giada zanola andrea favero

PERCHÉ GIADA ZANOLA È USCITA DI CASA ALLE TRE DI NOTTE PER ANDARE IN UNA STRADA CHE PORTA IN UNA ZONA DI CAMPAGNA? - IL MISTERO SULLE ULTIME ORE DI VITA DELLA DONNA, GETTATA DA UN CAVALCAVIA SULL'A4, AD ALTEZZA DI PADOVA: AD UCCIDERLA È STATO IL COMPAGNO, ANDREA FAVERO, CHE HA CONFESSATO ("L'HO AFFERRATA PER LE GINOCCHIA E L'HO SPINTA") MA LE DICHIARAZIONI NON POSSONO ESSERE USATE IN TRIBUNALE, PERCHÈ ZANERO NON ERA ASSISTITO DA UN AVVOCATO DURANTE L'INTERROGATORIO...

Articoli correlati

'HO PRESO GIADA PER LE GINOCCHIA E L\'HO SOLLEVATA OLTRE LE RINGHIERE'.LA CONFESSIONE, POI RITRATTATA

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Estratto dell’articolo di Alfio Sciacca, Roberta Polese per il “Corriere della Sera”

 

Giada Zanola

Pur non essendo utilizzabile come confessione è il più grave degli indizi contenuti nell’ordinanza di custodia cautelare a carico di Andrea Favero, in carcere con l’accusa di aver scaraventato giù dal cavalcavia sull’A4 la compagna Giada Zanola. È un’ammissione di colpa piena: «... a un tratto l’ho afferrata per le ginocchia e l’ho spinta oltre la ringhiera».

 

Sono le 3,30 della notte tra martedì e mercoledì della scorsa settimana. Dopo l’ennesima lite, racconta Favero, Giada scappa a piedi verso il cavalcavia. Lui la raggiunge in auto e la fa salire, ma «lei continuava a sbraitare, dicendo che mi avrebbe tolto il bambino. A quel punto siamo scesi dall’auto.... e l’ho spinta oltre la ringhiera».

federica e giada zanola

 

Probabilmente in quel momento Giada, o entrambi, sono appena saliti su quella sorta di gradino che c’è davanti la rete di protezione del cavalcavia. Tutta la ringhiera è alta un metro e 96. Ma a 80 centimetri dalla strada c’è il «gradino», profondo circa 20 centimetri. Dalle immagini è riconoscibile perché colorato di rosso.

 

Ipotizzando che Giada fosse alta un metro e sessanta, una volta sul «gradino» sarebbe riuscita ad affacciarsi oltre la ringhiera per più di 40 centimetri. In quella posizione per Favero era più facile spingerla e farla cadere nel vuoto. Dinamica, questa, compatibile anche con i tempi. Dall’esame di alcune telecamere della zona l’auto con a bordo Favero è rimasta sul cavalcavia meno di due minuti.

 

giada zanola e andrea favero

Un tempo sufficiente per spingere nel vuoto la compagna. A maggior ragione se in quel momento era sotto l’effetto di farmaci o droghe. Particolare che verrà accertato dall’esame tossicologico, mentre l’autopsia ha già stabilito che era sicuramente viva. Un caso praticamente chiuso.

 

Peccato che quella confessione piena non sia avvenuta alla presenza di un legale e dunque non può essere utilizzata a livello processuale. Nel momento in cui Favero è stato invitato a ripetere tutto davanti al pm e ad un legale d’ufficio ha detto di avere un vuoto di memoria che non gli permette di «mentalizzare» quel che è successo: «... non ricordo se siamo saliti sul gradino della ringhiera».

giada zanola gettata da un cavalcavia

 

Per la gip, Laura Alcaro, le sue prime dichiarazioni sono comunque talmente gravi da giustificare l’arresto. In aggiunta ad altri indizi, elencati nelle nove pagine dell’ordinanza. Tra questi il messaggio inviato la mattina dopo al telefono di Giada, per lamentarsi che non era passata a salutarlo. E poi le precedenti aggressioni e il rancore per le nozze annullate e il fatto che lei aveva un’altra relazione […]

 

Quella notte, quando è uscita di casa, Giada non aveva con sé una borsa, ma solo un portadocumenti con dentro la foto del figlio. Tutto ritrovato in autostrada, non lontano dal corpo martoriato. Ma che senso ha uscire alle tre di notte per dirigersi verso una strada che porta ai campi? Perché allontanarsi dal figlio, quando aveva detto al padre che non voleva più farglielo vedere?

 

giada zanola e andrea favero

Per gli inquirenti quella notte potrebbe essere andata diversamente da come l’ha raccontata lui. Potrebbe non esserci stata alcuna lite in casa, ma sia stato Favero a picchiare la compagna e poi l’avrebbe gettata dal cavalcavia per cancellare ogni prova delle violenze.

 

Oggi invece verrà avviata la perizia sul suo cellulare, in modo da verificare se contiene dei video intimi con i quali ricattare Giada. In giornata incontrerà in carcere anche il suo legale, Marco Marcelli, e forse si capirà meglio che tipo di strategia vorrà seguire. Ieri sera intanto la comunità di Vigonza, e non solo, si è stretta attorno alla famiglia di Giada.

 

giada zanola 2

Oltre mille persone si sono incamminate dalla casa in via Prati dove viveva la coppia fino al cavalcavia dell’autostrada. […] Tra i tanti anche Gino Cecchettin. «A ogni femminicidio — ha detto— rivivo il dramma di Giulia, ma ora sono qui per stare accanto alla famiglia di Giada».

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…