mario draghi gas

PREPARATEVI AL RAZIONAMENTO! – SI STA MATERIALIZZANDO LO SCENARIO PEGGIORE: CON GAZPROM CHE TAGLIA LE FORNITURE, I PREZZI ANDRANNO ALLE STELLE E DIVENTERÀ IMPOSSIBILE RIEMPIRE GLI STOCCAGGI IN VISTA DELL'INVERNO. IERI LE RISERVE ERANO AL 52% DELLA CAPACITÀ, E SE SI CONTINUA COSÌ BISOGNERÀ INIZIARE A TAGLIARE I CONSUMI GIÀ DALL’ESTATE. SE ANCHE NON ARRIVASSERO MISURE DAL GOVERNO, SARÀ IL COSTO INSOSTENIBILE DELLE BOLLETTE A CONVINCERE LE FAMIGLIE A STARE PIÙ ATTENTE…

Andrea Bassi e Giusy Franzese per “il Messaggero”

 

DRAGHI PUTIN GAS

Arrivare al prossimo inverno con gli stoccaggi di gas semivuoti: è questo lo spettro che aleggia sull'Italia già da qualche mese e che adesso, con i tagli di forniture da parte della Russia, sembra essere sempre più minaccioso.

 

Per gli italiani, famiglie e imprese, significherebbe fare un salto nel buio. Letteralmente. Con i lampioni delle città spenti prima della mezzanotte, l'attenzione spasmodica alle lampadine accese in casa, le fabbriche in marcia a orari alterni.

 

GAZPROM

Austerity in piena regola. Condizionatori utilizzati il meno possibile e termosifoni al minimo indispensabile. Lavastoviglie e lavatrici solo a pieno carico. E così via. Probabilmente non serviranno nemmeno norme imposte per legge: se le bollette continueranno a lievitare, nonostante gli aiuti messi in campo dal governo, saranno le stesse famiglie a tenere alta l'attenzione sui consumi.

 

I GASDOTTI VERSO L EUROPA

Al Tesoro lo avevano considerato lo scenario peggiore. Una interruzione delle forniture russe di gas prima che l'Italia avesse potuto riempire gli stoccaggi, le riserve necessarie ad affrontare il prossimo inverno. Adesso quello scenario, considerato solo ipotetico nei documenti del governo, si sta materializzando.

 

Gazprom sta inesorabilmente tagliando le forniture. Il prezzo per luglio sulla Borsa Ttf di Amsterdam è arrivato a 122 euro al Megawattora. Fino a qualche giorno fa veleggiava attorno agli 80 euro. Il costo del gas insomma, si è avvicinato ai 200 euro stimati dal governo nel caso di interruzione totale del gas.

 

MARIO DRAGHI

Tesoro e Palazzo Chigi si preparano a un nuovo intervento da 7 miliardi di euro per provare a frenare la rincorsa dei prezzi delle bollette e anche quella della benzina, che ormai è tornata sopra i 2 euro al litro. Ma Vladimir Putin sembra avere il coltello dalla parte del manico. Il taglio delle forniture, che può decidere a suo piacimento, ha due conseguenze. La prima è un aumento del costo dell'energia e, di conseguenza, di tutti i beni.

 

Mosca, insomma, esporta inflazione. L'altra è che rende difficile e costoso riempire gli stoccaggi, che ieri erano al 52% della loro capacità. Se non arriveranno entro novembre al 90%, il prossimo inverno saranno necessari con molta probabilità razionamenti di energia. Se le forniture russe si riducono c'è il rischio che possa essere necessario attingere alle riserve già questa estate.

 

MEME SU PACE E ARIA CONDIZIONATA

Dunque la richiesta di risparmi energetici alle imprese e alle famiglie, come detto, potrebbe arrivare prima del previsto. Alla pubblica amministrazione è già stato imposto di ridurre la temperatura dei condizionatori di un grado.

 

IL PASSAGGIO

Il piano poi imporrebbe di fermare le forniture di gas agli impianti industriali cosiddetti «interrompibili», quelli che accettano per contratto, di poter fermare le proprie produzioni per salvaguardare il sistema delle forniture nazionali. In più, entrerebbero in funzione a pieno carico le centrali a carbone, in modo da interrompere il più possibile la produzione di energia elettrica bruciando gas.

PUTIN E I RUBLINETTI - BY EMILIANO CARLI

 

Da sola questa misura, secondo le stime del governo, potrebbe far risparmiare 5 miliardi di metri cubi di metano. Ma una delle conseguenze del taglio delle forniture di gas russo, sarebbe quella sulla crescita economica dei Paesi europei. L'Italia, secondo le stime del Tesoro, finirebbe in stagnazione. Secondo la Bundesbank per la Germania le conseguenze sarebbero ancora più pesanti. Il costo sarebbe di 180 miliardi di euro, Berlino perderebbe il 5 per cento del suo Pil.

 

Uno scenario da incubo, insomma. Ed è il motivo principale per cui i tedeschi si sono opposti fino ad ora all'imposizione di un tetto al prezzo del gas, ossia per il timore che la Russia chiudesse i rubinetti. Si vedrà se adesso che questo scenario si fa più concreto cambieranno idea. I Paesi europei si sono anche promessi un «mutuo soccorso».

 

VLADIMIR PUTIN E IL GAS

Se a qualcuno mancherà il gas necessario per le famiglie e le imprese, gli altri partner lo forniranno. A costo di attingere dalle riserve. Che però si svuoterebbero rendendo il prossimo inverno ancora più difficile. Proprio quello che fa più comodo a Putin sullo scacchiere della guerra e delle sanzioni.

schroeder gazprom 1PUTIN gasdotto yamal sede gazpromgazprom

 

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