russia ucraina grano putin zelensky

ZELENSKY SI È MESSO A FARE IL GIOCO DEL BARATTO: IL NOSTRO GRANO PER IL GAS RUSSO - SPIAZZANTE PROPOSTA DIPLOMATICA DA PARTE DI KIEV: LA TOLLERANZA DA PARTE DI MOSCA DEL PASSAGGIO DEI CARICHI DI GRANO (E MAGARI ANCHE UNO SBLOCCO DEI MILIONI DI TONNELLATE RIMASTE ANCORATE A ODESSA E NEGLI ALTRI PORTI), IN CAMBIO DELLA RIPRESA A PIENO RITMO DELLE FORNITURE DI GAS IN EUROPA ATTRAVERSO LA RETE DI GASDOTTI IN TERRITORIO UCRAINO - UN MODO PER EVITARE LA CRISI ALIMENTARE E PER…

Gab. Ros. Per “Il Messaggero

 

dopo la guerra crisi del grano ucraino 5

Tornare a far transitare a regime il gas russo dall'Ucraina per consentire ai cereali rimasti bloccati di lasciare il Paese. È più di una suggestione quella che vedrebbe possibile uno scambio tra Kiev e Mosca per sbloccare l'impasse alimentare che, secondo l'Onu, rischia di aggravare il rischio fame per 44 milioni di persone al mondo, in particolare in Africa e Medio Oriente.

 

Soprattutto perché l'ipotesi arriva appena due giorni dopo la chiusura, da parte dell'operatore nazionale ucraino, dei rubinetti per il gas russo situati a Sokhranivka, nel Donbass, a causa delle operazioni militari dell'esercito di Mosca nella regione.

dopo la guerra crisi del grano ucraino 3

 

Sullo sfondo, prende forma il piano della Commissione europea per aggirare via terra il blocco dei porti sul Mar Nero che tiene ostaggio grano, mais e altri cereali ucraini destinati all'export, in modo da liberare i silos per fare spazio al nuovo raccolto.

 

dopo la guerra crisi del grano ucraino 2

Ieri Bruxelles ha presentato la strategia per creare dei corridoi della solidarietà - sull'esempio dei corridoi verdi istituiti a inizio pandemia per facilitare il commercio tra Stati Ue - così da consentire a Kiev di esportare i propri prodotti agricoli su gomma e su rotaia ed anche di importare ciò di cui necessita per sostenere la produzione: dai mangimi per gli animali ai fertilizzanti, ma pure aiuti umanitari.

 

dopo la guerra crisi del grano ucraino 1

«Abbiamo davanti una sfida gigantesca. 20 milioni di tonnellate di cereali devono lasciare l'Ucraina in meno di tre mesi utilizzando l'infrastruttura dell'Ue», ha commentato la commissaria ai Trasporti Adina Vlean, illustrando il piano d'azione.

 

LE SPEDIZIONI

Le difficoltà sono anzitutto tecniche: le spedizioni via treno vanno a rilento a causa dei problemi logistici nella rete ferroviaria, visto che manca uniformità nello scartamento dei binari tra l'Ucraina e i Paesi Ue. Il che significa che la gran parte delle merci deve essere trasferita su autocarri oppure su vagoni conformi allo standard dell'Unione.

 

PUTIN ZELENSKY

Motivo per cui la Commissione preme per dare priorità ai convogli in arrivo dall'Ucraina e mettere a disposizione veicoli aggiuntivi per il trasporto. Più tir e treni, quindi, ma anche navi che possano partire alla volta delle destinazioni finali dai porti più vicini, nel Mar Baltico.

 

putin zelensky

E poi ci sono gli intoppi nelle procedure di sdoganamento, con tempi di attesa alla frontiera che vanno da 16 a 30 giorni, tanto che Bruxelles esorta i governi a garantire «massima flessibilità e personale adeguato per accelerare le pratiche ai valichi».

 

L'Ue sta valutando inoltre di assicurare sul proprio territorio lo stoccaggio dei cereali ucraini in attesa di spedizione e di mettere a disposizione garanzie finanziarie aggiuntive a quei trasportatori che decideranno di andare nel Paese a caricare merci.

 

MEME ZELENSKY PUTIN

I prodotti agricoli ucraini valgono il 20% del totale dei ricavi delle esportazioni di Kiev, un dato da tenere ben presente per capire la portata finanziaria di primo piano del tema per la leadership del Paese, che vi vede pure un canale per recuperare nuove risorse necessarie alla resistenza.

 

Al punto che potrebbe delinearsi una tentazione diplomatica da parte di Kiev: barattare la tolleranza da parte di Mosca del passaggio dei carichi di grano (e magari anche uno sblocco dei milioni di tonnellate rimaste ancorate a Odessa e negli altri porti), con la ripresa a pieno ritmo delle forniture di gas in Europa attraverso la rete di gasdotti in territorio ucraino.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…