sergio rizzo alessandro campi fascismo

VIVERE CON UN FASCIO NELL'OCCHIO – CANCELLARE I SEGNI LASCIATI DAL FASCISMO O TENERLI A ETERNA MEMORIA? SERGIO RIZZO E ALESSANDRO CAMPI IN UN SAGGIO PER SOLFERINO AFFRONTANO IL NODO IRRISOLTO DELLE VESTIGIA DEL VENTENNIO – STRADE, PIAZZE, PALAZZI E MONUMENTI SPARSI PER TUTTA ITALIA, UN PAESE CHE “HA ACCURATAMENTE EVITATO DI FARE I CONTI CON QUEL FRAMMENTO DI STORIA DECISIVA LASCIANDO CHE CONTINUASSE AD AVVELENARE LA POLITICA E I RAPPORTI SOCIALI”

Gian Antonio Stella per il “Corriere della Sera”

 

sergio rizzo alessandro campi ombra lunga del fascismo

«Questo Comune/ è consacrato/ al cuore immacolato di Maria». Se la cavò così, nel primo dopoguerra quando i democristiani distribuivano volantini tipo «Pensa, ragazza mia/ al tuo sogno d'amor/ combatti la follia/ del bieco agitator», un municipio veneto deciso a stare alla larga dalle risse postbelliche. Prese la vecchia targa fascista piena zeppa di roboante retorica mussoliniana, rasò la lastra in marmo e si affidò alla Madonna Pellegrina.

 

Altri andarono oltre. Come a Pianura, Napoli, dove una lastra in marmo del 1936 contro le sanzioni della Società delle Nazioni (c'era il profilo dell'Etiopia e la scritta «Il popolo italiano ha creato col suo sangue l'Impero. Lo feconderà col suo lavoro e lo difenderà contro chiunque colle sue armi...») fu semplicemente ribaltata. Per ospitare sul retro, ora faccia a vista, una dedica alle Quattro Giornate di Napoli: «Il 29 settembre 1943/ caddero in Pianura/ baciati dalla gloria/ del popolo insorto contro/ la barbarie nazi fascista/ Colimoro Pasquale/ Mele Evangelista/ Vaccaro Antonio/ Mangiapia Fedele/ Longobardi Giuseppina/ Di Nardo Teresa/ Ai barbari oppressori/ eterno odio/ Ai martiri del popolo/ eterna gloria/ Pianura 1-10-1944». Scelta via via coperta dalla polvere del tempo ma destinata molti anni dopo, nel 2015, a sollevare una selva di polemiche a scoppio ritardato.

casa del fascio asti a forma di m

 

È l'Italia «double face, dublefàs per dirla in volgare. Su un lato è fascista, su quello opposto è antifascista», scrivono nel saggio L'ombra lunga del fascismo. Perché l'Italia è ancora ferma a Mussolini il politologo, docente a Perugia e studioso del pensiero di destra Alessandro Campi e il giornalista e scrittore Sergio Rizzo, per anni al «Corriere», autore di libri di successo tra cui Potere assoluto. I cento magistrati che comandano in Italia.

 

Un'Italia che non piace, per quanto vengano da percorsi politici e professionali diversi, a tutti e due. Un'Italia che ha sempre «accuratamente evitato di fare i conti con quel frammento di storia decisiva» che fu il Ventennio «lasciando tuttavia che continuasse ad avvelenare la politica e i rapporti sociali di uno dei più grandi Paesi liberi dell'Occidente, fondatore dell'Unione Europea. Con rigurgiti che si fanno sempre più inquietanti e che oggi alimentano le pulsioni sovraniste e populiste».

 

SERGIO RIZZO

Dicono tutto, ad esempio, «le due lapidi collocate una sopra l'altra sul medesimo muro della sua casa a Grazzano, paese di seicento anime nel Monferrato. Dice la targa più in alto: "Qui nacque/ Pietro Badoglio/ Maresciallo d'Italia/ Eroe del Sabotino/ Primo viceré d'Etiopia/ Intrepido portò alla vittoria/ Le falangi armate/ dell'Italia nostra/ In quella guerra d'Africa/ Che diede/ a Roma/ l'Impero/ I Grazzanesi 24 maggio 1936».

 

Dice la seconda più in basso: "In questa casa/ Nacque il 28-9-1871 e morì il 1-11-1956/ Pietro Badoglio/ Maresciallo d'Italia/ Capo del governo in tragica ora/ Assicurò la continuità costituzionale/ Attuò la cobelligeranza dell'Italia/ Fra le libere nazioni contro l'oppressione nazista/ Nel cinquantenario degli storici avvenimenti/ I Grazzanesi ricordano con gratitudine/ Il grande concittadino..." Un esempio da manuale di cerchiobottismo».

 

alessandro campi

Esempio seguito, del resto, in centinaia di casi sparsi per l'Italia che Campi e Rizzo elencano spesso con ribrezzo. Come nel caso del nome dell'aeroporto di Comiso conteso per anni tra chi proponeva Pio La Torre e chi (i vertici dell'Aeronautica) il generale Vincenzo Magliocco, tra i «responsabili materiali degli eccidi etiopici col gas», chiuso con un compromesso: il nome dello scalo alla vittima della mafia, quello della via principale al generale.

 

Il tutto quasi vent' anni dopo che il generale Domenico Corcione, ministro della difesa del governo Dini, aveva ammesso ufficialmente le responsabilità italiane nell'impiego di «bombe d'aereo e proiettili d'artiglieria caricati ad iprite ed arsine». Impiego «noto a Badoglio» e ovviamente a quel Rodolfo Graziani (ricordate almeno il massacro di tutti i monaci e i diaconi cristiani etiopi di Debra Libanos?) cui sarebbe stato intestato il parco giochi per bambini di Filettino, rimasto tale nel 2017 («Si è sempre chiamato così, non ci vedo niente di male», disse il sindaco rivendicando di essere «di sinistra») dopo un restauro da 285 mila euro. Ambiguità inaccettabili.

 

Del resto cosa disse nel 1993 la nipote Alessandra? «Per togliere le tracce dell'operato di Mussolini bisognerebbe radere al suolo l'Italia». Aveva ragione. Ma in che senso? Per la grandiosità delle sue gesta, come insistono a ribadire i neofascisti più rissosi, o per la prepotenza con cui il duce volle marchiare il «suo» ventennio?

 

luce dell antica madre di gerardo dottori prima e dopo il ritocco

L'immensa M sviluppata dalla Casa del Fascio di Asti, oggi sede dell'Agenzia delle Entrate. La gigantesca scritta Dux costruita piantando nel 1939 migliaia di pini sul fianco desolato del monte Giano tra Lazio e Abruzzo, non solo mai cancellata ma restaurata nel 2018 dai militanti di CasaPound. Lo spropositato profilo montuoso al Passo del Furlo, nelle Marche, che il comune di Fermignano deliberò nel 1935 di cambiare (in America erano al lavoro per il famoso monte Rushmore) perché assumesse le maschie sembianze del dittatore, profilo che non piacque a «Lui» perché pareva dormire.

 

BOLZANO BASSORILIEVO DUCE SCRITTA HANNAH ARENDT

E via così. L'immenso fascio littorio riemerso nel luglio 2021 dal restauro del mercato coperto di Perugia. Lo smisurato affresco, coperto per decenni nel salone d'onore del Coni, che domina il palco dove si svolgono tutte le cerimonie sportive ufficiali, anche coi maggiori ospiti internazionali, «senza un cartello che spieghi di cosa si tratta, quando e in quale contesto è stata realizzata, ma soprattutto perché è ancora lì».

 

«Cancellare o conservare?», si chiedono gli autori, «Oppure conservare spiegando? Il problema è che quel dilemma non soltanto non è stato risolto, ma nemmeno mai affrontato in modo serio e organico». Certo, talora son possibili «ritocchi» come nel caso di un affresco all'Università per stranieri di Perugia del futurista Gerardo Dottori, La luce dell'antica madre , dove spiccava tra i costruttori dell'antica Roma, come Enea e Romolo un robusto operaio dalla testa lucida e dalla mascella volitiva che sposta blocchi di pietra: che fare a guerra finita? Tira e molla, se ne occupa lo stesso pittore, cambiando faccia al Duce ora biondo e riccioluto.

 

marcia su roma

Ancora più interessante, forse, la statua di bronzo di due metri e mezzo all'Eur dal titolo Il Genio del fascismo. Un atleta nudo che fa il saluto romano. Che fare? Idea: nel 1953, come racconterà Fabio Isman, gli coprono le mani con due «cesti», quelle specie di guanti in cuoio usati dai pugili nell'antica Roma. Ma dove ogni ritocco è impossibile? Il dibattito è ancora in corso. Anzi, in tema di cancel culture, è più vivo che mai.

 

Forse la soluzione migliore, secondo il politologo e lo scrittore, sarebbe quella di Bolzano dove lo smoderato bassorilievo col Duce a cavallo (trentadue metri per cinque!) sbattuto in faccia ai sudtirolesi sul Palazzo delle Finanze in piazza Tribunale è ancora al suo posto. Ma una scritta al neon impossibile da non vedere riporta in tre lingue una frase di Hannah Arendt: «Nessuno ha il diritto di obbedire».

SERGIO RIZZO 19

 

E sono stati davvero troppi gli italiani, scienziati e magistrati, letterati e ingegneri, giornalisti e burocrati, come dimostra L'ombra lunga del fascismo, che si adagiarono nell'obbedienza spesso servile a Mussolini per poi addomesticare il loro passato come fosse stato soltanto una svista giovanile.

Alessandro Campi al telefono alessandro campiSERGIO RIZZO 9mussolini hitlerbenito mussolini 1predappio museo fascismo

Ultimi Dagoreport

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…