achille bonito oliva eike schmidt gennaro sangiuliano uffizi firenze

SE PER UNO SPETTACOLO DI CHECCO ZALONE SI SPENDONO 35 EURO PERCHE' DOVREBBE ESSERE "TANTO" SPENDERNE 25 PER VISITARE GLI UFFIZI? ACHILLE BONITO OLIVA SI SCHIERA CON IL DIRETTORE DEGLI UFFIZI, EIKE SCHMIDT, CHE HA DECISO DI AUMENTARE A 25 EURO IL PREZZO DEL BIGLIETTO AL MUSEO FIORENTINO: “LA CULTURA NON SI DIFFONDE SE COSTA MENO” – STESSA LINEA DEL MINISTRO SANGIULIANO: “GIUSTO CHE LE COSE DI VALORE SI PAGHINO. MEDIAMENTE I GRANDI SITI EUROPEI COSTANO DI PIÙ..."

1 - GLI UFFIZI VALGONO 25 EURO?

Emanuela Minucci per “la Stampa”

 

galleria degli uffizi 2

Sono il museo più visitato d'Italia con oltre 2 milioni di presenze l'anno. Dal 1° marzo le Gallerie degli Uffizi di Firenze - dove si ammirano la Primavera di Botticelli, il Tondo Doni di Michelangelo, la Madonna del cardellino di Raffaello - stabiliranno un nuovo record, alzando il biglietto d'ingresso nella bella stagione da 20 a 25 euro per far fronte «all'aumento dei costi nel settore energetico ed edilizio».

 

Alcuni storici dell'arte protestano, invocando l'articolo 9 della Costituzione. Il direttore Eike Schmidt sceglie il no comment. «C'è un comunicato molto chiaro - spiegano gli addetti alla comunicazione -. Il cda del museo ha deciso di far crescere il prezzo del singolo ingresso individuale alla Galleria delle statue e delle pitture per far fronte all'aumento dei costi nel settore energetico ed edilizio: dal 1° marzo sarà di 25 euro invece degli attuali 20».

 

TURISTI IN FILA AGLI UFFIZI

L'aumento riguarderà il solo ticket per la Galleria delle statue e delle pitture e solo in alta stagione (1° marzo-30 novembre), dunque il biglietto acquistato per la maggior parte dai turisti stranieri. E sarà compensato da uno sconto mattutino per chi va al museo tra le 8,15 e le 8,55: entrando nel giro di quei 40 minuti si pagheranno "soli" 19 euro.

 

A difendere la decisione di Schmidt è intervenuto il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, che dal giorno dell'insediamento ha accarezzato l'idea di aumentare i prezzi dei biglietti dei musei, spiegando che un costo basso o addirittura gratuito "deprezza" il valore delle opere.

 

UFFIZI 1

«Giusto che le cose di valore si paghino - dichiara -. Mediamente i grandi siti europei costano di più fatta eccezione per la Gran Bretagna dove c'è una situazione particolare. Penso che l'aumento risponda anche a una questione "morale": per una famiglia americana che spende 10-20 mila euro per venire in Italia, venti euro un biglietto è una cosa che si può fare».

 

Va detto però che una buona percentuale, forse quasi la metà del pubblico del grande museo fiorentino, è italiana. E in qualche modo questi italiani si ritroveranno a pagare il prezzo salato delle bollette due volte: prima a casa e poi al museo.

 

FIRENZE GLI UFFIZI

Una assurdità secondo lo storico dell'arte e rettore dell'Università per stranieri di Siena Tomaso Montanari: «Un gravissimo errore. La cultura diventa sempre più un fatto di censo contro il progetto della Costituzione. Lo Stato dovrebbe intervenire consentendo di non scaricare sui cittadini il costo della crisi». E fa pensare anche il commento del direttore generale dei Musei del ministero Massimo Osanna, con un passato al Parco archeologico di Pompei: «La politica di bigliettazione andrebbe concertata a livello nazionale.

 

Gli Uffizi sono tra i pochi musei che non avranno ripercussioni per il caro energia, avendo risorse notevoli. Il problema sono quelli meno frequentati che sono in sofferenza. Ci stiamo lavorando».

 

eike schmidt

Gli Uffizi richiamano quanto accade all'estero, con prezzi più alti: «A New York Moma 25 dollari, Metropolitan Museum 30 dollari, Getty a Los Angeles gratuito ma con un parcheggio che costa 20 dollari; a Londra Tate 25 sterline a mostra e National Gallery 24 sterline le mostre tra martedì e venerdì e 26 sabato e domenica». Intanto però il Louvre mette un tetto anti-affollamento agli ingressi («pensiamo più alla qualità che alla quantità» spiega la direttrice Laurence des Cars) e lascia il prezzo invariato a 17 euro. La polemica rimbalza in Parlamento.

 

«A questo governo non bastavano i rincari di benzina, energia e prezzi al carrello. Adesso pure il costo dei biglietti dei musei - attacca Anna Laura Orrico capogruppo del Movimento 5 Stelle in commissione cultura alla Camera -. Il governo agisce ignorando il diritto alla cultura delle famiglie italiane più fragili e della classe media. Nella legge di bilancio ha stanziato solo 20 milioni e spacchettato la 18App per fare cassa». Contrarie a quella che appare come «una punizione per gli italiani» anche le associazioni di consumatori, secondo cui «l'aumento è stato, sino ad oggi, applicato ai musei più popolari».

 

2 - EIKE SCHMIDT COSTI ALLE STELLE, DECISIONE OBBLIGATA

Emanuela Minucci per “la Stampa”

 

«Eike Schmidt non rilascia interviste sull'argomento, c'è un comunicato che spiega tutto», dicono dagli Uffizi. Oddio, proprio tutto non spiega. In quelle righe si annuncia un rincaro di 5 euro del biglietto, che passa da 20 a 25.

 

Chiara Ferragni Eike Schmidt

Nell'anno della guerra in Ucraina e delle bollette alle stelle. «ll Cda ha deciso di aumentare il prezzo per far fronte all'aumento dei costi nel settore energetico ed edilizio: dal 1° marzo sarà di 25 euro invece degli attuali 20. L'aumento riguarderà il solo ticket di accesso singolo per la Galleria delle statue e delle pitture ed esclusivamente in alta stagione (dal 1° marzo al 30 novembre), biglietto acquistato per la maggior parte dai turisti stranieri. Introdotto in alta stagione, però, uno sconto mattutino per chi va al museo tra le 8,15 e le 8,55: paga 19 euro. Invariati i prezzi di bassa stagione».

 

Qualcosa in più - bussando ai piani alti degli Uffizi - si scopre. «La decisione è stata presa in chiave stagionale - vale a dire a partire dal 1° marzo sino a tutta l'estate - proprio per incentivare le visite nei mesi più morti, quelli freddi». Una strategia, insomma. E i numeri conforterebbero la scelta: «Ci sarà un aumento delle spese legate all'energia del 180%. Gli altri costi sono quelli edili - restauri e manutenzione - e quelli del personale».

 

eike schmidt vaso di fiori jan van huysum 2

Quanto si incasserà? Più o meno 4,5 milioni di euro. La strategia conviene, ma salassa anche gli italiani e non solo i turisti stranieri, perché il pubblico degli Uffizi si divide a metà. E dire che Eike Schmidt non si è mai arreso al capitolo strategie per riempire il museo, ma mai agendo sul portafogli. Nel periodo del lockdown il direttore tedesco si è inventato il dipartimento di «Informatica e Strategie digitali»: la chiusura forzata è stata vista come un'occasione per sviluppare nuove iniziative.

 

Tra le prime - e imitate nel mondo - il format «La mia sala», in cui chi lavorava al museo - curatori, assistenti museali e custodi - ha creato visite guidate secondo i propri punti di vista e preferenze. Questi videoracconti sono tutt' ora visibili sul sito. E che dire dello sbarco sui social e dell'invito agli influencer (prima fra tutti Chiara Ferragni con tanto di selfie di fronte alla «Primavera» di Botticelli) e alle incursioni nei mondi più diversi, da quello del fumetto alla cryptoarte. Senza dimenticare lo sconto ai giovani, che sotto i 18 anni entrano gratis, e tra i 19 e i 24 pagano 2 euro. Altri tempi, forse.

 

3 - ACHILLE BONITO OLIVA "IN QUELLA GALLERIA È CUSTODITO UN TESORO GIUSTO PAGARE DI PIÙ PER DARGLI VALORE"

Elisabetta Pagani per “la Stampa”

 

achille bonito oliva

«Condivido la scelta degli Uffizi perché il costo del biglietto ha anche un valore educativo ed è una forma di comunicazione: dichiara che lì è custodito un tesoro raro che altrove non si trova».

 

Il critico d'arte Achille Bonito Oliva non ha dubbi: «è giusto» pagare 25 euro, 5 in più di oggi (dal primo marzo e durante l'alta stagione, fino al 30 novembre, salvo agevolazioni e gratuità) per la Galleria delle statue e delle pitture: «Per l'arte niente è troppo. E il rincaro è un modo per dichiarare il valore inalienabile di quel patrimonio».

 

C'è chi accusa: troppo caro, così l'arte diventa solo per pochi. Per Tomaso Montanari in questo modo la cultura si lega al censo «contro il progetto della Costituzione».

«Non sono d'accordo. La cultura non si diffonde se costa meno. Per promuoverla davvero bisognerebbe, e da subito, fare una cosa: diffondere nelle scuole il senso del valore dell'arte e della cultura».

ACHILLE BONITO OLIVA 1

 

Le domeniche gratuite nei musei però hanno grande successo di pubblico.

«Ci deve essere una politica equilibrata che prevede le due cose, le domeniche gratuite e il riconoscimento della qualità che il costo del biglietto dichiara. Bisogna evitare il fanatismo per cui l'arte non è legata all'economia, l'economia sostiene l'arte e la può anche garantire».

 

Esiste il diritto alla cultura?

«Certo che esiste. Abbiamo visto anche come può essere usato in modi aggressivi con i blitz degli ecologisti. Quelle azioni - che mi trovano totalmente contrario - in qualche modo, essendo rimediabili, riconoscono inconsciamente il valore incancellabile dell'arte, che non può essere distrutta».

 

Tornando ai prezzi dei biglietti, alcuni grandi musei, come il Prado o il Louvre, sono gratuiti per chi è disoccupato. Una politica che condivide? E da noi?

«Sì, e auspico che anche in Italia si arrivi a questo. Nello stesso tempo rispetto la politica culturale che tende a dare valore economico alle opere d'arte. Gestire un museo costa: assistenza, protezione, valorizzazione. Senza contare che i musei non si limitano a custodire la bellezza ma fanno anche mostre».

achille bonito oliva

 

Il prezzo della Galleria degli Uffizi rimane invariato, 12 euro, in bassa stagione. Una strategia di destagionalizzazione che aiuterà a spalmare le visite su tutto l'anno?

«È una strategia giusta».

 

Il visitatore paga di più, ma cosa deve avere in cambio? Cosa bisogna cambiare o migliorare nella politica museale?

«Serve un potenziamento della politica espositiva, di mostre».

 

Il Louvre ha mantenuto a 17 euro il prezzo del biglietto e messo un tetto anti-affollamento di 30.000 presenze giornaliere.

«Non è forma di scoraggiamento, si vuole introdurre il senso del silenzio. Un museo non è uno stadio, serve un silenzio assistito che permetta di guardare e riguardare le opere. L'arte per il pubblico è un inciampo, è l'incontro con qualcosa di inaspettato, un'epifania, e perché si realizzi bisogna evitare la ressa, il fanatismo di chi entra solo per guardare la Gioconda, o il pubblico che guarda la Gioconda».

uffizi

 

Cosa pensa del dibattito sui direttori italiani o stranieri dei musei?

«Che i direttori possono essere anche stranieri. L'arte nasce da un'estraneità iniziale, da una sorpresa. Non bisogna essere patriottici e cercare solo le eccellenze del nostro Paese, ci sono tanti stranieri che qui lavorano in sintonia».

Ultimi Dagoreport

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."

consiglio supremo difesa mattarella meloni fazzolari bignami

DAGOREPORT - CRONACA DI UN COMPLOTTO CHE NON C’È: FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, CONSIGLIERE DEL QUIRINALE, SI SARÀ ANCHE FATTO SCAPPARE UNA RIFLESSIONE SULLE DINAMICHE DELLA POLITICA ITALIANA IN VISTA DELLE ELEZIONI 2027. MA BELPIETRO HA MONTATO LA PANNA, UTILE A VENDERE QUALCHE COPIA IN PIÙ E A DARE UN ASSIST A FRATELLI D’ITALIA, SEMPRE PRONTA ALLA LAGNA VITTIMISTA – A QUEL TORDO DI GALEAZZO BIGNAMI È SCAPPATA LA FRIZIONE. E DOPO IL SUO ATTACCO AL COLLE, IL SOLITAMENTE CAUTO GIOVANBATTISTA FAZZOLARI È INTERVENUTO PRECIPITOSAMENTE PER SALVARGLI LA FACCIA (E LE APPARENZE CON IL COLLE) - BELPIETRO ESONDA: "ISTITUZIONALMENTE SCORRETTA LA REPLICA DEL QUIRINALE"

alessandra smerilli riccardo campisi alessandra smerilli papa leone xiv

DAGOREPORT - CHI POTRÀ AIUTARE PAPA PREVOST A RIPIANARE IL DEFICIT ECONOMICO DELLA SANTA SEDE? - LEONE XIV EREDITA DA BERGOGLIO UNA COMMISSIONE PER LA RACCOLTA FONDI PER LE CASSE DEL VATICANO, PRESIEDUTA DA MONSIGNOR ROBERTO CAMPISI E IN CUI C’E’ ANCHE LA SUORA ECONOMISTA ALESSANDRA SMERILLI – I DUE HANNO UNA FREQUENTAZIONE TALMENTE ESIBITA DA FARLI DEFINIRE LA “STRANA COPPIA”. SONO ENTRAMBI AMANTI DELLO SPORT, DELLE PASSEGGIATE, DEI VIAGGI, DEL NUOTO IN ALCUNE PISCINE ROMANE ED ANCHE NEL MARE DI VASTO, DOVE SPESSO I DUE SONO VISTI IN VACANZA - LA SALESIANA SMERILLI, IN TEORIA TENUTA A VIVERE IN UNA COMUNITÀ DELLA SUA CONGREGAZIONE, VIVE IN UN LUSSUOSO APPARTAMENTO A PALAZZO SAN CALLISTO, DOVE LA SERA È DI CASA MONSIGNOR CAMPISI, SPESSO CON ALTRI OSPITI ATTOVAGLIATI AL SUO TAVOLO…

nicola colabianchi beatrice venezi alessandro giuli gianmarco mazzi

FLASH! - DA ROMA SALGONO LE PRESSIONI PER CONVINCERE BEATRICE VENEZI A DIMETTERSI DA DIRETTORE DELL’ORCHESTRA DEL VENEZIANO TEATRO LA FENICE, VISTO CHE IL SOVRINTENDENTE NICOLA COLABIANCHI NON CI PENSA PROPRIO ALLE PROPRIE DIMISSIONI, CHE FAREBBERO DECADERE TUTTE LE CARICHE DEL TEATRO – ALLA RICHIESTA DI SLOGGIARE, SENZA OTTENERE IN CAMBIO UN ALTRO POSTO, L’EX PIANISTA DEGLI ANTICHI RICEVIMENTI DI DONNA ASSUNTA ALMIRANTE AVREBBE REPLICATO DI AVER FATTO NIENT’ALTRO, METTENDO SUL PODIO LA “BACCHETTA NERA”, CHE ESEGUIRE IL “SUGGERIMENTO” DI GIULI E CAMERATI ROMANI. DUNQUE, LA VENEZI E’ UN VOSTRO ‘’PROBLEMA”…