leggere i giornali

SE PENSATE CHE LA STAMPA ITALIANA SIA AUTOREFERENZIALE, LEGGETE QUA - SECONDO UN SONDAGGIO DEL PEW RESEARCH CENTER, IL 65% DEI  GIORNALISTI AMERICANI CREDE CHE I MEDIA FACCIANO UN OTTIMO LAVORO NEL "COPRIRE LE STORIE PIU' IMPORTANTI DELLA GIORNATA" E NEL RIPORTARE LE NOTIZIE IN MODO ACCURATO - MA I LETTORI NON LA PENSANO ALLO STESSO MODO: SOLO IL 35% SI E' DETTO D'ACCORDO - DA DOVE NASCE QUESTA DIVERSA PERCEZIONE? FORSE ANCHE NEGLI USA FANNO I GIORNALI PIÙ PER SE STESSI CHE PER I LORO CLIENTI?

Dagotraduzione da The Hill

 

the new york times

Dire che c’è distanza tra molti giornalisti e il pubblico a cui si rivolgono è un grosso eufemismo, secondo un nuovo sondaggio del Pew Research Center, un centro studi statunitense indipendente. Secondo il Pew, il 65% dei quasi 12.000 giornalisti intervistati crede che i media facciano un ottimo lavoro nel «coprire le storie più importanti della giornata» e nel riportare le notizie in modo accurato.

 

Ma una solida maggioranza del pubblico americano la pensa in maniera opposta, e solo il 35% degli intervistati si è detto d’accordo con queste affermazioni. È un divario di percezione di 30 punti!

 

the new york times

E non finisce qui. Alla domanda se i giornalisti si comportino bene nello «svolgere il ruolo di sorveglianti dei leader eletti», il 52% dei giornalisti ha risposto sì. Ma questo numero è sceso precipitosamente quando a rispondere alla domanda sono stati i lettori: meno del 30% si è detto d’accordo.

 

Ancora: il 43% dei giornalisti ha confermato di gestire e correggere la disinformazione in modo coerente, ma solo il 25% del pubblico la pensa allo stesso modo. Quasi la metà dei giornalisti (46%) ha affermato di sentirsi in contatto con i propri lettori, mentre solo un quarto del pubblico afferma la stessa cosa.

 

Allora perché questa disconnessione? Forse è una questione di posizione. La maggior parte dei media nazionalli si trova in due luoghi: New York e Washington Dc.

 

washingtonpost

Durante le elezioni del 2020, solo il 9% degli elettori di Manhattan ha votato per Donald Trump. A Washington, il sostegno per Trump è stato del 5,4%. Chi vive in queste città o nelle sue vicinanze probabilmente è liberale. È naturale che la percezione dei problemi da parte di un giornalista sia conforme ai luoghi e alle persone con cui lavora e vive.

 

Il giornalista di lunga data Bof Schieffer si è buttato su questo argomento alcuni anni fa, spiegando quanto siano isolati oggi i giornalisti. «Nel 2004, un giornalista su otto viveva a New York, Washington o Los Angeles» ha scritto Schieffer nel suo libro “Overload: Finding the Truth in Today’s Deluge of News”. «Oggi quel numero è diventato a uno su cinque».

 

la sede del WASHINGTON POST

Schieffer ha individuato un altro problema: la massiccia diminuzione dei giornalisti locali a causa della riduzione dei budget. «Anche se non ci sono soluzioni al problema, c’è una specie di consapevolezza generale in tutto il settore sul fatto che se i giornali locali chiudono e nessuno prende il loro posto nel sorvegliare i governatori locali, sperimenteremo la corruzione a livelli che non abbiamo mai visto».  

 

Dal 2004, circa 1.800 giornali hanno chiuso a causa del crollo della pubblicità e dei lettori che si sono rivolti al web. Un minor numero di giornalisti ed editori ha portato una minore fiducia perché la raccolta di notizie diventa sempre più confinata a due o tre città.

 

la redazione del WASHINGTON POST

Complessivamente, secondo Pew, solo il 29% degli adulti statunitensi afferma di avere almeno una discreta fiducia nell’informazione che riceve. Nel 1976, nell’era post-Watergate, la fiducia nei media era del 72%, 43 punti in più!

 

Un perfetto esempio della disconnessione tra alcuni giornalisti e il pubblico è quello che è successo con il giornalista della Cnn Don Lemon. «Alla CNN, non esprimiamo opinioni, pubblichiamo la storia e cerchiamo di rimanere in mezzo alla strada», ha detto di recente mentre era in onda. Ma durante lo stesso segmento, Lemon ha espresso questa opinione: «C'è un partito, in questo momento, che di fatto non sta operando, che ha fuorviato il popolo americano, ed è il Partito Repubblicano».

 

cnn e fox news

Nulla cambierà a breve. I giornali locali stanno tagliando sempre di più il personale mentre i profitti diminuiscono. Il risultato è che le testate giornalistiche online con sede quasi esclusivamente nell'azzurro di New York o di DC continuano ad espandersi.

 

Un altro risultato dello studio del Pew potrebbe essere il più rivelatore: quando è stato chiesto di caratterizzare l'industria del giornalismo in una parola, il 74% dei giornalisti ha utilizzato una parola con una connotazione negativa, tra cui "caos" e "lotta". Altre parole citate includevano "di parte", "partigiano" e "stressante". Nonostante queste descrizioni, il 77% dei giornalisti intervistati ha affermato che sceglierebbe di nuovo la stessa carriera.

 

jeff bezos cnn

Uno studio del 2013 realizzato dai professori di giornalismo dell'Università dell'Indiana Lars Wilnat e David Weaver ha rilevato che solo il 7% dei giornalisti si identifica come repubblicano. Nel 2002, quel numero era del 18%.

 

Quindi, se sei un repubblicano che fa un colloquio per un lavoro al New York Times, un giornale che non sostiene un candidato presidenziale repubblicano da 66 anni, o al Washington Post, che non ha mai sostenuto un candidato presidenziale repubblicano, è un pessima idea condividere la tua affiliazione al partito.

 

Questo è lo stato dei media nel 2022, dove le bolle nella Grande Mela e nella capitale della nazione sono sempre più insonorizzate, e lasciano fuori il resto del mondo.

Ultimi Dagoreport

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE... 

alfredo mantovano papa leone xiv italia agenti servizi segreti

OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN UDIENZA DA PAPA LEONE XIV, A CITTÀ DEL VATICANO – SARANNO PRESENTI I COMPONENTI COPASIR, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DELLE INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA (DIS), VITTORIO RIZZI, I DIRETTORI DELLE AGENZIE INFORMAZIONI E SICUREZZA ESTERNA (AISE), GIOVANNI CARAVELLI, E INTERNA (AISI), BRUNO VALENSISE. È LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA TRA GLI SPIONI (DI CERTO NON E' LA PRIMA VOLTA DI SPIE INTORNO A UN PAPA...) - PREVOST: "MAI USARE INFORMAZIONI PER RICATTARE" (SI VEDE CHE L'INTELLIGENCE NON È IL SUO FORTE)

brunello cucinelli giorgia meloni mario draghi massimiliano di lorenzo giuseppe tornatore nicola piovani

DAGOREPORT - L’AUTO-SANTIFICAZIONE DI BRUNELLO CUCINELLI È COSTATA CARA, NON SOLO AL “SARTO CESAREO” DEL CACHEMIRE, MA ANCHE ALLE CASSE DELLO STATO - IL CICLOPICO DOCU-FILM “IL VISIONARIO GARBATO”, DIRETTO DAL PREMIO OSCAR GIUSEPPE TORNATORE E BATTEZZATO CON TANTO DI PARTY ULTRACAFONAL IN UNO STUDIO DI CINECITTÀ ALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI, È COSTATO LA SOMMETTA DI 9.987.725 MILIONI DI EURO. DI QUESTI, I CONTRIBUTI RICEVUTI DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON IL MECCANISMO DEL TAX CREDIT RAGGIUNGONO LA CIFRA DI 3.955.090 MILIONI - DA PARTE SUA, PEPPUCCIO TORNATORE AVREBBE INTASCATO 2 MILIONI PER LA REGIA E 500 MILA PER SOGGETTO E SCENEGGIATURA – A PRODURLO, OLTRE A BRUNELLO STESSO, LA MASI FILM DI MASSIMILIANO DI LUDOVICO, CHE IN PASSATO HA LAVORATO SPESSO CON IL PRODUTTORE MARCO PEROTTI, COINVOLTO NEL CASO KAUFMANN (FU LUI A INOLTRARE LA DOMANDA DI TAX CREDIT PER IL FILM “STELLE DELLA NOTTE” DEL FINTO REGISTA-KILLER) - IL MONUMENTO A SE STESSO GIUNGE AL MOMENTO GIUSTO: DUE MESI FA, UN REPORT DI ''MORPHEUS RESEARCH'' ACCUSO' L'AZIENDA DI CUCINELLI DI VIOLARE LE SANZIONI UE ALLA RUSSIA…