piercamillo davigo luca palamara

L’ULTIMO SEGRETO DI DAVIGO – PROPRIO IL GIORNO IN CUI IL PLENUM DEL CSM LO HA PENSIONATO, L’EX CAMPIONE DI MANI PULITE È STATO SENTITO DAI LEGALI DI PALAMARA COME PERSONA INFORMATA DEI FATTI – HA CONFERMATO GLI INCONTRI CONVIVIALI CON FAVA, AMELIO E ARDITA, MA HA SCELTO IL SILENZIO SUGLI ARGOMENTI SCOTTANTI. AD ESEMPIO HA DETTO DI NON RAMMENTARE CHE SI FOSSE PARLATO DELL'«ESPOSTO CONTRO IELO» (DA LUI COSÌ DEFINITO) E…

PIERCAMILLO DAVIGO

Giacomo Amadori per “la Verità”

 

Il Consiglio superiore della magistratura lo ha mandato in pensione e lui ha annunciato ricorso al tribunale amministrativo del Lazio, lamentando di non aver ricevuto «un cenno» da parte del presidente Sergio Mattarella (per una partita a briscola?). Ma adesso scopriamo che proprio il giorno in cui il plenum del parlamentino dei giudici lo ha sbullonato dalla poltrona, Piercamillo Davigo ha lanciato alle sue spalle una piccola bomba a mano, l' ultimo mistero dell' ex campione di Mani pulite.

luca palamara

 

Infatti il 19 ottobre Davigo è stato sentito, su richiesta dei legali di Luca Palamara, come persona informata dei fatti negli uffici della Procura di Perugia, al cospetto anche del procuratore Raffaele Cantone. Gli avvocati Roberto Rampioni, Benedetto e Mariano Buratti, nell' ambito delle loro indagini difensive, stanno investigando da tempo sulle reali dinamiche dietro alla candidatura del pg di Firenze Marcello Viola a procuratore di Roma, sulle fughe di notizie sull' inchiesta del loro assistito e sull' esposto dell' ex pm Stefano Fava contro il suo vecchio capo, Giuseppe Pignatone.

 

sebastiano ardita al csm con di matteo e davigo

Come abbiamo raccontato nei mesi scorsi, Fava ha già raccontato i retroscena di un suo pranzo romano con i due consiglieri del Csm della corrente di Autonomia & indipendenza Davigo e Sebastiano Ardita.

 

Era la fine di febbraio o l' inizio di marzo 2019. All' appuntamento era presente anche un pm romano, Erminio Amelio, il quale, sempre a Perugia, ha dichiarato: «Ardita faceva parte di una corrente nuova e ambiva a coinvolgere colleghi che non fossero schierati per altre correnti, pertanto, valutai di presentargli il collega Fava, che era estraneo a logiche correntizie».

 

cascini greco davigo

Lo stesso Fava avrebbe approfittato dell' occasione per discutere con i commensali delle «divergenze di vedute all' interno del suo ufficio e, in particolare, dei possibili conflitti d' interessi che aveva segnalato tra il procuratore e alcuni indagati», tre dei quali in rapporti economici con il fratello Roberto.

 

Legami di cui Ardita si sarebbe detto a conoscenza. Tanto da consigliare a Fava la lettura del libro Gli intoccabili di Saverio Lodato e Marco Travaglio, in cui si raccontava come un altro indagato (l' ex governatore siciliano Totò Cuffaro) di Pignatone avesse scelto come consulente il fratello del procuratore, Roberto.

PAOLO IELO

 

Fava ha dichiarato ai difensori di Palamara che entrambi i consiglieri «giudicarono la vicenda di indubbia rilevanza» e gli avrebbero detto che «meritava approfonditi accertamenti da parte del Csm». Motivo per cui Fava, a fine marzo, presentò un esposto. Nel mese di maggio Ardita gli avrebbe comunicato che la segnalazione era arrivata alla Prima commissione, di cui faceva parte e che, pertanto, non era opportuno che i due continuassero a sentirsi per telefono. I loro contatti sarebbero continuati, ma solo tramite Amelio.

 

Davigo a Perugia ha confermato gli incontri conviviali con Fava, Amelio e Ardita (i quattro avevano condiviso anche una cena in un locale siciliano intorno al dicembre 2018 e Davigo, nell' occasione, era afono) e questi appuntamenti, a suo dire, sarebbero stati organizzati dallo stesso Ardita, il quale aveva rappresentato la necessità di fare campagna acquisti visto che la corrente di A&i era debole su Roma. Davigo ha anche specificato che prima di quelle riunioni non conosceva né Fava, né Amelio.

piercamillo davigo

 

L' ex pm di Mani pulite ha anche detto di non rammentare che si fosse parlato dell'«esposto contro Ielo» (da lui così definito, con riferimento al procuratore aggiunto di Roma, Paolo Ielo) e anzi lo ha escluso poiché si fida di poche persone e Ielo è una di queste e quel nome avrebbe certamente destato la sua attenzione. In realtà quando si svolse il pranzo romano l' esposto non esisteva ancora.

 

MARCO MANCINETTI PIERCAMILLO DAVIGO

La difesa di Palamara ha chiesto a Davigo se dopo l' uscita delle intercettazioni sui giornali abbia o meno parlato con Ardita dei fatti riguardanti l' esposto. Il testimone, prima di rispondere, ha premesso che per una parte di quell' episodio avrebbe dovuto eccepire la sussistenza del segreto d' ufficio. Il procuratore di Perugia, Cantone, ha domandato a quale segreto facesse riferimento, ma Davigo non ha dato ulteriori spiegazioni, lasciando di sasso gli interlocutori, colpiti da questo ultimo mistero. L' unica possibile spiegazione è che il riferimento fosse alle discussioni nelle camere di consiglio relative al disciplinare cautelare dello stesso Fava o a quello di Palamara.

 

marcello viola procuratore generale firenze 2

Anche se non si capisce perché Davigo non potesse farne cenno. L' ex presidente della terza sezione penale della Cassazione ha anche dichiarato di aver rimproverato energicamente Ardita poiché lo aveva visto chiudersi per molto tempo nella stanza con Antonio Lepre, uno dei consiglieri coinvolti nella vicenda dell' hotel Champagne e della nomina di Viola, e gli avrebbe detto: «Ma ti rendi conto che questo può essere un elemento di chiamata in correità?». Ma di quale reato non è chiaro.

davigo di pietro colombo

 

A Perugia l' ex consigliere del Csm ha voluto precisare di aver sempre contestato i metodi delle correnti e, in particolare, le cosiddette nomine a pacchetto per la Corte di Cassazione. Per questo sarebbe stato sempre distante dalle posizioni di Palamara. Non ha spiegato, tuttavia, il motivo del suo voto in favore di Viola in quinta commissione.

 

A questo punto gli è stato richiesto per quale motivo, nonostante non lo stimasse particolarmente, avesse accettato che Palamara fosse tra gli «oratori» alla presentazione romana di un suo libro, avvenuta il 9 aprile 2019. Davigo ha risposto di aver saputo della presenza di Palamara con poco preavviso e non ha saputo indicare chi avesse organizzato l' incontro.

 

bonafede davigo 2

In realtà lo stesso Palamara aveva ricevuto l' invito a marzo e addirittura copia della locandina dell' evento il 2 aprile, un manifesto in cui la foto dell' ex presidente dell' Associazione nazionale magistrati era quasi più grande di quella di Davigo.

Possibile che quest' ultimo non l' avesse vista? Ieri abbiamo provato a domandarlo al diretto interessato. Ma il magistrato in pensione ci ha liquidato con cinque parole: «Non ho dichiarazioni da fare».

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni gennaro sangiuliano

DAGOREPORT - LE RESURREZIONI DI “LAZZARO” SANGIULIANO NON SI CONTANO PIÙ: “BOCCIATO” DA MINISTRO, RIACCIUFFATO IN RAI E SPEDITO A PARIGI, ORA SBUCA COME CAPOLISTA ALLE REGIONALI CAMPANE - ESSÌ: DIVERSAMENTE DAGLI IRRICONOSCENTI SINISTRATI, A DESTRA LA FEDELTÀ NON HA SCADENZA E GLI AMICI NON SI DIMENTICANO MAI - DURANTE I TRE ANNI A PALAZZO CHIGI, IL “GOVERNO DEL MERITO COME ASCENSORE SOCIALE” (COPY MELONI) HA PIAZZATO UNA MAREA DI EX DEPUTATI, DIRIGENTI LOCALI, TROMBATI E RICICLATI NEI CDA DELLE AZIENDE CONTROLLATE DALLO STATO - COME POTEVA LA STATISTA DELLA GARBATELLA DIMENTICARE SANGIULIANO, IMMARCESCIBILE DIRETTORE DEL TG2 AL SERVIZIO DELLA FIAMMA? IL FUTURO “GENNY DELON” ‘’ERA SALITO TALMENTE TANTO NELLE GRAZIE DELLA FUTURA PREMIER DA ESSERE CHIAMATO A SCRIVERE PARTE DEL PROGRAMMA DEI MELONIANI, INVITATO A CONVENTION DI PARTITO E, ALLA FINE, RICOMPENSATO ADDIRITTURA CON UN POSTO DI GOVERNO’’ - E’ COSÌ A DESTRA: NESSUNA PIETÀ PER CHI TRADISCE, MASSIMO PRONTO SOCCORSO PER CHI FINISCE NEL CONO D’OMBRA DEL POTERE PERDUTO, DOVE I TELEFONINI TACCIONO E GLI INVITI SCOMPAIONO… - VIDEO

giorgia meloni sigfrido ranucci elly schlein bomba

DAGOREPORT – DOBBIAMO RICONOSCERLO: GIORGIA MELONI HA GESTITO IN MANIERA ABILISSIMA IL CASO DELL'ATTENTATO A RANUCCI, METTENDO ANCORA UNA VOLTA IN RISALTO L'INETTITUDINE POLITICA DI ELLY SCHLEIN - GETTARE INDIRETTAMENTE LA RESPONSABILITA' DELL'ATTO TERRORISTICO ALLA DESTRA DI GOVERNO, COME HA FATTO LA SEGRETARIA DEL PD, È STATA UNA CAZZATA DA KAMIKAZE, ESSENDO ORMAI LAMPANTE CHE LE BOMBE SONO RICONDUCIBILI AL SOTTOMONDO ROMANO DEL NARCOTRAFFICO ALBANESE, OGGETTO DI UN'INCHIESTA DI "REPORT" - E QUELLA VOLPONA DELLA PREMIER HA RIBALTATO AL VOLO LA FRITTATA A SUO VANTAGGIO: HA CHIAMATO RANUCCI PER MANIFESTARGLI SOLIDARIETÀ E, ANCORA PIÙ IMPORTANTE, HA INVIATO TRE AUTOREVOLI ESPONENTI DI FRATELLI D’ITALIA (TRA CUI, BIGNAMI E DONZELLI) ALLA MANIFESTAZIONE INDETTA DAL M5S PER RANUCCI E LA LIBERTÀ DI STAMPA - DOPO L’ATTENTATO, NESSUNO PARLA PIÙ DI UN POSSIBILE PASSAGGIO DI "REPORT" A LA7: SIGFRIDO, ORA, È INTOCCABILE… - VIDEO

giorgia meloni antonio tajani maurizio casasco marina pier silvio berlusconi salvini

DAGOREPORT - TAJANI, UNA NE PENSA, CENTO NE SBAGLIA. IL SEGRETARIO DI FORZA ITALIA CI HA MESSO 24 ORE AD ACCORGERSI CHE GIORGIA MELONI HA STRACCIATO UNO DEI SUOI CAVALLI DI BATTAGLIA IN EUROPA: IL SUPERAMENTO DEL DIRITTO DI VETO. IL MINISTRO DEGLI ESTERI È RIUSCITO A PARTORIRE SOLO UNA DICHIARAZIONE AL SEMOLINO (“HA DETTO LA SUA OPINIONE, IO PENSO INVECE CHE SI DEBBA FARE QUALCHE PASSO IN AVANTI”), MENTRE È STATO ZITTO DI FRONTE ALLE INVETTIVE ANTI-RIARMO E CONTRO L’UE DEI PARLAMENTARI LEGHISTI. IL POVERINO È ANCORA STORDITO DALLA PROMESSA, SCRITTA SULLA SABBIA, CON CUI L'HA INTORTATO LA DUCETTA: SE FAI IL BRAVO, NEL 2029 TI ISSIAMO AL QUIRINALE AL POSTO DI MATTARELLA (E CI CREDE DAVVERO) – IN TUTTO QUESTO BAILAMME, TAJANI PROVA A METTERE LE MANI SULLA CONSOB CON UNA MOSSA DA ELEFANTE IN CRISTALLERIA: NOMINARE IL DEPUTATO AZZURRO MAURIZIO CASASCO. MA SI È DIMENTICATO DI COORDINARSI CON LA FAMIGLIA BERLUSCONI, CHE NON L’HA PRESA BENE…

donald trump vladimir putin benjamin netanyahu volodymyr zelensky

DAGOREPORT – TRUMP HA FINALMENTE CAPITO CHE NON POTEVA PERMETTERSI, COME È SUCCESSO A FERRAGOSTO IN ALASKA, DI FARSI PRENDERE DI NUOVO PER CULO IN MONDOVISIONE DA PUTIN - L’INCONTRO DI BUDAPEST NON POTEVA ASSOLUTAMENTE FINIRE CON UN NUOVO FALLIMENTO, MA DI FRONTE AL NIET DI MOSCA A OGNI COMPROMESSO, HA DOVUTO RINUNCIARE – ORA CI SONO DUE STRATEGIE: O RIEMPIE KIEV DI TOMAHAWK, MISSILI IN GRADO DI COLPIRE IN PROFONDITÀ LA RUSSIA, OPPURE SCEGLIE LA STRADA MORBIDA CHE VERRÀ LANCIATA DOMANI DAL CONSIGLIO EUROPEO (L’INVIO A KIEV DI 25 BATTERIE DI MISSILI PATRIOT) – L’INNER CIRCLE “MAGA” LO PRESSA: “L’UCRAINA? LASCIA CHE SE NE OCCUPI L’UE” –  IN USA MONTA L’ONDATA DI SDEGNO PER LA SALA DA BALLO ALLA CASA BIANCA - LA STRIGLIATA A NETANYAHU DEL TRIO VANCE-WITKOFF-KUSHNER… - VIDEO

niaf francesco rocca daniela santanche arianna meloni claudia conte zampolli peronaci

DAGOREPORT: METTI UNA SERA A CENA…I FRATELLI D’AMERICA! -SEMBRAVA DI ESSERE IN UN FILM DEI VANZINA AL GRAN GALA DEL NIAF, 2180 INVITATI, 218 TAVOLI DA 150MILA DOLLARI OGNUNO, OCCUPATI DAI BOSS DELLE PARTECIPATE DI "PA-FAZZO CHIGI" (DONNARUMMA, CATTANEO, FOLGIERO, ETC.), JOHN ELKANN CHE HA TRASFORMATO IL GIARDINO DELL'AMBASCIATA IN UN AUTOSALONE (TRA MASERATI E FERRARI, TRONEGGIAVA UN TRATTORE!), FINANZIERI VARI E DE LAURENTIIS, IL GOVERNATORE ROCCA E SANTANCHÉ - CAUSA SHUTDOWN DEL GOVERNO USA, NON C'ERA ALCUN TIRAPIEDI DI TRUMP: DELUSI COLORO CHE SOGNAVANO, ATTRAVERSANDO L'ATLANTICO, DI BANCHETTARE CON SUA MAESTÀ "THE DONALD" E LA SUA "RAGAZZA PONPON" GIORGIA MELONI - QUELLI DEL NIAF HANNO "COPERTO" IL BUCO DELLE AUGUSTE PRESENZE INVITANDO ARIANNA MELONI, UNICO SEGRETARIO POLITICO PRESENTE, CHE HA COSÌ RICEVUTO IL SUO BATTESIMO NELL'AGONE INTERNAZIONALE - NON POTEVA MANCARE L’ONNIPRESENTE CLAUDIA CONTE CHE SI È FATTA RITRARRE INSIEME ALL’AMBASCIATORE PERONACI, GIA’ CONSIGLIERE DIPLOMATICO DI PIANTEDOSI, E A QUEL MARPIONE DI PAOLO ZAMPOLLI, INVIATO SPECIALE DI TRUMP - LA PASTA SCOTTA E L’ESIBIZIONE DEL PREZZEMOLONE BOCELLI - VIDEO

matteo salvini alberto stefani luca zaia

DAGOREPORT - LUCA ZAIA MINACCIAVA DI DIVENTARE UN SERIO “PROBLEMA” PER MATTEO SALVINI E FORSE LO SARÀ: NON POTENDO IL “DOGE”, PER ORDINE DI SALVINI IN COMBUTTA CON MELONI, GUIDARE UNA LISTA A SUO NOME, UNA VOLTA SBATTUTO A CAPOLISTA IL SUO ENTUSIASMO POTREBBE SCEMARE E LA LEGA IN VENETO CORRE IL RISCHIO DI UN SORPASSO DI FRATELLI D'ITALIA - EVENTUALITA' CHE METTEREBBE DI NUOVO IN DISCUSSIONE LA LEADERSHIP DEL "CAPITONE" - I RAS LOCALI HANNO CRITICATO PER ANNI SALVINI, SENZA MAI AVERE IL CORAGGIO DI SFIDUCIARLO. QUESTA VOLTA, TRA UN VANNACCI CHE SI PRENDE I PIENI POTERI NEL PARTITO E I MALUMORI PER LA "CESSIONE" DELLA LOMBARDIA A FDI, UN FLOP IN VENETO POTREBBE ESSERE LA GOCCIA CHE FA TRABOCCARE IL VASO - SE SALVINI NON RIDE IN VENETO, ELLY SCHLEIN POTREBBE PIANGERE IN CAMPANIA: IL GRILLONZO ROBERTO FICO NON ENTUSIASMA E FA INCAZZARE DE LUCA CON LE SUE LEZIONCINE ETICHE SUI CANDIDATI. TANT'E' CHE TRA I FEDELISSIMI DI DON VICIENZO È PARTITO IL FUGGI FUGGI VERSO LE SIRENE DELLA DESTRA DI POTERE...