RUSSIA, AUTO-SUICIDIO – CON LE SANZIONI LA TANTO SBANDIERATA AUTARCHIA DELLE VETTURE SI STA DIMOSTRANDO UN FALLIMENTO VISTO CHE IL PAESE NON È IL GRADO DI FABBRICARE I PEZZI DI RICAMBIO: IL GOVERNO RUSSO È STATO COSTRETTO A ELIMINARE L’OBBLIGO DI MONTARE L’ABS, GLI AIRBAG E LE CINTURE. ADDIO AL CAMBIO AUTOMATICO E ALLE MACCHINE MENO INQUINANTI. E ALL’ORIZZONTE SPUNTA LA SAGOMA DELLA MOSKVICH, L'UTILITARIA CHE NESSUNO VOLEVA PERFINO IN EPOCA SOVIETICA…

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Anna Zafesova per “La Stampa”

 

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La Russia ha perso i freni. Non nel senso di quella corsa inarrestabile che Nikolay Gogol profetizzava nella metafora della troika che cavalca verso un radioso avvenire, ma letteralmente: il governo russo ha eliminato l'obbligo di montare sulle nuove automobili made in Russia il sistema di antislittamento in caso di frenata, l'Abs.

 

Già che c'era, l'esecutivo ha eliminato il regolamento che prevede il montaggio sulle auto degli airbag e delle cinture di sicurezza retrattili, tutti meccanismi che necessitano di componenti di importazione. Il cambio automatico si era già abolito da solo: la Russia non possiede le tecnologie necessarie per riprodurlo senza ricorrere a forniture estere. Stesso discorso per la lotta all'inquinamento: una disposizione del governo ha cancellato - provvisoriamente, fino alla conclusione di un non meglio specificato "periodo speciale" - il divieto a produrre motori inferiori allo standard ambientale di Euro 5, cancellando qualunque limite ecologico, in un ritorno all'Euro 0.

 

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L'autarchia delle vetture I responsabili delle associazioni del settore automobilistico dichiarano ai media che il consumatore russo è indifferente verso i requisiti ecologici del mezzo che guida, e non rimpiangerà le auto meno inquinanti.

 

Risulterà probabilmente meno indifferente al fatto che l'assenza dei microchip dall'Europa priverà le auto assemblate in Russia delle funzioni più ricercate e moderne. Il produttore dei camion pesanti Kamaz ha già annunciato che per tornare a produrre un modello completamente «autarchico» dovrà ripescare dai cassetti i progetti degli anni '80.

 

MURALES DI PUTIN A BUCAREST MURALES DI PUTIN A BUCAREST

 L'annuncio del sindaco di Mosca Sergey Sobyanin che nella fabbrica nazionalizzata della Renault si tornerà a produrre la Moskvich, l'utilitaria che nessuno voleva perfino nell'epoca sovietica, ha suscitato soltanto tristi ironie sul web, e la promessa di Aleksandr Lukashenko che un giorno le auto russe «diventeranno non peggio delle Mercedes» è suonato totalmente surreale.

 

Il cibo introvabile Il dittatore di Minsk intanto sta facendo i suoi conti con l'embargo occidentale, dopo aver beneficiato per anni di quello del Cremlino sui prodotti alimentari importati dall'Europa, prestandosi al contrabbando dei cibi (dal parmigiano reggiano ai gamberi) che Vladimir Putin aveva vietato ai russi.

 

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Ieri il marchio bielorusso "Mare russo" ha annunciato la sospensione dell'invio in Russia del suo salmone: nonostante il nome patriottico, il pesce era di origine norvegese, e quello russo non soltanto di nome non riuscirà a colmare le richieste del mercato, oltre a risultare molto più costoso.

 

Ma anche il pesce meno prelibato, quello in scatola, potrebbe diventare inaccessibile: la latta per i barattoli può venire importata ora soltanto dalla Cina, e i prezzi su quella nazionale sono schizzati del 60-80%, un problema discusso a una riunione presieduta dalla vicepremier russa Viktoria Abramchenko.

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Gli esperti di settore sono estremamente preoccupati anche per altri prodotti fondamentali per la tavola dei russi: fino al 90% di alcuni tipi di involucri per insaccati venivano importati dall'Europa, così come le componenti e i macchinari per il packaging di molti yogurt e succhi.

 

La sostituzione fallita Un disastro che spinge perfino un fedelissimo del regime come il senatore Andrey Klishas a denunciare il fallimento del programma di «sostituzione delle importazioni», al costo di farsi sgridare dal portavoce del Cremlino Dmitry Peskov.

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L'ondata delle sanzioni continua a sommergere la Russia, mentre l'inflazione e i limiti alla gestione della valuta, per sostenere il rublo, fanno il resto. Alcuni settori registrano collassi apocalittici dei volumi - i mutui immobiliari emessi ad aprile sono il 75% in meno rispetto a marzo - o impennate altrettanto drammatiche dei prezzi, come nel caso dei sanitari, aumentati del 70% soprattutto nel segmento più economico.

 

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Qualcosa rischia di sparire dagli scaffali, qualcosa rimarrà ma come prodotto di lusso, qualcosa si potrebbe sostituire con prodotti cinesi, per esempio, rompendo però filiere consolidate per diversi mesi. Qualcosa è insostituibile, come le tecnologie della Siemens per i treni veloci, e i film di Hollywood: alcuni cinema li proiettano in versione piratata, con nomi come "Pipistrello" al posto di "Batman", altri si rassegnano a trasmettere partite di calcio. 

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