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TROPPA FROCIAGGINE ALLE OLIMPIADI – PRESSATO DA PIU’ PARTI (IN VATICANO E NON), PAPA FRANCESCO ALLA FINE HA CRITICATO LA RAPPRESENTAZIONE STILE “ULTIMA CENA” CON LE DRAG QUEEN NELLA CERIMONIA D'APERTURA DEI GIOCHI – OLTRE ALL'ALA CATTOLICA ULTRACONSERVATRICE, SI SONO FATTI SENTIRE I PATRIARCHI CRISTIANI MEDIORIENTALI E LA CHIESA ORTODOSSA RUSSA – ERDOGAN HA TELEFONATO AL PONTEFICE ESPRIMENDO LA SOLIDARIETÀ DEI MUSULMANI PER LE “MANIFESTAZIONI IMMORALI” – A QUEL PUNTO BERGOGLIO, CHE VOLEVA TENERE UN PROFILO BASSO, HA CAPITO CHE TACERE ERA CONTROPRODUCENTE...

Estratto dell’articolo di Iacopo Scaramuzzi per “la Repubblica”

 

papa francesco

Difendere il cristianesimo senza farsi trascinare nella strumentalizzazione politica, prendere posizione senza gettare benzina sul fuoco, rivendicare il ruolo pubblico delle religioni e al contempo disinnescare ogni sentimento da guerra di religione. È lungo questo crinale che si è mossa la Santa Sede criticando l’inaugurazione delle Olimpiadi di Parigi a più di una settimana di distanza.

 

Il Palazzo Apostolico è intervenuto perché non poteva più tacere. Il Papa e i suoi uomini avevano inizialmente optato per l’understatement. Non c’era indifferenza ma la polemica scoppiata attorno alla messa in scena “blasfema” sulla Senna, una tavolata di drag queen che ad alcuni ha ricordato l’ultima cena di Leonardo Da Vinci, è subito sembrata forzata.

 

CERIMONIA INAUGURALE DELLE OLIMPIADI DI PARIGI

Tanto più che il riferimento all’ultima cena era, se c’era, «subliminale», come hanno spiegato gli ideatori: l’allusione esplicita era semmai al banchetto di Dionisio e degli altri dei greci. E la celebre opera leonardesca è stata comunque reintepretata innumerevoli volte, anche senza troppo riguardo, nel corso della storia.

 

Il giorno dopo lo show l’Osservatore Romano si è limitato a riportare la nota di protesta – tutt’altro che infuocata – dei vescovi francesi all’interno di un articolo di cronaca, senza neppure un richiamo nel titolo. Nei giorni successivi, però, sul Vaticano è montata la pressione.

 

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha telefonato al Papa per parlargli di Medio Oriente e ha colto l’occasione per assicurargli la solidarietà dei musulmani per le «manifestazioni immorali» di Parigi. Si sono espressi i patriarchi cristiani mediorientali. È intervenuta con toni incandescenti («Un suicidio storico e culturale») la Chiesa ortodossa russa del patriarca Kirill. Tutti interlocutori-chiave, in particolare sul tema della guerra e della pace, che papa Francesco non vuole certo ignorare.

 

erdogan papa francesco bergoglio

[...] la destra cattolica si è scatenata. Contro i giochi di Parigi si è mobilitato un gruppo di vescovi e cardinali ultraconservatori, per lo più statunitensi, da sempre ostili a Francesco. «Difficile immaginare qualcosa di più degradante e blasfemo», ha dichiarato il cardinale Raymond Leo Burke, trumpiano di ferro. Si è rifatto sentire anche l’arcivescovo scismatico Carlo Maria Viganò, che ha tuonato contro i «vili attacchi a Dio, alla Religione Cattolica e alla Morale naturale da parte dell’élite anticristiana che tiene in ostaggio i Paesi occidentali».

PAPA FRANCESCO KIRILL

 

Sul fronte ecclesiale si andava insomma prospettando una santa alleanza reazionaria contro le “Macroneidi”. Parte di quella «internazionale moralista», per dirla con il fortunato titolo di un saggio di Kristina Stoeckl e Dmitry Uzlaner da poco tradotto in Italia dalla Luiss University Press, sui legami stretti tra ortodossia russa e destra cristiana Usa per combattere le culture wars.

 

Un coagulo che iniziava a mettere nel mirino il Papa, accusato di rimanere silenzioso dinanzi ai cristiani sbertucciati. Fibrillazione tanto più intensa dopo che negli stessi giorni in cui montava la polemica sulle drag queen, Bergoglio ha inviato un messaggio di incoraggiamento a Outreach, l’organizzazione del gesuita statunitense James Martin impegnato nella pastorale con le persone lgbtq+.

 

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Nel Palazzo apostolico è allora maturata l’idea di un intervento. Il risultato è stato un comunicato ufficiale pubblicato sabato sera in francese (quasi a perimetrare la geografia della polemica), con il quale la Santa Sede si dice «rattristata » e «non può che unirsi alle voci che si sono levate nei giorni scorsi per deplorare l’offesa arrecata a molti cristiani e credenti di altre religioni.

 

In un evento prestigioso in cui tutto il mondo si unisce intorno a valori comuni – prosegue il comunicato – non dovrebbero esserci allusioni che ridicolizzano le convinzioni religiose di molte persone. La libertà di espressione, che ovviamente non è in discussione», si precisa, «trova il suo limite nel rispetto degli altri». [...]

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