globalizzazione

IL RISULTATO DI 30 ANNI DI GLOBALIZZAZIONE? - GLI ITALIANI SI SENTONO SEMPRE MENO CITTADINI DEL MONDO: AUMENTANO INVECE I “LOCALISTI”, CHE PREFERISCONO TORNARE ALLE RADICI PER SODDISFARE IL BISOGNO DI PROTEZIONE E SICUREZZA - È LA DIMENSIONE EUROPEA A RISENTIRNE DI PIU', A VANTAGGIO DELL'APPARTENENZA REGIONALE E SOPRATTUTTO LOCALE… 

Daniele Marini per “la Stampa”

 

Gli italiani hanno identità territoriali bipolari. Da un lato esprimono un senso di apertura, si sentono cittadini del mondo, dove i confini fisici tradizionali pesano sempre di meno nel definire un' appartenenza: gli "universalisti". Dall' altro lato, i "radicati", quelli per cui prevale la centralità del territorio d' origine, l'attaccamento alla cultura locale e alle tradizioni: l'identificazione a km0. I primi sono ancora molti rispetto a 5 anni fa, ma in netto calo: erano il 60,0% nel 2014, oggi sono il 43,4%. I secondi crescono: dal 21,6% (2014) al 34,9%.

globalizzazione1

 

Le nuove tecnologie e i social ci connettono con il mondo, diverse imprese localizzano la produzione oltre le frontiere, la finanza non ha recinzioni. Le migrazioni spostano porzioni di intere popolazioni. Tuttavia, il vento della globalizzazione, che doveva portare a un'apertura e un'integrazione delle diverse parti del globo, ha perso la sua spinta propulsiva. Abitiamo in un grande "condominio".

 

Ma se il condominio non è ben governato genera conflittualità. Così, i processi di redistribuzione avvenuti hanno penalizzato intere fasce di ceti sociali e sistemi produttivi. Soprattutto, ha alimentato un senso di spaesamento e di timore. Aumenta il bisogno di protezione e di sicurezza. Di ancorarsi alle proprie radici, alle identità del mondo originario. Per dirla con Bauman, si costruiscono le "retrotopie", visioni che guardano a un passato ritenuto più rassicurante, più dominabile di quello attuale.

 

BAUMAN EXPO

Di qui, la necessità di marcare il territorio. Di ridefinire i confini, anche fisici. Cercando di limitare e contenere i flussi di ogni genere. Sul piano economico, imponendo dazi e barriere agli scambi commerciali. Su quello sociale chiudendo le possibili vie di transito (ai migranti, ma non solo). All' interno di questi fenomeni, la dimensione del territorio torna centrale. Quasi tutti i partiti sono scomparsi dalle società locali e si sono inviluppati nelle dinamiche interne, smarrendo il contatto con la realtà.

 

Di qui, l'invocazione allo stare in mezzo alla gente, a tornare sul territorio, almeno in modo visibile, a cercare interlocuzioni con i diversi soggetti sociali. Lo stesso mondo produttivo, poi, sta riscoprendo la centralità del territorio come fattore di competitività: l'importanza del raccontare i prodotti, nel valore aggiunto che assumono le tradizioni e il brand territoriale nell'affermare le nostre produzioni su scala globale, come dimostra il successo del Made in Italy.

 

Dunque, il territorio nelle sue diverse accezioni diviene centrale, paradossalmente, nelle dinamiche globali. In questo senso, l'ultima rilevazione del Centro Studi di Community Group per La Stampa, ha esplorato quale fosse il senso di appartenenza territoriale della popolazione.

 

globalizzazione

In prima battuta, gli italiani non si riconoscono in un'unica area. Emerge un' identità molteplice che si costruisce contemporaneamente su più livelli. Si è certamente soprattutto italiani (51,1%), ma nello stesso tempo europei (43,7%) e anche appartenenti al mondo (37,3%).

 

Non di meno, la regione (29,6%) e ancor di più la propria città o paese (38,3%) occupano uno spazio decisamente rilevante. Potrebbe essere diversamente in un' epoca in cui grazie alle tecnologie della comunicazione possiamo in ogni momento e luogo connetterci con qualsiasi parte del globo, vedere cosa accade ai nostri antipodi, comunicare in ogni momento del giorno?

 

In cui gli oggetti che indossiamo e utilizziamo quotidianamente provengono da più parti del mondo, e così pure il cibo, i programmi televisivi che vediamo? Questa condizione produce una riscrittura dei nostri confini (non solo mentali) e, quindi, delle nostre identità: che non possono più essere univoche, ma si ridefiniscono progressivamente. Infatti, rispetto a 5 anni fa si assiste a una riallocazione delle appartenenze in senso locale, in un ritorno ad ambiti più circoscritti.

 

carlo calenda

Confrontando le due rilevazioni, più che perdere peso l' identificazione col mondo intero, è la dimensione europea a risentirne, a vantaggio dell' appartenenza regionale e soprattutto locale. D' altro canto, il discorso politico e pubblico che da anni contrassegna l' Europa non poteva che produrre un minor senso di appartenenza.

 

Sintetizzando le appartenenze territoriali, possiamo delineare 5 profili. I "cosmopoliti" (15,9%), si riconoscono esclusivamente come cittadini del mondo ed europei, e gli "italo-globali" (27,5%), che assommano un' identità nazionale a una europea o mondiale, sono in netto calo rispetto al 2014 (rispettivamente 21,0% e 39,0%). I "glocali" (21,7%) si identificano congiuntamente su un livello regionale/locale, con uno europeo/mondiale e sono sostanzialmente una quota stabile (18,4%). Per converso, gli "italo-locali", che uniscono l' identità nazionale con quella regionale/locale, sono il 23,7% e i "localisti" (11,2%) chi esprime solo un' appartenenza regionale e di paese, costituiscono i gruppi in decisa ascesa (rispettivamente 17,5% e 4,1% nel 2014).

EUROPA DIVISA

 

Quindi, l' appartenenza territoriale si polarizza attorno a due dimensioni opposte. Per un verso, chi manifesta un elevato livello di apertura (però in calo quantitativamente).

Per l' altro, chi si identifica quasi esclusivamente nei propri confini d' origine (in crescita).

Va sottolineato, come questo spostamento si caratterizzi territorialmente con gli abitanti del Nord Ovest più aperti a un' identità extra-locale, mentre quelli del Mezzogiorno più identificati con le loro realtà.

 

Ma su tutto prevale il fattore generazionale: i più giovani rimangono aperti a un'identificazione su più ampia scala territoriale, i più anziani spostano il baricentro di appartenenza nella dimensione locale. Nello spaesamento generale chi sa offrire punti di riferimento - giusti o sbagliati che siano - crea un nuovo territorio identitario.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni balla ad atreju

GIORGIA, ER MEJO TACCO DI ATREJU! - ZOMPETTANDO COME UN MISIRIZZI, LA MELONI CAMALEONTE HA MESSO IN SCENA CIO' CHE SA FARE BENISSIMO: IL BAGAGLINO DI CORBELLERIE (''QUESTO È IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DANNO LA MANO'') E DI SFOTTO' SU ELLY SCHLEIN: "IL CAMPO LARGO L'ABBIAMO RIUNITO NOI... CON IL SUO NANNIMORETTIANO 'MI SI NOTA DI PIÙ SE VENGO O STO IN DISPARTE O SE NON VENGO PER NIENTE' HA FATTO PARLARE DI NOI" -UBRIACA DI SE' E DEI LECCAPIEDI OSPITI DI ATREJU, HA SCODELLATO DUE ORE DI PARACULISSIMA DEMAGOGIA: NULLA HA DETTO SU LAVORO, TASSE, SANITA', ECC - IDEM CON PATATE SULLA GUERRA RUSSIA-UCRAINA, SUL CONFLITTO STATI UNITI-EUROPA, SUL RUOLO DEL GOVERNO SU DIFESA E IL RIARMO EUROPEO - IN COMPENSO, HA STARNAZZATO DI VITTORIE DEL GOVERNO MA  GUARDANDOSI BENE DI CITARE MINISTRI O ALLEATI; SI E' INFERVORATA PER IL PARTITO MA NON RICORDA CHE L’HA FONDATO CON CROSETTO E LA RUSSA ('GNAZIO E' STATO DEL TUTTO OSCURATO AD ATREJU) - "GIORGIA! GIORGIA!", GRIDA LA FOLLA - OK, L'ABBIAMO CAPITO: C’È UNA PERSONA SOLA AL COMANDO. URGE UN BALCONE PER LA NUOVA MARCHESA DEL GRILLO - DAGOREPORT+VIDEO 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE... 

alfredo mantovano papa leone xiv italia agenti servizi segreti

OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN UDIENZA DA PAPA LEONE XIV, A CITTÀ DEL VATICANO – SARANNO PRESENTI I COMPONENTI COPASIR, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DELLE INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA (DIS), VITTORIO RIZZI, I DIRETTORI DELLE AGENZIE INFORMAZIONI E SICUREZZA ESTERNA (AISE), GIOVANNI CARAVELLI, E INTERNA (AISI), BRUNO VALENSISE. È LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA TRA GLI SPIONI (DI CERTO NON E' LA PRIMA VOLTA DI SPIE INTORNO A UN PAPA...) - PREVOST: "MAI USARE INFORMAZIONI PER RICATTARE" (SI VEDE CHE L'INTELLIGENCE NON È IL SUO FORTE)