giuseppe conte alfonso bonafede

"ECCO PERCHE' BONAFEDE DEVE DIMETTERSI" - BELPIETRO CHIEDE LA TESTA DEL GUARDASIGILLI – "DOPO AVER LASCIATO CHE 500 MAFIOSI E PERICOLOSI CRIMINALI USCISSERO DI PRIGIONE CON LA SCUSA DEL CORONAVIRUS, È CADUTO SUL CAMPO PURE IL CAPO DI GABINETTO DEL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA, OSSIA FULVIO BALDI. PERFINO VITO LATTANZIO, IL SIGNOR NESSUNO DELLA PRIMA REPUBBLICA, CHE MOLLÒ LA POLTRONA DI MINISTRO DELLA DIFESA DOPO LA FUGA DI KAPPLER, AVEVA PIÙ DIGNITÀ DEL MINISTRO PER CASO DI UN GOVERNO GRILLINO"...

Maurizio Belpietro per la Verità

 

 

 

nino di matteo alfonso bonafede

A dicembre si era dimesso il capo degli ispettori del ministero della Giustizia, Andrea Nocera, dopo aver appreso di essere indagato a Napoli per corruzione. Nei giorni scorsi anche Francesco Basentini, direttore del Dap, Dipartimento dell' amministrazione penitenziaria del ministero della Giustizia, ossia colui che comandava le carceri italiane, si è dimesso. Aver lasciato che 500 mafiosi e pericolosi criminali uscissero di prigione con la scusa del coronavirus, era effettivamente un fatto esteticamente poco accettabile da parte di un governo composto da manettari che hanno abolito la prescrizione per evitare che qualcuno la facesse franca per decorrenza dei termini. E rimettere in libertà gente che ha contribuito a sciogliere nell' acido un ragazzino con la giustificazione che l' ergastolano rischia di beccarsi il coronavirus è una notizia che fa venire il sangue agli occhi. Dunque, via Basentini, che paga per tutti, anche per chi lo comandava a sua insaputa.

Bonafede

 

Ma poi, dopo il capo del Dap, è caduto sul campo pure il capo di gabinetto del ministero della Giustizia, ossia Fulvio Baldi. Nelle intercettazioni delle conversazioni con Luca Palamara, ex numero uno dell' Associazione nazionale magistrati finito sotto inchiesta per corruzione, il collaboratore del Guardasigilli Alfonso Bonafede parlava di «raccomandazioni di una pm e di una giudice che volevano andare a lavorare in via Arenula», cioè al ministero, e quando le telefonate sono divenute pubbliche il capo di gabinetto del ministro a 5 stelle ha dovuto fare le valigie, dimettendosi all' istante. Ma adesso nel mirino è finito anche il nuovo capo del Dap, ossia colui che ha sostituito Basentini. Pure Dino Petralia, magistrato antimafia subentrato ai vertici delle prigioni italiane dopo lo scandalo delle scarcerazioni dei mafiosi, parlava al telefono con Palamara per ragioni di corrente e di nomine.

di matteo bonafede

 

Manco avesse il Covid, l' ex presidente dell' Associazione nazionale magistrati ha cioè infettato mezza magistratura, costringendo alle dimissioni il procuratore generale della Cassazione Riccardo Fuzio e arrivando a lambire anche le terga del vicepresidente del Csm David Ermini e perfino i giardini del Quirinale. Sì, grazie al trojan , ovvero alla microspia che i pm di Perugia sono riusciti ad attivare nel suo telefono cellulare, e al sequestro dello stesso con i suoi segreti, Palamara ha involontariamente alzato il velo sulle pastette della magistratura, la quale non è immune dalle colpe che contesta ai comuni mortali, ossia dalle raccomandazioni e anche dal traffico di influenze illecite, e molto umanamente si dà da fare per conquistare un posto migliore o per piazzare un amico o un' amica in una posizione meglio retribuita o di maggiore visibilità. Sì, lo spaccato che esce dai brogliacci delle conversazioni e dalle chat del magistrato sotto inchiesta colpisce non tanto per le ipotesi di reato che la Procura di Perugia sta perseguendo, ma per i contatti, le pressioni e le perorazioni che arrivavano sul telefonino del boss di Unicost, una delle correnti in cui si divide la magistratura. Per una volta, la microspia inserita dalla magistratura non ha ascoltato solo i «traffici» del sottobosco politico e imprenditoriale italiano, ma anche quelli della magistratura stessa, e dopo aver ascoltato le conversazioni le conclusioni sono ovvie. Le toghe sono spesso affette dagli stessi mali che perseguono, ma per ragioni di casta, con loro stesse sono assai più indulgente. Se si usasse il metro inflessibile che si usa con i comuni mortali, molti magistrati passerebbero guai, come infatti li sta passando Luca Palamara.

alfonso bonafede francesco basentini 1

 

Tuttavia, al di là delle considerazioni che riguardano la magistratura, i suoi vizi e le sue responsabilità, c' è un' altra riflessione che ritengo opportuna. Nella prima Repubblica un ministro della difesa, tal Vito Lattanzio, deputato che non è passato alla storia per grandi meriti, ma certo per la dignità con cui mollò la poltrona, rassegnando le dimissioni da ministro della Difesa per la fuga di Herbert Kappler, il criminale nazista responsabile del massacro delle Fosse Ardeatine. Il comandante tedesco scappò dentro una valigia dal Celio, l' ospedale in cui era ricoverato e pochi giorni dopo Lattanzio fece le valigie pur senza avere responsabilità dirette. Dalle carceri italiane, grazie a un escamotage, sono scappati invece centinaia di mafiosi, ma a oggi, oltre alle dimissioni di Basentini, non si registra la lettera di addio del responsabile politico della Giustizia. Nemmeno le conversazioni imbarazzanti del suo capo di Gabinetto hanno indotto Alfonso Bonafede a fare le valigie. E ora, neppure le intercettazioni del nuovo capo del Dap hanno convinto Bonafede a un ripensamento. Nonostante i mafiosi in libertà, nonostante le chiacchiere dei suoi collaboratori, il ministro resta abbarbicato alla poltrona.

maurizio belpietro sulla terrazza dell atlante star hotel (1)

La conclusione è scontata.

Perfino uno come Vito Lattanzio, il signor nessuno della prima Repubblica, ministro per caso di un governo democristiano, aveva più dignità del ministro per caso di un governo grillino.

francesco basentini alfonso bonafedealfonso bonafede francesco basentini

 

Ultimi Dagoreport

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...

zaia stefani salvini meloni fico schlein de luca

DAGOREPORT – L'ESITO DELLE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA E PUGLIA E' GIA’ SCRITTO MA SARA' IMPORTANTISSIMO PER “PESARE” OGNI PARTITO IN VISTA DELLE STRATEGIE PER LE POLITICHE DEL 2027 – I VOTI DELLE VARIE LISTE POTREBBERO CAMBIARE GLI EQUILIBRI INTERNI ALLE COALIZIONI: SE IN CAMPANIA E PUGLIA LE LISTE DI DECARO E DI DE LUCA FARANNO IL BOTTO, PER L'EX ROTTAMATRICE DI ''CACICCHI'' ELLY SCHLEIN SAREBBE UNO SMACCO CHE GALVANIZZEREBBE LA FRONDA RIFORMISTA DEL PD - ANCHE PER CONTE, UN FLOP DEL SUO CANDIDATO ALLA REGIONE CAMPANIA, ROBERTO FICO, SCATENEREBBE LA GUERRIGLIA DEI GRILLINI CHE DETESTANO L'ALLEANZA COL PD - LADY GIORGIA TIENE D’OCCHIO LA LEGA: SE PRECIPITA NEI CONSENSI IN VENETO, DOVE E' STATA FATTA FUORI LA LISTA ZAIA, PROVEREBBE A SOSTITUIRE IL MALCONCIO CARROCCIO CON AZIONE DI CARLETTO CALENDA...

villa casa giorgia meloni antonio tajani matteo salvini

DAGOREPORT - AH, CHE STREGONERIA È IL POTERE: TRAFIGGE TUTTI. SOPRATTUTTO I PARVENU. E COSÌ, DA PALAZZO GRAZIOLI, CHE FU LA SEDE INFORMALE DI GOVERNO E DI BUNGA-BUNGA DI BERLUSCONI PREMIER, SIAMO PASSATI A "VILLA GRAZIOLI" CON LA NUOVA DOVIZIOSA DIMORA DELL’EX ABITANTE DELLA GARBATELLA, DOVE OCCUPAVA CON MADRE E SORELLA DUE DISGRAZIATE CAMERE E CUCINA - UN IMMOBILE CHE STA SOLLEVANDO UN POLVERONE DI POLEMICHE: VILLA O VILLINO? COL SOLITO AGOSTINO GHIGLIA CHE AVREBBE SOLLECITATO GLI UFFICI DELLA PRIVACY DI TROVARE UN MODO PER LIMITARE LE INFORMAZIONI DA RENDERE PUBBLICHE ALLA CAMERA, IN RISPOSTA A UN’INTERROGAZIONE DELLA BOSCHI SULLA RISTRUTTURAZIONE DELLA VILLA – LA SINDROME DI "IO SO' GIORGIA E NUN ME FIDO DE NESSUNO!" HA POI TRASFORMATO LA MAGIONE NEL SUO BUNKER PERSONALE, LONTANO DAGLI SGUARDI E ORECCHIE INDISCRETE CHE INFESTANO PALAZZO CHIGI - TUTTO BENE QUANDO VENGONO CHIAMATI A RAPPORTO I SUOI FEDELISSIMI, MOLTO MENO BENE QUANDO TOCCA AGLI ALTRI, AGLI “ESTRANEI” DELLA CONVENTICOLA MELONIANA. DAL CENTRO DI ROMA PER RAGGIUNGERE “VILLA GRAZIOLI” CI VOGLIONO, IN LINEA D’ARIA, BEN 40 MINUTI DI MACCHINA. ANCHE DOTATI DI SIRENE E LAMPEGGIANTI, È “UN VIAGGIO”…. - VIDEO

simone canettieri giorgia arianna meloni

DAGOREPORT - MASSÌ, CON I NEURONI SPROFONDATI NELLA IRRITABILITÀ PIÙ SCOSSA, ARIANNA MELONI AVEVA URGENTE BISOGNO, A MO’ DI SOLLIEVO, DELL’ARTICOLO DI DEBUTTO SUL “CORRIERONE” DI SIMONE CANETTIERI - MESSA DALLA SORELLA GIORGIA A CAPO DELLA SEGRETERIA DI FDI, ARIANNA NON NE HA AZZECCATA UNA - ALLA PARI DI QUALSIASI ALTRO PARTITO DI MASSA, OGGI FDI SI RITROVA ATTRAVERSATO DA UNA GUERRIGLIA INTESTINA FATTA DI COLPI BASSI, RIPICCHE E SPUTTANAMENTI, INTRIGHI E COMPLOTTI – DALLA SICILIA (CASINO CANNATA-MESSINA) A MILANO (AFFAIRE MASSARI-LA RUSSA), FINO AL CASO GHIGLIA-RANUCCI, DOVE IL FILO DI ARIANNA SI È ATTORCIGLIATO PERICOLOSAMENTE INTORNO AL COLLO - CHE LA SORELLINA NON POSSIEDA LA ‘’CAZZIMMA’’ DEL POTERE, FATTA DI SCALTREZZA E ESPERIENZA, SE N'E' AMARAMENTE ACCORTA ANCHE LA PREMIER. E PUR AMANDOLA PIÙ DI SE STESSA, GIORGIA L’AVREBBE CHIAMATA A RAPPORTO PER LE SCELTE SBAGLIATE: SE IL PARTITO VA AVANTI COSÌ, RISCHIA DI IMPLODERE… - VIDEO