Marco Imarisio e Alberto Pinna per il “Corriere della Sera”
vladimir putin anatoly chubais
L'unica cosa certa è che Anatolij Chubais, ex consigliere di Vladimir Putin, partito dalla Russia un mese dopo l'invasione dell'Ucraina, ha avuto un malore serio, ed è stato persino in rianimazione. «Non è in pericolo di vita» rassicurano dalla clinica privata di Olbia dove è ricoverato.
Ma il nome, e le disgrazie capitate a chi in Russia manifesta il proprio dissenso, autorizzano a ipotizzare misteri, sospetti e ombre. Lo scorso marzo, l'economista liberale che fu tra i principali collaboratori di Boris Eltsin, si è precipitosamente trasferito in Italia.
Vive fra Sardegna e Toscana, dove ha proprietà e interessi. La scorsa settimana era in vacanza in un resort della Costa Smeralda. Un pomeriggio, accusa sintomi strani. «Non mi sento più le gambe e le mani» si lamenta con la moglie.
Corsa all'ospedale, diagnosi aperta. Potrebbe essere la sindrome di Guillain-Barré, un disturbo neurologico del quale soffre da tempo, che si è riacutizzato con il Covid contratto nel 2020, e che tra i suoi sintomi principali presenta proprio il blocco delle articolazioni. Oppure, una intossicazione. Nelle strutture pubbliche di Olbia non ci sono reparti di neurologia.
Chubais viene mandato alla Mater Olbia, clinica privata della Qatar Foundation. Da Mosca l'agenzia Tass rivela che secondo la moglie di Chubais, «uomini della polizia italiana in tuta bianca hanno ispezionato il resort».
Un dettaglio che, dati i precedenti, accredita subito il possibile avvelenamento. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha manifestato «sincero dispiacere» per l'accaduto. Al Mater Olbia Hospital intanto è stata rinforzata la vigilanza esterna.
Chubais è senz' altro un uomo che sa molte cose. Ma l'etichetta di eroe dissidente che gli è stata assegnata dopo la sua fuga dalla Russia gli sta molto larga. Nasce nel 1955 in Bielorussia. All'inizio degli anni Novanta fonda un circolo di economisti liberali e diventa il principale collaboratore dell'allora sindaco di San Pietroburgo Anatolij Sobchak, il futuro padrino politico di Vladimir Putin. Non è un caso che l'allarme sulle sue condizioni sia stato lanciato dalla presentatrice Ksenya Sobchak, figlia dell'uomo che ancora oggi l'attuale presidente considera il suo benefattore.
Più che un oppositore, è sempre stato considerato un membro ad honorem della «banda» di San Pietroburgo che ha preso il potere al Cremlino. Anche per questo, molti sostengono che la sua fuga di fine marzo è stata in realtà autorizzata, l'ultimo favore a un uomo malato.
Chubais è anche parte integrante della recente storia russa. Fu lui, mettendosi a capo del Comitato per il patrimonio statale, a preparare il programma delle privatizzazioni che svendette a poche persone le principali aziende pubbliche russe. Per questo viene considerato il padrino, di ogni oligarca.
Durante l'era Eltsin è stato due volte vicepremier. Nel 1999, fonda con l'astro nascente Boris Nemtsov l'Unione delle forze di destra, partito di ispirazione liberale. Nel marzo del 2005 subì un attentato, salvandosi grazie alla sua auto blindata.
VLADIMIR PUTIN Anatoly Chubais
Poco prima delle elezioni del 2008, forse le più contendibili degli ultimi vent' anni per via della scadenza del secondo mandato presidenziale di Putin, distrusse la carriera politica di Nemstov sciogliendo il loro partito e aderendo a Causa Giusta, una formazione controllata dal Cremlino. Il nuovo presidente Dmitry Medvedev lo nominò capo della Rosnano, l'agenzia statale per lo sviluppo delle nanotecnologie russe.
Negli ultimi anni Chubais ha vissuto ai bordi del vero potere, accontentandosi di qualche prebenda. Quando è fuggito verso l'Italia, era assistente del presidente per i rapporti internazionali in materia dello sviluppo sostenibile. Non proprio la prima preoccupazione di Putin.
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