QUANDO SI RIPRENDERA' LA SANITA' ITALIANA? - PER TORNARE ALL'ATTIVITÀ ORDINARIA NELLE CORSIE DEGLI OSPEDALI CI VORRÀ ALMENO UN ANNO: DALL’INIZIO DELLA PANDEMIA NELLA MAGGIOR PARTE DEI CASI C’È STATA UNA NETTA RIDUZIONE DEI RICOVERI E VISITE PROGRAMMATE, MENTRE NELL'8,3% DELLE STRUTTURE L'ATTIVITÀ NON È PROPRIO RIPRESA – GLI OSPEDALI HANNO PROBLEMI A ISOLARE GLI ASINTOMATICI E QUANDO UN PAZIENTE VIENE RICOVERATO IN AREA MEDICA PER PATOLOGIE NON COVID...

-

Condividi questo articolo


Paolo Russo per “la Stampa”

 

ospedali covid 2 ospedali covid 2

Non sarà stata devastante come quelle dell'era pre-vaccini, ma tra ricoveri sospesi, prestazioni rinviate, carenza di personale e difficoltà a isolare e gestire i pazienti «Covid, non-Covid», anche la quarta ondata, con relativo rimbalzo, è destinata a lasciare strascichi sui reparti ospedalieri. La survey di Fadoi, la Federazione degli internisti ospedalieri, condotta su 19 regioni, stima infatti che ci vorrà almeno un anno per tornare all'attività ordinaria nelle corsie degli ospedali. 

 

ricoverato in ospedale ricoverato in ospedale

La riduzione dei ricoveri programmati, sia pure senza arrivare ai livelli di quasi blackout delle prime ondate, ha comunque imposto un taglio che, nel 37,5% dei casi, è stato contenuto tra il 10 e il 20% di quelli programmati, ma che nel 12,5% degli ospedali è stato tra il 20 e il 50%, mentre nel 16,7% dei casi il blocco è stato totale. Peggio è andata per le prestazioni programmate come analisi, accertamenti diagnostici e visite specialistiche. In questo caso nel 29,2% delle strutture la riduzione è stata tra il 20 e il 50%, oltre il 50% nell'8,3% degli ospedali, mentre nel 16,7% dei casi sono state sospese tutte le prestazioni programmate. 

 

coronavirus ospedale coronavirus ospedale

La macchina stenta a ripartire. Nella maggioranza dei casi viene ancora procrastinato in media un ricovero su tre e nell'8,3% delle strutture l'attività non è affatto ripresa. Più o meno simile la situazione a proposito della ripresa delle prestazioni programmate. I rallentamenti vanno a sommarsi ai ritardi delle precedenti ondate, così recuperare diventa più difficile. Per il 41,7% delle strutture ci vorranno tra i sei mesi e un anno per rispondere alla domanda di prestazioni saltate, mentre per il 20,8% le previsioni sono ancora più fosche: il tempo necessario sarà di «almeno un anno». 

ospedali covid 3 ospedali covid 3

 

Mentre per l'8,3% degli ospedali nemmeno in 12 mesi sarà possibile recuperare tutto l'arretrato. Tutto questo nella speranza di non incappare in altre ondate indotte da nuove varianti, anche se già Omicron sta facendo sentire i suoi effetti, visto che il 70,8% degli ospedali lamenta un aumento dei pazienti Covid contro il 12,5% che riporta un dato di occupazione dei letti in linea con quello dei mesi di gennaio e febbraio 2022.

ospedali covid 6 ospedali covid 6

 

Una situazione tutt' altro che alleggerita dal fatto che attualmente due-tre pazienti su dieci ricoverati in area medica per patologie non Covid scoprono di essere positivi al momento di eseguire il tampone di controllo. «Questo crea un effetto domino che costringe a rivoluzionare l'assetto del reparto, a tracciare con il tampone gli altri pazienti che hanno avuto un contatto con il paziente positivo, da trasferire se necessario in reparto Covid dell'ospedale stesso o di altra struttura», spiega Dario Manfellotto, Presidente Fadoi. 

 

ospedali covid 5 ospedali covid 5

«Il 57% degli ospedali - aggiunge - ha difficoltà a isolare gli asintomatici e il 29% non ci riesce affatto, con rischio di contagiare i "non Covid" nel 50% dei casi. L'isolamento comporta comunque la perdita di altri posti letto, che non possono più essere utilizzati perché nella stessa stanza non può convivere chi è positivo con chi non lo è. Tutto ciò crea difficoltà organizzative a causa della carenza di personale, letti, spazi adeguati, aree dedicate ai positivi ricoverati per altre patologie, difficoltà logistiche dovute all'assenza in molte strutture di percorsi ad hoc pulito-sporco». 

 

ospedali covid 4 ospedali covid 4

Per non parlare poi delle liste d'attesa, che vanno via via allungandosi per la necessità di procrastinare ricoveri e interventi. «Sarebbe opportuno - conclude Manfellotto - che le indicazioni sul comportamento da seguire fossero ufficialmente indicate e non lasciate alla decisione dei singoli medici». L'indagine rivela poi che il long Covid colpisce un 15% dei guariti. 

 

ospedali covid 7 ospedali covid 7

Percentuale destinata a salire e di molto, secondo altri studi, considerando che i molti che non accusano strascichi particolarmente gravi non si presentano per i controlli dopo la guarigione, nonostante l'87,5% degli ospedali - assicura Fadoi - abbia attivato servizi dedicati ai pazienti long Covid. Centri - dice il presidente dell'Iss, Silvio Brusaferro - che verranno presto «valorizzati in una rete nazionale con strutture presenti in ogni regione, in modo da essere un punto di riferimento e poter dare risposte omogenee ai pazienti».

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – JOE BIDEN VUOLE CHE GIORGIA MELONI METTA ALL’ORDINE DEL GIORNO DEL G7 L’USO DEI BENI RUSSI CONGELATI. PER CONVINCERE LA DUCETTA HA SPEDITO A ROMA LA SUA FEDELISSIMA, GINA RAIMONDO, SEGRETARIO AL COMMERCIO – GLI AMERICANI PRETENDONO DALL’EUROPA UN'ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ DOPO TUTTI I MILIARDI CHE WASHINGTON HA POMPATO A ZELENSKY. MA METTERE MANO AI BENI RUSSI È UN ENORME RISCHIO PER L’UNIONE EUROPEA: POTREBBE SPINGERE ALTRI PAESI (CINA E INDIA SU TUTTI) A RIPENSARE AI LORO INVESTIMENTI NEL VECCHIO CONTINENTE…