sem fabrizi

SALTA LA PRIMA TESTA IN LEONARDO DOPO IL COLOMBIA GATE E IL CASO D’ALEMA - L’AD ALESSANDRO PROFUMO ACCOMPAGNA ALLA PORTA SEM FABRIZI, IL DIPLOMATICO SCELTO ALLA GUIDA DELLE RELAZIONI INTERNAZIONALI: E’ ACCUSATO DI AVER COPERTO L’INCONTRO TRA L’EMISSARIO DI “BAFFINO”, GIANCARLO MAZZOTTA, E L’AMBASCIATORE ITALIANO A BOGOTÀ GHERARDO AMADUZZI - INTANTO D’ALEMA TRIPLICA GLI UTILI DELLA SUA “DL & M ADVISOR”, LA SRL FONDATA NEL 2019 CHE SI OCCUPA SOPRATTUTTO DI CONSULENZA STRATEGICA: HA ARCHIVIATO IL 2021 CON 581.697 EURO DI UTILE, RISPETTO AI 202 MILA DEL 2020…

Camilla Conti per “la Verità”

 

Alessandro Profumo

Il Colombia-gate potrebbe avere fatto la sua prima vittima dentro Leonardo, dopo che in Fincantieri il dossier aveva causato l'allontanamento dell'ex direttore generale Navi militari Giuseppe Giordo, ma forse anche dell'ad Giuseppe Bono. In una mail inviata lunedì scorso ai dirigenti di Leonardo, l'ad Alessandro Profumo, ha infatti informato i colleghi che «in virtù di una recente richiesta ricevuta dal ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale relativa a nuove prospettive professionali per Sem Fabrizi, abbiamo condiviso di favorire il suo rientro presso il ministero, concludendo anticipatamente il suo rapporto lavorativo» con il gruppo.

 

giuseppe giordo

In attesa di nuove comunicazioni organizzative «che seguiranno a breve», l'ad ha poi ringraziato Sem «per il lavoro svolto» e gli ha formulato «i migliori auguri per gli incarichi futuri». Al netto delle liturgie istituzionali, c'è chi ha visto nell'uscita di Fabrizi una sorta di promoveatur ut amoveatur.

 

Il motivo? Facciamo un passo indietro. Il capo delle relazioni istituzionali Sem Fabrizi è il diplomatico che nel gennaio scorso sarebbe stato avvertito dall'ambasciatore a Bogotà Gherardo Amaduzzi della strana attività di mediatore di Massimo D'Alema. L'ex ministro degli Esteri il 19 gennaio 2022 contattò Amaduzzi, invitandolo a dare udienza all'«amico» pluri imputato Giancarlo Mazzotta, impegnato nel «rappresentare», apparentemente senza alcun mandato, Leonardo e Fincantieri in un affare da 4 miliardi di euro con 80 milioni di possibili provvigioni.

SEM FABRIZI

 

Ma l'ex rappresentante politico delle feluche italiche non ha bussato solo alla porta di Amaduzzi per portare avanti la sua trattativa parallela per gli armamenti da esportare in Colombia. E ha tentato la via della diplomazia per tagliare fuori come interlocutore dell'affare il governo italiano. Grazie alle dichiarazioni di Amaduzzi, La Verità ha scoperto che l'ex primo ministro introdusse nella sede diplomatica di Bogotà proprio l'imputato Mazzotta, atterrato nella terra dell'Eldorado con l'obiettivo di rappresentare Leonardo e Fincantieri. L'incontro si è svolto il 25 gennaio e subito dopo Amaduzzi, interdetto, ha avvertito Fabrizi. Ma quest' ultimo non avrebbe fiatato con nessuno.

 

MASSIMO DALEMA

Neppure quando ha pranzato con il sottosegretario Giorgio Mulè, l'ambasciatrice colombiana e i rispettivi staff il 2 febbraio scorso: «Non so che cosa si siano detti l'ambasciatore Amaduzzi e Sem Fabrizi, direttore delle relazioni Internazionali di Leonardo. Di sicuro, quando il 2 febbraio ci troviamo a Roma a una colazione di lavoro con Fabrizi e l'ambasciatrice di Colombia in Italia per pianificare le azioni da intraprendere con il governo colombiano non accenna a nulla», aveva detto Mulè al nostro giornale a fine marzo. «Nessun dirigente di Leonardo mi riferì mai di questa trattativa parallela. Fui io a metà febbraio a chiederne conto al direttore generale di Leonardo dopo il colloquio di D'Alema con l'ambasciatrice colombiana a Roma», ci aveva risposto.

 

luciano carta foto di bacco

I vertici del colosso della Difesa partecipato dallo Stato, hanno intanto consegnato alla Procura di Napoli - che ha aperto un fascicolo dopo alcuni articoli della Verità - e alla Digos, a cui sono state delegate le indagini, l'audit interno di Leonardo che era stato inviato anche al ministero dell'Economia, socio di maggioranza dell'azienda (una copia sarebbe arrivata anche al ministero della Difesa).

 

Le conclusioni sono state già in parte anticipate da questo giornale: all'esito dell'indagine promossa dal presidente Luciano Carta sono stati mossi rilievi all'ufficio commerciale dell'azienda che nell'ottobre dello scorso anno inviò una brochure con prezzario degli aerei da addestramento M-346 a D'Alema, che, però, non aveva nessun titolo per ricevere quel materiale di interesse anche militare.

 

SEM FABRIZI

Ma nel documento sarebbe biasimato anche il comportamento di Fabrizi. Che ora non viene licenziato ma richiamato alla Farnesina, dopo solo un anno in Leonardo, «per nuove prospettive professionali». Meno soft la soluzione individuata in Fincantieri, altra azienda coinvolta nell'affaire colombiano, dove, come detto, Bono non è stato confermato e Giordo è stato licenziato.

 

Nel frattempo, nella banca dati della Camera di commercio è stato depositato in questi giorni il bilancio della DL & M Advisor, la srl fondata nel 2019 e controllata al 100% da D'Alema che si occupa soprattutto di consulenza strategica. Ebbene, la società ha archiviato il 2021 con 581.697 euro di utile, quasi il triplo dei profitti registrati nel 2020 (202.333 euro).

 

A crescere è stato anche il valore della produzione balzato dai 426.816 euro del 2020 a 1.031.589 euro del 2021. I conti dell'anno scorso sono stati approvati dall'assemblea riunita nel pomeriggio del 30 aprile scorso presso la sede romana della società, in via delle Milizie. Con il presidente e amministratore unico, D'Alema, che ha deciso di destinare a riserva l'intero utile frutto delle consulenze - recita l'oggetto sociale dell'srl - «nell'ambito dei processi di internalizzazione dei mercati africani, asiatici, Far East, Middle East e Balcani per la ricerca e l'attrazione di investimenti di aziende private verso detti mercati».

SEM FABRIZISEM FABRIZIGiancarlo MazzottaSEM FABRIZI

Ultimi Dagoreport

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…