amara greco storari davigo

E SONO QUATTRO! - DOPO MILANO, ROMA E PERUGIA, ANCHE LA PROCURA DI BRESCIA APRE UN FASCICOLO SULLA DIFFUSIONE DEI VERBALI SEGRETI DI PIERO AMARA E SUL DOSSIERAGGIO LEGATO ALLA "LOGGIA UNGHERIA" - L'INCHIESTA RICOSTRUIRÀ L'USO CHE IL PM PAOLO STORARI FECE, NELLA PRIMAVERA 2020, DEI VERBALI (SEGRETATI) DI AMARA, PORTANDOLI ALL'ALLORA CONSIGLIERE DEL CSM PIERCAMILLO DAVIGO - POI CI SONO LE INTERLOCUZIONI TRA STORARI E GRECO -  E MATTARELLA GIOVEDÌ TORNA AL CSM: BATTERA' UN COLPO?

Paolo Colonnello e Giuseppe Salvaggiulo per “La Stampa”

 

PIERO AMARA

Mentre il capo dello Stato Sergio Mattarella si appresta a tornare al Csm di cui è presidente di diritto, a poco più un mese di distanza dall'ultima visita, lo scandalo della diffusione illecita dei verbali e del dossieraggio anonimo intorno alla presunta loggia segreta Ungheria «rivelata» dall'avvocato d'affari Piero Amara registra la discesa in campo di un'altra Procura.

 

Dopo Milano, Roma e Perugia, anche Brescia si appresta, entro questa settimana, ad aprire un'inchiesta «a largo raggio», ricostruendo sia i motivi e le eventuali responsabilità dei conflitti nella Procura di Milano, sia l'intera filiera della circolazione sotterranea dei verbali lungo un asse che coinvolge diverse istituzioni «da Milano a Roma».

 

 In primo luogo, dunque, l'inchiesta di Brescia (competente sui magistrati milanesi) ricostruirà l'uso che il pm Paolo Storari fece, nella primavera 2020, dei verbali (segretati) di Amara, portandoli all'allora consigliere del Csm Piercamillo Davigo. Ma non trascurerà le molteplici interlocuzioni (anche scritte) tra lo stesso Storari e il procuratore di Milano Francesco Greco, a proposito delle dichiarazioni di Amara su cui il pm voleva immediatamente aprire un fascicolo per verificarne l'attendibilità.

PIERO AMARA

 

La Procura di Brescia dovrà valutare se nel comportamento di Greco, supportato dai due aggiunti Pedio e Romanelli, si possa configurare un'inerzia colpevole a danno della tempestività delle indagini sulla presunta loggia. È questa la tesi ancora oggi proclamata da Storari («Per sei mesi non si è fatto nulla») e che allora lo indusse a rivolgersi all'amico Davigo per concordare una strategia di «autotutela» e una mossa utile a smuovere la situazione.

 

piercamillo davigo al tg2 2

Così nacque l'idea di consegnargli i verbali di Amara, per investire della questione il Csm, sia pure in modo informale se non irregolare. Gli incontri Storari-Davigo furono almeno due. Uno sicuramente a Milano. Non è escluso che l'altro si sia svolto a Roma, dopo il lockdown. In ogni caso i verbali di Amara, sotto forma apocrifa di file word in bozza, nel maggio 2020 erano a Roma nella stanza di Davigo. Si capisce, quindi, che l'inchiesta bresciana potrebbe arrivare a bussare al Csm. Per capire, anche sulla base delle dichiarazioni di Storari e Davigo, quanti altri membri ne avessero conoscenza (disponibilità?) e in che termini.

 

PAOLO STORARI

E quali comportamenti abbiano posto in essere. Il procuratore generale della Cassazione e membro del Csm Giovanni Salvi ha già spiegato di aver ricevuto da Davigo «nella tarda primavera dell'anno scorso» informazioni sommarie sui «contrasti nella Procura di Milano», senza alcun cenno ai verbali. Fu proprio Salvi a parlarne con il procuratore di Milano Greco, a convocarlo in Cassazione, a promuovere un'accelerazione investigativa coordinandola con le Procure di Roma (dove la presunta loggia avrebbe sede) e Perugia (competente sui magistrati romani citati da Amara in quanto associati). Più eterea, e potenzialmente pericolosa, la questione dei colloqui tra Davigo e il vicepresidente del Csm, David Ermini.

 

francesco greco

Sul punto Davigo ha negato dettagli, riservandoseli per quando sarà convocato in Procura. Fatto sta che Storari, tra maggio e giugno 2020, si sentiva rassicurato dalla «certezza» che Davigo, ottenendone un riscontro, avesse portato la sua doglianza all'attenzione del vicepresidente del Csm e per suo tramite al Quirinale.

 

Senza che ciò, all'epoca, avesse comportato a suo carico procedimenti per illeciti disciplinari né per incompatibilità ambientale (entrambi adesso inevitabili). I colloqui tra Ermini e Davigo sul caso Amara furono almeno due, tra aprile e giugno 2020. Ermini li sta ricostruendo in queste ore. Non li nega, ma nega di aver mai avuto in mano i verbali di Amara che pure Davigo portava con sé, anche fuori dalla sua stanza.

 

piero amara

Ermini ricorda che il nome di Amara gli fu fatto nel primo colloquio, preannunciato da Davigo per informarlo di una «questione della massima importanza» relativa a un'inchiesta «che coinvolge molte persone importanti». Ermini si inquietò al solo sentire il nome dell'avvocato-faccendiere. Ma nega di aver saputo, in quella prima fase, di un conflitto in Procura su quei verbali. Il secondo colloquio avvenne a distanza di due o tre settimane.

 

Davigo aggiunse dettagli (anche sui verbali?), riferì dei contrasti in Procura e di averli portati a conoscenza anche di Salvi. Ermini chiese conferma al procuratore generale e fu informato delle iniziative di coordinamento intraprese. Già intenzionato a non prendere iniziative in assenza di una nota scritta da Davigo, a quel punto si tranquillizzò.

francesco greco

 

La corrente Autonomia e Indipendenza parla di «ignobile sciacallaggio» e chiede «l'attivazione di tutte le istituzioni interessate» ma senza una decisa presa di posizione in difesa del suo fondatore Davigo (mai nominato nel comunicato). Nei nuovi veleni, Ermini intravede «manovre di destabilizzazione» per ridare fiato a campagne per lo scioglimento del Csm, già rintuzzate due anni fa e ieri rilanciate dal centrdestra.

 

Il Quirinale ha da subito manifestato distanza da una vicenda sui cui sono in corso indagini e in cui il Csm, a differenza del caso Palamara, è al momento parte lesa. Nessun membro è accusato di alcunché. Davigo è decaduto sei mesi fa dopo un duro scontro, con i decisivi voti di tutti i consiglieri coinvolti a vario titolo in questa storia: Ermini, Salvi, Di Matteo e Ardita. Giovedì Mattarella sarà di nuovo al Csm, per un documentario sul «giudice ragazzino» Rosario Livatino ucciso dalla mafia nel 1990 e che domenica sarà - lui, sì - beato.

david ermini david ermini giovanni salvi

Ultimi Dagoreport

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…