putin xi jinping

"È L'ORA DELL'EURASIA" - UN EDITORIALE DEL "CHINA DAILY" PARLA ESPRESSAMENTE DELLA FINE DEL DOMINIO AMERICANO: "CINA E RUSSIA COSTRUIRANNO UN NUOVO ORDINE INTERNAZIONALE SENZA IL DOLLARO" - IL PUGNO DURO DI WASGHINGTON CONTRO MOSCA SI RIPERCUOTERA' SUL "KARMA" STATUNITENSE, CHE PERDERA' LA SUA EGEMONIA TRA LE POTENZE IN VIA DI SVILUPPO..."

Beatrice Nencha per "La Verità"
 

vladimir putin 2

Leggendo il periodico in lingua inglese China Daily, anche i sostenitori più accaniti della guerra a oltranza contro Vladimir Putin alla Casa Bianca si saranno accorti che il Cremlino è tuttaltro che isolato, fuori dalla sfera occidentale. «La rottura delle regole da parte degli Usa porta al declino dell'ordine globale», è l'editoriale in prima pagina.
 
All'interno, un durissimo commento (titolato «Erosione»), firmato da un professore emerito dell'Università di Hong Kong e vice presidente del think tank cinese di studi di Hong Kong e Macao, ritrae lo zio Sam sotto forma di un cactus irto di spine. Ma c'è ben poco su cui ironizzare, a partire dal catenaccio: «L'inesorabile e strisciante processo di de-dollarizzazione è destinato ad accelerare nei prossimi anni».
 

xi jinping

Nonostante la tempesta di sanzioni, embarghi, sequestri milionari e le recenti espulsioni di diplomatici, il Cremlino è tuttora in piedi. Avere alle spalle il sostegno della Cina, dell'India, di vari Paesi mediorientali, centroasiatici e africani non è un elemento da sottostimare per Washington.
 
Costretta a genuflettersi davanti al Venezuela e all'Iran, un tempo additati come il «male assoluto», oggi declassati a «male relativo». Ma mentre l'America aspira a un rapido default del Cremlino, pare non rendersi conto che il processo di «erosione» potrebbe essere reciproco in un'economia di mercato globale.
 

Xi Jinping e Vladimir Putin

«Violando frequentemente e in flagranza le regole dell'ordine internazionale, ostentatamente sotto il suo controllo, gli Stati Uniti hanno danneggiato la loro reputazione, credibilità e valore davanti alle altre nazioni, debilitando l'ordine post bellico stabilito», denuncia il professor Lau Siu-kai nell'editoriale, «oggi l'ordine internazionale non è più in grado di promuovere la pace, l'economia globale e la cooperazione internazionale. Il conseguente disordine mondiale andrà, a sua volta, a detrimento degli Usa».
 
Pechino, insieme alle monarchie del Golfo, non ha apprezzato l'escalation di sanzioni che, in un istante, ha congelato tutti i beni personali, le riserve e i conti correnti degli oligarchi legati a Putin, ma anche di semplici cittadini: «Tali misure punitive imposte ai civili sono un segnale che l'Occidente non è più un paradiso per i beni delle persone. Nei prossimi anni, fughe di capitali dall'Occidente saranno un trend inevitabile».
 

xi jinping vladimir putin

Il pugno duro di Washington, secondo la stampa cinese, si ripercuoterà sul «karma» statunitense, che perderà la sua egemonia tra le potenze in via di sviluppo: «Le sanzioni volte a strangolare la Russia saranno sicuramente viste nel mondo come la militarizzazione illegittima e senza scrupoli del dollaro e del sistema finanziario internazionale da esso sostenuto».
 
Un processo che porterà, insieme alla crescita dello yuan «anche nella sua versione digitale», all'emergere «di nuove forme di scambi commerciali, che preannunciano un'economia internazionale dove il ruolo del dollaro sarà gradualmente eroso. La discesa del dollaro diminuirà lo status e la capacità degli Usa come potenza mondiale».
 

XI JINPING E VLADIMIR PUTIN

Insieme al sostegno alla Russia, come per altri Paesi, nella «basilare» difesa dei propri interessi strategici di sicurezza nazionale, è tranchant anche il giudizio sul ruolo, definito «declinante», dell'Onu: «Ciò che è più evidente è che gli Usa hanno intrapreso azioni militari unilaterali contro altre nazioni senza il mandato dell'Onu, come in Iraq nel 2003 [...] all'improvviso, regime change, nation-building, rivoluzioni colorate, anti-autoritarismo R2P (Responsability to Protect) e l'esportazione della democrazia occidentale sono diventati i nuovi nobili obiettivi delle politiche militari ed estere americane. Distaccare una parte di territorio di un altro Paese sovrano e riconoscerne l'indipendenza (come in Kosovo) vengono spacciate come imprese lodevoli».
 

VERTICE VIRTUALE PUTIN XI JINPING

Pragmatiche le conclusioni del Dragone: «La Russia, e altri Paesi, costruiranno un ordine internazionale parallelo e competitivo in Eurasia, con un annesso ecosistema finanziario parallelo che indebolirà l'ordine internazionale retto dagli Usa».

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