SE IL N. 5 FA 100 - LAURA BOSETTI TONATTO, IL “NASO” ITALIANO CHE HA CREATO I PROFUMI DI PRINCIPESSE E SCEICCHI (REGINA ELISABETTA COMPRESA), PER IL PRIMO SECOLO DI CHANEL N° 5 SVELA A DAGOSPIA STORIA E MISTERI DEL PROFUMO PIÙ VENDUTO AL MONDO: “MA QUESTO NON SIGNIFICA CHE SIA QUELLO CHE ALLE DONNE PIACE DI PIÙ. NEI TEST ALLA CIECA, NON SI È SEMPRE CLASSIFICATO AL PRIMO POSTO” – “QUEL PROFUMO COCO NON VOLEVA VENDERLO: LO AVREBBE REGALATO A...”

Laura Bosetti Tonatto

‘’Il Profumo’’, romanzo di Patrick Süskind 

“Poiché gli uomini potevano chiudere gli occhi davanti alla grandezza, davanti all'orrore, davanti alla bellezza, e turarsi le orecchie davanti a melodie o a parole seducenti. Ma non potevano sottrarsi al profumo. Poiché il profumo era fratello del respiro”.

 

Laura Bosetti Tonatto per Dagospia

 

Chanel n. 5

Oggi ci sono ottimi profumi che non hanno il successo che meriterebbero, pessimi profumi che ne hanno grazie ai soldi spesi in influencer e pubblicità, altri ancora che vivacchiano per qualche mese e poi scompaiono, subito sostituiti da un’altra novità: ogni anno ne escono sul mercato circa 6000, più di 16 al giorno. 

Marilyn Monroe Chanel n. 5

 

I profumi non si fanno più come ai tempi di Coco Chanel e non è detto che sia un male. Ma non è sicuramente un bene il fatto che il committente (colui che vuole un nuovo profumo) non incontri più nella maggior parte dei casi il “naso” (il creatore di profumi) che deve realizzarlo.  

 

Gabrielle Chanel incontrò invece per fortuna Ernest Beaux, parlarono a lungo, si spiegarono e si capirono. Lei voleva un profumo che sapesse di donna, non solo di mughetti e viole. Scartò molte proposte, Beaux ne preparò altre. Lei scelse alla fine il numero 5, com’è noto e stranoto, e non gli cambiò neppure il nome. 

Marilyn Monroe Chanel n. 5

 

Un nome in fondo non serviva, perché quel profumo Coco non voleva al momento venderlo: lo avrebbe regalato alle signore che acquistavano uno dei suoi già allora molto costosi vestiti. Una trovata geniale, che rendeva l’esperienza nel suo atelier un viaggio totalmente esclusivo, che si poteva rimarcare nei colloqui con le amiche invidiosette: “Che buon profumo, cara, dove l’hai preso?” “Oh sai, questo non si può comprare: lo regala Coco alle sue migliori clienti. Perché non ci vai anche tu?” Più tardi Coco ha però capito che non tutte le donne potevano permettersi di indossare un suo abito, ma tutte avrebbero potuto indossare il suo profumo.

 

Laura Bosetti Tonatto

Nel N° 5 Beaux aveva messo rosa di maggio, gelsomino, ylang ylang e sandalo mescolati, per la prima volta nella storia, con le aldeidi, che non sanno di niente ma sublimano ogni altra fragranza con la quale vengono in contatto. E’ stato lui a proiettare la profumeria nell’era moderna e Coco è stata coraggiosa a rompere con il passato anche nei profumi, dopo averlo fatto con gli abiti. Erano i tempi di Picasso, di Modigliani, di Stravinsky (con cui ebbe una storiella) e di Shostakovich, del Futurismo e del jazz: tutto cambiava e guai a chi restava fermo, perché sarebbe stato dimenticato.  

Catherine Deneuve Chanel n. 5

 

Chanel N° 5 è ancora il profumo più venduto al mondo, ma questo non significa che sia quello che alle donne piace di più. Nei test alla cieca, quelli fatti senza che la confezione riveli il nome del profumo che si sta annusando, non si è sempre classificato al primo posto. Succede anche ai migliori vini, non bisogna stupirsene. 

 

Le nostre preferenze sono condizionate da molti fattori, spesso estranei alla qualità del prodotto. Coco capì per prima l’importanza di una bottiglia elegante e immediatamente identificabile, priva di ogni leziosità: quasi un contenitore da laboratorio, estraneo a ogni ammiccamento. Un profumo senza nome, il più regalato dagli uomini alle donne, il più citato dalle dive e dalle celebrità.  

 

carole bouquet per chanel n 5

E’ difficile dire quanto il N° 5 sia cambiato in un secolo di vita, solo chi lo produce lo sa con certezza. Ma è certo che le tonalità cipriate di 100 anni fa oggi non sono più così popolari. Anche i profumi hanno una connotazione temporale, i gusti cambiano, le composizioni vanno corrette, ma senza snaturarle. 

 

Negli Anni 60 andava molto il patchouli, negli Anni 80 la vaniglia. Oggi le donne cercano invece nei profumi più leggerezza, e badano molto alla qualità delle materie prime: vogliono sapere che cosa c’è nel flacone e da dove viene. Non amano le materie prime di sintesi, ma su questo c’è poco da fare: oggi è impossibile creare un profumo totalmente naturale per un mercato globale. La Natura è generosa, ma neppure lei può fornire tutto ciò che serve a realizzare una fragranza. E poi le materie prime naturali sono costosissime, porterebbero il prezzo di un flacone a livelli insostenibili.  

coco chanel per chanel n 5

 

Coco Chanel è stata brava. Ha intercettato un forte periodo di cambiamento, lo ha cavalcato e ha contribuito a plasmarlo, ha capito per prima non solo che cosa volevano le donne della sua epoca, ma le donne di tutte le epoche che continuano a indossare i suoi abiti e a usare i suoi profumi. Sì, al plurale, perché il N° 5 non è tutto. Provate anche il 19, realizzato da Henri Robert per gli 87 anni di Coco: secondo il mio amico Chandler Burr, già critico di profumi per il ‘’New York Times’’, gli sta alla pari, e non posso che dargli ragione.  

Laura Bosetti Tonatto

 

LAURA BOSETTI TONATTO, IL “NASO” ITALIANO DI PRINCIPESSE E SCEICCHI

di Alice Rosati - https://forbes.it/2019/10/17/profumi-personalizzati-laura-bosetti-tonatto-il-naso-italiano-di-principesse-e-sceicchi/

 

 

Laura Bosetti Tonatto una vita senza i profumi non riesce proprio a immaginarla e, se non fosse un “naso”, coltiverebbe comunque piante profumate. Da trent’anni crea fragranze fatte su misura e nella sua olfattoteca si possono contare più di 3mila note provenienti da tutto il mondo che lei sa riconoscere una per una. 

 

Laura Bosetti Tonatto

Il suo cuore, però, appartiene alla rosa: “Condivido quello che diceva il maestro Guy Robert, per fare un profumo bastano due ingredienti e uno di questi deve essere la rosa. È importante distinguere le tonalità di questo fiore per saperlo adattare ai diversi bouquet”. 

 

Per Laura, realizzare essenze più che una professione è una passione e per noi italiani è motivo di orgoglio. Non solo perché è un settore tipicamente maschile, ma soprattutto perché lei è uno dei nasi più conosciuti al mondo. Nel 2015 ha firmato la collezione “Essenzialmente Laura”: 39 fragranze per il corpo e la casa che ripercorrono la sua storia.

 

Laura Bosetti Tonatto

Il suo amore per la rosa l’ha portata a Taif, in Arabia Saudita, dove nei giardini della famiglia reale viene coltivata una rara rosa damascena trigintipetala, dalla profumazione molto intensa per effetto dell’elevata escursione termica. Se ne producono solo 16 chili all’anno e di questi uno le viene riservato  per le sue formulazioni. 

 

Un regalo del valore di 50mila euro, ma che in realtà nessuno può acquistare: “Una volta finita la distillazione, il re dona le essenze ai suoi dignitari più meritevoli sotto forma di confezioni che contengono una tolah, ovvero11,7 grammi di prodotto, usanza che fa della rosa una fragranza tipicamente maschile e che connota le persone di potere”, racconta Laura.

 

Laura Bosetti Tonatto Vittorio Sabadin

Tra le clienti di Laura non ci sono solo principesse: “Quando ho ricevuto una telefonata da Buckingham Palace pensavo fosse lo scherzo di un amico londinese e invece poco tempo dopo mi arrivò l’invito formale per creare il profumo personale della Regina Elisabetta II. L’unica cosa che sapevo è che doveva rispettare la sua gaiezza e gioia di vivere. 

 

Ci è voluto un anno di lavoro, inizialmente ho creato 12 fragranze di cui Sua Maestà ne ha selezionate e provate quattro prima di arrivare a quella definitiva che oltre all’eau de parfum comprende anche il diffusore per ambiente e le candele”. 

 

Laura Bosetti Tonatto

Il profumo della Regina non ha un nome, ma reca solo il logo dorato con le iniziali stampate a caldo, è un bouquet fiorito con note fissative di ambra, che fin dai tempi di Cleopatra e Lucrezia Borgia rappresentano una donna di elevato carisma. Laura non ha solo creato una profumazione per la Regina ma ne ha scoperto un lato della personalità molto privato: il suo buonumore. 

 

“Quando sono stata invitata al Garden Party ho incontrato personalmente la Regina prima dell’inizio dell’evento, fuori pioveva e la cosa che sembrava averla stupita di più era il fatto che non mi fossi bagnata. È una persona normale e l’ho percepito da come cercava in tutti i modi di farmi sentire a mio agio”.

 

Laura Bosetti Tonatto

I profumi per Laura Tonatto sono ispirazione, ricordi, ma anche studio. Per esempio, la profumazione ideata per il quadro Il suonatore di liuto di Caravaggio all’Hermitage di San Pietroburgo è frutto di un lungo lavoro filologico, alla ricerca della connotazione olfattiva dell’opera e di quei profumi percepiti dal pittore mentre dipingeva, una decifrazione che va al di là del puro estro creativo. 

 

Laura Bosetti Tonatto

Come scegliere, quindi, l’alchimia perfetta per ognuno di noi? “Consiglio di non avere fretta nella selezione di un profumo, l’emozione giusta arriva quando meno ce lo aspettiamo, ma soprattutto, non bisogna lasciarsi attrarre solo perché lo si è sentito su un’amica, una fragranza è estremamente personale”.

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