jonathan pollard

SERVIZI E SEGRETI - TORNA LIBERO JONATHAN POLLARD LA SPIA CHE NEL 1985, PUR LAVORANDO PER LA L’INTELLIGENCE DELLA MARINA AMERICANA, PASSÒ INFORMAZIONI RISERVATE AL MOSSAD - HA SCONTATO TRENT'ANNI DI CARCERE E ORA LASCERÀ GLI USA PER ANDARE IN ISRAELE - NATO IN UNA FAMIGLIA EBRAICA, SOGNAVA LA CIA MA FU SCARTATO. LA MOGLIE COMPAGNA DI SPIONAGGIO, POI IL CARCERE, IL DIVORZIO, IL NUOVO MATRIMONIO IN CELLA E…

Alberto Flores D’Arcais per “la Repubblica”

 

jonathan pollard

Era il 21 novembre 1985 quando gli agenti del Fbi misero in manette un uomo che a Washington si era appena allontanato dall' ambasciata di Israele, dove aveva chiesto asilo politico respinto dalle guardie all' ingresso. Si chiamava Jonathan Pollard, aveva 31 anni, lavorava per l' intelligence della Marina Usa e da un anno era al soldo del Mossad. Esattamente 35 anni dopo (30 passati in carcere e cinque in semi- libertà) l' uomo che per anni ha messo in crisi le relazioni tra gli Stati Uniti e il suo più fedele alleato è diventato un uomo libero e presto andrà a vivere in Israele.

jonathan pollard 5

 

La foto di quell' uomo dai capelli neri, stempiato e con i baffi, divenne per anni il simbolo del più anomalo tradimento nel mondo sotterraneo dello spionaggio, in cui ricatti e vendette sono all' ordine del giorno.

 

Unico cittadino degli Stati Uniti condannato all' ergastolo per aver passato documenti "top secret" a un Paese amico, Pollard si è sempre difeso sostenendo di avere spiato solo perché «l' establishment dei servizi segreti americani ha messo in pericolo la sicurezza di Israele nascondendo informazioni cruciali», fra cui quelle sullo sviluppo di armi chimiche in Iraq e in Siria, informazioni sugli eserciti arabi e le immagini satellitari del quartier generale dell' Olp a Tunisi che servirono all' aviazione di Gerusalemme per il bombardamento del 1985.

 

Una carriera nell' intelligence Usa con qualche errore che oggi non gli verrebbe perdonato, ma che nell' America a cavallo tra i Settanta e gli Ottanta - quando le diverse agenzie di spionaggio si facevano spesso la guerra - gli permise di andare avanti.

jonathan pollard

 

Fare la spia era del resto il sogno di sempre di Jonathan, nato in Texas in una famiglia ebraica, cresciuto in Indiana (il padre, un noto biologo, insegnava alla University of Notre Dame) e fin da piccolo così interessato all' Olocausto da convincere i genitori a portare la famiglia in visita ai campi nazisti in Europa. Un sogno che rendeva a suo modo reale nei racconti (inventati) che faceva ai suoi compagni di college a Stanford: la doppia cittadinanza americana e israeliana, il lavoro per il Mossad, il grado di colonnello dell' esercito israeliano (si inviava falsi telegrammi a nome "Colonel Pollard"), il padre che lavorava per la Cia.

 

jonathan pollard

Una volta finita l'università provò davvero a entrare alla Cia, ma dovette rinunciare dopo aver confessato alla "macchina della verità" di aver usato droghe per oltre quattro anni. Riprovò con l'intelligence della Marina e questa volta gli andò meglio, nonostante le bugie sul lavoro di agente del padre e le droghe (la Cia si rifiutò di dare notizie su Jonathan).

 

Era il 1984 quando, lavorando come intelligence specialist per il Comando Navale che venne a contatto con Aviem Sella, veterano dell' Air Force di Israele e agente sotto copertura del Mossad. A cui, nel suo fervore pro-Israele, offrì i suoi servigi per 10mila dollari cash e due anelli (diamante e zaffiro) che regalò alla fidanzata Anne Henderson chiedendole di sposarla.

 

jonathan pollard 7

Lei accettò e diventò sua partner nello spionaggio. Fu lei ad avvisare Sella sull' arresto del marito - era andata con il marito all' ambasciata ma era sfuggita agli agenti Fbi - e fu anche lei condannata, restando tre anni e mezzo in carcere. Quando uscì si vide recapitare i documenti in cui Jonathan le chiedeva il divorzio. Da tempo vive in Israele e nonostante Pollard si sia risposato (in carcere) con l' attuale moglie Esther (da sempre impegnata nella campagna per la sua liberazione), Anne il 21 novembre è voluta tornare a Washington. «Non ho ancora capito perché ha voluto divorziare», ha dichiarato a Times of Israel .

 

jonathan pollard 4

Trentacinque anni fa per la Casa Bianca (allora il presidente era Ronald Reagan), per la Cia, l' Fbi e ovviamente la Marina, quello di Pollard fu considerato uno dei più gravi tradimenti nella lunga storia dello spionaggio Usa e per quasi 30 anni gli Stati Uniti si rifiutarono di liberarlo come chiedevano con insistenza i leader israeliani.

 

George Tenet - che ha guidato la Central Intelligence Agency per otto anni con Clinton e Bush - ha minacciato più volte le dimissioni e un ripetuto "no" ci fu anche da parte di due falchi dell' amministrazione di George W. Bush molto amici di Israele come il vice-presidente Dick Cheney e il capo del Pentagono Donald Rumsfeld.

 

jonathan pollard 6

Nel 1995 aveva avuto la tanto sospirata nazionalità israeliana, nel novembre 2015 aveva ottenuto la libertà vigilata dopo 30 anni trascorsi nel carcere federale di Butner, in North Carolina. Per anni il premier di Gerusalemme Benjamin Netanyahu ha premuto sulle diverse amministrazioni Usa perché venisse liberato. Prima di abbandonare la Casa Bianca, Donald Trump ha voluto compiere un ultimo gesto in favore del suo più prezioso alleato in Medio Oriente.

jonathan pollard 2JONATHAN POLLARDjonathan pollard 3

Ultimi Dagoreport

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...