massimo dalema colombia fincantieri sace

SACE ALLA GENTE CHE PIACE - NELLA TRATTATIVA PER LA VENDITA DELLE ARMI IN COLOMBIA, PORTATA AVANTI DAI D'ALEMA BOYS, GLI ACCORDI CON FINCANTIERI ERANO IN UNO STADIO MOLTO AVANZATO - A CONFERMARLO ANCHE UN DOCUMENTO CON LA ROAD MAP CHE AVREBBE DOVUTO PORTARE ALLA FIRMA DEL CONTRATTO ENTRO IL 31 MARZO, CON LA GARANZIA DELLA COPERTURA FINANZIARIA DA PARTE DELLO STATO ITALIANO, ATTRAVERSO LA SACE, CHE E’ STATO UN FEUDO DI D’ALEMA (FU LUI A CALDEGGIARE LA NOMINA DI RODOLFO ERRORE A PRESIDENTE)

Giacomo Amadori per “La Verità”

 

I DOCUMENTI CHE DIMOSTRANO LO STATO DELLE TRATTATIVE DEI DALEMA BOYS CON LA COLOMBIA

Nella trattativa per la vendita delle armi in Colombia portata avanti dai D'Alema boys gli accordi con Fincantieri erano in uno stadio molto avanzato. A confermarlo non c'è solo il Memorandum of understanding mostrato in esclusiva da questo giornale e firmato il 27 gennaio a Bogotà dal direttore generale della Divisione navi militari Giuseppe Giordo. Infatti esiste un documento inedito ancora più significativo veicolato da Fincantieri tramite l'ex sindaco pugliese Giancarlo Mazzotta, uno dei soggetti vicini all'ex premier più attivo nella vicenda nonostante i tre processi in cui si trova alla sbarra.

 

MASSIMO DALEMA

Si tratta della road map che avrebbe dovuto portare alla firma del contratto per 1 o 2 fregate e 2 sommergibili entro il 31 marzo. Con la garanzia della copertura finanziaria da parte dello Stato italiano, attraverso la Sace (acronimo di Servizi assicurativi del commercio estero), la società controllata al cento per cento da Cassa depositi e prestiti che garantisce i rischi di insolvenza delle imprese, trasferendoli sui conti del ministero dell'Economia, dove è istituito il Fondo Sace.

 

Ma come si è arrivati alla road map? Il 17 novembre il cinquantenne italo-americano Umberto Bonavita, avvocato d'affari segnalato da D'Alema come interlocutore di Fincantieri nella trattativa, invia una prima proposta di Fincantieri di collaborazione come partner strategico con il governo colombiano attraverso una brochure dei cantieri italiani con tanto di listino prezzi. «In allegato troverete una descrizione generale di Fincantieri e dei suoi prodotti, compresi sottomarini e navi» avvertiva Bonavita, il quale evidenziava anche come l'allegato contenesse «opzioni di finanziamento».

il servizio de le iene su massimo dalema e la compravendita di armi con la colombia 5

 

E infatti nel depliant si leggeva che Fincantieri può «contribuire a fornire finanziamenti molto competitivi al governo» proprio tramite Sace. Quindi, attraverso uno scambio di mail, viene organizzato un primo incontro con i cantieri navali colombiani Cotecmar per il 14 dicembre, a cui partecipano anche il responsabile per l'America Latina di Fincantieri Stelio Antonio Vaccarezza e il ragioniere di fiducia di D'Alema, Gherardo Gardo, presentato da Bonavita come «un rappresentante di Fincantieri».

 

il servizio de le iene su massimo dalema e la compravendita di armi con la colombia 19

LA CORRISPONDENZA

Dopo l'incontro con l'ammiraglio Rafael Leonardo Callamand, vicepresidente operazioni e tecnologia di Cotecmar, l'avvocato di Miami scrive un'altra mail significativa: «A seguito della riunione tenutasi il 14 dicembre 2021 a Cartagena e dei successivi sviluppi emersi dopo l'incontro, confermo che un alto dirigente di Fincantieri Spa ha dato la propria disponibilità a partecipare a un incontro a Bogotá il 26 gennaio 2022 presso il Ministero della Difesa (o altra istituzione indicata)».

 

gherardo gardo

Quell'alto dirigente è con ogni probabilità Giordo. La mail prosegue, riportando il presunto «punto di vista di Fincantieri»: «Lo scopo dell'incontro sarebbe quello di definire meglio il perimetro del progetto» per il quale l'azienda «ha già presentato una descrizione generale» e anche quello di «fornire ulteriori dettagli e opzioni sulla possibilità di fornire finanziamenti per l'acquisto delle navi militari». E così a Bogotà, a fine gennaio, atterrano Giordo, il direttore commerciale Achille Fulfaro, Vaccarezza e Aurora Buzzo, project e negotiation manager.

 

L'INCONTRO

I quattro soggiornano all'hotel Sofitel, così come Mazzotta, i figli Paride (consigliere regionale pugliese) ed Hermes, Gardo e Bonavita. Nelle stesse ore a Bogotà c'è anche un rappresentante di Leonardo, Carlo Bassani, il quale, sembra su espressa richiesta di D'Alema, non incrocerà mai i colleghi di Fincantieri.

 

UMBERTO BONAVITA

I rappresentanti del colosso triestino, il 27 gennaio, vengono accompagnati dalla famiglia Mazzotta al gran completo e da Gardo (Bonavita li raggiungerà più tardi, essendo in giro con Bassani) in un circolo della Marina militare a discutere del progetto e alla fine dell'incontro viene stilato un Memorandum of understanding molto frettoloso (per esempio Cotecmar è chiamata Cotemar) firmato da due capitani di fregata, German Monroy Ramirez e Francisco Joya Prieto, incaricati di spiegare agli ospiti italiani la strada da seguire per concludere l'affare. I due ufficiali nel documento sono indicati come delegati della seconda commissione del Senato.

 

LA CENA

In realtà i due militari, a quanto risulta alla Verità, in quel momento non rappresentavano nessuna istituzione colombiana, ma erano lì come advisor indipendenti e, probabilmente, come possibili consulenti di Fincantieri.

Giancarlo Mazzotta

 

Ma i D'Alema boys e i manager italiani non devono aver badato a queste sottigliezze, sebbene non sia irrilevante conoscere l'esatto ruolo di chi si ha davanti quando si firma un accordo.

 

La sera del Mou, a fine lavoro, Mazzotta, nel ristorante del Sofitel, si concede una foto di gruppo con i broker italiani Emanuele Caruso e Francesco Amato, i due capitani, due ex paramilitari chiacchierati, Edgar Fierro e José Ospino Pacheco, e Jaime Arturo Fonseca, candidato alla presidenza per il partito repubblicano patrioti della Colombia (conservatore, trumpiano e filo-Usa).

 

EMANUELE CARUSO

A tavola con loro non ci sono i manager di Fincantieri e neppure Bonavita e Gardo, che fanno da ciceroni ai dirigenti italiani. Il giorno dopo, tramite Mazzotta, sarebbe stata inviata da Fincantieri una sorta di road map per la rapida conclusione dell'accordo che in qualche modo tradisce i primi sospetti degli italiani.

 

La road map Infatti viene chiesto di interloquire con soggetti con mail istituzionali e si chiede di conoscere la catena decisionale, tutte informazioni da trasmettere «direttamente a Giordo». Viene richiesta una comunicazione di «carattere ufficiale» su «carta intestata, firmata da un referente istituzionale di alto livello» e che «deve fare riferimento all'accordo siglato ieri, 27 gennaio 2022». Il tutto perché «la formalizzazione dell'accordo sarà un ulteriore punto di forza per velocizzare/comprimere i tempi delle procedure (come precisato dal dottor Giordo e dal dottor Fulfaro all'incontro di ieri)».

 

umberto bonavita robert allen

A questo punto vengono elencati «gli obiettivi realistici per Fincantieri» che lasciano intendere come fosse vicina la conclusione della trattativa: «Chiusura formale della convenzione entro il 31 marzo 2022» e «approvazione finanziamento (inizio maggio)». Nel documento viene specificato che la «reale possibilità di rispettare queste scadenze dipenderà dalle procedure formali e dai tempi richiesti per l'approvazione istituzionale in Colombia (procedure formali in Parlamento)».

 

Per questo da Fincantieri chiedono di precisare i passi istituzionali da compiere e i tempi di approvazione, essendo questa informazione molto importante per consentire all'azienda, «che e partecipata al 70% dal governo italiano», di rispettare la «normativa anticorruzione imposta dal governo italiano». Viene anche puntualizzato che sia Fincantieri che Leonardo, per non violare la normativa sulla trasparenza, «devono fornire evidenza dei contatti instaurati» ovvero delle «persone conosciute» e dei «documenti firmati», anche perché la chiusura degli accordi andrà annunciata ai mercati.

 

GIUSEPPE GIORDO

A fronte del rispetto di queste condizioni Fincantieri promette di fornire «la lettera di preautorizzazione rilasciata da Sace a favore del governo della Colombia quale soggetto finanziabile (circa 10 giorni)» e di preparare «un'offerta più dettagliata come concordato durante la presentazione (tempo indicativo di 2/3 settimane)». In conclusione «Fincantieri e in grado di rispettare le scadenze del 31/03/2022 (firma del contratto) e l'inizio del finanziamento di maggio 2022 purché il governo colombiano riesca a seguire tutti i tempi dell'iter».

 

mail dalema giordo pubblicata a la verita

Sembra proprio che la trattativa fosse alle battute finali, almeno a volere credere a questo documento. E in effetti il 3 febbraio la Sace risponde a Fincantieri, esplicitando di «non vedere l'ora di collaborare a questa transazione». Il documento è a doppia firma: Daniela Cataudella, managing director, e Cristina Morelli, a capo della export finance. L'oggetto del documento è proprio la potenziale fornitura di fregate e sottomarini alla Marina colombiana. Le due manager nella loro comunicazione, indicata come «privata e confidenziale», confermano che l'acquirente può «finanziare parzialmente la fornitura tramite un credito all'esportazione coperto da Sace, con il ministero delle Finanze colombiano che agisce come mutuario o garante dell'operazione».

giuseppe giordo

Ultimi Dagoreport

giovambattista giovanbattista fazzolari vitti

FLASH – ROMA VINCE SEMPRE: IL SOTTOSEGRETARIO FAZZOLARI, DA SEMPRE RISERVATISSIMO E RESTÌO A FREQUENTARE I SALOTTI, ORA VIENE PIZZICATO DA DAGOSPIA NEL “SALOTTO” DI PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA, SPAPARANZATO AI TAVOLI DI “VITTI”, DOVE POLITICI, GIORNALISTI E POTENTONI AMANO ATTOVAGLIARSI (DENIS VERDINI FACEVA LE RIUNIONI LI' E CLAUDIO LOTITO AMA GOZZOVIGLIARE DA QUELLE PARTI, SPILUCCANDO NEI PIATTI ALTRUI) – ANCHE “FAZZO” È ENTRATO NELLA ROMANELLA POLITICA DE “FAMOSE DU’ SPAGHI”: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO CHIACCHIERA CON UN CANUTO SIGNORE DI CUI VORREMMO TANTO CONOSCERE L’IDENTITÀ. I DAGO-LETTORI POSSONO SBIZZARIRSI: HANNO QUALCHE SUGGERIMENTO PER NOI?

giampaolo rossi rai report sigfrido ranucci giovanbattista fazzolari francesco lollobrigida filini

DAGOREPORT – RAI DELLE MIE BRAME: CHIAMATO A RAPPORTO L'AD GIAMPAOLO ROSSI ALLA CAMERA DEI DEPUTATI DOVE SI E' TROVATO DAVANTI, COL DITO ACCUSATORIO, I PLENIPOTENZIARI RAI DEI TRE PARTITI DI MAGGIORANZA: GASPARRI (FI), MORELLI (LEGA) E FILINI (FDI) CHE, IN CORO, GLI HANNO COMANDATO DI TELE-RAFFORZARE LA LINEA DEL GOVERNO - IL PIÙ DURO È STATO IL SOTTOPANZA DI FAZZOLARI. FILINI SPRIZZAVA FIELE PER L’INCHIESTA DI “REPORT” SUI FINANZIAMENTI DI LOLLOBRIGIDA ALLA SAGRA DEL FUNGO PORCINO - ROSSI, DELLE LORO LAMENTELE, SE NE FOTTE: QUANDO VUOLE, IL FILOSOFO CHE SPIEGAVA TOLKIEN A GIORGIA NELLE GROTTE DI COLLE OPPIO, PRENDE IL TELEFONINO E PARLA DIRETTAMENTE CON LA PREMIER MELONI... - VIDEO

giorgia meloni daria perrotta giancarlo giorgetti

FLASH – GIORGIA MELONI HA DETTO A BRUTTO MUSO AL RAGIONERE GENERALE DELLO STATO, DARIA PERROTTA: “QUESTO È UN ESECUTIVO POLITICO E NON TECNICO”. IL CENTRODESTRA HA GIÀ SILURATO IL DG DEL TESORO, ALESSANDRO RIVERA, HA LIQUIDATO L’EX RAGIONIERE BIAGIO MAZZOTTA E HA ACCOMPAGNATO ALL’USCITA IL DIRETTORE DELLE PARTECIPATE, MARCELLO SALA. ORA SE LA PRENDE ANCHE CON LA FEDELISSIMA DI GIANCARLO GIORGETTI, CHE NON È CERTO UNA PERICOLOSA COMUNISTA, NÉ UNA OSTILE “MANDARINA” IN QUOTA “DEEP STATE”. A DESTRA COSA PRETENDONO DA MEF E RAGIONERIA? CHE SIANO USI A OBBEDIR TACENDO? DAVANTI AI TRISTI NUMERI, NON CI SONO IDEOLOGIE O OPINIONI…

donald trump volodymyr zelensky donald trump nobel pace

DAGOREPORT – DONALD TRUMP È OSSESSIONATO DAL NOBEL PER LA PACE: LE BOMBE DI NETANYAHU SU GAZA E I MISSILI DI PUTIN SULL’UCRAINA SONO GLI UNICI OSTACOLI CHE HA DI FRONTE – CON “BIBI” È STATO CHIARO: LA PAZIENZA STA FINENDO, LA TREGUA NON SI PUÒ ROMPERE E NON CI SONO PIANI B, COME HA RICORDATO AL PREMIER ISRAELIANO MARCO RUBIO (IN GRANDE ASCESA ALLA CASA BIANCA A DANNO DI VANCE) – DOMANI L’ACCORDO CON XI JINPING SU DAZI, TIKTOK, SOIA E NVIDIA (E STI CAZZI DI TAIWAN). IL PRESIDENTE CINESE SI CONVINCERÀ ANCHE A FARE PRESSIONE SUL SUO BURATTINO PUTIN? SE NON LO FARÀ LUI, CI PENSERÀ L’ECONOMIA RUSSA AL COLLASSO…

sangiuliano gasdia venezi giuli

SULLA SPOLITICA CULTURALE DELLA “DESTRA MALDESTRA” – ALBERTO MATTIOLI: “CI RENDEMMO SUBITO CONTO CHE DA SANGIULIANO C’ERA NULLA DA ASPETTARSI, A PARTE QUALCHE RISATA: E COSÌ È STATO. GIULI AVEVA COMINCIATO BENE, MOSTRANDO UNA CERTA APERTURA E RIVENDICANDO UN PO’ DI AUTONOMIA, MA MI SEMBRA SIA STATO RAPIDAMENTE RICHIAMATO ALL’ORDINE - CHE LA DESTRA ABBIA PIÙ POLTRONE DA DISTRIBUIRE CHE SEDERI PRESENTABILI DA METTERCI SOPRA, È PERÒ UN FATTO, E PER LA VERITÀ NON LIMITATO AL MONDO CULTURALE - IL PROBLEMA NON È TANTO DI DESTRA O SINISTRA, MA DI COMPETENZA. CHE BEATRICE VENEZI NON ABBIA IL CURRICULUM PER POTER FARE IL DIRETTORE MUSICALE DELLA FENICE È PALESE A CHIUNQUE SIA ENTRATO IN QUALSIASI TEATRO D’OPERA - (PERCHE' SULL’ARENA DI VERONA SOVRINTENDE - BENISSIMO - CECILIA GASDIA, DONNA E DI DESTRA, SENZA CHE NESSUNO FACCIA UN PLISSÉ?)’’

alessandro giuli pietrangelo buttafuoco arianna giorgia meloni beatrice venezi nicola colabianchi nazzareno carusi tiziana rocca giulio base

''L’ESSERE STATI A CASA MELONI O DI LA RUSSA NON PUÒ ESSERE L’UNICO O IL PRIMO REQUISITO RICHIESTO PER LE NOMINE CULTURALI’’ - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: “SONO TRA LE ANIME BELLE CHE QUANDO GIORGIA MELONI HA VINTO LE ELEZIONI HA SPERATO CHE, AL POSTO DEL PLURIDECENNALE AMICHETTISMO ROMANO DI SINISTRA SI AVVIASSE UN METODO, DICIAMO SUPER-PARTES, APERTO (MAGARI ANCHE SOLO PER MANCANZA DI CANDIDATI) E TESO A DELINEARE UNA CULTURA LIBERALE LEGATA AL PRIVATO O ALLE CONFINDUSTRIE DEL NORD… POVERO ILLUSO. IL SISTEMA È RIMASTO LO STESSO, APPLICATO CON FEROCE VERIFICA DELL’APPARTENENZA DEL CANDIDATO ALLA DESTRA, MEGLIO SE ROMANA DI COLLE OPPIO, PER GENEALOGIA O PER ADESIONE, MEGLIO SE CON UNA PRESENZA AD ATREJU E CON UN LIBRO DI TOLKIEN SUL COMODINO - LE NOMINE DI GIULI, BUTTAFUOCO, CRESPI, VENEZI, COLABIANCHI, BASE & ROCCA, IL PIANISTA NAZARENO CARUSI E VIA UNA INFINITÀ DI NOMI NEI CDA, NELLE COMMISSIONI (IN QUELLA PER SCEGLIERE I 14 NUOVI DIRETTORI DEI MUSEI C’È SIMONETTA BARTOLINI, NOTA PER AVER SCRITTO "NEL BOSCO DI TOLKIEN, LA FIABA L’EPICA E LA LINGUA")