VIDEO! I PENDOLARI DEL CRIMINE- SGOMINATA UNA BANDA DI 12 ALGERINI, RESIDENTI IN SPAGNA E FRANCIA - MAESTRI IN FURTI E TRAVESTIMENTI, ARRIVAVANO IN ITALIA, FACEVANO TAPPA ALL'AEROPORTO DI FIUMICINO E DEPREDAVANO I TURISTI DI PASSAGGIO, SOPRATTUTTO RUSSI E CINESI – ECCO LA LORO TECNICA - VIDEO

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Alessia Marani per “il Messaggero”

 

sgominata banda di 12 algerini - pendolari del crimine sgominata banda di 12 algerini - pendolari del crimine

Presi i pendolari del crimine. Nella rete una banda composta da dodici algerini, residenti in Spagna e in Francia, che arrivavano in Italia, facevano tappa all'aeroporto di Fiumicino e depredavano i turisti di passaggio, soprattutto quelli appena scesi o diretti nei paesi arabi, in Russia o Cina, i più facoltosi.

 

Si spacciavano anche loro per viaggiatori, al seguito si portavano un trolley vuoto con all'interno solo una camicia diversa con la quale cambiarsi subito dopo avere commesso il furto ed entravano in azione appena il bersaglio si distraeva. In appena tre mesi di indagini, gli investigatori della Polizia di frontiera dello scalo sono riusciti ad attribuire alla gang, ben organizzata e con solidi appoggi nella Capitale, almeno un quindicina di colpi, tre dei quali per bottini superiori ai 50mila euro. Alcuni messi a segno anche in hotel a cinque stelle nell'area aeroportuale e a Monte Mario.

 

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Un'indagine affatto semplice e resa ancora più complicata, per certi versi, dalla burocrazia giudiziaria. Uno dei componenti, infatti, era stato già sorpreso in flagrante questa estate ma era stato subito rimesso in libertà dal giudice e dopo appena 7 giorni di nuovo sorpreso ad agire dai poliziotti. Altri suoi connazionali, una volta fermati, hanno dichiarato di essere cittadini libici e, quindi, destinatari di una protezione speciale che ha rallentato il corso delle indagini.

 

I poliziotti dopo le prime denunce hanno cominciato a visionare le immagini registrate dalle telecamere di sicurezza, notando alcuni volti ripetersi sulla scena. Ma non sempre gli stessi, i membri della batteria erano intercambiabili. Finché i poliziotti non si sono messi sulle tracce dei taxi o degli Ncc che, subito dopo i raid, li accompagnavano in zona piazza Vittorio, lasciandoli sempre all'incrocio tra via Conte Verde e viale Manzoni.

 

«Dove - spiega il sostituto commissario Fernando Spaziali - dormivano presso b&b e ostelli gestiti da connazionali che in barba alla legge antiterrorismo non registravano la loro presenza». Gli algerini arrestati, tutti tra i 25 e i 35 anni, lo hanno proprio confessato: «Non andavamo dai bengalesi o dai pakistani perché quelli ci chiedevano i documenti». Altre volte per muoversi usavano auto a noleggio, sempre prese in strutture poco attente, noleggiatori low cost sulla Casiliana e al Portonaccio che non si creavano problemi ad avere solo fotocopie di patenti nemmeno valide in Italia. Quando, però, il colpo non era molto remunerativo, se ne andavano in autobus.

 

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I componenti della banda arrivavano spesso in aeroporto anche per dei sopralluoghi e i loro volti sono cominciati a diventare familiari per i poliziotti di pattuglia. Alcuni sono stati avvistati anche a Milano Malpensa. Dopo avere identificato il primo, gli agenti hanno cominciato a lavorare sulle sue frequentazioni e sulle tracce lasciate dai telefonini tra Roma e l'estero. Alcuni degli spagnoli e francesi lo sarebbero in virtù di matrimoni fittizi contratti in quei Paesi.

 

Segnalazioni ad hoc sono state inviate alle autorità locali. Negli hotel riuscivano a intrufolarsi nelle hall e a colpire durante il check-in o il check-out. L'ultimo furto lo avevano consumato ai danni di una turista canadese a cui è stata poi riconsegnare la refurtiva. In 5 sono stati arrestati, 7 i denunciati. Adesso la parola passa di nuovo ai magistrati.

 

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