giorgio pietrostefani marina petrella

TUTTO ‘STO CASINO PER ARRESTARLI E POI UN’ALTRA “LUNGHISSIMA” ATTESA PER L’ESTRADIZIONE. PER IL RIENTRO IN ITALIA DEI TERRORISTI FERMATI A PARIGI CI VORRANNO ALMENO 3 ANNI. POI CI SONO LE CONDIZIONI DI SALUTE, PER ALCUNI GRAVI DA TEMPO, COME GIORGIO PIETROSTEFANI O MARINA PETRELLA, QUELLE UMANITARIE, LA PRESCRIZIONE. DI MARZIO, IL NOME PIÙ IMPORTANTE DELLA LISTA PER GLI UOMINI DELL' OPERAZIONE “OMBRE ROSSE”, CONTINUA A ESSERE “IRREPERIBILE”

Francesca Pierantozzi per il Messaggero

 

GIORGIO PIETROSTEFANI

«Con questi dieci nomi l' affare è chiuso» scandiscono all' Eliseo. In realtà l'«affare» del rientro in Italia dei latitanti degli anni di Piombo è appena cominciato e rischia di essere lungo. «Lunghissimo» ha confermato ieri Irène Terrel, avvocata storica degli ex terroristi che furono accolti dalla Dottrina Mitterrand e che da tre giorni sono in attesa di estradizione. Oltre ai tempi normalmente lunghi della procedura (almeno tre anni) i dossier dei nove che da 48 ore sono stati rimandati a casa, con misure cautelari, in attesa che tutto cominci davanti alla Chambre de l' Instruction il 5 maggio, sono complessi.

 

Dentro c' è un pezzo di storia italiana, ci sono gli incartamenti dei processi («una massa enorme di documenti da tradurre, mi aspetto lunghe udienze», diceva ieri Antoine Comte, avvocato di Sergio Tornaghi, ex brigatista, condannato all' ergastolo), per molti le vecchie richieste di estradizione sempre respinte («e per motivi giuridici, non politici» dicono gli avvocati) poi ci sono le condizioni di salute, per alcuni gravi da tempo, come Giorgio Pietrostefani o Marina Petrella, quelle umanitarie, la prescrizione. È in realtà scattata l' 8 aprile quella per Luigi Bergamin, membro dei Proletari Armati per il Comunismo di Cesare Battisti e condannato a 16 anni e undici mesi come mandante dell' omicidio del maresciallo Antonio Santoro.

pietrostefani e gli altri arrestati a parigi

 

La manovra della procura di Milano per neutralizzare la prescrizione dichiarandolo «delinquente abituale» sembra avere scarse probabilità di successo presso la corte francese. «Una ridicola manovra dilatoria» l' ha definita Irène Terrel. Diverse fonti giudiziarie meno «coinvolte» la pensano come lei. Sul filo della prescrizione anche Maurizio Di Marzio, l' ultimo latitante, l' unico che non si è fatto trovare a casa la mattina del 28 aprile e che non si è nemmeno presentato spontaneamente il giorno dopo davanti alla procuratrice della Corte d' Appello che ha notificato a tutti la richiesta di estradizione.

 

L' ULTIMO LATITANTE Di Marzio - che secondo alcune fonti francesi e italiane era il nome più importante della lista per gli uomini dell' operazione «Ombre Rosse» - continua a essere «irreperibile». Ex brigatista diventato ristoratore, condannato a 14 anni di carcere («di cui sei già scontati» ripeteva spesso) la sua condanna arriva a prescrizione il 10 maggio.

Sofri Bompressi Pietrostefani

 

La battaglia è già aperta per stabilire se il mandato di arresto scattato il 28 aprile è sospensivo della prescrizione, oppure se la mancata notifica della richiesta di estradizione a Di Marzio continua a far correre il calendario. Per gli altri, le prescrizioni cominceranno ad arrivare nel 2022 e nel 2023, quando le procedure saranno sicuramente ancora in corso. Ogni situazione verrà esaminata caso per caso, individualmente. Gli ex terroristi si presenteranno accompagnati dal loro avvocato.

 

LE POSSIBILITÀ La Chambre de l' Instruction passerà al vaglio tutto, incluse «le condizioni nelle quali la giustizia italiana ha preso le sue decisioni». Questo significa che alcuni degli «esuli» francesi potrebbero chiedere la revisione del processo in Italia e un nuovo giudizio.

 

Molti sono stati infatti giudicati in contumacia, assenti perché già latitanti - al processo o al momento della sentenza. Cosa impossibile per il diritto francese, che prevede invece di rifare un nuovo processo. «Le cose sono molto cambiate» ha già detto l' avvocato William Julié, che rappresenta lo stato italiano nella procedura di estradizione.

Giorgio Pietrostefani

 

Non la pensano così nemmeno all' Eliseo, visto che fanno sapere che «tra le persone arrestate ce ne saranno sicuramente che potranno chiedere di beneficiare di un nuovo processo in Italia». Il parere motivato della Chambre de l' Instruction potrebbe arrivare in autunno. Da lì cominceranno i ricorsi davanti alla Cassazione. In caso di conferma, si passerà al capitolo «politico» con la richiesta di estradizione che arriverà sul tavolo del Primo Ministro, che dovrà firmare insieme con il ministro della Giustizia.

 

marina petrella

Saremo già al prossimo mandato Presidenziale (le elezioni ci sono tra un anno, il mandato dura quattro anni) ma per alcuni potremmo essere addirittura al mandato successivo. Difficile dunque sapere quale sarà l' umore del momento, e comunque, anche in caso di richiesta firmata, gli ex terroristi non saranno costretti a partire subito per l' Italia: potranno tentare l' ultimo ricorso amministrativo davanti al Consiglio di Stato. Senza escludere una deviazione verso la Corte per i Diritti Umani. Irène Terrel insiste: «Sarà lunghissima».

 

Si vede fin dall' inizio: «Sono stati rimessi tutti in libertà ha detto ieri Questo è importantissimo perché trasforma tutta la tempistica del procedimento: se le persone sono detenute, tutto diventa urgente, mentre i tempi con le persone libere non sono gli stessi. Abbiamo molti argomenti, li useremo tutti».

Giorgio Pietrostefani adriano sofriMARINA PETRELLAGiorgio Pietrostefani

 

Giorgio Pietrostefani - Omicidio Luigi CalabresiGIORGIO PIETROSTEFANI

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