PRIMA O POI SI DOVRA' SPIEGARE CHE I GAY NON SONO IL CENTRO DEL MONDO – NEGLI USA I DIPENDENTI DELLA DISNEY SI SCAGLIANO CON UNA LETTERA APERTA CONTRO L’AZIENDA, ACCUSANDOLA DI “CENSURARE L’AFFETTO OMOSESSUALE” – SEMBRAVA FILARE TUTTO LISCIO IN TEMA DI INCLUSIVITÀ CON L’USCITA DI “ONWARD”, IL PRIMO FILM CON UN PERSONAGGIO GAY. MA A FAR INCAZZARE LA COMUNITÀ SAREBBE STATA LA POSIZIONE “TROPPO DEBOLE” CONTRO L'APPROVAZIONE DI UNA LEGGE IN FLORIDA CHE IMPEDISCE… - VIDEO

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Giovanni Berruti per “la Stampa”

 

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«My girlfriend's daughter got me pulling my hair out», tradotto non letteralmente: «La figlia della mia fidanzata mi ha fatto disperare». Una frase semplice, non avrebbe nulla di eclatante se non fosse che a pronunciarla è Specter, una poliziotta ciclope che compare nel film del 2020 Onward-Oltre la magia, lungometraggio della Pixar: con queste parole Specter rivela di essere il primo personaggio dichiaratamente omosessuale in un film della Disney (che dal 2006 possiede la Pixar).

 

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Una battuta, un semplice accenno, che però ha fatto scalpore: la parola girlfriend non ha lasciato spazio ad equivoci e così si è arrivati al bando del film in alcuni Paesi, e il divieto è tuttora in corso in Kuwait, Oman, Qatar e Arabia Saudita, mentre in altri paesi del Medio Oriente, come Egitto e Libano, il doppiaggio arabo ha sostituito il termine con «sorella»

 

In Russia hanno usato la parola «partner», senza connotazioni di genere. Poco dopo il timido affaccio di Specter, la Pixar ha fatto un deciso passo avanti: il cortometraggio Out (uscito sempre nel 2020) è incentrato sulla lotta interiore di un ragazzo omosessuale, che decide di fare outing con i suoi genitori. Sembrava filare tutto liscio sulla nuova strada dell'inclusività intrapresa da Disney, che ora però si ritrova al centro delle polemiche per una lettera firmata dai dipendenti Lgbtq+ della Pixar che lancia una dura accusa ai dirigenti Disney: «Per ordine dei vertici, quasi ogni momento di aperto affetto gay viene censurato senza tener conto di eventuali proteste da parte dei team creativi e della leadership».

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La polemica nasce giorni fa, con l'approvazione in Florida di una legge controversa che sta creando grandi polemica in Usa. Chi la avversa l'ha ribattezzata «Don't say gay», «Non dire gay», perché impedisce il dibattito su orientamento sessuale o identità di genere dalla scuola materna fino al terzo grado: non il dibattito spontaneo, ma la sua integrazione nei programmi scolastici. E autorizza i genitori a far causa alle scuole in caso di violazioni.

 

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Un terreno oggi scivolosissimo e il mondo Lgbtq+è partito all'attacco: nel dibattito nato dalla sua approvazione (manca solo la firma del governatore della Florida Ron DeSantis), la casa di Topolino ha preso subito le distanze, come sottolineato in un promemoria aziendale inviato ai dipendenti dall'amministratore delegato Bob Chapek, che ha sottolineato che «il grande impatto che l'azienda può avere al fine della creazione di un mondo più inclusivo è proprio attraverso la produzione di contenuti stimolanti».

 

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Una presa di posizione giudicata da molti troppo timida, ed ecco che ieri è spuntata la lettera (non datata), diffusa da Variety: «Siamo delusi, feriti, spaventati e arrabbiati. Speravamo di essere difesi dalla nostra azienda. Alla Pixar abbiamo assistito allo sviluppo di storie bellissime, piene di personaggi diversi, ridotte in briciole a seguito della revisione aziendale da parte di Disney. Anche se la creazione di contenuti Lgbtq+ è la risposta per la correzione della legislazione discriminatoria, finora abbiamo avuto solo impedimenti».

 

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Nella lettera si chiede alla Disney di ritirare il sostegno finanziario a tutti i partiti che hanno appoggiato il disegno di legge e di «prendere una posizione pubblica decisa contro simili progetti di legge in altre parti del Paese». Durante l'ultima assemblea degli azionisti, Chapek ha parlato pubblicamente per la prima volta dell'opposizione della Disney alla legge, annunciando che la società donerà 5 milioni di dollari alla «Human Rights Campaign» e ad altre organizzazioni per i diritti Lgbtq+, e che lui stesso incontrerà il governatore DeSantis per esprimere «la sua preoccupazione».

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Ma la donazione è stata respinta dall'associazione: «Non accetteremo questi soldi - hanno detto - fino a quando non vedremo la Disney rafforzare il proprio impegno pubblico e collaborare con i sostenitori Lgbtq+ per garantire che proposte come il disegno di legge "Non Dire Gay" non diventino leggi pericolose».

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