RAVENNA, STATO ISLAMICO – LA CITTÀ ROMAGNOLA È LA CAPITALE ITALIANA DEI FOREIGN FIGHTERS: IN 3 ANNI ESPULSI 8 REDUCI DALLA SIRIA – L’ULTIMO RIMPATRIO POCHI GIORNI FA: UN 28ENNE ALBANESE CHE AVEVA COMBATTUTO CON L’ISIS AVEVA PROVATO A STABILIRSI IN ITALIA CON MOGLIE E FIGLI, MA…

-

Condividi questo articolo


Franco Giubilei per “la Stampa”

 

ravenna ravenna

L' ultimo foreign fighter rintracciato, fermato ed espulso in seguito alle indagini della sezione investigativa della Digos di Ravenna risale a pochi giorni fa: è un 28enne albanese che aveva combattuto in Iraq e in Siria nelle file di Al Nusra e dello Stato islamico, ha fatto ritorno in Albania e poi ha cercato di stabilirsi in Italia con moglie e figlia appena nata.

 

All' apparenza sembrerebbe semplicemente un' azione di intelligence volta a prevenire possibili, futuri comportamenti pericolosi da parte di un soggetto che ha già impugnato le armi per il Califfato, ma in realtà la sua espulsione è il sesto intervento della serie in soli tre anni.

 

foreign fighters foreign fighters

Un numero abbastanza impressionante per una realtà piccola come Ravenna e che ne fa, per citare l' espressione usata dal primo arrestato, Nouassair Louati, allorché venne intercettato in carcere qualche tempo dopo il fermo, nel 2015, «la capitale italiana dei foreign fighter».

 

I motivi per cui la città romagnola si sia guadagnata una definizione del genere sono più d' uno. Intanto c' è la presenza in città di una numerosa comunità tunisina, originaria in parte di un' area fortemente radicalizzata del Paese maghrebino, cui appartengono i giovani che sono partiti da qui per arruolarsi nelle formazioni combattenti fra il 2012 e il 2015.

nouassair louati nouassair louati

 

Otto in tutto, sei dei quali sono morti in battaglia. E poi, sul fronte opposto, c' è una squadra di investigatori capaci di coniugare tecniche tradizionali di indagine con la conoscenza approfondita del fenomeno jihadista, frutto, quest' ultima, di studi e aggiornamenti continui da parte di esperti veri. Un felice connubio fra suole consumate nei pedinamenti, informazioni raccolte sui social e cultura dell' antiterrorismo.

 

Nel 2015 l' arresto di Louati, anche lui tunisino, bloccato dopo un lungo inseguimento su Facebook dove scambiava messaggi in cui annunciava che avrebbero issato la bandiera nera dell' Isis sulla Torre di Pisa. Aveva già in tasca il biglietto aereo per la Siria via Turchia.

 

foreign fighters 1 foreign fighters 1

Nel 2016 è toccato a Fortion Llhusa, albanese, allora 28enne, fermato perché stava sparando in un parco urlando Allah akbar. Un anno dopo è stato espulso Marouan Mathlauthi, 26 anni, tunisino, amico social di Louati e autore di frasi preoccupanti pubblicate su internet. Nel 2018 altre due espulsioni: Zied Chriaa, 23 anni, e Ben Alì Kanzari Ramzi, 27, entrambi tunisini, segnalati dall' Interpol come soggetti che avevano combattuto sui fronti siriano e iracheno.

nouassair louati 1 nouassair louati 1

 

L' ultimo rimpatrio, l' albanese 28enne espulso questa settimana, è un caso di scuola in cui la preparazione accademica degli investigatori sul terrorismo è andata di pari passo con indagini da vecchia scuola della Mobile: il giovane è stato tenuto d' occhio nei suoi spostamenti dopo che la questura era stata avvertita dei suoi trascorsi sugli scenari di guerra.

giuliano delnevo giuliano delnevo

 

Aveva tutte le carte in regola per ottenere il permesso di soggiorno, perché la moglie 19enne di origini albanesi ha la cittadinanza italiana e la figlia è appena nata nel nostro Paese. Due parenti della ragazza, per inciso, sono sotto indagine a Brescia per reclutamento terroristico.

 

La polizia lo ha sorvegliato nei suoi movimenti notando la serietà con cui, nei cantieri dove lavorava in nero come elettricista, rimproverava i connazionali che bevevano birra, osservando il carisma che esercitava sui compagni in virtù del suo passato da combattente, assistendo alla puntualità con cui si rivolgeva verso la Mecca per le preghiere quotidiane.

foreign fighters 2 foreign fighters 2

 

La preoccupazione era che diventasse un catalizzatore per altri aspiranti jihadisti, spiegano fonti investigative. Il basso profilo e altri elementi raccolti nei pedinamenti hanno infine convinto gli agenti a chiedere al ministero dell' Interno il provvedimento di espulsione ai sensi dell' articolo 13 del D.L. 286 del 1998. Quando sono andati a prelevarlo nell' appartamento di Castelbolognese dove viveva, il foreign fighter ha stretto la mano ai poliziotti in segno di rispetto.

foreign fighters foreign fighters i foreign fighters sono trattati come re i foreign fighters sono trattati come re foreign fighters foreign fighters foreign fighters anti isis foreign fighters anti isis foreign fighter foreign fighter

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

ARCHEO-POMPINO - ANITA EKBERG IN AUTO CON FELLINI - VALENTINA CORTESE: “FEDERICO SI PORTÒ IN MACCHINA UNA DI QUELLE ATTRICIONE, CHE PIACEVANO A LUI: PROSPEROSE, ABBONDANTI, VISTOSE. INSOMMA, MENTRE ANDAVANO A OSTIA, LEI PARLAVA DELLA SUA VOCAZIONE ARTISTICA, NEANCHE FOSSE LA BERGMAN. A UN CERTO PUNTO FEDERICO COMINCIÒ AD ACCAREZZARLE I CAPELLI E POI CON LA MANO SULLA NUCA A SPINGERLA VERSO IL BASSO. FINALMENTE LA POVERETTA CAPÌ COSA STAVA ACCADENDO E, CON TUTTO IL FIATO IN GOLA, DISSE: "FEDDERICCO, IO ARTISTA, IO NO POMPETTO"

DAGOREPORT - BIDEN È MESSO MALISSIMO: IL 48% DEGLI ELETTORI DEMOCRATICI SI RICONOSCE NELLE RAGIONI DEI PALESTINESI DI GAZA (TRA I REPUBBLICANI SOLO IL 25%), E ACCUSA LA CASA BIANCA DI ECCESSIVA DEBOLEZZA NEI CONFRONTI DI NETANYAHU IN MODALITÀ “DOTTOR STRANAMORE” – HAMAS SI SPACCA: A DOHA, IL CAPO POLITICO HANIYEH VUOLE TROVARE UN ACCORDO; A GAZA, IL CAPO MILITARE YAYA SINWAR E’ CONTRARIO - NETANYAHU SI DICE FAVOREVOLE A UNA TRATTATIVA PER IL RILASCIO DEGLI OSTAGGI, MA ALLO STESSO TEMPO VUOLE SPIANARE RAFAH, L’ULTIMO FORTINO DI HAMAS, DOVE SI SONO RIFUGIATI 1 MILIONE E MEZZO DI SFOLLATI DAL NORD

ARCHEO-QUIZ - UN BELL'ANEDDOTO CHE LA DICE LUNGA SUL TIPO DI RAPPORTI CHE INTERCORRONO TRA STAMPA E POTERE - "QUALCHE TEMPO FA IL DIRETTORE DI UN GRANDE GIORNALE RICEVETTE LA TELEFONATA DEL CAPUFFICIO STAMPA DI UNA GRANDE INDUSTRIA: ‘’CARO DIRETTORE, SAPPIAMO CHE STA PER USCIRE UN SERVIZIO MONDANO DOVE COMPARE LA FOTO DI (E LÌ IL NOME DELL'AD DELLA GRANDE INDUSTRIA) ABBRACCIATO A (E LÌ IL NOME DI UNA SIGNORA, AL MOMENTO AMANTE NUMERO DUE DELL'AD). LEI CAPIRÀ, ALLA NOSTRA GRANDE INDUSTRIA QUESTO DISPIACE NON POCO" - "IL GIORNALE È GIÀ IN MACCHINA", OBIETTÒ IL DIRETTORE. CON LA VOCE DI CHI SA DI ESSERE AUTORIZZATO A TUTTO, IL CAPUFFICIO STAMPA DISSE: "VA BENE, QUANTO COSTA COMPRARE TUTTA LA TIRATURA DEL SUO GIORNALE?" – COME E’ ANDATA A FINIRE? BASTA LEGGERE DAGOSPIA…

A CASA DI CARLO DE BENEDETTI - COME SI FA, AVENDO I SUOI SOLDI, A POSARE DAVANTI A UNA PARETE A TROMPE-L'ŒIL CHE RIPRODUCE UN FINTO TRALICCIO CON VITE, DOVE C’È APPESO SOPRA UN FALSO CANALETTO IN CORNICE DORATA OSCURATO, PER GIUNTA, DALLE FOTO DEI PARENTI, DI CUI UNA IN CORNICE LEOPARDATA? - IL CUSCINO SUL DIVANO SEMBRA LA TOVAGLIA DI UNA PIZZERIA. NON PARLIAMO DEGLI ANIMALETTI POP SU UNA CONSOLLE DI MARMO - JOHN ELKANN AVRÀ DISTRUTTO “REPUBBLICA” MA LUI DEVE AVER IMPARATO DALL’ARCINEMICO BERLUSCONI A FAR FALLIRE IL BUON GUSTO… - VIDEO