mario draghi scuola

SULLA SCUOLA IL GAP TRA NORD E SUD E' DIVENTATO INACCETTABILE - SE NELLA PENISOLA VENGONO STANZIATI IN MEDIA 4,60 EURO A STUDENTE PER FINANZIARE PROGETTI, AL NORD PER OGNI ALUNNO GLI EURO SONO 9,3, AL CENTRO 1,4, AL SUD 1 E NELLE ISOLE 0 - ANCHE SULLA MANUTENZIONE DEGLI EDIFICI NON C'E' STORIA: PER OGNI ISTITUTO SONO STANZIATI 7.258 EURO, MA AL CENTRO NE RICEVONO IN MEDIA  5.864, AL SUD 4.495, NELLE ISOLE 1.879 - E ANCHE SUL FRONTE DELL'APPRENDIMENTO...

Francesco Malfetano per “il Messaggero”

 

Scuola

Di Italie, si sa, ce ne sono almeno due. E una, quella più a Sud, è costretta ogni giorno a fare i conti con un gap infrastrutturale che riguarda in primis la scuola e i suoi servizi. Un divario che ha raggiunto ormai proporzioni inaccettabili. Un dato su tutti (dal report di Legambiente Ecosistema Scuola): nella Penisola vengono stanziati in media 4,60 euro a studente per finanziare progetti o iniziative extrascolastiche dedicate agli under 14. La statistica però trae in inganno e se al Nord per ogni alunno gli euro sono 9,3, al Centro sono 1,4, a Sud 1 e nelle Isole addirittura 0.

 

scuola

Una fotografia che non migliora allargando il campo alla gestione delle strutture scolastiche. Negli ultimi 5 anni infatti sono stati spesi - sempre in media - 5.679 euro per la manutenzione ordinaria di ogni singolo edificio della Penisola. Riprendendo la suddivisione precedente, a fronte di uno stanziamento da parte dello Stato e della Ue di 7.258 euro per ogni istituto, gli edifici scolastici del Nord hanno ricevuto 7.248 euro, mentre le scuole del Centro si sono accontentate di 5.864 euro, quelle del Sud di 4.495 euro e, sulle Isole, di appena 1.879 euro.

 

Eppure a guardare quali di questi edifici necessitino di manutenzione urgente la situazione è opposta: nelle Isole sono oltre il 63 per cento, al Sud oltre il 31 per cento, al Centro il 27,4 per cento e al Nord il 22,9 per cento.

 

scuola

IL PIANO Non è dunque un caso se il Piano nazionale di ripresa e resilienza varato dal governo, destina al Meridione 82 miliardi di euro proprio con l'intenzione di colmare questo gap. Fondi da spendere però con attenzione per evitare che neanche un euro di queste risorse finisca con l'essere impegnato senza questa finalità.

 

Tant'è che alte fonti di governo, senza confermare l'esistenza di tali distorsioni, commentano: «Stiamo lavorando una valutazione dell'avvio del Pnrr e comunque la cabina di regia prevista servirà anche a monitorare e coordinare l'attuazione equilibrata del piano».

 

scuola 1

Qualche criticità ad esempio, si è già presentata con il primo finanziamento da 700 milioni di euro destinato ad asili nido e scuole dell'infanzia. Come denunciato ieri dal Messaggero infatti, tra i criteri del bando (varato dal precedente governo) che premiavano le domande, c'era anche quello del cofinanziamento. Un criterio che assegnava ben 10 punti, contro gli appena 3 destinati a quelle richieste in arrivo da comuni in cui il numero degli asili nido è inferiore alla media nazionale.

 

scuola 3

Inevitabile quindi, che a fronte di un'assegnazione di fondi destinata alle aree più disagiate del Paese, tra i 453 progetti approvati compaiano diversi casi in cui lo svantaggio non è poi così evidente. Dall'asilo nido di Torino a 2 chilometri da piazza Castello fino a quello milanese vicino ai Navigli e alla scuola per l'infanzia in pieno centro a Udine.

 

GLI ASILI Una stortura che, contestualizzata con i dati dell'associazione Con i bambini e di OpenPolis, appare ancora più evidente. Nella Penisola infatti, a fronte di un Centro-Nord che ha quasi raggiunto l'obiettivo europeo di 33 posti disponibili ogni 100 bambini (sono a 32) e dove comunque in media due comuni su 3 offrono il servizio, c'è un Mezzogiorno in cui i posti disponibili sono invece solo 13,5 ogni 100 bambini, e il servizio è garantito in meno della metà dei comuni (il 47,6 per cento). In particolare la differenza è di 18,5 punti e si sostanzia in un singolo esempio: A Bolzano ci sono quasi 7 posti ogni 10 bambini, a Catania e Crotone quasi 5 su 100.

 

scuola 2

Il dramma è che si potrebbe continuare all'infinito. Le mense scolastiche? Secondo Legambiente che ha analizzato un campione di oltre 6mila edifici scolastici nelle regioni del Nord ce n'è una nel 74 per cento degli istituti. Il servizio invece al Centro e al Sud è disponibile in meno di una scuola su due (rispettivamente nel 46 e nel 41 per cento delle strutture), e nelle Isole in uno su tre (33,5 per cento). Le palestre? Nel settentrione le hanno il 55 per cento delle scuole, al Centro il 38,9 per cento, al Sud il 44,8 per cento e sulle Isole il 35,1 per cento.

 

scuola

Infine il risultato peggiore, quello sull'apprendimento. Dati Invalsi alla mano (Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna hanno oltre il 50% degli alunni che raccoglie risultati scarsi in Italiano, il 60% in Matematica) c'è una sola interpretazione possibile: l'intero sistema scolastico funziona meglio al Nord. Ma non ci sono più scuse, è ora di rimediare.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”