italia inghilterra - esultanza di sergio mattarella

SERGIONE, UNO DI NOI - L'ESULTANZA DI MATTARELLA FA IL GIRO DEL MONDO E DIVENTA VIRALE: ALZA APPENA LE BRACCIA, UNISCE LE MANI, NON SCATTA IN PIEDI (COME FECE PERTINI NEL 1982) E, SENZA FARE L'APPLAUSO, SORRIDE IN MODO SARDONICO QUASI A DIRE "BECCATEVI QUESTA" - HA DIMOSTRATO AI REALI INGLESI COSA SIANO STILE E SOBRIETA' - ALLA FINE SI FA FOTOGRAFARE CON IN MANO IL TRICOLORE E CONDIVIDE CON I GIOCATORI LA SUA GODURIA: "SONO ORGOGLIOSO DI VOI" - VIDEO

 

Mario Ajello per "il Messaggero"

 

ITALIA INGHILTERRA - SERGIO MATTARELLA A WEMBLEY

L'applauso liberatorio di Mattarella: «Abbiamo vinto». Senza enfasi, senza sceneggiate. Da Italia forte della propria forza e non servono gesti troppo retorici ed esultanze eccessivamente folk per sottolineare una squadra che c' è, eccome, e un Paese che è degno della squadra che è degna di questa Italia. Ed evviva. Ha portato fortuna la cravatta del presidente, azzurra come la maglia dei nostri.

 

E la sua mascherina blu, come i calzoncini della squadra del Mancio. E' in tribuna d' onore Mattarella a Wembley, dove ci sono Berrettini e Djokovic, Boris Johnson con William e Kate, Tom Cruise e Beckham e Kate Moss, e nella postura, nel suo sguardo, nella maniera in cui sta sull' attenti mentre canta (sussurrandolo) l'Inno di Mameli a inizio partita il presidente della Repubblica esprime la compostezza e la forza non gridata fatta persona. Uno stile empatico, nel sorriso.

ITALIA INGHILTERRA - SERGIO MATTARELLA A WEMBLEY

 

Un approccio popolare e non popolaresco come quello di Pertini al Bernabeu («Non ci prendono più...», gridava sbracatamente il partigiano Sandro) nel momento in cui gioisce per il gol di Bonucci. Alza le braccia appena un po', poi unisce le mani senza neppure alzarsi in piedi (come Pertini) e senza fare l' applauso e sorride alla sua maniera, timida e quasi impercettibile, dicendo appena e senza urlare: «Gol».

 

Tutto qui. Ed è un bello spettacolo. Alla fine del quale il presidente si fa fotografare con in mano il tricolore e manda ai giocatori tutta la sua ammirazione: «Orgoglioso di voi». «Una grande vittoria, figlia di un grande gioco», questo il suo commento a caldo. E ancora: «L' Italia è una nazione campione». Ma non c' è neanche un filo di retorica nelle parole del presidente. Convinto che il capolavoro azzurro parla da sé.

 

ITALIA INGHILTERRA - ESULTANZA DI SERGIO MATTARELLA

Nel fuoco di Londra l' hanno sentito sussurrare: «Avanti azzurri». Ed è stato l' incarnazione di un Paese rispettabile e rispettato, della serietà che produce risultati. E' seduto affianco a Gravina, palpita ma non si sbraccia il Capo dello Stato perché non ne è capace. Risponde con un gesto della mano ai pochi tifosi italiani presenti che vorrebbero abbracciarlo e gli gridano: «Grazie Sergio».

 

Una short form per trasmettergli l' orgoglio di italiani all' estero, fieri per tutto il terreno recuperato dall' Italia in questa fase - e il merito non è solo di Draghi lo schiacciasassi ma lo è anche e non da oggi del Colle - come Paese che ha ancora tanti problemi da risolvere ma si è messo in pista e ha ritrovato la fiducia in se stesso anche molto al di là del fatto sportivo. Basti vedere le previsioni del Pil in crescita di oltre il 5 per cento.

ITALIA INGHILTERRA - SERGIO MATTARELLA E BORIS JOHNSON

 

E' partito per Londra nel pomeriggio Mattarella, insieme al capo dell' ufficio di segreteria Simone Guerrini, è stato accolto dall' ambasciatore italiano in aeroporto e poi è direttamente andato in auto a Wembley. Sale in tribuna (dove tra il primo e secondo tempo fa i complimenti a Berrettini e gli dice: «Ci vediamo al Quirinale» e dove Fabio Capello autore di uno storico gol a Wembley nel 73 gli dice: «Grazie presidente di essere qui») e comincia il match. Ogni tanto sembra mordersi il labbro o toccarsi la fede al dito quando gli inglesi vanno all' arrembaggio.

mattarella berrettini italia inghilterra

 

L' Italia in campo gli somiglia nella tenacia, non sbracata, con cui conduce la sua partita. Osservare Mattarella palpitante in tribuna è uno spettacolo nello spettacolo. Che racconta di un Paese coriaceo e che non si risparmia tra pressing e ripartenze. Lo stesso a cui proprio Mattarella ha dato il suo timbro in questi anni: pochi grilli per la testa, e massima concentrazione nel connettere tutte le sue parti, nel tessere la tela collettiva, nel sentirsi squadra. Abbiamo definito Mattarella, alla vigilia della finale, l' uomo in più a Wembley: e lo è stato nella maniera in cui proteggeva con gli occhi i giocatori senza il bisogno di incitarli troppo. Perché si fidava di loro. Così come il presidente si fida in generale degli italiani, e perciò non è mai invasivo, didattico, retorico. L' opposto di Pertini.

ITALIA INGHILTERRA - SERGIO MATTARELLA A WEMBLEY

 

Non s'è imbarcato nell' aereo del ritorno in Italia con gli azzurri Mattarella, non ha giocato nessuno scopone scientifico con Mancini come il «presidente partigiano» fece nell' 82 con Bearzot. Rispetto dei ruoli e nessuna demagogia, ecco lo stile Sergio. E se Napolitano, dopo il trionfo azzurro ai Mondiali del 2006, scese negli spogliatoi per festeggiare e brindare con i campioni, Mattarella invece non lo ha fatto: se non altro per rispetto delle norme anti-Covid, che lui e tutto il Quirinale adottano in maniera assoluta, e tutto avrebbe sconsigliato il mescolarsi in un assembramento con i giocatori in una fase di attenzione sanitaria ancora così forte.

 

mattarella

Anche il ricevimento di oggi pomeriggio (diretta su Rai1) al Quirinale, con gli azzurri invitati dal Capo dello Stato insieme a Berrettini si svolgerà nei giardini proprio in ossequio alle norme sanitarie. Mattarella ha twittato: «Grande riconoscenza per Mancini e per tutti gli azzurri. Hanno ben rappresentato l' Italia e reso onore allo sport».

Mattarella fatto il Mattarella a Wembley e in hoc signo vinces.

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?