censura facebook

TUTTI GLI UTENTI FACEBOOK SONO UGUALI, MA ALCUNI SONO PIÙ UGUALI DI ALTRI - UNA SERIE DI DOCUMENTI INTERNI CHE SONO STATI PUBBLICATI DA UN “WHISTLEBLOWER” HANNO RIVELATO CHE FACEBOOK HA CONCESSO A 5,8 MILIONI DI UTENTI VIP IN TUTTO IL MONDO DI VIOLARE LE REGOLE DELLA PIATTAFORMA PER... - TRA I VIP ESENTATI DA CONTROLLI FIGURANO PERSONAGGI COME  DONALD TRUMP, NEYMAR E...

facebook censura

Jacopo Iacoboni per www.lastampa.it

 

«Per alcuni membri selezionati della nostra comunità, non applichiamo le nostre politiche e i nostri standard. A differenza del resto della nostra comunità, queste persone possono violare i nostri standard senza conseguenze». 

 

Facebook ha concesso a 5,8 milioni di utenti vip in tutto il mondo – persone di spicco nella politica, nell’industria, nello sport, nello spettacolo – di violare sistematicamente le regole che la piattaforma si è data (e tanto ha reclamizzato) per limitare l’odio, il revenge porn, le discriminazioni, di genere e religiose. 

facebook censura

 

In sostanza, vip e potenti hanno potuto fare, negli anni precedenti al 2019, quello che gli pareva sulla piattaforma – comprese cose che ad altri sarebbero costate immediata censura, o chiusura dell’account nei casi più gravi. Lo dimostrano una serie di documenti interni che sono stati leakati da un whistleblower e pubblicati in parte dal Wall Street Journal.

 

censura 5

Nei documenti – che abbiamo in parte potuto consultare – si leggono ammissioni inquietanti, all’interno dell’azienda: «Nella realtà non stiamo facendo ciò che diciamo di fare pubblicamente», «è la prassi che Facebook faccia eccezioni per i soggetti potenti», «questo problema è pervasivo e tocca quasi ogni area dell'azienda». 

 

C’è anche una lista, chiamata “X-Check”, di persone e account Vip esenti da pratiche di moderazione dei contenuti standard, e dalle linee guida sui termini di servizio. Stando a quando risulta a La Stampa, al di sopra delle regole c’erano anche politici europei e italiani, di cui non conosciamo però l’identità. 

 

Più i soggetti erano capaci di influenzare e rappresentare «un rischo di pubbliche relazioni» per l’azienda, più venivano favoriti i loro comportamenti anche scorretti, o pericolosi, o che potevano polarizzare e istigare alla violenza.

DONALD TRUMP FACEBOOK

 

Si tratta di una delle rivelazioni più importanti sulle pratiche da correggere dentro Facebook, che potrebbero aver riguardato anche processi elettorali e politici in Italia. Tra i vip inseriti totalmente esentati da controlli figurano personaggi politici come l'ex presidente americano Donald Trump e suo figlio Don jr, Candace Owens, la senatrice radical Elizabeth Warren, calciatori come  l’asso brasiliano Neymar, e lo stesso Mark Zuckerberg. 

 

NEYMAR REVENGE PORN

A Neymar, per fare solo un esempio, fu concesso di pubblicare revenge porn (foto di lei nuda) sulla donna che lo aveva accusato di stupro. Il post fu lasciato un giorno intero sulla piattaforma, i moderatori dei contenuti furono bloccati e fu impedita la rimozione, e quando alla fine il post fu rimosso, era stato già visto da 56 milioni di persone. Una modalità classica anche per episodi di grave disinformazione politica, o di violenze etniche e razziali.

 

censura 4

L’infame post di Trump inneggiante alla violenza di alcuni degli agenti di polizia americani («when the looting starts, the shooting starts», «quando iniziano i saccheggi, si inizia a sparare») è stato uno dei casi più gravi. Un manager di Facebook segnalò immediatamente che il post raggiungeva 90 punti su 100 nella classifica di quelli considerati violenti, «cosa che indicava un’alta probabilità che violasse le regole della piattaforma». 

 

Ma non fu rimosso. Secondo un audit disposto proprio da Menlo Park nel 2019, il problema era «pervasivo, riguardante quasi ogni area dell’azienda», e tale da «porre numerosi rischi legali, di conformità e di legittimità».

censura 2

 

L’Oversight Board di Facebook – l’organismo di controllo che riunisce professori, giuristi ed esperti, ma è stato nominato proprio, paradosso, dall’azienda – ha emesso una dichiarazione che appare piuttosto debole: «Abbiamo espresso in più occasioni preoccupazione per la mancanza di trasparenza nei processi di moderazione dei contenuti di Facebook, in particolare in relazione alla gestione incoerente degli account di alto profilo da parte dell'azienda. Il Board ha ripetutamente raccomandato a Facebook di essere molto più trasparente in generale, inclusa la gestione di account di alto profilo, garantendo al contempo che le sue politiche trattino tutti gli utenti in modo equo». 

 

censura 3

Nulla più che l’ennesima, generica raccomandazione. Andy Stone, portavoce di Facebook, risponde che proprio «i documenti di Facebook citati indicano la necessità di cambiamenti che sono in realtà già in corso nella nostra azienda. Abbiamo nuovi team, nuove risorse e una revisione del processo che è un flusso di lavoro esistente in Facebook».

 

Segno che però negli anni bui del populismo trionfante nel mondo, ai politici è stato concesso di fare qualunque cosa – compreso probabilmente l’uso di cordinazione inautentica nel network. In Italia, ne sappiamo qualcosa.

Ultimi Dagoreport

2025scala la russa

DAGOREPORT - LA DOMANDA CHE SERPEGGIAVA NEL FOYER DELLA SCALA, IERI SERA, ERA: “E ‘GNAZIO? DOVE STA LA RUSSA?”. COME MAI LA SECONDA CARICA DELLO STATO NON HA OCCUPATO LA POLTRONA DEL PALCO REALE, DOVE SI È SEMPRE DISTINTO NELLO STRAZIARE L’INNO DI MAMELI CON I SUOI SICULI ACUTI? IL PRESIDENTE DEL SENATO, TRA LA PRIMA DELLA SCALA SANTA E IL FESTIVAL DI SAN ATREJU, HA PREFERITO ATTOVAGLIARSI AL RISTORANTE “EL CAMINETO”, DIMORA DELLA SODALE SANTANCHÈ A CORTINA D’AMPEZZO...

john elkann mirja cartia dasiero theodore kyriakou

DAGOREPORT - DOMANI, FINALMENTE, GLI EMISSARI DI JOHN ELKANN SI DEGNERANNO DI INCONTRARE I CDR DI “REPUBBLICA” E “LA STAMPA” PER CHIARIRE LO STATO DELLA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRUPPO ANTENNA DI THEODORE KYRIAKOU. PER IL MAGNATE GRECO, I QUOTIDIANI SONO SOLO UN ANTIPASTO: IL SUO VERO OBIETTIVO SAREBBE ACQUISIRE UN'EMITTENTE TELEVISIVA - YAKI NON VEDE L'ORA DI LIQUIDARE IL GRUPPO EDITORIALE, PER FARE SEMPRE PIÙ AFFARI CON EXOR: LA CARTA RAPPRESENTA NEMMENO L'UN PER CENTO DELLA HOLDING, NON DÀ ALCUN GUADAGNO MA SOLO ROTTURE DI COJONI (E LA LINEA ANTI-TRUMP DEI DUE QUOTIDIANI È UNA ROGNA PER IL SEMPRE PIÙ AMERICANO JOHN) - KYRIAKOU HA SUBITO INIZIATO CON IL PIEDINO SBAGLIATO LA CAMPAGNA D’ITALIA: AVREBBE SCELTO COME ADVISOR NIENTEMENO CHE MIRJA CARTIA D’ASERO, EX AD DEL “SOLE 24 ORE” - RETTIFICA! CARTIA D'ASERO: "NON SONO ADVISOR DI ANTENNA O DI KYRIAKOU E NON MI OCCUPO DI EDITORIA DALL'USCITA DAL 'SOLE'"

francesca albanese carlotta vagnoli valeria fonte

DAGOREPORT - COS’HANNO IN COMUNE L’INDECENTE ASSALTO DEI PRO-PAL ALLA REDAZIONE DELLA “STAMPA” E IL "FEMMINISMO" BY CARLOTTA VAGNOLI E VALERIA FONTE? MOLTISSIMO: LA VIOLENZA, L’IDEOLOGIA TOSSICA, L’ACCONDISCENDENZA DI UNA CERTA STAMPA E DI QUEL MONDO EDITORIAL-GIORNALISTICO CHE HA TOLLERATO E SOSTENUTO, CON IMBARAZZANTE CONFORMISMO, QUALUNQUE NEFANDEZZA - E' UNA SVEGLIA PER CHI HA ALLISCIATO E POMPATO ACRITICAMENTE LA GALASSIA MOVIMENTISTA, CONVINTO CHE FOSSE LA PARTE GIUSTA DELLA STORIA - NON ERA NECESSARIO ARRIVARE ALL’IRRUZIONE DEI PRO-PAL E ALL’INCHIESTA DELLA PROCURA DI MONZA SU VAGNOLI-FONTE, PER CAPIRE QUANTA VIOLENZA SI NASCONDESSE DIETRO CERTI “ATTIVISTI” E I LORO METODI...

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”