L’ERGASTOLO “VIOLA” I DIRITTI UMANI – LA SENTENZA DELLA CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL’UOMO CHIEDE ALL’ITALIA DI RIFORMARE LE NORME SULL’ERGASTOLO OSTATIVO – IL VERDETTO RIGUARDA IL CASO DI MARCELLO VIOLA, CONDANNATO AL 41 BIS: NON HA DATO MAI SEGNO DI VOLER COLLABORARE, MA HA TENUTO UNA BUONA CONDOTTA: SECONDO LA CORTE NON AVEVA SENSO L’ERGASTOLO…

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Cristiana Mangani per “il Messaggero”

 

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La legge sul carcere a vita va rivista. Così la pensa la Corte europea dei diritti umani che ha chiesto all'Italia di riformare le norme in materia di ergastolo ostativo. Secondo i giudici di Strasburgo, la legge vìola la dignità e sottopone a trattamenti inumani i detenuti quando a priori - perché non collaborano con la giustizia - impedisce loro di ottenere permessi premio, la semilibertà o la libertà condizionale, oppure di lavorare fuori dal carcere. Il verdetto, che in assenza di ricorsi diventerà definitivo tra tre mesi, riguarda in particolare il caso di Marcello Viola, condannato per associazione mafiosa, omicidi e rapimenti, e sottoposto a ergastolo ostativo all'inizio degli anni Novanta e al regime di 41 bis dal 2000.

 

NESSUN RAVVEDIMENTO

BASTA SCONTI DI PENA PER I DELITTI DA ERGASTOLO BASTA SCONTI DI PENA PER I DELITTI DA ERGASTOLO

L'uomo non ha mai fornito elementi sulla organizzazione mafiosa tantomeno ha dato segno di voler collaborare. Ma ha tenuto in carcere una buona condotta e ha mostrato un comportamento tale da dare l'idea di essersi ravveduto. La Corte è arrivata alla sua decisione considerando l'ergastolo ostativo contrario all'articolo 3 della Convenzione europea per i diritti umani, che vieta i trattamenti e le punizioni inumane e degradanti.

 

Corte dei diritti umani di Strasburgo Corte dei diritti umani di Strasburgo

L'Italia era già stata condannata da Strasburgo per il regime del 41 bis quando ha deciso, a ottobre 2018, di rinnovare l'applicazione del regime speciale di detenzione del 41 bis al boss mafioso Bernardo Provenzano, dal 23 marzo 2016 fino alla sua morte, il 13 luglio dello stesso anno.

 

Nella sentenza i giudici hanno accordato a Marcello Viola 6 mila euro per le spese legali ma nessun risarcimento per i danni morali. Non viene negata, infatti, la gravità dei reati commessi. L'uomo aveva chiesto 50 mila euro di risarcimento. Inoltre i togati hanno chiarito che la decisione non implica un rilascio imminente.

 

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La bocciatura della legge riguarda in particolare un punto: la mancata collaborazione da parte dell'ergastolano ostativo (secondo i dati forniti alla Corte nel 2016 erano 1.216) che lo esclude dal poter ottenere benefici. Ed è questa ineluttabilità a essere criticata. Strasburgo infatti afferma che il detenuto può avere molte ragioni per non collaborare, anche temere per la vita dei propri familiari. Osserva pure che la collaborazione non significa necessariamente che la persona abbia interrotto ogni contatto con le associazioni per delinquere e che quindi non sia più un pericolo per la società.

 

LE ASSOCIAZIONI

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Il verdetto della Corte è stato accolto con entusiasmo dalle associazioni che si occupano di diritti dei detenuti. «Si tratta di una decisione di grande rilievo - considera il presidente di Antigone Patrizio Gonnella - La dignità umana è un bene che non si perde mai». Parla invece di «pronunciamento storico» l'associazione Nessuno tocchi Caino sottolineando che la sentenza «svuota l'articolo 4 bis dell'ordinamento penitenziario, che prevede uno sbarramento automatico ai benefici penitenziari, alle misure alternative al carcere e alla liberazione condizionale in assenza di collaborazione con la giustizia».

 

Come tutte le sentenze della Corte europea, anche questa farà giurisprudenza e avrà effetti più ampi: potrà essere applicata nei confronti di chiunque si trovi a scontare una pena di questo genere.

 

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