piero amara luca palamara

"ECCO LE TRAME NASCOSTE DIETRO LA NOMINA DI LO VOI" - L’EX LEGALE ESTERNO DELL’ENI, PIERO AMARA, INTERROGATO SUL CASO PALAMARA, RIVELA AI PM DI PERUGIA I DETTAGLI DIETRO LA RICOLLOCAZIONE DI FRANCESCO LO VOI A CAPO DELLA PROCURA DI PALERMO - IL RUOLO DEI GIUDICI RUSSO E VIRGILIO, “L’INTERESSAMENTO” DI PALAMARA E PIGNATONE E LE PRESSIONI: “VI FU UNA SORTA DI CONDIZIONAMENTO…”

Antonio Massari per il “Fatto quotidiano”

 

piero amara

Il 12 giugno, la Procura di Perugia convoca Piero Amara. Parliamo dell'ex legale esterno dell'Eni che, tra i parecchi guai giudiziari, a Perugia è indagato per aver corrotto, in concorso con l'avvocato Giuseppe Calafiore e l' imprenditore Fabrizio Centofanti, il pm romano Luca Palamara. È in questa veste che il 12 giugno viene interrogato. Il magistrato perugino Mario Formisano gli pone una domanda su un' imprecisata registrazione che riguarda Nicola Russo. Si tratta del giudice estensore della sentenza del Consiglio di Stato, con presidente del collegio Riccardo Virgilio, che ricollocò Francesco Lo Voi a capo della Procura di Palermo, dopo che il Tar ne aveva annullato la nomina.

 

francesco lo voi 1

Sia Virgilio sia Russo sono indagati, in un'altra inchiesta, per corruzione giudiziaria proprio con l'accusa di essersi venduti ad Amara. Ed ecco la risposta dell'ex legale dell' Eni: "C'era una registrazione effettuata da Calafiore in cui Russo parlava della sentenza Lo Voi e dell' interessamento di Palamara e Pignatone perché venisse nominato come procuratore Lo Voi. Russo lasciava intendere che vi era stato una sorta di condizionamento, ovvero un do ut des. Lui avrebbe favorito la conferma della nomina di Lo Voi, mentre Palamara e Pignatone avrebbero fatto in modo di risolvere i suoi procedimenti penali.

 

luca palamara

Russo infatti era indagato per il reato di pedopornografia e di corruzione. Calafiore aveva deciso di registrare Russo, in quanto voleva procurarsi una prova per creare un caso ove fosse stata applicata nei suoi confronti una misura cautelare dalla Procura di Roma. Con tale documento pensava di poter creare imbarazzo a Pignatone e Palamara".

 

Contattato dal Fatto l'ex procuratore capo di Roma, Giuseppe Pignatone, ha preferito non commentare. Di certo c'è che, durante la sua reggenza, Russo è stato arrestato per corruzione. Il procuratore Lo Voi invece replica: "Non ho la più pallida idea di che cosa si tratti e non vedo che cosa c'entro io in questa storia".

 

Della sua nomina parla anche Palamara, sentito sempre a Perugia: "Quando parlai con Cascini (Giuseppe, consigliere del Csm, ndr) egli mi chiese pure di qualcosa in merito alla vicenda del ricorso al Consiglio di stato sulla nomina di Lo Voi, vicenda che mi aveva visto impegnato a sostenere la candidatura di Lo Voi. Io con Pignatone ho sempre avuto un rapporto stretto e con lui ho parlato di tante nomine (). Io non seppi rispondere a Cascini su fatti inerenti il procedimento al Consiglio di Stato relativi alla vicenda Lo Voi. ().

giuseppe pignatone

 

Quando Pignatone venne a Roma parlavamo spesso della Procura di Palermo e della vicenda della nomina del procuratore di Palermo, la mia corrente portava Lo Forte mentre Mi e una forte componente laica portava Lo Voi, e Area Lari, quindi, il voto di Unicost diventava decisivo. Ebbi in quel periodo una consultazione con Pignatone importante per determinarmi sulla scelta". Palamara è accusato di essere stato pagato 40 mila euro, proprio da Amara, per favorire la nomina dell' ex pm Giancarlo Longo alla Procura di Gela.

Nomina mai avvenuta. Circostanza negata da Palamara.

 

IL MAGISTRATO GIUSEPPE CASCINI

Nega anche Amara: "In merito alle dichiarazioni di Longo che afferma che avrei consegnato 40 mila euro a Palamara per favorire la sua nomina di procuratore di Gela, posso dire che sono farneticanti e mendaci". Nega anche di aver mai dato utilità al pm romano Saverio Francesco Musolino - secondo le accuse una Smart, mai rinvenuta dagli investigatori, per la moglie del pm - affinché trasferisse un fascicolo da Roma a Siracusa: "Nego di aver corrisposto una qualsiasi utilità al dottor Musolino e non sono a conoscenza che la stessa sia stata corrisposta da altre persone a me legate".

 

guido lo forte

Poi Amara punta il dito sul pm Stefano Rocco Fava, lo stesso che aveva chiesto il suo arresto. I pm perugini gli chiedono come facesse, nel 2017, ad avere informative della Guardia di Finanza che lo riguardavano. "Le ho ricevute da Sarcina". Francesco Loreto Sarcina è un maresciallo dei carabinieri, con un passato nei servizi segreti, arrestato per questa vicenda e per il quale, lo stesso pm Fava, ha chiesto il massimo della pena.

 

Amara aggiunge: "Sarcina chiese dei soldi per conto di Fava. (). Per accreditarsi ulteriormente ci mostrò una pen drive su cui vi era un' istanza di fallimento presentata dal dottor Ielo (Paolo Ielo, procuratore aggiunto di Roma, ndr) nei confronti della P&G che è una società di cui siamo soci io e Calafiore. Aggiunse che della vicenda fallimentare se ne sarebbe occupato Fava, come poi accadde. Ci invitò a consegnargli prima 10 mila euro e poi 30 mila da dare a Fava in modo che potesse agevolarci nella gestione fallimentare che sarebbe succeduta. Affermava che il denaro sarebbe servito per 'tranquillizzare il n. 4'.

Luca Tescaroli

 

Lui era solito indicare Fava con questo numero, mentre Ielo era il 'n. l', Cascini era il 'n.

2', Tescaroli (Luca, ora procuratore aggiunto di Firenze, ndr) il 'n. 3' . Io e Calafiore non abbiamo mai creduto alle affermazioni di Sarcina ()". Tutto questo, racconta Amara, è stato già riferito a Roma durante un interrogatorio alla presenza di Ielo e Fava che, proprio per questo motivo, avrebbe dovuto astenersi: "Fava era in plateale obbligo di astensione rispetto alla vicenda Sarcina che aveva richiesto del denaro per comprare i suoi favori. Fava, poi, ha chiesto la misura cautelare nei confronti di Sarcina. Fava o doveva essere iscritto per corruzione o doveva essere considerato persona offesa del delitto di millantato credito".

 

In realtà Fava non aveva alcun obbligo di astensione. Contattato dal Fatto, quest' ultimo, oltre a smentire di aver mai avuto simili contatti con Sarcina, ha precisato di aver chiesto subito che il verbale di Amara fosse inviato a Perugia affinché i pm verificassero la correttezza del suo operato; che per Sarcina è stato proprio lui a chiedere il massimo della pena; che Sarcina, interrogato da Ielo, smentì la ricostruzione di Amara.

luca palamara 2008

 

Ma Amara a Perugia aggiunge: "Ho appreso dai giornali" che Fava ha "dichiarato di aver appreso di recente" che "avevo nominato mio consulente, nel 2014, il fratello del procuratore Pignatone, Roberto, in un processo a Siracusa". Amara ricorda che, per questo motivo, Fava riteneva che Pignatone dovesse astenersi dalle inchieste su di lui. "Se è vero quello che scrivono i giornali", dichiara Amara, "posso dire che Fava ha dichiarato il falso.

 

Quando furono fatte le perquisizioni presso il mio studio () era presente anche Fava () Nel corso della perquisizione visionò alcuni fascicoli, tra cui anche" quello "in cui vi era la lista testi con l' indicazione del nome del fratello del procuratore". Fava smentisce: della lista testi venne a sapere grazie al coordinamento investigativo con i pm di Messina. Il Fatto ha visionato il verbale di perquisizione di Amara, ma non emerge traccia del fascicolo e dei dialoghi in questione.

Ultimi Dagoreport

2025scala la russa

DAGOREPORT - LA DOMANDA CHE SERPEGGIAVA NEL FOYER DELLA SCALA, IERI SERA, ERA: “E ‘GNAZIO? DOVE STA LA RUSSA?”. COME MAI LA SECONDA CARICA DELLO STATO NON HA OCCUPATO LA POLTRONA DEL PALCO REALE, DOVE SI È SEMPRE DISTINTO NELLO STRAZIARE L’INNO DI MAMELI CON I SUOI SICULI ACUTI? IL PRESIDENTE DEL SENATO, TRA LA PRIMA DELLA SCALA SANTA E IL FESTIVAL DI SAN ATREJU, HA PREFERITO ATTOVAGLIARSI AL RISTORANTE “EL CAMINETO”, DIMORA DELLA SODALE SANTANCHÈ A CORTINA D’AMPEZZO...

john elkann theodore kyriakou repubblica

DAGOREPORT - DOMANI, FINALMENTE, GLI EMISSARI DI JOHN ELKANN SI DEGNERANNO DI INCONTRARE I CDR DI “REPUBBLICA” E “LA STAMPA” PER CHIARIRE LO STATO DELLA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRUPPO ANTENNA DI THEODORE KYRIAKOU. PER IL MAGNATE GRECO, I QUOTIDIANI SONO SOLO UN ANTIPASTO: IL SUO VERO OBIETTIVO SAREBBE ACQUISIRE UN'EMITTENTE TELEVISIVA - YAKI NON VEDE L'ORA DI LIQUIDARE IL GRUPPO EDITORIALE, PER FARE SEMPRE PIÙ AFFARI CON EXOR: LA CARTA RAPPRESENTA NEMMENO L'UN PER CENTO DELLA HOLDING, NON DÀ ALCUN GUADAGNO MA SOLO ROTTURE DI COJONI (E LA LINEA ANTI-TRUMP DEI DUE QUOTIDIANI È UNA ROGNA PER IL SEMPRE PIÙ AMERICANO JOHN) - KYRIAKOU HA SUBITO INIZIATO CON IL PIEDINO SBAGLIATO LA CAMPAGNA D’ITALIA: AVREBBE SCELTO COME ADVISOR NIENTEMENO CHE MIRJA CARTIA D’ASERO, EX AD DEL “SOLE 24 ORE” - RETTIFICA! CARTIA D'ASERO: "NON SONO ADVISOR DI ANTENNA O DI KYRIAKOU E NON MI OCCUPO DI EDITORIA DALL'USCITA DAL 'SOLE'"

francesca albanese carlotta vagnoli valeria fonte

DAGOREPORT - COS’HANNO IN COMUNE L’INDECENTE ASSALTO DEI PRO-PAL ALLA REDAZIONE DELLA “STAMPA” E IL "FEMMINISMO" BY CARLOTTA VAGNOLI E VALERIA FONTE? MOLTISSIMO: LA VIOLENZA, L’IDEOLOGIA TOSSICA, L’ACCONDISCENDENZA DI UNA CERTA STAMPA E DI QUEL MONDO EDITORIAL-GIORNALISTICO CHE HA TOLLERATO E SOSTENUTO, CON IMBARAZZANTE CONFORMISMO, QUALUNQUE NEFANDEZZA - E' UNA SVEGLIA PER CHI HA ALLISCIATO E POMPATO ACRITICAMENTE LA GALASSIA MOVIMENTISTA, CONVINTO CHE FOSSE LA PARTE GIUSTA DELLA STORIA - NON ERA NECESSARIO ARRIVARE ALL’IRRUZIONE DEI PRO-PAL E ALL’INCHIESTA DELLA PROCURA DI MONZA SU VAGNOLI-FONTE, PER CAPIRE QUANTA VIOLENZA SI NASCONDESSE DIETRO CERTI “ATTIVISTI” E I LORO METODI...

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”