calcio default

SAPETE PERCHE’ IL MONDO DEL PALLONE VA AVANTI NONOSTANTE IL COVID E I DEBITI? SE SI FERMA VA IN DEFAULT!IL SISTEMA NON SI REGGE PIÙ: DALLA FRANCIA STA PARTENDO LA SLAVINA DEI DIRITTI TV, LE SOCIETA' SONO IN ROSSO (IL PASSIVO DELLA ROMA È DI 242,5 MILIONI, QUELLO DEL MILAN DI 195 MLN E LA JUVENTUS REGISTRA UN -71,4) - GLI STADI VUOTI, IL MERCHANDASING FERMO, GLI INGAGGI INSOSTENIBILI E I RAGAZZINI PREFERISCONO I VIDEOGAME: IL CALCIO NON CREA PIU' VALORE...

Massimiliano Gallo per www.ilnapolista.it

 

Lo scossone parte dalla Francia

CALCIO DEFAULT

È già successo che la Francia anticipasse all’Europa la caduta di un ancien regime. La storia, stavolta, non si ripete in forma di farsa; magari in sedicesimi. Non è il 1789. E non c’è traccia della borghesia che sta a muovere i fili. Anzi. Oltre due secoli dopo, stiamo assistendo alla crisi della borghesia. In questo caso nel settore calcistico.

 

Pochi giorni fa, il calcio francese è stato sconvolto dall’annuncio di Mediapro: il vincitore della gara dei diritti tv, che dovrà trasmettere la Ligue1 fino al 2025, ha lasciato che passasse la scadenza del 5 ottobre senza versare la rata dovuta di 172 milioni (in totale ogni anno devono versarne 780). Il patron di Mediapro, Jaume Roures, ha confessato a L’Equipe che non si è trattato di una dimenticanza. Mediapro vuole rinegoziare la cifra pattuita.

ROURES

 

Nel frattempo il mondo, e quindi anche il calcio, è stato travolto dal coronavirus. E, al contrario della propaganda che continua a pompare, l’interesse per il calcio è in forte declino. Mediapro puntava alla sottoscrizione di 3,5 milioni di abbonamenti. Al momento, secondo alcuni report francesi, soltanto 278 mila francesi avrebbero sottoscritto l’abbonamento da 25,90 euro al mese.

 

Il 17 ottobre, la Lega francese avrebbe dovuto distribuire ai club la somma incassata il 6. Al massimo, potranno incontrarsi per sorseggiare un pastis. La situazione è a dir poco ingarbugliata. Per ora, la Lega francese non vuole saperne di mettersi al tavolo di contrattazione. Qualora dovesse farlo e accettare un accordo al ribasso, sarebbe impossibile fermare il ricorso in tribunale di coloro i quali furono sconfitti nella gara che assegnava i diritti tv.

 

dal pino

Qualcosa di simile sta avvenendo nel Regno Unito. Prima del virus, gli inglesi avevano altre abitudini. Lì non tutte le partite erano trasmesse in diretta tv: andare allo stadio era ed è considerato sacro. Ma adesso non si può. In un primo momento, i tifosi hanno ottenuto che tutte le partite della Premier venissero trasmesse in diretta tv. Ora, però, dopo quattro giornate di campionato, i club hanno deciso che questo servizio non può più essere fornito gratis. Ogni partita va pagata 15 sterline. Apriti cielo.

 

In Italia

In Italia siamo alla vigilia di una trasformazione storica: l’addio dell’esclusiva per l’assegnazione dei diritti tv. Una svolta che appena tre anni fa avrebbe provocato la sollevazione dei titolari dell’esclusiva. E invece non è successo niente. 

 

Quasi nessuno ha notato che da parte di Sky Sport non si è levata alcuna protesta. Sta bene anche a loro. Anche loro sono ben contenti dell’ingresso dei fondi e della formula che consentirà a ciascuno di acquistare i diritti e di trasmettere le partite. L’investimento calcio non rende. Non dimentichiamo che l’esclusiva della Champions, appena pochi anni fa, ha portato Mediaset sull’orlo dell’abisso.

dal pino

 

Il filo conduttore è che la tanto strombazzata azienda-calcio non regge più. Ha vissuto a lungo al di sopra delle proprie possibilità e adesso il coronavirus ha messo impietosamente a nudo che il sistema non tiene. Il conto economico non torna.

 

Il paradosso dei tamponi

In Europa come in Italia. Lo spettacolo cui stiamo assistendo in questi giorni, è la strenua resistenza di chi si ostina a non voler far i conti con la realtà. Fin qui ci siamo soffermati sull’arroganza e la protervia dei signori del calcio italiano. Basta un semplice esempio: mentre nel mondo reale le persone si mettono in fila otto ore per sottoporsi a un tampone, i calciatori hanno protestato per l’eccesso di tamponi.

 

gravina dal pino foto mezzelani gmt

Si sono battuti per farne di meno e lo hanno persino ottenuto. È impensabile presumere che questo abisso di privilegi non induca una sensazione di nausea nei confronti degli appassionati (che sono anche cittadini). Il calcio continua a muoversi sulla scena pubblica come se non ci fosse alcuna pandemia. Come se la principale preoccupazione delle persone non fosse questo maledetto virus. Senza dimenticare che il calcio ha contribuito alla diffusione del virus: Atalanta-Valencia e Liverpool-Atletico Madrid sono i due esempi più eclatanti.

 

mancini gravina 2

L’altro lato dell’arroganza del calcio è la tenerezza che i suoi attori trasmettono. Somigliano sempre più alla protagonista del film Goodbye Lenin. Da Gravina a Dal Pino, da Andrea Agnelli e Roberto Mancini: questi ultimi due spiegano la pandemia come se fossero consumati virologi. Trovano ancora una platea disposta ad ascoltarli e a trattarli come divi. Ma non hanno compreso che si tratta di una platea giornalistica. Anche i giornalisti fanno parte del cast, sia pure nel ruolo di comparse. La base, il pubblico, comincia a scarseggiare. Abbandonano la sala, alcuni sdegnati. Il mondo della scienza li ha quasi sbeffeggiati.

 

Bamboli, non c’è una lira

mancini

Il calcio non ha più soldi. In settimana abbiamo letto dei bilanci di Juventus, Roma e Milan. Tra aziende che, se fossero “normalmente” sul mercato, dovrebbe solo portare i libri in tribunale. Il Milan ha chiuso il bilancio con una perdita di 195 milioni. Il rosso della Roma è di 242,5 milioni. Quando la società giallorossa ha comunicato ufficialmente il dato, il titolo in Borsa è stato fermato per eccesso di ribasso: meno 27,68%. La Juventus ha chiuso con un passivo di 71,4 milioni.

 

Il club più importante del calcio italiano ha condotto una campagna acquisti all’insegna del “pagherò”, come al supermercato: prendi oggi, paghi domani e a rate. Vale per Chiesa (50 milioni) e l’americano McKennie (25,5). E ha persino varato una novità quasi assoluta per il calcio: l’acquisto in leasing, avvenuto per Morata. Dieci milioni l’anno al Real Madrid che però ne conserva il tabellino, più l’ingaggio da pagare allo spagnolo. Tutte operazioni all’insegna della disperazione, nella speranza che qualcosa possa cambiare.

 

de laurentiis agnelli

Qualche settimana fa, sul Corriere della Sera, Dario Di Vico ha scritto che la legge Bosman sta ammazzando le società di calcio. Grazie a quella sentenza, “i calciatori sono riusciti a sommare i vantaggi del libero mercato con quelli del protezionismo, hanno uno status giuridico che li assimila ai liberi professionisti e però possono giovarsi delle tutele tipiche dei lavoratori dipendenti. Una pacchia”.

 

E ancora: “il calcio presenta un paesaggio abitato da calciatori straricchi e società indebitate fino al collo. Il risultato è che lo show continua a rimpinguare i conti delle star e dei loro famelici procuratori, proprio mentre si prosciugano le casse dei club. Il business del calcio non potrà che essere riservato a chi dispone di risorse extrabudget come gli emiri o gli oligarchi russi. L’offerta non è tutelata, le ragioni dell’impresa sono finite sotto i tacchetti e un giorno o l’altro il sistema collasserà”.

 

Fare impresa senza seguire le regole dell’impresa

agnelli de luca

Quel giorno sembra sempre più vicino. Anche perché fin qui il calcio ha fatto finta che il mercato non esistesse. Il calcio si presume azienda quando si tratta di incassare e di far valere i propri privilegi; ma la conduzione di un’azienda impone anche il rispetto delle regole. Da anni, invece, i bilanci delle società di calcio sono alterati dal fenomeno delle plusvalenze. Trucchi contabili che gonfiano il valore di calciatori. Nel calcio non fanno più notizia. Il circuito calcistico è un ambiente ad alti livelli di omertà. C’è una pandemia ma l’Asl non va avvisata (Preziosi); ci sono evidenti alterazioni di bilancio ma nessuno li denuncia anche perché vi ricorrono tutti (nessuno escluso).

 

preziosi

Il calcio ha scelto di essere un’impresa guidata da chi non sa nulla di come si gestisce un’azienda. Ceferin, presidente Uefa, è uno che ha fatto carriera nella federcalcio slovena. Come Gravina in quella italiana. Cresciuti e pasciuti in epoca di vacche grasse. Come potrebbero mai fronteggiare une delle più spaventose crisi economiche-finanziarie dell’ultimo secolo? Sono palesemente inadeguati.

 

Il calcio è nudo di fronte al coronavirus. La pandemia è stato come l’attentato di Sarajevo. L’incidente che ha fatto scoppiare il sistema, che ha reso evidente quanto tutto si reggesse su equilibri sottilissimi. In Italia si è aggiunto l’inghippo di Juventus-Napoli, col calcio che vuole provare ad affermare il principio che nel loro caso la tutela della sanità pubblica non è competenza delle Asl.

dan friedkin

 

Fanno tenerezza, appunto. In fondo, Gravina e Dal Pino sanno di essere né più né meno gli uomini cui la storia ha assegnato il compito di somministrare l’estrema unzione. Nessun istituto bancario garantirebbe un fido a un cliente come l’azienda-calcio.

 

Il calcio è sovradimensionato, i ragazzi preferiscono i videogame

Senza dimenticare che il consenso del calcio è in piena fase di erosione. Il calcio è sovradimensionato anche a livello mediatico. Da anni, i club più attenti al futuro avvisano che l’interesse per il calcio sta sensibilmente calando. I ragazzini giocano alla Playstation, a Fifa come a Fortnite, ma si annoiano di stare novanta minuti a guardare uno spettacolo che spesso ha ben poco di attrattivo.

 

Al proposito fu illuminante l’intervista che un anno fa concesse al Paìs Peter Moore direttore generale del Liverpool. Moore è stato uno storico stratega del marketing dei videogame. È stato lui il responsabile dello sviluppo delle console di Sega, Microsoft, Electronic Arts. È stato lui a dire che l’avversario del calcio è Fortnite.

 

«Ci contendiamo il tempo di attenzione dei giovani. Un tempo si era legati al momento in cui tuo padre ti portava allo stadio. Oggi non succede più e non perché i giovani non siano più legati al calcio. Ma perché, attraverso la connettività, l’offerta per i più giovani è più ampia. Possono fare molte altre cose nella vita.

 

Scaroni

Oggi non c’è tempo. Nel dopoguerra, c’erano le carte e il football. Il calcio di oggi richiede ore di attenzione. Il bambino moderno ha la giornata parcellizzata: dieci minuti qui, quindici minuti lì. Tutti gli sport hanno questo problema, anche la Nfl. Oggi i ragazzi preferiscono rimanere nelle loro stanze a guardare i loro youtuber preferiti o giocare a Fortnite, a Fifa, a Impact Legends. Quando ero piccolo, ho interagito giocando a calcio perché non c’era altro modo».

 

Tutto sta crollando. E mentre questo sta avvenendo, mentre in tutto il mondo si sta discutendo se e quando tornare al lockdown, il commissario tecnico della Nazionale chiede che gli stadi vengano aperti. Mesi fa, disse che a calcio si poteva giocare perché i campi sono lunghi. Per rimanere al cinema, l’immagine di Norma Desmond, ormai fuori di senno nella sua villa decadente, diventa sempre più nitida.

 

 

DEFAULT

Ultimi Dagoreport

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…

pam bondi

DAGOREPORT - COME MAI L’INFORMAZIONE ITALICA SI È TOTALMENTE DISINTERESSATA DELLO SBARCO A ROMA DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, LA FOSFORESCENTE SESSANTENNE PAM BONDI, ARRIVATA CON TANTO DI AEREO DI STATO IL 10 DICEMBRE? - EPPURE LA FEDELISSIMA DI TRUMP NON SI È TENUTA NASCOSTA: HA ALLOGGIATO ALL’HOTEL ST. REGIS, SI E’ ATTOVAGLIATA AL BOLOGNESE DI PIAZZA DEL POPOLO, HA INCONTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DI VIA ARENULA CARLETTO NORDIO, HA AVUTO L'INESPRIMIBILE GIOIA DI CONOSCERE IL VICEPREMIER MATTEO SALVINI A UN RICEVIMENTO DELL'AMBASCIATORE USA IN ITALIA, TILMAN J. FERTITTA. E, FORSE, LA BEN DOTATA DALLA NATURA PAMELONA HA PURE INCOCCIATO IL MINISTRO PIANTEDOSI - MA DELLA “VACANZA ROMANA” DELL'ITALOAMERICANA CARISSIMA A TRUMP, NON SI REGISTRA MANCO UNA RIGA SUI GIORNALONI DE' NOANTRI - VABBE', A NATALE BISOGNA ESSERE BUONI: MAGARI ERANO TUTTI TROPPO IMPEGNATI A SEGUIRE LA FESTILENZA DI ATREJU DEI FRATELLINI DI GIORGIA…

john elkann theodore kyriakou leonardo maria del vecchio

DAGOREPORT - L’OSTACOLO PIÙ TOSTO DELLA TRATTATIVA IN CORSO TRA IL MAGNATE GRECO KIRIAKOU E JOHN ELKANN NON E' L'ACQUISIZIONE DEL GRUPPO GEDI BENSÌ COME “RISTRUTTURARE” UN ORGANICO DI 1300 DIPENDENTI, TRA TAGLI ALLE REDAZIONI LOCALI, PREPENSIONAMENTI E “SCIVOLI”, DI CUI CIRCA 280 GIORNALISTI FANNO CAPO A “REPUBBLICA” E ALTRI 170 A “LA STAMPA” - LA PARTITA SUL FUTURO DEL QUOTIDIANO TORINESE, ASSET CHE NON RIENTRA NEL PROGETTO DI KYRIAKOU, NON ACCELERA CON LA CORDATA VENETA MESSA SU DA ENRICO MARCHI - NEL CASO LA TRANSIZIONE ELLENICA NAUFRAGASSE, LEONARDINO DEL VECCHIO HA CONFERMATO DI ESSERE PRONTO: “NOI CI SIAMO” - “NOI” CHI? ESSENDO “QUEL RAGAZZO'' (COPY ELKANN), DEL TUTTO A DIGIUNO DI EDITORIA, I SOSPETTI DILAGANO SU CHI SI NASCONDE DIETRO LA CONTRO-OFFERTA CON RILANCIO DELL’AZIONISTA DELL’IMPERO DEL VECCHIO, IL CUI CEO MILLERI È STATO ISCRITTO NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI CON CALTAGIRONE E LOVAGLIO, PER LA SCALATA DI MPS SU MEDIOBANCA-GENERALI - E DA TORINO, AVVISANO LE REDAZIONI IN RIVOLTA DI ROMA E TORINO DI STARE ATTENTI: DALLA PADELLA GRECA RISCHIANO DI FINIRE NELLA BRACE DI CHISSÀ CHI...

nietzsche e marx si danno la mano venditti meloni veneziani

VIDEO! “ATREJU E’ IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO, COME DIREBBE ANTONELLO VENDITTI” – GIORGIA MELONI CITA “COMPAGNO DI SCUOLA”, IL BRANO DATATO 1975 DEL CANTAUTORE DI SINISTRA. OVVIAMENTE MARX E NIETZSCHE NON SI DIEDERO MAI LA MANO, NÉ AD ATREJU NÉ ALTROVE. CIÒ È STATO ANCHE IMMAGINATO NELL’ULTIMO LIBRO DI MARCELLO VENEZIANI “NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO”. LO SCRITTORE IPOTIZZA COME MISE EN SCÈNE CHE LA SERA DEL 5 MAGGIO 1882 I DUE SI SIANO TROVATI IN UNA LOCANDA DI NIZZA (DOVE ENTRAMBI PASSARONO). NON SI CAPISCE BENE SE LA MELONI CI ABBIA CREDUTO DAVVERO – VIDEO

giorgia meloni balla ad atreju

GIORGIA, ER MEJO TACCO DI ATREJU! - ZOMPETTANDO COME UN MISIRIZZI, LA MELONI CAMALEONTE HA MESSO IN SCENA CIO' CHE SA FARE BENISSIMO: IL BAGAGLINO DI CORBELLERIE (''QUESTO È IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DANNO LA MANO'') E DI SFOTTO' SU ELLY SCHLEIN: "IL CAMPO LARGO L'ABBIAMO RIUNITO NOI... CON IL SUO NANNIMORETTIANO 'MI SI NOTA DI PIÙ SE VENGO O STO IN DISPARTE O SE NON VENGO PER NIENTE' HA FATTO PARLARE DI NOI" -UBRIACA DI SE' E DEI LECCAPIEDI OSPITI DI ATREJU, HA SCODELLATO DUE ORE DI PARACULISSIMA DEMAGOGIA: NULLA HA DETTO SU LAVORO, TASSE, SANITA', ECC - IDEM CON PATATE SULLA GUERRA RUSSIA-UCRAINA, SUL CONFLITTO STATI UNITI-EUROPA, SUL RUOLO DEL GOVERNO SU DIFESA E IL RIARMO EUROPEO - IN COMPENSO, HA STARNAZZATO DI VITTORIE DEL GOVERNO MA  GUARDANDOSI BENE DI CITARE MINISTRI O ALLEATI; SI E' INFERVORATA PER IL PARTITO MA NON RICORDA CHE L’HA FONDATO CON CROSETTO E LA RUSSA ('GNAZIO E' STATO DEL TUTTO OSCURATO AD ATREJU) - "GIORGIA! GIORGIA!", GRIDA LA FOLLA - OK, L'ABBIAMO CAPITO: C’È UNA PERSONA SOLA AL COMANDO. URGE UN BALCONE PER LA NUOVA MARCHESA DEL GRILLO - DAGOREPORT+VIDEO 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”