milena gabanelli pronto soccorso

LA SANITÀ ITALIANA È IN CODICE ROSSO – I 615 PRONTO SOCCORSO IN ITALIA VENGONO UTILIZZATI SPESSO AL POSTO DEI MEDICI DI FAMIGLIA, CHE ORMAI SCARSEGGIANO: SU 18,5 MILIONI DI ACCESSI TOTALI NEL 2023, 12,4 MILIONI SONO STATI “CODICI BIANCHI” E “CODICI VERDI” E ALMENO 4 MILIONI ERANO “EVITABILI” – MI-JENA GABANELLI: “IL PRONTO SOCCORSO È LA SINTESI ESTREMA DI TUTTO QUELLO CHE NON FUNZIONA NEL NOSTRO SISTEMA SANITARIO E I MEDICI NON VOGLIONO PIÙ LAVORARCI. I TURNI SONO MASSACRANTI, SONO ESPOSTI A UN ALTO RISCHIO DI DENUNCE, OLTRE ALLA DOSE QUOTIDIANA DI INSULTI, SE NON AGGRESSIONI” – VIDEO

GUARDA QUI LA VIDEO-INCHIESTA DI MILENA GABANELLI SUI PRONTO SOCCORSO

 

Estratto dell’articolo di Milena Gabanelli e Simona Ravizza per il “Corriere della Sera”

 

milena gabanelli pronto soccorso

Il Pronto Soccorso è la sintesi più estrema di tutto quello che non funziona nel nostro sistema sanitario. Per chi ci arriva a bordo di un’ambulanza a sirene spiegate è la zona di confine fra la vita e la morte, dove anche i secondi fanno la differenza; per chi ci arriva con le proprie gambe è il luogo della speranza, quella di una soluzione rapida a un problema di salute. Per i medici e gli infermieri che ci lavorano una trincea in cui difendersi da aggressioni verbali e fisiche da parte di pazienti in attesa da troppo tempo o dai familiari di chi purtroppo non ce l’ha fatta.

 

pronto soccorso - dataroom

Le cronache di questi giorni raccontano di episodi agghiaccianti, proprio mentre sui social viene trasmesso lo spot del ministero della Salute #noisalviamovite che si pone l’obiettivo di convincere i neolaureati in Medicina a iscriversi alle scuole di specializzazione in Medicina di emergenza-urgenza dove oggi 3 posti su 4 restano vuoti. […]

 

Chi va al Pronto soccorso

pronto soccorso - dataroom

Nel 2023, i dati dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas), mostrano che su 18,5 milioni di accessi nei 615 Pronto soccorso italiani (più 7% rispetto al 2022), 12,4 milioni sono «codici bianchi» e «codici verdi», dunque con problemi di salute lievi.

 

Un «codice bianco» mediamente resta tre ore e un «codice verde» quattro, ma è appunto una media fra i pronto soccorso di provincia e quelli delle grandi città dove ben sappiamo che l’attesa di una visita può durare l’intera giornata.

 

Nell’88% dei casi non segue un ricovero. Di questi 12 milioni, almeno 4 milioni sono definiti «accessi impropri», ossia evitabili in presenza di un’alternativa soddisfacente: il paziente-tipo ha tra i 25 e i 64 anni, è cioè in età lavorativa, si presenta al Pronto soccorso prevalentemente tra le 8 e mezzogiorno, soprattutto il lunedì, e nel 51% dei casi presenta disturbi generici.  Di fatto oggi il Pronto soccorso viene utilizzato al posto del medico di famiglia.

milena gabanelli pronto soccorso

 

I motivi dell’eterna crisi

Il primo problema, dunque, è l’assistenza sul territorio: il medico di medicina generale è un mestiere che in pochi vogliono fare, mentre i pazienti che ognuno ha in carico spesso sono troppi, arrivano fino a 1.800, anche se il massimale è fissato a 1.500. Consultarlo al telefono è estremamente difficile, l’ambulatorio è aperto solo alcuni giorni la settimana e solo alcune ore, il più delle volte su appuntamento.

 

Quasi mai ti visita, di solito ti prescrive un controllo da uno specialista. E qui arriviamo al secondo problema: che si tratti di una visita o di un esame diagnostico le liste d’attesa sono sempre più lunghe. Motivo per cui i pazienti vanno direttamente al Pronto soccorso, dove attendono magari tutto il giorno su una sedia scomoda o in piedi, ma alla fine qualcuno li visiterà, farà un prelievo o un esame e poi prescriverà una cura. Gratis. O al solo costo del ticket se si tratta di un «codice bianco».

 

pronto soccorso - dataroom

 Il terzo problema è la carenza di personale sanitario negli ospedali che va di pari passo con la riduzione dei posti letto, per cui i malati in attesa di ricovero vengono parcheggiati sulle barelle nei corridoi del Pronto soccorso, e devono essere tenuti lì e assistiti fino a quando non si libera un posto nel reparto.

 

Il Pronto soccorso però è strutturato per gestire le emergenze e non tutta quella mole di lavoro, anche perché il numero di medici è sempre quello. La conseguenza si scarica sui pazienti più gravi, i quali più tempo passano in Pronto soccorso e più si aggravano.

 

pronto soccorso - dataroom

La combinazione di questi tre problemi ne genera un quarto: i medici non vogliono più lavorarci. I turni sono diventati massacranti, la pressione quotidiana enorme, e in più sono esposti ad un alto rischio di denunce, oltre alla dose quotidiana di insulti, se non vere e proprie aggressioni.

 

Tutto questo per uno stipendio da 4.500 euro netti al mese dopo 6 anni di università, 5 di specialità e 15 di anzianità: il 70% in meno dei loro colleghi tedeschi e il 40% degli inglesi. A rendere ancora meno allettante questa specialità è poi l’impossibilità oggettiva di svolgere visite a pagamento. E così sono sempre meno i neolaureati in Medicina che scelgono di specializzarsi in Medicina di emergenza-urgenza, tant’è che nel 2023 è andato deserto il 74% delle borse di specializzazione disponibili.

 

La grande fuga

pronto soccorso - dataroom

La commissione Affari Sociali della Camera, a maggio 2024, stima che nei Pronto soccorso sarebbero necessari oltre 4.500 medici e circa 10 mila infermieri in più. È la ragione per cui questi reparti sono diventati la frontiera più avanzata del fenomeno dei «medici a gettone», ingaggiati tramite le cooperative a colpi di 1.200 euro al giorno.

 

Fin dal suo insediamento il ministro della Salute Orazio Schillaci ha adottato delle contromisure, prima tra tutte la possibilità di pagare i medici dipendenti 100 euro l’ora per le prestazioni oltre il turno di lavoro. Ma arginare un fenomeno ormai così diffuso richiede tempi lunghi.

 

Nel frattempo ogni mese circa cento medici fuggono verso posti di lavoro che garantiscono una migliore qualità di vita. Avrebbe senso cominciare da subito a pagare di più sia la borsa di studio di chi sceglie questa specializzazione, sia il loro lavoro in corsia. Non è certo di stimolo l’indennità concessa qualche anno fa di 12 euro lordi a turno.

 

Il paradosso da risolvere

PRONTO SOCCORSO

In questo quadro si presenta un paradosso: il 75% dei Pronto soccorso di base, ossia quelli in cui sono assicurati gli accertamenti e gli eventuali interventi necessari per la soluzione di un problema clinico urgente ma non troppo complesso, non raggiunge i 20 mila accessi in un anno, considerati la soglia minima per garantire sicurezza e qualità di cura. Ma allo stesso tempo ci sono poi 3,4 milioni di cittadini che non riescono ad accedere in 30 minuti a una assistenza d’emergenza perché vivono lontano dai centri abitati.

 

pronto soccorso - dataroom

[…] Una strada per potenziare l’assistenza sul territorio e ridurre le liste d’attesa almeno per gli esami di base sono senz’altro le Case della Comunità, le strutture pubbliche da costruire con i 2 miliardi di euro del Pnrr e che dovranno riunire al loro interno entro il 2026 medici di famiglia, pediatri, ostetrici, psicologi, infermieri, ecc.

 

Per farle funzionare sarà però necessario rivedere gli accordi con i medici di famiglia, perché al momento non ne vogliono sapere di andarci a lavorare. Per colmare il buco di medici e infermieri va fatta una programmazione sanitaria corretta. Vuol dire che bisogna stabilire oggi di quali figure ci sarà davvero bisogno domani, e in che numero, poiché la durata della formazione nelle diverse specialità è di cinque anni, e infine alzare gli stipendi a chi deve operare nei reparti più critici. […]

pronto soccorso - dataroom

Ultimi Dagoreport

donald trump giorgia meloni economia recessione

DAGOREPORT – ASPETTANDO L'OPPOSIZIONE DE' NOANTRI (CIAO CORE!), VUOI VEDERE CHE LA PRIMA BOTTA DURISSIMA AL GOVERNO MELONI ARRIVERA' DOMANI, QUANDO L'ECONOMIA ITALIANA SARÀ FATTA A PEZZI DAI DAZI DI TRUMP? - QUALCUNO HA NOTIZIE DEL FAMOSO VIAGGIO DELLA DUCETTA A WASHINGTON PER FAR CAMBIARE IDEA AL TRUMPONE? SAPETE DOVE E' FINITA LA “MERAVIGLIOSA GIORGIA” (COPY TRUMP), "PONTE" TRA USA E UE? SI E' DOVUTA ACCONTENTARE DI ANDARE DA CALENDA! E GLI ELETTORI INIZIANO AD ACCORGERSI DEL BLUFF DA “CAMALEONTE” DELLA PREMIER: FRATELLI D’ITALIA È SCESO AL 26,6%, E IL GRADIMENTO PER LA STATISTA FROM GARBATELLA È CROLLATO AI MINIMI DAL 2022 – IL PNRR A RISCHIO E LA PREOCCUPAZIONE DEL MONDO ECONOMICO-FINANZIARIO ITALIANO...

ing banca popolare di sondrio carlo cimbri steven van rijswijk andrea orcel - carlo messina

DAGOREPORT: OPA SU OPA, ARRIVEREMO A ROMA! - AVVISO AI NAVIGATI! LE ACQUISIZIONI CHE STANNO INVESTENDO IL MERCATO FINANZIARIO HANNO UN NUOVO PLAYER IN CAMPO: IL COLOSSO OLANDESE ING GROUP È A CACCIA DI BANCHE PER CRESCERE IN GERMANIA, ITALIA E SPAGNA - ED ECCO CHE SULLE SCRIVANIE DEI GRANDI STUDI LEGALI COMINCIANO A FARSI LARGO I DOSSIER SULLE EVENTUALI ‘’PREDE’’. E NEL MIRINO OLANDESE SAREBBE FINITA LA POP DI SONDRIO. SÌ, LA BANCA CHE È OGGETTO DEL DESIDERIO DI BPER DI UNIPOL, CHE HA LANCIATO UN MESE FA UN’OPS DA 4 MILIARDI SULL’ISTITUTO VALTELLINESE - GLI OLANDESI, STORICAMENTE NOTI PER LA LORO AGGRESSIVITÀ COMMERCIALE, APPROFITTERANNO DEI POTERI ECONOMICI DE’ NOANTRI, L’UNO CONTRO L’ALTRO ARMATI? DIFATTI, IL 24 APRILE, CON IL RINNOVO DEI VERTICI DI GENERALI, LA BATTAGLIA SI TRASFORMERÀ IN GUERRA TOTALE CON L’OPA SU MEDIOBANCA DI MPS-MILLERI-CALTAGIRONE, COL SUPPORTO ATTIVO DEL GOVERNO - ALTRA INCOGNITA: COME REAGIRÀ, UNA VOLTA CONFERMATO CARLO MESSINA AL VERTICE DI BANCA INTESA, VEDENDO IL SUO ISTITUTO SORPASSATO NELLA CAPITALIZZAZIONE DAI PIANI DI CONQUISTA DI UNICREDIT GUIDATA DAL DIABOLICO ANDREA ORCEL? LA ‘’BANCA DI SISTEMA’’ IDEATA DA BAZOLI CORRERÀ IL RISCHIO DI METTERSI CONTRO I PIANI DI CALTA-MILLERI CHE STANNO TANTO A CUORE A PALAZZO CHIGI? AH, SAPERLO…

andrea orcel giuseppe castagna anima

DAGOREPORT LA CASTAGNA BOLLENTE! LA BOCCIATURA DELL’EBA E DI BCE DELLO “SCONTO DANESE” PER L’ACQUISIZIONE DI ANIMA NON HA SCALFITO LE INTENZIONI DEL NUMERO UNO DI BANCO BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, CHE HA DECISO DI "TIRARE DRITTO", MA COME? PAGANDO UN MILIARDO IN PIÙ PER L'OPERAZIONE E DANDO RAGIONE A ORCEL, CHE SI FREGA LE MANI. COSÌ UNICREDIT FA UN PASSO AVANTI CON LA SUA OPS SU BPM, CHE POTREBBE OTTENERE UN BELLO SCONTO – IL BOTTA E RISPOSTA TRA CASTAGNA E ORCEL: “ANIMA TASSELLO FONDAMENTALE DEL PIANO DEL GRUPPO, ANCHE SENZA SCONTO”; “LA BCE DICE CHE IL NOSTRO PREZZO È GIUSTO...”

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT – IL GOVERNO RECAPITA UN BEL MESSAGGIO A UNICREDIT: LA VALUTAZIONE DELL’INSOSTENIBILE GOLDEN POWER SULL’OPA SU BPM ARRIVERÀ IL 30 APRILE. COME DIRE: CARO ORCEL, VEDIAMO COME TI COMPORTERAI IL 24 APRILE ALL’ASSEMBLEA PER IL RINNOVO DI GENERALI - E DOPO IL NO DELLA BCE UN’ALTRA SBERLA È ARRIVATA AL DUO FILO-GOVERNATIVO CASTAGNA-CALTAGIRONE: ANCHE L’EBA HA RESPINTO LO “SCONTO DANESE” RICHIESTO DA BPM PER L’OPA SU ANIMA SGR, DESTINATO AD APPESANTIRE DI UN MILIARDO LA CASSA DI CASTAGNA CON LA CONSEGUENZA CHE L’OPA DI UNICREDIT SU BPM VERRÀ CESTINATA O RIBASSATA - ACQUE AGITATE, TANTO PER CAMBIARE, ANCHE TRA GLI 7 EREDI DEL COMPIANTO DEL VECCHIO…

gesmundo meloni lollobrigida prandini

DAGOREPORT - GIORGIA È ARRIVATA ALLA FRUTTA? È SCESO IL GELO TRA LA FIAMMA E COLDIRETTI (GRAN SOSTENITORE COL SUO BACINO DI VOTI DELLA PRESA DI PALAZZO CHIGI) - LA PIU' GRANDE ORGANIZZAZIONE DEGLI IMPRENDITORI AGRICOLI (1,6 MILIONI DI ASSOCIATI), GUIDATA DAL TANDEM PRANDINI-GESMUNDO, SE È TERRORIZZATA PER GLI EFFETTI DEVASTANTI DEI DAZI USA SULLE AZIENDE TRICOLORI, E' PIU' CHE IRRITATA PER L'AMBIVALENZA DI MELONI PER LE MATTANE TRUMPIANE - PRANDINI SU "LA STAMPA" SPARA UN PIZZINO ALLA DUCETTA: “IPOTIZZARE TRATTATIVE BILATERALI È UN GRAVE ERRORE” - A SOSTENERLO, ARRIVA IL MINISTRO AGRICOLO FRANCESCO LOLLOBRIGIDA, UN REIETTO DOPO LA FINE CON ARIANNA: “I DAZI METTONO A RISCHIO L'ALLEANZA CON GLI USA. PUÒ TRATTARE SOLO L'EUROPA” – A BASTONARE COLDIRETTI, PER UN “CONFLITTO D’INTERESSI”, CI HA PENSATO “IL FOGLIO”. UNA STILETTATA CHE ARRIVA ALL'INDOMANI DI RUMORS DI RISERVATI INCONTRI MILANESI DI COLDIRETTI CON RAPPRESENTANTI APICALI DI FORZA ITALIA... - VIDEO

autostrade matteo salvini giorgia meloni giancarlo giorgetti roberto tomasi antonino turicchi

TOMASI SÌ, TOMASI NO – L’AD DI ASPI (AUTOSTRADE PER L’ITALIA) ATTENDE COME UN’ANIMA IN PENA IL PROSSIMO 17 APRILE, QUANDO DECADRÀ TUTTO IL CDA. SE SALVINI LO VUOL FAR FUORI, PERCHÉ REO DI NON AVER PORTARE AVANTI NUOVE OPERE, I SOCI DI ASPI (BLACKSTONE, MACQUARIE E CDP) SONO DIVISI - DA PARTE SUA, GIORGIA MELONI, DAVANTI ALLA FAME DI POTERE DEL SUO VICE PREMIER, PUNTA I PIEDINI, DISPETTOSA: NON INTENDE ACCETTARE L’EVENTUALE NOME PROPOSTO DAL LEADER LEGHISTA. DAJE E RIDAJE, DAL CAPPELLO A CILINDRO DI GIORGETTI SAREBBE SPUNTATO FUORI UN NOME, A LUI CARO, QUELLO DI ANTONINO TURICCHI….