boris bondarev vladimir putin

PUTIN DEVE GUARDARSI DAGLI AMICI - LA BOMBA SGANCIATA CONTRO “MAD VLAD” DA BORIS BONDAREV, CONSIGLIERE DELLA MISSIONE RUSSA ALL'UFFICIO DELLE NAZIONI UNITE DI GINEVRA, FA ESPLODERE IL PANICO NELLE STANZE DELLA DIPLOMAZIA DI MOSCA - LE ACCUSE NELLA LETTERA DI DIMISSIONI ERANO COSI' PESANTI DA AVER FATTO PENSARE A UN FAKE: “MI VERGOGNO DEL MIO PAESE. CHI HA DECISO QUESTA GUERRA VUOLE SOLO POTERE E LUSSO” – BONDAREV È SOLO L’ULTIMO NOME IMPORTANTE CHE HA DECISO DI MOLLARE IL PAESE E…

Anna Zafesova per “la Stampa”

 

Boris Bondarev

«Mi chiamo Boris Bondarev, in vent' anni di carriera diplomatica ho assistito a diverse svolte della politica estera, ma non mi sono mai vergognato del mio Paese quanto il 24 febbraio di quest' anno». La lettera di dimissioni del consigliere della missione russa all'ufficio delle Nazioni Unite di Ginevra esplode come una bomba nelle stanze della diplomazia di Mosca, con la defezione più altolocata e pubblica finora di un funzionario del governo, e nel grattacielo staliniano in piazza Smolenskaya rimangono a tal punto spiazzati da non riuscire a produrre una reazione immediata.

 

Il testo - scritto in ottimo inglese - viene pubblicato in rete, e anche sui profili social del diplomatico, ma è talmente esplicito e accusatorio nei confronti del governo che Bondarev rappresentava da far dubitare a molti della sua autenticità. Sembrava quasi incredibile che un sottoposto di Sergey Lavrov potesse lanciare al regime russo accuse che avrebbero potuto uscire dalla penna di Alexey Navalny: «Chi ha deciso questa guerra voleva soltanto una cosa: restare al potere per sempre, abitare pomposi palazzi di cattivo gusto, navigare yacht che costano quanto l'intera marina russa, godere di un potere illimitato e di un'impunità totale. Sono pronti a sacrificare qualunque numero di vite per questo scopo. Migliaia di russi e ucraini sono già morti in nome di questo obiettivo».

vladimir putin

 

Parole che molti esponenti dell'opposizione e intellettuali critici hanno pronunciato, ma che finora pochi esponenti dello Stato avevano condiviso, almeno non pubblicamente. Fin dall'inizio della «operazione militare speciale» contro l'Ucraina si era vociferato di interi uffici in stato di choc, e di numerose defezioni di funzionari ministeriali, manager di grandi società e giornalisti delle televisioni di regime che si dimettevano, per scappare in Occidente. Pochi però hanno reso la loro fuga un atto di ribellione pubblica: «La guerra aggressiva scatenata da Putin contro l'Ucraina, di fatto contro l'intero mondo occidentale, non è soltanto un crimine contro il popolo ucraino, ma anche il crimine più grave che avesse potuto commettere contro il popolo russo, con la grande Z a cancellare tutte le nostre speranze e prospettive di una società libera e prospera», scrive Bondarev.

 

vladimir putin darth vader

Nessuna indicazione sui tempi e le modalità di questa scelta, anche se appare scontato che il diplomatico si trovi al sicuro all'estero, e che chiederà asilo in Occidente, senza la possibilità di rientrare in Russia. Anche perché Bondarev non ha risparmiato critiche ai colleghi e soprattutto al suo ex principale: «In 18 anni, da professionista e intellettuale colto, stimato da molti colleghi, è diventato una persona che trasmette dichiarazioni contrastanti e minaccia il mondo (e quindi anche la Russia) con armi nucleari!».

Boris Bondarev

 

Il consigliere ribelle è entrato nel ministero nel 2002, e ora denuncia il ventennio putiniano come quello che ha visto la trasformazione della diplomazia russa in una antenna della propaganda più aggressiva. Una degenerazione sottovalutata perfino da molti colleghi europei. Bondarev lamenta la sostituizione di un sistema che opera con «informazioni non prevenute, analisi imparziali e pronostici prudenti» con una macchina «finalizzata a ingannare se stessa», con la portavoce Maria Zakharova che a colpi di «cliche della propaganda nello spirito dei giornali sovietici degli anni 30» è diventata uno dei volti più odiosi del regime.

MURALES DI PUTIN A BUCAREST

 

«Oggi il ministero non fa diplomazia, diffonde inni alla guerra, menzogne e odio», conclude Bondarev, che ha anche invitato i suoi colleghi del servizio diplomatico a seguire il suo esempio. In realtà, già alcuni diplomatici avevano dato le dimissioni per dissociarsi dalla guerra, e il console generale della Russia a Edimburgo l'aveva pure messo sui social (il ministero aveva parlato di account "hackerato"). E a Mosca girano liste sempre più lunghe di funzionari e giornalisti di regime che si sono allontanati dal loro posto di lavoro e dal loro Paese, prevalentemente senza particolare clamore. Soltanto negli ultimi giorni si è parlato delle dimissioni di quattro top manager di Rosneft, il gigante petrolifero statale, responsabili di settori cruciali come la logistica.

 

VLADIMIR PUTIN BY CARLI

Molti sono stranieri e hanno abbandonato i loro impieghi prestigiosi per evitare problemi internazionali, ma altri, come diversi dirigenti della banca monopolista Sberbank e della compagnia aerea di bandiera Aeroflot sono russi, così come gli oligarchi che hanno condannato la guerra dopo essere stati flagellati dalle sanzioni. Il vicepresidente di un'altra banca importante, quella Gazprombank dalla quale passano i pagamenti per il gas russo, Igor Volobuev, non solo si è dimesso, ma è passato dall'altra parte, arruolandosi nell'esercito ucraino. Quanti altri stanno aspettando di capire da quale parte girerà il vento, non è possibile saperlo, ma l'ex deputato d'opposizione Dmitry Gudkov li esorta da tempo a farsi avanti: «Gli ultimi a saltare giù dalla barca non avranno nessun vantaggio».

VLADIMIR PUTIN - MARIUPOL - VIGNETTA DI CARLI vladimir putin vladimir putin e la cravatta di marinella 1putinvladimir putin vladimir putin

Ultimi Dagoreport

barigelli cairo

DAGOREPORT - PANDEMONIO ALLA "GAZZETTA DELLO SPORT"! IL DIRETTORE DELLA “ROSEA” STEFANO BARIGELLI VIENE CONTESTATO DAL COMITATO DI REDAZIONE PER LE PRESSIONI ANTI-SCIOPERO ESERCITATE SUI GIORNALISTI – LA SEGRETARIA GENERALE FNSI DENUNCIA: “I COLLEGHI DELLA 'GAZZETTA' CHE VOGLIONO SCIOPERARE VENGONO RINCORSI PER I CORRIDOI DAI LORO CAPIREDATTORI E MINACCIATI: ‘NON TI FACCIO FARE PIÙ LA JUVENTUS…” - BARIGELLI AVREBBE RECLUTATO UNA VENTINA DI GIORNALISTI PER FAR USCIRE IL GIORNALE SABATO E DIMOSTRARE COSI' ALL’EDITORE URBANETTO CAIRO QUANTO CE L’HA DURO – LA VICE-DIRETTRICE ARIANNA RAVELLI AVREBBE PURE DETTO IN MENSA A BARIGELLI: “STIAMO ATTENTI SOLO CHE NON CI SPUTTANI DAGOSPIA...” - VIDEO

emmanuel macron friedrich merz giorgia meloni donald trump volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – ET VOILA', ANCHE SULLA SCENA INTERNAZIONALE, IL GRANDE BLUFF DI GIORGIA MELONI È STATO SCOPERTO: IL SUO CAMALEONTISMO NON RIESCE PIÙ A BARCAMENARSI TRA IL TRUMPISMO E IL RUOLO DI PREMIER EUROPEO. E L'ASSE STARMER-MACRON-MERZ L'HA TAGLIATA FUORI – IL DOPPIO GIOCO DELLA "GIORGIA DEI DUE MONDI" HA SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO CON LE SUE DICHIARAZIONI A MARGINE DEL G20 IN SUDAFRICA, AUTO-RELEGANDOSI COSÌ AL RUOLO DI “ORBAN IN GONNELLA”,  CAVALLO DI TROIA DEL DISGREGATORE TRUMP IN EUROPA - DITE ALLA MELONA CHE NON È STATO SAGGIO INVIARE A GINEVRA IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO, FABRIZIO SAGGIO… - VIDEO

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....