanza a sirene spiegate e in codice rosso, anche loro sono lievitate: «Negli ultimi dodici mesi a noi ne risultano quasi mille, perla precisione 989», continua Biserni. 

 

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Novecentottantanove in un anno sono quasi tre malati seri al giorno (e va da sé che anche qui vale il discorso del margine di errore, al ribasso, del 30%). A Torino, se si aggiungono le svirgolate sui monopattini (altro guaio per le vie cittadine), dal 2018 gli incidenti sono raddoppiati: erano 205, hanno centrato la quota, spaventosa, di seicento. 

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A Ravenna, nel primo semestre del 2021, si registravano quindici morti e 791 feriti; in Romagna, con l'avvento dell'emergenza sanitaria, la percentuale dei sinistri che coinvolgono i ciclisti è passata dal 10% del pre-pandemia al 14,3% di adesso. Da una parte la svolta green che ha abbracciato anche il mondo della mobilità e, in un certo senso, va bene così. La bici non inquina, neanche quella elettrica, e per l'ambiente è tutto di guadagnato. 

 

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Dall'altro il boom delle vendite: due milioni di mezzi a pedali comprati nel 2021, il 44% in più del 2019, anche grazie a bonus e incentivi. Ma nel mezzo quel miscuglio di fattori (ci sentiamo tutti un po' più liberi quando abbiamo le mani sul manubrio: imbocchiamo una via anche in contromano, pure se non si può, che è consentito solo nelle Ztl e a date condizioni e comunque ci dev' essere un cartello apposito; zizaghiamo nel traffico; scivoliamo su corsie che non ci competono) che va da un qualche grado di incoscienza al fatto che le infrastrutture spesso neppure ci sono e quando ci sono son piene di problemi. 

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«Ci si dimentica che il ciclista è l'utente "debole" della strada - chiosa Biserni, - e che quando c'è un sinistro è quello che finisce per avere la peggio». Tanto per dare tutti i numeri: due anni fa, complessivamente, di incidenti ce ne sono stati quasi 15mila. Più o meno due ogni ora. È che tocca ancora pedalare.

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