santo romano san sebastiano vesuvio

L’ENNESIMA MORTE CHE SI POTEVA FACILMENTE EVITARE – IL 17ENNE CHE A SAN SEBASTIANO DEL VESUVIO HA UCCISO SANTO ROMANO ERA STATO SCARCERATO A MAGGIO: UNA PERIZIA GLI AVEVA RICONOSCIUTO PROBLEMI DI CARATTERE PSICHIATRICO ED ERA STATO DICHIARATO CAPACE DI INTENDERE E DI VOLERE SOLO IN PARTE – L’ALLARME IGNORATO DEL TRIBUNALE: “PUÒ DIVENTARE SOCIALMENTE PERICOLOSO” – LE FOTO CON LA PISTOLA ESIBITE SUI SOCIAL

santo romano, il 19enne ucciso a san sebastiano al vesuvio 5

Estratto dell’articolo di Antonio Di Costanzo e Paolo De Luca per “la Repubblica”

https://napoli.repubblica.it/cronaca/2024/11/04/news/l_allarme_inascoltato_sul_killer_di_santo_non_sa_controllarsi_diventera_pericoloso-423595688/

 

Un soggetto altamente pericoloso, capace di sparare contro persone inermi. È l’identikit che emerge dalle indagini sul 17enne fermato per l’omicidio di Santo Romano, 19 anni, promessa del calcio, ucciso con un colpo al petto sabato notte nella piazza del Comune di San Sebastiano al Vesuvio, in provincia di Napoli.

 

«Sì ho sparato, sono stato io». È la confessione fatta al pm della Procura dei minori. Il giovane […] ha sparato contro Santo, colpendolo al petto, e ha fatto fuoco ancora ad altezza d’uomo su Salvatore, amico della vittima, rimasto ferito a un gomito.

 

FOTO SUI SOCIAL - A DESTRA IL KILLER DI SANTO ROMANO

E adesso i carabinieri cercano gli spalleggiatori del baby killer. Una caccia che si sta focalizzando sui social, su quei post che hanno inondato il web. C’è anche una foto del minore che con atteggiamento da duro mostra due pistole e lo stesso fa un amico, mentre un’altra arma è poggiata sul tavolino.

 

La diffusione di pistole tra giovanissimi è sempre più un’emergenza come rileva anche Maria De Luzenberger, la procuratrice del Tribunale per i minorenni di Napoli a margine del Comitato per l’ordine e la sicurezza convocato dal prefetto di Michele di Bari nel municipio vesuviano.

 

Nell’ammissione di colpa il 17enne ha omesso il nome dell’amico che era con lui in auto: «Non c’entra nulla». E sull’arma utilizzata ha detto solo vagamente di «averla comprata dai rom» ma non ha fornito elementi per recuperala.

 

le foto sui social del killer di santo romano

Il fermato, così riferisce il suo avvocato Luca Raviele, sostiene «di aver sparato per difendersi», perché si sarebbe sentito in pericolo «sono stato inseguito e circondato da 4-5 persone» ha affermato. Secondo le testimonianze, Santo si era avvicinato a quello che sarebbe diventato il suo killer solo per fare da paciere dopo una lite tra gruppi di ragazzi per una scarpa pestata.

 

Il 17enne, invece, ha raccontato di una «breve discussione nata per una spallata», e ha aggiunto che «mentre stava andando via a bordo della sua Smart — spiega l’avvocato riportando la versione dell’assistito — un gruppo di 4-5 ragazzi, fra i quali c’era anche la vittima, lo ha circondato. Uno lo ha afferrato per un braccio, un altro gli ha dato uno schiaffo e un altro ha mostrato un coltello. E lui ha estratto la pistola che deteneva illegalmente e ha sparato».

 

[…] La scena racconta del minore che si è messo alla guida di una Smart Fortwo con targa straniera (tedesca sarà accertato) dove c’era un passeggero, si è affiancato alle vittime e ha sparato. Era stato scarcerato dall’istituto di Nisida il 28 maggio scorso: condannato a un anno e mezzo, con pena sospesa, per resistenza a pubblico ufficiale e detenzione di stupefacenti, accuse per le quali era stato arrestato il 31 gennaio.

santo romano, il 19enne ucciso a san sebastiano al vesuvio 1

 

«Il 17enne ha problemi di carattere psichiatrico accertati da una perizia del 2022 — rivela Raviele — che lo ha giudicato capace di intendere e di volere solo in parte e dichiarato non imputabile».

 

Nella perizia veniva segnalata la difficoltà dell’allora 15enne a controllare gli impulsi. La stessa perizia, effettuata dopo la denuncia della madre per maltrattamenti ed estorsione a suo danno, si concludeva così: «Può diventare socialmente pericoloso soprattutto per la madre e i familiari».

 

Due anni dopo girava armato e sulla sua strada è finito un ragazzo che sognava di diventare un campione. Quando sono arrivati i militari il 17enne non era in casa e i genitori non sapevano dove fosse. Sentito dal Tg1 il padre ha chiesto scusa ai familiari di Santo. I militari lo hanno scovato nell’appartamento di un amico: aveva anche dosi di marijuana e un bilancino di precisione. Ieri grande commozione nella Basilica di San Sebastiano al Vesuvio dove cera anche l’arcivescovo di Napoli don Mimmo Battaglia alla veglia per il ragazzo ucciso.

le foto sui social del killer di santo romano

 

In prima fila, Mena e Antonio, la madre e il fratello della vittima. Con loro amici, parenti e i compagni di squadra. […]

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