manuela falorni

"IL PORNO? OGGI È CARNE DA MACELLO. È PIÙ SPORCO, UNA ROBA USA E GETTA. PER UN FILM TI DANNO 500 EURO, MANCO FOSSE UNA MARCHETTA” – AMORI, DOLORI E BOLLORI DI MANUELA FALORNI, LA VENERE BIANCA – "GLI ATTORI PORNO NON MI HANNO MAI ATTRATTO…IN QUEL SENSO. HO SPOSATO NINO LA ROCCA CON CUI HO AVUTO IL MIO UNICO FIGLIO. POI MI SONO RISPOSATA CON FRANCO CIANI (EX MARITO DI ANNA OXA, NDR): MI VOLEVA PER DIVERTIRSI UN PO’ E INVECE C’È RIMASTO FREGATO" - IL MAGONE DAVANTI A CERTE SCENE DI SESSO BLASFEMO, LA NOSTALGIA PER MOANA E CICCIOLINA E L’INVOLUZIONE DELLE DONNE...

Edoardo Semmola per www.corrierefiorentino.corriere.it

 

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«Ho cominciato a fare porno all’età in cui normalmente si smette la carriera, l’età in cui è morta Moana. E ho iniziato a lavorare nel fitness a 60, l’età in cui le altre vanno in pensione. Sono stata tardiva in tutto, ma credo sia stato un bene: ho vissuto il lavoro nel porno con molta più consapevolezza». Manuela Falorni oggi ha 63 anni.

 

Dopo aver gestito un’edicola ha aperto una palestra. E adesso fa la personal trainer, per sole donne. La vita precedente però l’ha passata per soli uomini. Con il nome La Venere Bianca era una star tra gli anni Novanta e i Duemila: fucecchiese di nascita, versiliese di residenza, è la pornodiva toscana per eccellenza. La donna corvina spigolosa e aggressiva da contrapporre alla bionda morbida Moana Pozzi e alla «gentile» emiliana Selen.

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Perché è stato un bene iniziare la carriera di pornoattrice da adulta?

«I pensieri, i desideri, la conoscenza degli uomini, dei maschi, si era già formata. Li ho sempre amati molto i maschi. Ero portata verso di loro, e verso il sesso. Ma se entri nel porno troppo giovane, come accede oggi, ti fai un’idea dell’uomo e del sesso che è deviata, non è reale».

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In che senso?

«Quando ho iniziato io avevo già capito, già accettato e amato gli uomini. Con me erano se stessi. L’uomo vero lo scopri se condividi i suoi fantasmi: negli anni Novanta l’uomo che andava in un locale hard o si noleggiava una videocassetta, era più autentico, più carnale di quello che oggi torna a casa dalla fidanzata e si guarda un video su internet. Una ragazza che si approccia troppo giovane fa un’esperienza del sesso diversa dalla realtà».

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Gli uomini sono cambiati?

«Penso che l’uomo non ami più il sesso come ai miei tempi, c’è meno morbosità, a volte sembra quasi che si approccino al sesso come se andassero a giocare a carte. Tutto così scontato, usa e getta, si perde la voglia di scoprire perché non c’è niente da scoprire e quindi niente che ti gratifica. Quando ero ragazzetta io c’erano le cassette chiuse a chiave dal babbo o i giornaletti. Il porno per essere tale aveva bisogno di rimanere chiuso a chiave. Oggi è tutto porno e quindi si svaluta, anche il sesso. Anche la donna».

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La donna si sarà emancipata, si spera…

«Si è involuta, non evoluta. Ha perso l’importanza».

 

Lei è riuscita anche a farsi una famiglia, prima di entrare nel mondo del porno.

«Ho sposato Nino La Rocca con cui ho avuto il mio unico figlio, Antonio, a 27 anni. Poi mi sono risposata con Franco Ciani (ex marito di Anna Oxa, ndr) che ho conosciuto al Festival di Sanremo: era il produttore e il manager di Fiordaliso, scriveva le canzoni per lei. L’estate dopo Sanremo, Fiordaliso prendeva sempre casa qui al Forte dei Marmi e da qui partiva per fare serate in tutta Italia. Lui si rompeva a stare da solo e un giorno gli venne in mente di quella modella belloccia che gli avevano presentato tempo addietro, per dei videoclip musicali con Zucchero e Mariella Nava. Ero io. Chiamò questi della casa di produzione, stavano a Massa e gli chiese il mio numero: mi voleva per divertirsi un po’ e invece c’è rimasto fregato. Siamo rimasti insieme fino a tre anni fa».

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Lavorava nei video musicali?

«Ho fatto l’indossatrice per 12 anni, dai 19 ai 32. Mestiere che mi ha formato in quanto a eleganza, nel modo di esprimermi e approcciarmi sul palco, nel modo di camminare. Erano gli anni Ottanta: allora si cominciava a sfilare dopo i 20 anni, dopo il diploma, nel mio caso Ragioneria. Ora a quell’età si ritirano, è cambiato tutto».

 

Non la voleva fare proprio la ragioniera eh...

«Rinchiudermi dentro un ufficio non era certo la mia principale aspirazione. Ma era quella di mio padre che come ogni buon fucecchiese, con la sua azienda da mandare avanti, sognava la figlia ragioniera. Infatti scappai di casa per questo, di notte. Quella sera mio padre me le aveva date di santa ragione solo perché avevo sfilato a Pitti. Non mi aveva mai picchiato prima ma fare la modella a Fucecchio 40 anni fa non era una cosa ben vista. Partii per Milano dove mi aspettavano per una sfilata in piazza del Duomo».

 

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Poi dalle passerelle alle scene hard…

«La parte più bella erano i continui viaggi, il rapporto col mio pubblico al teatrino di Milano che a quel tempo era come il Crazy Horse di Parigi, un monumento con Moana e Cicciolina. Facevamo dei ver spettacoli, non come ora dove l’hardcore è carne da macello e basta, non uno spettacolo. Era “teatro”, a luci rosse ma teatro. Con tre spettacoli al giorno, i posti numerati in platea. Le prime file costavano 60 mila lire, che non sono i 30 euro di oggi ma l’equivalente di 100 euro. Chi pagherebbe oggi certe cifre? Nessuno. C’era sempre chi chiedeva lo sconto ma no, gli dicevano, se non puoi pagare te ne torni a casa tua a vedere nuda tua moglie. Vedere donne nude mica è un bene essenziale come il pane».

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Il porno di oggi proprio non le piace.

«È più sporco, più falso. Mi viene il magone quando vedo certe scene di sesso blasfemo. Quello non è sesso, è una roba che fa paura solo a pensarci. Il porno oggi è solo una roba usa e getta, si fa un film in tre giorni, mica come ai miei tempi quando c’era una ricerca maniacale delle location. Per girare “Carmen” a Budapest ho recitato nello stesso set del Gobbo di Notre Dame, con le stesse scenografie della cattedrale. Il mio film più famoso, Doom Fighter, dove interpretavo una Lara Croft hard, è costato un miliardo e due mesi di post produzione. Oggi per un film ti danno 500 euro, manco fosse una marchetta».

 

Ha parlato del fastidio nel vedere scene di sesso “blasfemo”. Lei è religiosa?

«Prego molto. Credo molto in Dio ma poco nella Chiesa. Ho fatto tutti i sacramenti e ho la casa piena di immagini sacre, soprattutto Padre Pio. Ogni volta che salivo su un palco prima di uno spettacolo hard o di una scena, mi facevo il segno della croce».

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Questo non è blasfemo?

«Il sesso non è una cosa sporca. Sono le persone a essere sporche. Farmi il segno della croce mi dà senso di sicurezza e protezione».

 

Si è mai innamorata sul lavoro?

«Gli attori porno non mi hanno mai attratto… in quel senso. Perché nelle persone io amo la verità. E il pornoattore che sa fare sesso anche con la vecchia sdentata, non mi interessa. Non prova vero interesse, è più una macchina che una persona. E dire che mi hanno anche tampinata bene eh, piacevo agli attori perché ero una donna vera sul set».

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Perché le altre attrici erano finte?

«Il 95% delle attrici sono finte: tutte “oh-oh-oh” mentre girano la scena ma non appena si spegne l’occhio rosso della camera diventano subito annoiate e scontrose, non vedono l’ora che finisca tutto».

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Con molte colleghe eravate amiche: lei, Selen, Valentine Demy…

«Ma non ci vedevamo mai fuori dal lavoro, tutte sparse in varie zone d’Italia. Con Selen ci siamo frequentate tanto quando ero all’inizio, poi ci siamo perse di vista. Con Valentine è rimasto un bel rapporto anche ora, lei abita a Pisa, io a Viareggio e ci sentiamo spesso. Ci raccontiamo cose da mamme e da mogli. Selen l’ho rivista al Carosello di Bologna 4 anni fa, lei festeggiava il compleanno, io ero in veste professionale. Mi sono esibita nei locali fino al lockdown, principalmente al Blue Moon di Roma, poi morì lo storico proprietario, Franco Lamanna, e ho smesso».

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Adesso la vita come va?

«Ho una palestra, faccio la personal trainer e lavoro solo per le donne. Dopo tanti anni a lavorare solo per gli uomini. E sono single: ho 63 anni e non ho voglia di mettermi un vecchio in casa. Potrei ancora permettermi di stare con un quarantenne ma mi sentirei a disagio. Magari se mi trovo un bel cinquantenne...».

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