LA TRAGEDIA DELLE FOIBE E PULIZIE ETNICHE - MICHELE SERRA: “È L'ESITO ORRIBILE DELL'OPERA DI "NAZIONALIZZAZIONE" FASCISTA DI QUELLE TERRE DI CONFINE CHE VIETA DI INSEGNARE LO SLOVENO NELLE SCUOLE (CON BAMBINI IN MAGGIORANZA SLOVENI). È MUSSOLINI CHE A POLA, NEL 1920, DEFINISCE GLI SLAVI "UNA POPOLAZIONE PRIMITIVA, SENZA STORIA, SENZA CULTURA E SENZA LINGUA" - SCONTRO TRA ZANDA E GASPARRI

Mariolina Iossa per il “Corriere della Sera”

 

foibe

Commemorazioni ufficiali ma anche polemiche. Discorsi istituzionali ma anche striscioni provocatori. Il Giorno del Ricordo per il massacro delle Foibe, 16 anni dopo la sua istituzione, non vede ancora superate le divisioni e pacificati gli animi con il giudizio della Storia, come nelle intenzioni del legislatore.

 

Anche ieri, mentre al Senato si ricordava l' eccidio, e si lanciavano moniti «per non dimenticare» e contro «ogni negazionismo», e tutte le alte cariche dello Stato, da Elisabetta Casellati a Roberto Fico a Giuseppe Conte, trovavano l' intesa sulla necessità di «risanare» ferite ancora aperte combattendo ogni forma di «oblio», a Basovizza, quartiere triestino dove già lo scorso anno Matteo Salvini infuocò gli animi, si è consumato uno strappo. I parlamentari dem, Debora Serracchiani, Luigi Zanda e Tatjana Rojic hanno lasciato la foiba in segno di protesta quando ha preso la parola il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri.

 

foibe

Le Foibe sono diventate «un palcoscenico per la destra sovranista», ha twittato Serracchiani. Zanda ha stigmatizzato l'«eccesso di toni da propaganda». Prima di Gasparri, aveva tenuto il suo discorso il presidente del Friuli-Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, della Lega. Entrambi sono stati giudicati poco «canonici» dal Pd. «Ho ripreso il discorso di Mattarella, anche quello era propaganda?», ha ribattuto Gasparri, che ha poi esaltato la grande partecipazione di giovani ed esuli.

luigi zanda

 

Il sacrario giuliano, infatti, è stato invaso da cittadini ma si sono visti pure, come non accadeva in passato, molti volti della politica nazionale, tra cui il ministro per i rapporti con il Parlamento del M5S Federico D' Incà, la leader di FdI Giorgia Meloni e lo stesso Salvini, questi ultimi anche a Monrupino.

 

Prima della cerimonia, a Trieste e in altri paesi della Regione sono comparsi striscioni di CasaPound con la scritta: «Partigiani titini infami e assassini», a cui ha reagito l' Anpi con una nota: «Alle tradizionali miserie dei neofascisti rispondono la storia e la loro irrilevanza. L' Anpi continuerà a fare il suo dovere di memoria in particolare verso le nuove generazioni».

 

Polemiche anche per le dure frasi di Vauro. Il vignettista ha criticato l'«uso strumentale» della Giornata del Ricordo, diventata un «trucido strumento di propaganda sovranista e neofascista».

 

FOIBE-2

Nell' aula del Senato, il premier Conte aveva sottolineato l' importanza di «non sottovalutare mai il rischio di nuovi nazionalismi, odi, divisioni, oblii». Il presidente della Camera Fico aveva chiesto «ancora una volta scusa» per «la ferita inferta a quelle genti e ai loro discendenti», e la presidente del Senato Casellati aveva rimarcato il «silenzio assordante» di troppi anni, che ha dato vita ad un «negazionismo antistorico, anti-italiano e anti-umano».

 

gasparri

Il Parlamento europeo ha ricordato «le vittime italiane di tutti i massacri delle foibe» e a Roma David Sassoli, con la sindaca Virginia Raggi, ha deposto una corona all' Altare della Patria. «Una tragedia nazionale che per troppo tempo si è tentato di negare», ha poi twittato il presidente del Parlamento Ue.

 

2 - PULIZIE ETNICHE

Michele Serra per “la Repubblica”

 

foibe

Le uccisioni, la persecuzione e il conseguente esodo degli italiani di Istria e Dalmazia, che nel Dopoguerra dovettero abbandonare senza colpa le loro case, i loro luoghi, le loro radici, sono una tragedia umana e un crimine politico che solo l' idiozia di qualche ultrà può negare o ridicolizzare. Ma raccontare i fatti, imputabili allo spirito di vendetta del comunismo titino, tacendo l' antefatto, come è accaduto in molte delle faziose, rozze commemorazioni di queste ore, significa fare torto grave alla verità e alla storia.

 

foibe

L' antefatto è la scellerata opera di "nazionalizzazione" fascista di quelle terre di confine. È la riforma Gentile che vieta di insegnare lo sloveno nelle scuole (con bambini in maggioranza sloveni). È Mussolini che a Pola, nel 1920, definisce gli slavi «una popolazione primitiva, senza storia, senza cultura e senza lingua».

 

È il razzismo esplicito (proclamato, scritto, urlato) del fascismo, che pretese di "ripulire" quei luoghi, da sempre di confine e da sempre multietnici, dalla loro componente cosiddetta "allogena": gli slavi, la loro lingua, la loro identità. Erano padroni a casa loro, fino a che arrivarono le camicie nere a "italianizzarli": proprio come tentarono, senza riuscirci, in Alto Adige. Libri, memoria, fonti storiche abbondano.

MICHELE SERRA SULL'AMACA

 

Non serve brandirle come un' arma politica in favore di questa o quella tesi: basterebbe leggerle per capire che la tragedia delle foibe è l' esito orribile di una altrettanto orribile storia di sopraffazioni "etniche" e nazionalismi criminali. Un Paese sereno non avrebbe alcun problema a celebrare a bassa voce, e unito, quel lutto. Non siamo un Paese sereno.

foibe

Ultimi Dagoreport

barigelli cairo

DAGOREPORT - PANDEMONIO ALLA "GAZZETTA DELLO SPORT"! IL DIRETTORE DELLA “ROSEA” STEFANO BARIGELLI VIENE CONTESTATO DAL COMITATO DI REDAZIONE PER LE PRESSIONI ANTI-SCIOPERO ESERCITATE SUI GIORNALISTI – LA SEGRETARIA GENERALE FNSI DENUNCIA: “I COLLEGHI DELLA 'GAZZETTA' CHE VOGLIONO SCIOPERARE VENGONO RINCORSI PER I CORRIDOI DAI LORO CAPIREDATTORI E MINACCIATI: ‘NON TI FACCIO FARE PIÙ LA JUVENTUS…” - BARIGELLI AVREBBE RECLUTATO UNA VENTINA DI GIORNALISTI PER FAR USCIRE IL GIORNALE SABATO E DIMOSTRARE COSI' ALL’EDITORE URBANETTO CAIRO QUANTO CE L’HA DURO – LA VICE-DIRETTRICE ARIANNA RAVELLI AVREBBE PURE DETTO IN MENSA A BARIGELLI: “STIAMO ATTENTI SOLO CHE NON CI SPUTTANI DAGOSPIA...” - VIDEO

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…