POCO PIÙ DI UN'INFLUENZA - LO SLOGAN CAZZARO DEI NEGAZIONISTI DEL VIRUS ORA È DIVENTATO LA NOSTRA GRANDE SPERANZA: CHE IL COVID IN FUTURO SI TRASFORMI IN UN MALANNO STAGIONALE - DIFFICILMENTE SPARIRÀ, ANCHE CON I VACCINI: DOVREMO CONVIVERE CON QUESTO ELEMENTO "ENDEMICO" - PREOCCUPANO LE VARIANTI, MA SE DOVESSIMO TROVARE NUOVE FORMULAZIONI DEL VACCINO POTREMMO FARE COME È ACCADUTO COL MORBILLO...

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Mariella Bussolati per www.businessinsider.com

 

coronavirus - vaccinazioni all ospedale militare di baggio 1 coronavirus - vaccinazioni all ospedale militare di baggio 1

La Sardegna, che in quanto isola all’inizio della pandemia credeva di potersi proteggere, mentre poi è stata come le altre Regioni travolta, è ora diventata la prima regione bianca d’Italia. Ci sono speranze dunque. 100 immunologi intervistati dal giornale Nature hanno però espresso un’opinione precisa: l’89 per cento ritiene infatti che il virus resterà tra noi.

 

Questo non significa che continuerà a mietere vittime e a costringerci a vivere in lockdown. Molto probabilmente infatti si verificherà quello che gli esperti chiamano un futuro endemico, il che significa che il virus continuerà a circolare per molto tempo, anche se limitato in alcuni gruppi. Il 40 per cento dei ricercatori ritiene possibile si creino delle isole nelle quali la malattia sarà eliminata.

 

coronavirus a cuba coronavirus a cuba

Nelle situazioni endemiche il numero delle infezioni diventa costante, tranne qualche occasionale aumento dei contagi. Attualmente l’infezione invece continua a crescere e ci sono ancora troppe persone che si possono ammalare. Per raggiungere lo stato epidemico bisognerebbe che le aree nel mondo in cui circola si riducessero drasticamente. A quel punto potrebbe rimanere presente in alcune regioni, ma sparire da altre.

 

vaccino coronavirus vaccino coronavirus

Non possiamo escludere che casi come quello attuale si siano presentati in passato. Anche l’influenza e gli altri quattro coronavirus che provocano raffreddori sono ora endemici. Sono però stati in giro per centinaia di anni. Certo il mondo era molto meno connesso, ma non c’erano cure pronte a fermarli. Ci avrebbe messo solo molto più tempo.

 

Nel 1918 ci sono state 50 milioni di vittime. Tutte le influenze di tipo A arrivate successivamente sono figlie della prima. Jesse Bloom, un biologo evoluzionista, ritiene che il Covid potrebbe seguire una strada simile, anche se l’influenza muta molto più spesso.

 

coronavirus vaccino dubai 1 coronavirus vaccino dubai 1

Il virus dunque resterà in giro ma se la popolazione acquisisce una certa dose di immunità non farà ammalare o non produrrà sintomi gravi. È facile diventi, come gli altri virus, qualcosa che si incontra nella prima infanzia, prima dei sei anni. I bambini non hanno una risposta esagerata. Questo non bloccherebbe interamente la possibilità di reinfettarsi da adulti, ma preparerebbe il sistema immunitario a una difesa. Le reinfezioni frequenti continuano a stimolare le difese anche in caso di varianti e proteggono comunque dai danni peggiori.

 

passaporto vaccinale passaporto vaccinale

Persino il Ceo della Pfizer, intervistato da Bloomberg, ha sostenuto che potrebbe diventare un’influenza stagionale. Non succederà però perché cambia, dice, ma solo se verranno messe in atto una serie di misure cautelative. Certo il Covid è particolare: attacca diversi organi anche negli asintomatici, che provvedono a oltre la metà dei contagi.

 

Il tempo necessario alla trasformazione in qualcosa di più innocuo dipende da quanto ci vorrà perché un buon numero di individui acquisisca l’immunità e per questo sono indispensabili i vaccini.

 

In Inghilterra, dove si sono raggiunti i 20 milioni di persone, un terzo della popolazione britannica, i nuovi casi sono crollati del 40 per cento e i decessi sono diminuiti di un terzo. L’altra possibilità, non accettabile, è che si ammalino in tanti, compresi quelli fragili che poi decedono.

 

TAMPONE IN CINA TAMPONE IN CINA

Se, come sembra dagli ultimi dati provenienti da uno studio israeliano, i vaccini bloccano anche la trasmissione, sarà possibile eliminare il virus in certe aree. In questo modo si verificherebbe una flessione ovunque. Ma per ottenere questo scopo il vaccino deve funzionare al 90 per cento e deve raggiungere almeno il 55 per cento della gente. Solo se arrivasse al 67 per cento potrebbe provvedere a un livello di immunità di gregge tale da poter permettere di dimenticarsi mascherine e distanze sociali.

 

C’è poi il problema delle varianti. Ci sono ormai migliaia di mutazioni, visibili sul sito nextstrain.org. Per ora i prodotti messi in circolazione sembrano avere una certa efficacia. Nel caso della variante sudafricana non bloccano la malattia, ma comunque hanno un effetto.

 

coronavirus vaccini a new york 1 coronavirus vaccini a new york 1

Anche i vaccini però evolvono in continuazione. Se venissero scoperte nuove formulazioni che fermano sia l’infezione che la trasmissione, allora il Covid potrebbe diventare come il morbillo. Due dosi di inoculo proteggono per tutta la vita. E grazie a queste è stato effettivamente eliminato in gran parte del Pianeta, anche se nel 2018 ha ucciso 140 mila persone e sembra recentemente stia aumentando di nuovo, perché le campagne di vaccinazione non riescono a raggiungere tutti.

 

coronavirus vaccini a new york 2 coronavirus vaccini a new york 2

C’è un problema. I dati raccolti finora dimostrano che chi ha avuto il Covid ha un declino di anticorpi che inizia sei, otto mesi dopo la malattia. “Il loro corpo ha comunque prodotto linfociti B, quelli che producono di anticorpi contro uno specifico antigene, oltre ai linfociti T che eliminano direttamente il virus”, dice Daniela Weinskopf, immunologa, uno degli autori dello studio.

 

Cosa in effetti accadrà purtroppo dipende anche dalla diffusione del Covid all’interno della fauna selvatica. Quella che è stata monitorata riguarda i visoni ma è probabile che abbia raggiunto molti altri animali. È stato dimostrato anche che la variante creatasi nei visoni ha potuto reinfettare l’uomo. C’è il rischio dunque di una circolarità difficile da stroncare, considerato che alla fauna non si possono imporre le stesse misure che abbiamo adottato noi.

coronavirus terapia intensiva coronavirus terapia intensiva

 

La strada verso una convivenza non è dritta né facile. Dipende molto anche dalle strategie che verranno messe in atto. La società ha il potere di modificare in senso positivo l’andamento. Le misure di controllo devono dunque continuare, le vaccinazioni devono essere condotte rapidamente. In questo modo riusciremo a convivere riducendo le morti e le manifestazioni più gravi. Ma se commetteremo l’errore di abbassare la guardia non ne usciremo.

 

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