ospizi

"MANDATE GLI INFETTI A CURARSI NELLE CASE DI RIPOSO". LA DELIBERA CHE IMBARAZZA LA REGIONE PIEMONTE. L'ASSESSORE ALLA SANITÀ ICARDI SMENTISCE: "NON È COSÌ. L'IDEA È DI IMPIEGARE STRUTTURE NUOVE E INUTILIZZATE ". MA A TORINO GIÀ 80 POSITIVI SONO STATI COLLOCATI IN UNA CASA DI RIPOSO - LA PROTESTA DEI SINDACATI...

Lidia Catalano e Alessandro Mondo per “la Stampa”

 

ospizi

Nel bollettino ufficiale della Regione Piemonte non ce n' è traccia, ma la delibera che prevede di alleggerire la pressione sui presidi ospedalieri attivando posti letto per pazienti positivi al coronavirus nelle Rsa è operativa dal 20 marzo. Impone percorsi e spazi dedicati, come è ovvio. Ma all' interno delle stesse strutture - 730 in tutta la regione - che ospitano circa 30 mila anziani fragili, non autosufficienti e spesso pluripatologici: i bersagli preferiti dal virus.

 

«Nessuno ha trasferito o ha intenzione di trasferire pazienti positivi dagli ospedali alle Rsa. L' idea è di impiegare strutture nuove e inutilizzate», puntualizza da giorni l' assessore alla Sanità Luigi Icardi. Ma il testo del documento, che a oltre due settimane dall' approvazione non è ancora stato pubblicato sui canali ufficiali - «per motivi tecnici» spiegano dalla Regione - dice esattamente il contrario.

 

ospizi

Tant' è che i trasferimenti sono già iniziati, e solo nella città di Torino si contano almeno un' ottantina di pazienti positivi collocati in una casa di riposo. Questo nonostante soluzioni del genere fossero state osteggiate da subito da Cgil, Cisl, Uil e Fisascat, secondo cui «a livello strutturale le Rsa non sono dotate di padiglioni isolati atti a garantire la separazione fisica degli spazi, ma ancora di più non sono in grado di rispondere alla necessità di avere una doppia struttura di personale senza contatti, il che aumenta il rischio di un utilizzo promiscuo delle maestranze».

 

Obiezioni sollevate anche dalle minoranze in Consiglio regionale (Pd, Luv e M5S), convinte che la convivenza all' interno di una stessa struttura, seppure in piani o padiglioni separati, di anziani fragili e pazienti affetti da coronavirus, potesse innescare una «bomba epidemiologica». Ieri la consigliera grillina Francesca Frediani ha chiesto l' intervento degli ispettori ministeriali per verificare l' operato delle Rsa. Sotto accusa, tra le altre cose, la carenza di dispositivi di protezione che hanno esposto al contagio non solo gli ospiti ma anche il personale delle strutture.

luigi icardi

 

Era difficile da escludere.

 

Già una settimana prima della delibera regionale, il Covid 19 aveva varcato le soglie delle Rsa. Le prime segnalazioni risalgono al 13 marzo. Poco dopo è iniziata la processione dei carri funebri nei comuni dell' hinterland torinese: 25 morti a Grugliasco, 15 a Brusasco, 22 a Trofarello, 41 in una struttura di Vercelli, dove la metà degli ospiti era risultata positiva ai tamponi. Ma l' elenco è lungo. Tutti decessi che secondo un pesante atto di accusa degli Ordini dei medici provinciali all' unità di crisi «potevano essere evitati con una strategia preventiva che non è mai stata attuata ed è in cima alla lista delle falle nella gestione dell' epidemia in Piemonte».

 

La Regione rivendica di aver distribuito mascherine e di essersi attivata per soccorrere le strutture in difficoltà, ma i dispositivi sono arrivati solo ad aprile e i tamponi sui casi sospetti vengono eseguiti in ritardo.

 

ospizi piemonte

La situazione è delicata. Un segnale è rappresentato dalla richiesta alla Protezione civile di distaccare in Piemonte parte del contingente russo già operativo in Lombardia e in Puglia per sanificare le Rsa. Il documento partito dall' unità di crisi fa riferimento alla missione «Dalla Russia con amore»: si tratta della missione di assistenza che vede impegnati specialisti russi per bonificare le strutture maggiormente colpite.

 

ALBERTO CIRIO

Anche la corsa per potenziare gli screening nelle residenze per anziani è un altro indizio di inquietudine: a partire da oggi i test saranno intensificati grazie ad un nuovo macchinario che si muoverà su un mezzo di pronto intervento della Protezione civile. Un contributo deciso per proteggere gli anziani e per arginare la diffusione dell' epidemia, sulla quale ad oggi non si hanno certezze: l' ultimo aggiornamento sui casi positivi nelle Rsa piemontesi fornito dalla Regione risale a fine marzo: su tremila tamponi 1300 erano risultati positivi, poi scesi a 189 con una clamorosa rettifica. Ma i conti non tornano.

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA “BASTA CON I BANCHIERI DEL PD”, È IN TREPIDA ATTESA DI COSA DELIBERERÀ UNICREDIT DOMENICA PROSSIMA, A MERCATI CHIUSI - SI RINCORRONO VOCI SULLA POSSIBILITÀ CHE ANDREA ORCEL ANNUNCI L’ADDIO NON SOLO ALL’OPS SU BPM MA ANCHE ALLA SCALATA DI COMMERZBANK, PER PUNTARE TUTTA LA POTENZA DI FUOCO DI UNICREDIT LANCIANDO UN’OPS SU GENERALI - DOPO LE GOLDEN MANGANELLATE PRESE SU BPM, ORCEL AVRÀ DI CERTO COMPRESO CHE SENZA IL SEMAFORO VERDE DI PALAZZO CHIGI UN’OPERAZIONE DI TALE PORTATA NON VA DA NESSUNA PARTE, E UN’ALLEANZA CON I FILO-GOVERNATIVI ALL’INTERNO DI GENERALI COME MILLERI (10%) E CALTAGIRONE (7%) È A DIR POCO FONDAMENTALE PER AVVOLGERLA DI “ITALIANITÀ” - CHISSÀ CHE COSA ARCHITETTERÀ IL CEO DI BANCA INTESA-SANPAOLO, CARLO MESSINA, QUANDO DOMENICA IL SUO COMPETITOR ORCEL ANNUNCERÀ IL SUO RISIKO DI RIVINCITA…

parolin prevost

PAROLIN È ENTRATO PAPA ED È USCITO CARDINALE - IN MOLTI SI SONO SBILANCIATI DANDO PER CERTO CHE IL SEGRETARIO DI STATO DI BERGOGLIO SAREBBE STATO ELETTO AL POSTO DI PAPA FRANCESCO – GLI “AUGURI DOPPI” DI GIOVANNI BATTISTA RE, IL TITOLO FLASH DEL “SOLE 24 ORE” (“PAROLIN IN ARRIVO”) E LE ANALISI PREDITTIVE DI ALCUNI SITI - PERCHÉ I CARDINALI HANNO IMPALLINATO PAROLIN? UN SUO EVENTUALE PAPATO NON SAREBBE STATO TROPPO IN CONTINUITÀ CON BERGOGLIO, VISTO IL PROFILO PIU' MODERATO - HA PESATO IL SUO “SBILANCIAMENTO” VERSO LA CINA? È STATO IL FAUTORE DELL’ACCORDO CON PECHINO SUI VESCOVI...

matteo renzi sergio mattarella elly schlein maurizio landini

DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE MATTARELLA, STA SPACCANDO IL PD DI ELLY SCHLEIN - NEL CASO CHE UNA DECINA DI MILIONI DI ITALIANI SI ESPRIMESSERO A FAVORE DELL’ABOLIZIONE DEL JOBS-ACT, PUR NON RIUSCENDO A RAGGIUNGERE IL QUORUM, LANDINI ASSUMEREBBE INEVITABILMENTE UN'INVESTITURA POLITICA DA LEADER DELL'OPPOSIZIONE ANTI-MELONI, EMARGINANDO SIA SCHLEIN CHE CONTE - E COME POTRANNO I RIFORMISTI DEM, I RENZIANI E AZIONE DI CALENDA VALUTARE ANCORA UN PATTO ELETTORALE CON UN PD "LANDINIZZATO", ALLEATO DEL POPULISMO 5STELLE DI CONTE E DE SINISTRISMO AVS DI BONELLI E FRATOIANNI? - A MILANO LA SCISSIONE DEL PD È GIÀ REALTÀ: I RIFORMISTI DEM HANNO APERTO UN CIRCOLO IN CITTÀ INSIEME A ITALIA VIVA E AZIONE. MA BONACCINI DIFENDE ELLY SCHLEIN

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA PREMIER VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA UN'EUROPA GUIDATA DA FRANCIA, GERMANIA E POLONIA E LONTANA DAL TRUMPISMO - LE APERTURE DI ''IO SONO GIORGIA" SUL 25 APRILE E AFD. MA IL SUO PERCORSO VERSO IL CENTRO E' TURBATO DALLL'ESTREMISMO DI SALVINI E DALLO ZOCCOLO DURO DI FDI GUIDATO DA FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”