fabrizio tirabassi soldi vaticano

IN VATICANO DI SVIZZERO NON CI SONO SOLO LE GUARDIE! - L’ALTO FUNZIONARIO FABRIZIO TIRABASSI È STATO PER ANNI RETRIBUITO DALLA BANCA ELVETICA UBS, MENTRE ERA DIPENDENTE DELLA SANTA SEDE! L’ISTITUTO L’HA AVUTO SOTTO CONTRATTO FIN DAL 2004, E GLI GARANTIVA COMMISSIONI SULLE OPERAZIONI FINANZIARIE DELLA SEGRETERIA DI STATO (DOVE LAVORAVA)  – L'INDAGINE PARTITA DALL'INVESTIMENTO SUL PALAZZO DI SLOANE AVENUE A LONDRA POTREBBE ORA TROVARE NUOVI SPUNTI...

Mario Gerevini e Fabrizio Massaro per il “Corriere della Sera”

 

FABRIZIO TIRABASSI

L' alto funzionario del Vaticano Fabrizio Tirabassi è stato per anni retribuito dalla banca svizzera Ubs mentre era dipendente della Santa Sede.

 

Gli sarebbero state pagate commissioni sulle operazioni finanziarie effettuate dalla Segreteria di Stato, presso la quale lavorava, e anche per la presentazione di nuovi clienti. Ubs assieme al Credit Suisse e alla defunta Bsi è uno degli istituti storici di riferimento del Vaticano. Fino a pochi mesi fa proprio presso Ubs era domiciliato, tra l' altro, il conto riservato della Segreteria intestato a Papa Francesco.

 

Tirabassi era uno dei dipendenti laici più influenti del più potente dicastero della curia romana, indirizzava e gestiva gli investimenti finanziari, che nel tempo hanno superato i 600 milioni di euro.

Negli ultimi dieci anni è stato il braccio destro di monsignor Alberto Perlasca e del suo superiore diretto, cardinale Giovanni Angelo Becciu, e, prima di Perlasca, di monsignor Gianfranco Piovano, fino al 2009 mente finanziaria della Segreteria. Sospeso dal servizio l' anno scorso, Tirabassi è tra gli indagati dell' inchiesta vaticana sulla gestione dei fondi delle donazioni.

 

IL PALAZZO DEL VATICANO A SLOAN SQUARE - LONDRA

Secondo documenti consultati dal Corriere , Ubs ha avuto formalmente sotto contratto Tirabassi fin dal 2004, garantendogli una commissione (« fee» ) dello 0,5% annuo sull' ammontare dei patrimoni depositati in conti Ubs e sui nuovi clienti. Il rapporto è continuato a lungo, quantomeno ancora nel 2016, quando il funzionario vaticano risultava titolare del conto cifrato CQUE 666-439 CIDMAN presso la Ubs di Lugano con un milione di euro in deposito. Una «Nota informativa sul cliente-scopo della relazione d' affari» fa riferimento a «una finder fee (0,5%) accordata al cliente per new money confluito presso due altre relazioni presso di noi».

GIANLUIGI TORZI PAPA BERGOGLIO

 

I magistrati sospettano corruzione. La difesa di Tirabassi (gli avvocati Cataldo Intrieri e Massimo Bassi) ribatte che tutto era conosciuto e autorizzato dai superiori, come una sorta di «fringe benefit»: avrebbe incassato fee da Ubs per le operazioni effettuate sui conti della Segreteria, sui quali aveva la procura a operare. Inoltre svolgeva, sempre autorizzato dal Vaticano, anche un' attività privata di commercialista.

 

Comunque siano andate le cose, questo mostra quanta confusione di ruoli, competenze e interessi regnasse nel cuore finanziario della Santa Sede e da chissà quanto tempo. L' avvocato Fabio Viglione, che assiste Becciu, precisa che Tirabassi era lì da ben prima che l' allora arcivescovo arrivasse in Segreteria nel 2011 e che Becciu «mai fu edotto di un suo contratto specifico».

RAFFAELE MINCIONE

 

Ora potrebbe trovare nuovi spunti l' indagine, partita dall' investimento nel palazzo di Sloane Avenue a Londra, che vede coinvolti il fondo Centurion del gestore svizzero Enrico Crasso, i finanzieri Raffaele Mincione e Gianluigi Torzi e lo stesso Becciu per i finanziamenti alla sedicente agente segreta Cecilia Marogna.

 

Il contratto di Tirabassi con Ubs potrebbe portare indietro le lancette della ricostruzione dei fatti e sollevare dubbi su chi «stipendiava» dipendenti vaticani. Solo Ubs? Solo Tirabassi? Testimonianze agli atti dell' inchiesta vaticana attribuirebbero al commercialista provvigioni indirette anche dal Credit Suisse. Da oltre trent' anni dipendente vaticano, stipendio medio di 2.500 euro, Tirabassi, con Perlasca, è stato il custode dell' Obolo di San Pietro, in buona parte bruciato in investimenti speculativi e costi professionali (consulenti, provvigioni) fuori controllo. Dalle pieghe dell' inchiesta spuntano nuove operazioni, di cui finora nulla era filtrato. Anche queste promosse o favorite da Tirabassi.

giovanni angelo becciu

 

A ottobre 2017 fu deciso di sottoscrivere prodotti finanziari di Astaldi, società romana di costruzioni che lottava per sopravvivere, liquidando titoli Commerzbank. A un passo dal crac, Astaldi è stata assorbita da Salini Impregilo (ora WeBuild). E la Segreteria ha portato a casa una perdita del 70% in meno di un anno.

 

CECILIA MAROGNA

Inoltre gli uomini di Pietro Parolin, numero due del Vaticano, hanno investito 20 milioni su Hearth Ethical fund lanciato nel febbraio 2018 da Valori AM. Tirabassi avrebbe proposto l' investimento (adeguato al profilo della Segreteria, almeno per la denominazione «etica») ad altri soggetti legati alla curia. Guadagnando anche lì delle commissioni. Il funzionario ha consegnato ai magistrati vaticani una memoria in cui fra l' altro spiega che non aveva poteri di firma e che ogni investimento veniva deciso e concluso dai suoi superiori. E Ubs? Laconicamente, risponde «no comment».

fabrizio tirabassi enrico crasso gianluigi torzi carlino di ruzza mauriello tirabassi sansoneGIANLUIGI TORZI

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."