LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE NON SARÀ PIÙ QUELLA DI FANTOZZI MA I GIOVANI NON ABBOCCANO - STIPENDI TROPPO BASSI RISPETTO AL PRIVATO, CON MEDIE DI 1.600 EURO AL MESE QUANDO VA BENE, NECESSITÀ DI SPOSTARSI AL NORD DOVE GLI AFFITTI COSTANO FINO A 1.250 EURO (È IL CASO DI MILANO) E CARRIERE FERME PER 30 ANNI: ECCO SPIEGATO IL PERCHÉ I 30ENNI DI OGGI DICONO NO AL POSTO FISSO - NEI PROSSIMI MESI I POSTI SARANNO DECINE DI MIGLIAIA E SAREBBE UN PROBLEMA SE LA TENDENZA A RIFIUTARE I CONTRATTI SI CONSOLIDASSE...

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Rosaria Amato per “la Repubblica

 

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«Quando arriva un nuovo collega dal Sud, io gli consiglio subito di trovarsi un fidanzato, o una fidanzata, per dividere le spese, altrimenti è impossibile vivere a Milano. Un affitto per due persone in un quartiere normalissimo come quello in cui vivo io costa 1.250 euro al mese. Con uno stipendio della Pubblica Amministrazione è difficile vivere qui in Lombardia».

 

Alessandra (nome inventato, ndr), funzionaria pubblica, viene da Salerno, e vive a Milano con la famiglia da 12 anni. Negli ultimi tempi è sempre più frequente, racconta, che i neoassunti si licenzino, proprio come ha spiegato qualche giorno fa in Parlamento il ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili Enrico Giovannini e come aveva riferito a febbraio anche il ministro dell'Economia Daniele Franco.

 

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«Aspettavamo un geometra, delle mie parti - racconta Alessandra - Non si è neanche presentato. Un'altra collega, di una regione del Centro Italia, invece è venuta, ha provato, è rimasta un mese, poi si è licenziata e se n'è andata».

 

Per i profili tecnici la difficoltà di trovare professionisti disponibili è sempre maggiore. Luciano, architetto (anche in questo caso il nome è falso) spiega il perché: «Dopo molti anni sono stato ripescato dagli idonei di un concorso. Sono un esperto di procedure specialistiche che la Pa sta cominciando ad adottare, speravo di poter dare il mio contributo.

 

enrico giovannini foto di bacco (3) enrico giovannini foto di bacco (3)

Però mi sono ritrovato a dover stipulare contratti per appalti molto complessi, con uno stipendio di 1600 euro al mese che nella città in cui vivo, nel Nord Italia, copre a malapena le spese.

 

Al massimo posso avere un'integrazione lorda annua di 13 mila euro lordi, mentre nel privato con le stesse competenze potrei guadagnare anche 50 mila euro a contratto. Le procedure sono molto lente, a fronte di un rischio molto elevato di tipo penale e civile. E devo pagare da solo la mia assicurazione e l'iscrizione all'ordine professionale».

 

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Dalle stime di Fpa, la società che organizza il Forum Pa, finora sono stati coperti tutti e 15 mila i posti banditi per i concorsi del Pnrr. Segno che la percezione della Pa sta cambiando in meglio, rileva il direttore Fpa Gianni Dominici: «Soprattutto attrae la nuova quarta area dei quadri, che assicura stipendi e carriere migliori».

 

Per far capire che la Pa «non è quella di Fantozzi» Antonio Naddeo, presidente dell'Aran, l'Agenzia che stipula i contratti pubblici, lancia una sfida, proponendo «un Open Day aperto alle scuole e alle università, per far capire quello che fanno l'Istat, l'Inps o il Cnr».

 

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Anche perché nei prossimi mesi i posti banditi saranno decine di migliaia, e sarebbe un problema se la tendenza a rifiutare i contratti si consolidasse.

 

In moltissimi casi, anche per i concorsi ordinari, le amministrazioni, dal Mef al Mims all'Agenzia delle Dogane ai ministeri del Lavoro e della Giustizia, hanno dovuto "scorrere le graduatorie", chiamando uno per uno gli idonei non vincitori.

 

Con un risultato paradossale, fa notare Marco Carlomagno, segretario generale della Flp: «I vincitori hanno dovuto accettare la sede assegnata, e quindi, se meridionali, si sono dovuti trasferire al Nord, oppure a Roma, come prevedeva il concorso da 500 posti del Mef, e anche in questo caso si tratta di un trasferimento in una città che ha un costo della vita elevato. Mentre gli idonei in molti casi hanno potuto scegliere!».

 

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Molte amministrazioni, a cominciare dall'Agenzia delle Dogane, hanno annunciato che i prossimi concorsi saranno su base regionale, ma questo, rileva Carlomagno, «non risolve la questione, perché le sedi del Nord dove i laureati hanno possibilità di lavoro nel privato ben più remunerative, rimarranno comunque vuote. I giovani non sono attratti da stipendi che crescono poco e carriere che spesso rimangono ferme per 30 anni».

 

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I social media sono pieni di testimonianze di giovani che hanno opposto il "gran rifiuto" alla Pa: «Qualche mese fa ho partecipato ad un bando per un'azienda pubblica - racconta Vincenzo Racca, informatico, 30 anni -. Mi avevano offerto uno stipendio superiore a quello che percepisco adesso nel privato, ma utilizzavano tecnologie molto vecchie, e non prevedevano lo smart working”.

 

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