roma scontri con la polizia fiore castellino

LA REGIA DI CASTELLINO E IL RUOLO DI ROBERTO FIORE DIETRO L’ASSALTO ALLA CGIL: LA RICOSTRUZIONE DELLA DIGOS - GLI ESTREMISTI DI FORZA NUOVA HANNO SCELTO DI ATTACCARE GLI UFFICI DEL SINDACATO NON POTENDO RAGGIUNGERE IL PARLAMENTO – DOPO IL BLITZ CASTELLINO HA TENTATO UN’ULTIMA DIMOSTRAZIONE DI FORZA: UN SIT-IN IN PIAZZA DEL PARLAMENTO, CHE NON GLI È STATO CONCESSO - TIMORI PER LE MANIFESTAZIONI DI VENERDÌ E SABATO, CACCIA ALLE CHAT SEGRETE DI CHI ORGANIZZA LE MANIFESTAZIONI: IL G20 ALL’EUR TRA CIRCA TRE SETTIMANE…

Giovanni Bianconi per corriere.it

 

giuliano castellino e roberto fiore assalto alla cgil

Nella ricostruzione dell’assalto alla sede della Cgil fatta dalla polizia e consegnata alla magistratura chiamata a decidere se confermare o meno gli arresti di sabato sera, il ruolo di regista è assegnato a Giuliano Castellino; Luigi Aronica (già condannato per appartenenza alle «bande nere» degli anni Settanta) è stato il tramite con le forze dell’ordine nell’abbozzo di trattativa che ha preceduto il blitz; Roberto Fiore, ripreso anche all’interno dei locali del sindacato, ha messo con la sua presenza il sigillo ufficiale di Forza nuova. Gli altri militanti arrestati per gli stessi reati (istigazione a delinquere, devastazione e saccheggio) sono stati individuati attraverso le immagini dentro la sede occupata, come il leader del movimento «Io apro».

 

ROBERTO FIORE E GIULIANO CASTELLINO

Ma il lavoro della Digos di Roma non è finito, altri «occupanti» sono in via di identificazione e andranno ad aumentare il numero dei denunciati. Che già s’è arricchito dei quattro firmatari il messaggio di rivendicazione e annuncio di nuove iniziative comparso sul sito internet di Forza nuova prima dell’oscuramento ordinato dalla Procura.

 

Castellino, capo romano dell’organizzazione, non è solo colui che dal palco della di piazza del Popolo ha annunciato via altoparlanti l’attacco alla Cgil; secondo il rapporto della Digos agli inquirenti è pure colui che sul portone del sindacato, chiuso e protetto da una decina di agenti con scudi e caschi, ha ripetuto più volte frasi del tipo «dobbiamo entrare, fateci passare».

 

ROMA SCONTRI FIORE CASTELLINO

Un fronteggiamento andato avanti finché qualche decina di manifestanti, sostenuti dalle centinaia che gridavano, incitavano e applaudivano, ha sfondato forzando una finestra e aprendo il portone dall’interno. La sede è rimasta occupata per un po’, poi i dimostranti sono usciti ma successivamente volevano tentare un secondo assalto. Che però non ha avuto successo, perché nel frattempo erano arrivati i rinforzi della polizia. Dei tre leader di Forza nuova, solo di Fiore ci sarebbe la prova che è entrato nel palazzo del sindacato. La difesa di Aronica si baserà proprio su questo particolare: dalle immagini che il suo avvocato ha potuto visionare si vede solo mentre, a volto scoperto, parla con un funzionario di polizia. Nessun ruolo nell’azione squadrista, dunque.

 

 

scontri roma

Ma Digos e Procura la vedono diversamente. Il piano di andare alla Cgil è passato anche da lui, che mentre Castellino parlava dal palco, o forse anche prima, comunicava ai responsabili dell’ordine pubblico che la protesta sarebbe proseguita con un corteo verso la sede del sindacato di sinistra. Era una sorta di «piano B» rispetto a quello che la polizia e l’intelligence avevano captato nei giorni precedenti: l’assalto ai luoghi del potere politico, Montecitorio e Palazzo Chigi, dov’era schierata la maggior parte dei reparti. Un ripiego deciso sul momento e annunciato pubblicamente, vista la difficoltà di raggiungere gli obiettivi iniziali.

 

Mentre era in corso una mini-trattativa per provare a trovare una soluzione a questa richiesta non programmata, evitando cariche in una piazza pressoché chiusa e gremita di gente (non solo manifestanti) un migliaio e più di persone s’è mosso verso villa Borghese. Riuscendo a raggiungere corso d’Italia, dove ha sede la Cgil, superando senza troppe difficoltà un altro sbarramento organizzato in fretta e furia a poca distanza, in un punto dove non era semplice bloccare chi volesse oltrepassarlo. Nell’ultima parte della protesta — quando ormai era buio, e i blindati e i reparti in tenuta antisommossa proteggevano la Camera e la sede del governo — Castellino ha tentato un’ultima dimostrazione di forza: un sit-in in piazza del Parlamento, che non gli è stato concesso. L’hanno preso e portato in questura mentre minacciava ulteriori violenze se non gli avessero consentito di concludere così la manifestazione.

agente in borghese picchia manifestante scontri roma

 

Questa è la versione dei fatti fornita dagli investigatori, fondata su immagini e testimonianze raccolte attraverso le annotazioni di servizio dei poliziotti in strada. Domani il giudice interrogherà gli arrestati e deciderà del loro immediato destino. Ma al di là del procedimento giudiziario, c’è il significato politico di ciò che è accaduto, perseguito dagli stessi protagonisti. Nel proclama con cui ha chiamato i militanti in piazza del Popolo diffuso il 4 ottobre, dopo il primo turno delle elezioni amministrative, Castellino aveva fatto la sua analisi del voto: «Populisti, sovranisti ed euroscettici spariscono, il centrodestra si piega definitivamente al Ppe... Vince la narrazione terroristica e criminale del Covid. Vince il voto della paura, dunque sparisce il voto anti-sistema e l’italiano che vota si riscopre moderato... Non ci sono spazi nel sistema. La forza della piazza, il movimento e la resistenza al green pass e al Grande Reset sono le nostre uniche speranze; una lotta dura e faticosa, senza alleati, ma l’unica lotta possibile».

roma, scontri durante la manifestazione dei no green pass 14

 

 

 

NO GREEN PASS, TIMORI PER MANIFESTAZIONI DI VENERDÌ E SABATO

Rinaldo Frignani per corriere.it

 

E adesso si cerca nelle chat chiuse. In quella parte della Rete inaccessibile ai più dove si ritiene corrano le chiamate all’adunata delle frange più estreme dei movimenti no vax e no green pass, quelle che sono in grado di radunarsi in poche ore da una parte all’altra del Paese per inscenare proteste e arrivare allo scontro con le forze dell’ordine. Perché rimane un mistero come sabato scorso a Roma siano arrivate oltre 10 mila persone, cogliendo di sorpresa gli stessi vertici dell’ordine pubblico che se ne aspettavano meno.

 

roma, scontri durante la manifestazione dei no green pass 11

Il timore è che quanto accaduto fra piazza del Popolo, via Veneto e davanti a Palazzo Chigi e Montecitorio, per non parlare degli assalti alla sede Cgil e al Policlinico Umberto I, possa ripetersi in qualsiasi momento, e non solo nella Capitale. Anche perché il sospetto è che Forza nuova, da sola, potrebbe non essere stata in grado di convocare un numero così alto di persone, se non altro a guardare quanto era riuscita a fare nell’ultimo anno e mezzo di manifestazioni, in media con meno di mille persone, peraltro concluse quasi sempre con un contatto con polizia e carabinieri. E adesso perché all’improvviso ne sono arrivate 10 mila? E chi sono? .

 

Interrogativi ai quali si sta cercando di dare una risposta urgente, analizzando nel bacino tutt’altro che limitato degli ambienti contrari al vaccino e al lasciapassare verde, che già si muovono per inscenare manifestazioni per venerdì — giorno dell’entrata in vigore dell’obbligo del pass sul lavoro — e sabato.Ma anche in quello già conosciuto da chi indaga dei movimenti dei disoccupati, degli antagonisti e della galassia anarchica.

 

ROMA SCONTRI ASSALTO ALLA SEDE CGIL

Il G20 in presenza alla Nuvola dell’Eur in programma fra meno di tre settimana sempre a Roma rappresenta poi un altro punto caldo sul fronte dell’ordine pubblico: potrebbe essere un’altra occasione da cogliere per chi vuole contestare le politiche anti-Covid. Oggi al Viminale il Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica, presieduto dal ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, farà il punto della situazione, mentre il presidente del Copasir Adolfo Urso ha attivato un’istruttoria per «verificare le modalità procedurali adottate nella predisposizione delle misure utili a garantire l’ordine pubblico» dopo i fatti di sabato e il direttore dell’Aisi Mario Parente è atteso per domani sempre al Comitato.

ROMA SCONTRI FIORE CASTELLINO

 

Il tempo stringe, gli 007 e le Digos delle Questure sono al lavoro insieme con i carabinieri per acquisire più notizie possibili e dare una fisionomia più concreta di quella che è già stata definita l’«area grigia» della protesta, composta da persone sconosciute fino a oggi che la rabbia per la crisi, oltre che per l’obbligo del green pass, ha accumunato. Si spera non si tratti di una «nuova eversione» da contenere nelle piazze da subito, secondo le nuove direttive, con sit-in blindati, cortei autorizzati solo su percorsi e per motivi prestabiliti, contrasto agli infiltrati violenti e massicci controlli ai caselli autostradali e su chi presenta i preavvisi in Questura.

ROMA MANIFESTAZIONE NO VAX SCONTRI CASTELLINOROMA SCONTRI ASSALTO ALLA SEDE CGIL ROMA NO VAX SCONTRI CON POLIZIA 5ROMA SCONTRI MANIFESTAZIONE NO VAX

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?