PISTE A NUMERO CHIUSO E METÀ POSTI IN FUNIVIA: LO SCI CERCA DI SALVARE LA STAGIONE CHE CREA UN GIRO D'AFFARI CHE ARRIVA A 10 MILIARDI - LE REGIONI VOGLIONO APRIRE L'8 DICEMBRE, SOLO NELLE REGIONI CON BOLLINO GIALLO O ARANCIONE, MA IL CTS DEVE PRIMA ESAMINARE LE LINEE GUIDA - GLI OCCUPATI DELLA FILIERA SUPERANO INVECE I 120 MILA ADDETTI E GLI STAGIONALI, ANCHE RICORRENTI, RAPPRESENTANO ALMENO L'80 PER CENTO DEL TOTALE…

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1 - PISTE A NUMERO CHIUSO E METÀ POSTI IN FUNIVIA: LO SCI CERCA DI SALVARSI

Estratto dell’articolo di Francesco Malfetano per “il Messaggero”

 

codice pista da sci codice pista da sci

Se non si può salvare il Natale che si salvi almeno la stagione sciistica e i suoi circa 3 miliardi di euro di indotto. È questo in buona sostanza l' obiettivo di alcuni governatori italiani che lunedì pomeriggio presenteranno alla conferenza Stato-Regioni (dopo una valutazione della conferenza delle Regioni) una proposta per la riapertura ragionata delle piste da sci. Un testo che «era già pronto da un po' di tempo» confermano dalla Conferenza, «ma che era rimasto in sospeso in attesa di numeri un po' più incoraggianti».

 

In ogni caso non si tratta di un liberi tutti ma di un piano articolato con ingressi contingentati e mascherine che sarebbe in grado di confermare l' inizio della stagione per il prossimo 8 dicembre ma solo nei territori in quel momento gialli o arancioni (con limitazioni al 50%), escludendo quindi le zone rosse.

 

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Ad esporsi, proponendo il testo che verrà poi valutato in maniera vincolante dal Cts e dal governo, sono state ovviamente quelle regioni che hanno nello sci e nel suo indotto una risorsa turistica fondamentale: Lombardia, Piemonte, Val d' Aosta, Provincia autonoma di Trento e Provincia autonoma di Bolzano, Friuli Venezia Giulia, Abruzzo e Veneto. Quest' ultima (gialla al momento) presiede il coordinamento per la prevenzione della Conferenza delle Regioni e quindi ha inevitabilmente giocato un ruolo fondamentale.

 

[…] nelle aree rosse vige un divieto «alla fruizione degli sciatori amatoriali», qui infatti «gli impianti resteranno attivi con riduzione di portata pari al 50%» per le tipologie chiuse (cabinovie, funivie). Unica deroga concessa in caso di maltempo: se ci saranno temporali, per evitare che gli sciatori si accalchino presso le stazioni a monte, è consentito il pieno carico per la discesa a valle. Restano però dei dubbi sui meccanismi studiati per evitare gli assembramenti all' ingresso degli impianti di risalita. Il testo infatti demanda tutto ai gestori delle strutture (salvo l' ordine pubblico, ovviamente), che però al termine della scorsa stagione spesso non hanno brillato per accortezza e responsabilità. […]

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2 - IN BILICO UN GIRO D'AFFARI FINO A 10 MILIARDI SE SALTA NATALE IN FUMO UN TERZO DEI RICAVI

Estratto dell’articolo di Francesco Bisozzi per “il Messaggero”

 

«Un Natale senza sci può costare fino a tre miliardi di euro all' industria del turismo bianco». Parola della signora delle nevi, Valeria Ghezzi, dal 2014 a capo dell' Anef, l' Associazione nazionale esercenti funiviari. «La filiera che vive dell' industria della neve è lunghissima: si pensi a hotel, ristoranti, trasporti, scuole di sci, commercio al dettaglio, società di manutenzione, fornitori di energia, manodopera, costruttori e fornitori di attrezzature sportive, distributori e così via.

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Nel complesso parliamo di un fatturato che sfiora i dieci miliardi di euro, di cui un terzo si realizza tra la festa di Sant' Ambrogio e l' epifania». Mentre la sola stagione invernale pesa per il 90 per cento sulle entrate annuali. Gli occupati della filiera superano invece i 120 mila addetti e gli stagionali, anche ricorrenti, rappresentano almeno l' 80 per cento del totale. Circa 1.500 gli impianti, che fatturano 1,2 miliardi di euro l' anno in totale e impiegano più o meno 15 mila lavoratori, di cui due su tre sono stagionali. […]

 

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