L’EX AGENTE SCELTO DI HITLER INCASTRATO (E POI ARRUOLATO) DAL MOSSAD GRAZIE ALL’AMANTE DELLA MOGLIE - LA VERA STORIA DI OTTO SKORZENY RIVELATA DALLO STORICO ISRAELIANO DANNY ORBACH GRAZIE A FILE DECRETATI DEI SERVIZI SEGRETI – SKORZENY ERA UNO DEGLI UOMINI DI FIDUCIA DEL FUHRER E PARTECIPO’ ALLA MISSIONE PER LIBERARE MUSSOLINI DALLA PRIGIONIA DEL GRAN SASSO - DOPO LA GUERRA DIVENNE TRAFFICANTE D’ARMI E MERCENARIO E AIUTÒ SIRIANI E EGIZIANI – FINI’ NELLE MANI DEGLI 007 DI GERUSALEMME NEL 1962 QUANDO…

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fugitives. a history of nazi mercenaries di danny orbach fugitives. a history of nazi mercenaries di danny orbach

Estratto dell’articolo di Gianluca Mercuri per www.corriere.it

 

C’erano due tipi di nazisti, nei tredici anni di Terzo Reich e durante la guerra: i volenterosi carnefici del regime — la massa enorme di burocrati che mandavano avanti la macchina totalitaria con la diligente apposizione di firme e timbri, […] e i professionisti dello sterminio e delle operazioni speciali. Questa seconda categoria, dopo la guerra, si differenziò in alcuni sottogruppi le cui vicende hanno continuato a segnare la storia ovunque: nella contrapposizione tra blocchi, nei conflitti mediorentali, nell’evoluzione a destra del Sudamerica.

 

otto skorzeny adolf hitler 1 otto skorzeny adolf hitler 1

Questa massa di nazisti vip sopravvissuti alle punizioni postbelliche si divise a seconda delle inclinazioni ideologiche prevalenti o della tendenza al pragmatismo. Alcuni abbandonarono la lotta al comunismo ma conservarono l’attitudine antidemocratica e antisemita, e fu in questo gruppo che pescarono i sovietici. Altri, tra i quali l’anticomunismo prevaleva sui sentimenti antidemocratici e antisemiti, si arruolarono invece con gli americani. Altri ancora mantennero l’odio antiebraico come ossessione principale, e si schierarono con la parte di mondo che si ribellava al colonialismo dei vecchi nemici della Germania, e in particolare col mondo arabo che aveva appena avviato il conflitto con Israele.

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Di loro si occupa uno storico israeliano di 41 anni, Danny Orbach […] nel libro Fugitives: A History of Nazi Mercenaries during the Cold War, uscito l’anno scorso per Pegasus Books, e appena pubblicato nella traduzione in ebraico. Orbach — che un paio di anni fa si è visto recapitare a casa un pacco del Mossad con i file desecretati […] — si sofferma però soprattutto su un gruppo particolare.

 

 Ovvero quelli, […]  che continuavano a «odiare tutti» e, nella loro apparente neutralità, «istigavano le parti coinvolte nella Guerra Fredda — americani, tedeschi, russi, arabi, persino israeliani — con l’obiettivo di arricchirsi il più possibile senza impegnarsi in nessuna di esse». 

 

[…]

otto skorzeny a capo della waffenss otto skorzeny a capo della waffenss

Chi sfuggì al paradosso letale di essere sia un agente del Mossad sia nella sua lista di obiettivi fu un nome che è entrato — dalla parte sbagliata — nella parte più affascinante della storia: la leggenda. La figura di Otto Skorzeny è scolpita nella vicenda italiana come una maledizione: se l’ufficiale delle Waffen-SS non fosse riuscito a liberare Mussolini dalla prigionia sul Gran Sasso, nel settembre 1943, forse non avremmo avuto Salò. 

 

D’altronde, era l’agente scelto di Hitler per le missioni più spericolate […] Non è un caso, insomma, se Skorzeny fu definito per anni dai servizi americani e inglesi «l’uomo più pericoloso d’Europa», data la sua capacità di sopravvivere a tutto: i processi postbellici — in cui fu misteriosamente perseguito solo per l’uso di uniformi nemiche — come l’inevitabile caccia degli israeliani. Caccia dal doppio risvolto.

otto skorzeny e benito mussolini otto skorzeny e benito mussolini

 

Che Skorzeny fu un agente assai operativo del Mossad, è stato rivelato sette anni fa dai giornalisti Dan Raviv e Yossi Melman in un articolo sul giornale The Forward, ma le loro fonti restarono anonime. Ora Orbach, nei suoi documenti, ha ricevuto la conferma ufficiale dell’intelligence israeliana.

 

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Dopo la guerra Skorzeny fu per anni trafficante d’armi e mercenario «costantemente alla ricerca di avventure per superare la noia», scrive lo storico. Aiutò sia i siriani, reclutando consiglieri militari, sia gli egiziani, facendo affari con consulenti tedeschi del programma missilistico del Cairo. Per questo il Mossad oscillò a lungo tra l’ammazzarlo e l’arruolarlo: stava da sempre coi nemici ma era una delle migliori spie del mondo e sapeva tantissime cose. 

 

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Non a caso, a farlo cadere nella rete, nel 1962, fu Rafi Meidan, ex comandante dell’Amal, l’unità di caccia ai nazisti del servizio segreto israeliano. A Madrid, dove l’ex ufficiale viennese si era stabilito, Meidan si tolse lo sfizio di diventare amante di sua moglie Ilse: fu lei a presentarlo al marito, col quale, svela il rapporto del Mossad, aveva una «relazione aperta»,. 

 

Skorzeny fu poi «assunto» da Avraham Ahituv, futuro direttore dello Shin Bet. Una volta capito che gli israeliani non volevano eliminarlo, l’ex SS chiese loro una polizza sulla vita definitiva: essere cancellato dalla lista di ricercati del cacciatore di nazisti Simon Wiesenthal. Gli israeliani fecero finta di accontentarlo, ma è un dato di fatto che Skorzeny morì di cancro nella capitale spagnola, nel 1975.

 

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Prima però, per Israele, fece qualcosa di clamoroso. Come spesso gli capitava era settembre, stavolta 1962, 19 anni dopo il blitz sul Gran Sasso. Heinz Krug, uno scienziato tedesco che lavorava a Monaco di Baviera, era stato vent’anni prima tra gli inventori dei missili che avevano quasi messo in ginocchio l’Inghilterra. 

 

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Ora era pagato dagli egiziani per rendere lo stesso servizio a Israele, e per questo era finito in cima alla lista del Mossad. Lui lo sapeva, si sentiva in pericolo, ma non pensava che il pericolo potesse arrivare da Skorzeny quando andò a incontrarlo. Era stato lui stesso a chiederglielo, convinto che quell’uomo leggendario avrebbe protetto lui e altri scienziati tedeschi nella sua situazione.

 

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Skorzeny salì sulla Mercedes bianca di Krug e gli disse di andare nella foresta per parlare in modo riservato. La macchina che li seguiva, lo assicurò, aveva a bordo tre sue guardie del corpo. Arrivati nella foresta, Otto Skorzeny uccise Heinz Krug e i tre agenti israeliani che lo accompagnavano sciolsero il suo corpo nell’acido per impedire ai cani di trovarlo.

 

Alla fine, fu l’atto di guerra perfetto: difensivo ma pure punitivo, e fatto compiere da un nemico.

 

Le vie del Mossad sono infinite ed è la spiegazione del suo fascino, terribile e inesorabile.

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