PRANDINI SALE AL VOLO SUI TRATTORI E PUNTA DRITTO A BRUXELLES – IL PRESIDENTE DELLA COLDIRETTI SCOPRE SOLO ORA CHE QUELLA STESSA POLITICA COMUNITARIA CHE FINORA HA APPOGGIATO NON VA BENE – E STA CERCANDO IN TUTTI I MODI DI DARE ALLA PROTESTA DEGLI AGRICOLTORI ITALIANI UN INDIRIZZO PIÙ ANTIEUROPEO CHE ANTIGOVERNATIVO. MOTIVO? PRANDINI È UNO DEI POSSIBILI CANDIDATI DI FDI ALLE EUROPEE...

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Estratto dell’articolo di Marirosaria Marchesano per www.ilfoglio.it

 

giorgia meloni Ettore Prandini giorgia meloni Ettore Prandini

Potrebbe avere qualche ragione chi sostiene che la Coldiretti è salita sui trattori italiani a Bruxelles per fornire una copertura al governo Meloni in difficoltà con le proteste che nei prossimi giorni minacciano di arrivare fino a Roma. C’è un’ipotesi che spiega come mai il presidente della principale associazione degli agricoltori italiani, Ettore Prandini, sta cercando di dare alla protesta un indirizzo più antieuropeo che antigovernativo: Prandini è uno dei possibili candidati di FdI alle europee.

 

D’altronde è uno che respira politica da quando era bambino, dato che Ettore è figlio di Giovanni Prandini, già ministro della Marina mercantile e dei Lavori pubblici in due governi (Goria e De Mita). […]

 

Ma, sul tema delle proteste, c’è anche una questione di merito poco comprensibile: perché la Coldiretti sostiene la battaglia dei trattori, anche piuttosto aggressiva, contro la politica agricola comunitaria (Pac) che a suo tempo ha sostenuto?

 

Ettore Prandini Giorgia Meloni Ettore Prandini Giorgia Meloni

Per rendersi conto della palese contraddizione, basta rileggere l’introduzione al piano strategico della nuova Pac 2023-2027 spiegato dall’associazione agli iscritti in un documento di 100 pagine diffuso a febbraio 2022: “Sotto il profilo ambientale viene chiesto di accelerare ulteriormente lo sforzo verso la riduzione della chimica in agricoltura e degli antimicrobici negli allevamenti. Ma la grande novità – che come organizzazione abbiamo molto sostenuto – la ritroviamo dal punto di vista sociale, con l’introduzione, appunto, della cosìdetta condizionalità sociale che contribuisce a rendere il settore meno trasparente e meno permeabile alle pratiche di sfruttamento del lavoro e che pone la politica agricola in una posizione di avanguardia virtuosa rispetto a tutte le altre politiche”.

 

protesta degli agricoltori a bruxelles 20 protesta degli agricoltori a bruxelles 20

Con queste parole, che portano la firma in calce di Prandini e del segretario generale Vincenzo Gesmundo, la Coldiretti sposò in pieno l anuova Pac che, non è un mistero, ha subìto la forte influenza del Green deal europeo, compresi i suoi eccessi ideologici nel forzare la mano alla transizione energetica fino a diventare poco sostenibile per alcuni settori produttivi.

 

[…] Chi conosce la piazza degli agricoltori giura che sta avvenendo un’insolita sovrapposizione tra simpatizzanti leghisti e di sinistra, un pezzo del governo e dell’opposizione che vanno a braccetto perché mossi da interessi comuni.

 

Ettore Prandini Giorgia Meloni Ettore Prandini Giorgia Meloni

Non è un caso che ieri pomeriggio si sia svolta una direzione piuttosto animata  della Cia, la seconda associazione di categoria (164 mila iscritti contro i 340 mila della Coldiretti e i 130 mila di Confagricoltura) per arrivare a sintetizzare le (numerose) richieste a favore della categoria: vanno dal rifiuto di lasciare il 4 per cento delle terre incolte come condizione per accedere ai contributi europei al ripristino dell’esenzione Irpef, dagli sgravi fiscali e contributivi alla riduzione dell’esposizione degli imprenditori agricoli al caro tassi d’interesse. Insomma, un settore che in Italia è già molto più tutelato rispetto a Francia e Germania, chiede ancora più tutele.

 

protesta degli agricoltori a bruxelles 5 protesta degli agricoltori a bruxelles 5

[…] Di certo, la protesta degli agricoltori sta infiammando tutta l’Europa e se i trattori sono arrivati fino al cuore delle istituzioni di Bruxelles vuol dire che qualcosa non sta funzionando come dovrebbe. Ma il rischio è che in questo frangente si metta in discussione tutto e che tutte le battaglie sembrino uguali, compresa quella per delegittimare la politica comunitaria che Prandini sta affiancando come se non l’avesse mai fatta sua.

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