vincenzo visco

''I GRANDI DEBITI NON SI RIMBORSANO''. MA CHI È, BORGHI? NO, VINCENZO VISCO! L'EX MINISTRO SPOSA LA LINEA SASSOLI CONTRO GENTILONI E GUALTIERI: ''A PARTE IL CASO, MOLTO FAVOREVOLE E AUSPICABILE, DI UN LUNGO PERIODO DI CRESCITA ACCELERATA IN GRADO DI RIASSORBIRE GROSSI DEBITI, GLI STATI HANNO FATTO DEFAULT, RISTRUTTURAZIONE O CONVERSIONE (ANCHE FORZATA), O USATO L’INFLAZIONE PER CANCELLARLI IN TUTTO O IN PARTE''

Vincenzo Visco per ''Il Sole 24 Ore''

 

Il presidente del Parlamento europeo David Sassoli è stato molto criticato per aver parlato della possibilità di “cancellare” l’extra debito prodotto dalla crisi del Covid-19. In proposito si è fatto riferimento al rischio di una simile affermazione da parte dell’esponente di un Paese poco credibile dal punto di vista della responsabilità finanziaria, ma soprattutto abbiamo assistito a una ennesima manifestazione di perbenismo europeista che prescinde dai dibattiti in corso, più o meno riservati, e anche dall’intera storia dell’umanità nel corso dei millenni, che ha visto la sistematica contrapposizione tra creditori e debitori, e la sistematica richiesta, e le proposte, di “remissione” dei debiti da parte di uomini politici e autorità religiose.

VINCENZO VISCO

 

La realtà è che nell’intera storia dell’economia i grandi debiti, in un modo o nell’altro, non sono mai stati rimborsati. Quando i governi si sono trovati nella necessità di rientrare da situazioni di grande indebitamento (per esempio dopo la conclusione di una guerra) hanno fatto ricorso a numerosi strumenti e tecniche diverse. A parte il caso, molto favorevole e auspicabile, di un lungo periodo di crescita accelerata in grado di riassorbire progressivamente il debito, non di rado gli Stati hanno fatto default, o ripudiato i debiti, o sono intervenuti con operazioni di ristrutturazione o conversione (anche forzata), o hanno utilizzato l’inflazione per cancellarli in tutto o in parte.

 

DAVID SASSOLI ROBERTO GUALTIERI

In passato tutti i governi hanno fatto ricorso a interventi sistematici di “repressione finanziaria”, e cioè a misure volte a ridurre il costo del debito tenendo bassi in modo artificiale i tassi di interesse (che è poi quello che fanno oggi le banche centrali con i loro quantitative easing), o ponendo vincoli di portafoglio alle istituzioni finanziarie (banche, assicurazioni, fondi pensione). Per effetto di tali misure è possibile verificare, per esempio, come negli Stati Uniti il tasso di interesse reale sul debito pubblico sia risultato negativo per un quarto del periodo compreso tra il 1945 e i11980, e che lo stesso fenomeno si è verificato in Italia per tutti gli anni ’70 del secolo scorso. È chiaro che non si tratta di comportamenti ortodossi né commendevoli e che anzi sarebbe opportuno evitare, ma in caso di necessità è evidente che la realtà e le sue esigenze fanno premio sull’ortodossia finanziaria.

 

Non è un caso quindi che dopo la crisi del 2007-08 siano state avanzate numerose proposte volte a ridimensionare i rischi collegati alla crescita esponenziale dei debiti pubblici. Per ricordarne alcune si può fare riferimento alle proposte di De Grauwe e Moesen (2009), e di Delpa e von Weizskker (2010), che prevedevano la trasformazione del debito pubblico dei singoli Paesi europei, per una quota variabile tra il 40 e il 60%, in eurobond garantiti congiuntamente da tutti i Paesi, con l’obiettivo di eliminare gli spread e stabilizzare il debito nell’Eurozona. Queste proposte sono poi state rilanciate da altri autori, quali Monti, Junker e Tremonti, Amato e Verhofstadt.

 

VINCENZO Visco

Vanno poi ricordate le proposte di Savona (2010) che proponeva di collocare presso il Fmi una quota rilevante dei debiti pubblici globali, denominandola in diritti speciali di prelievo, e di chi scrive (2010 e 2011) volta ad affrontare direttamente il problema principale che abbiamo di fronte, vale a dire la gestione dell’eccesso di debito derivante dalla crisi del 2007-08 e ora dalla pandemia da coronavirus. A tal fine, capovolgendo l’approccio fino allora seguito, si proponeva di collocare il debito eccedente il 60% del Pil di ciascun Paese europeo in un apposito fondo in grado di emettere obbligazioni a lunghissimo termine (25-30 anni) con la garanzia congiunta di tutti i Paesi partecipanti, e il finanziamento del servizio tramite un earmarking di una quota del gettito fiscale nazionale proporzionale alla quota di debito trasferita da ciascun Paese. Successivamente (2012) una proposta quasi identica fu avanzata dai “saggi” tedeschi del German Council of Economic Experts.

 

Vi è poi la proposta di Paris e Wyplosz (2014), che prevedeva la costituzione di una speciale agenzia che avrebbe dovuto acquistare il 50% del debito dei diversi Paesi man mano che esso fosse giunto a maturità, in proporzione alle quote di partecipazione nella Bce. L’agenzia avrebbe emesso le obbligazioni necessarie a finanziare l’acquisto dei titoli, e successivamente i titoli acquistati sarebbero stati scambiati con titoli irredimibili e a tasso zero dello stesso valore. In questo modo il 50% del debito europeo sarebbe stato di fatto cancellato.

 

Tra le proposte più recenti vi è quella di Minenna (2017) che propone che il Mes diventi il garante dei debiti europei mediante l’acquisto alla scadenza dei titoli dei diversi Paesi che verrebbero sostituiti da titoli a rischio condiviso, ma prevedendo il pagamento da parte dei Paesi più indebitati di un ammontare annuo pari alla quota di rischio specifico di ciascuno in base agli spread esistenti sul mercato. In questo modo si otterrebbe la convergenza dei tassi di interesse, la trasformazione in eurobond dell’intero debito europeo in in anni, e la riduzione del debito complessivo europeo di circa 40 punti, mentre quello italiano scenderebbe al 90% del Pil.

GIUSEPPE CONTE PAOLO GENTILONI ROBERTO GUALTIERI

 

Infine la proposta più recente è quella di Micossi (2020) che pone anche essa il Mes al centro dell’operazione, prevedendo che esso acquisti il debito pubblico oggi posseduto dal sistema delle Banche centrali europee, mentre alla scadenza i titoli verrebbero trasformati in nuovi titoli a lunghissimo termine, in sostanza irredimibili, titoli che, come ora avviene per le emissioni del Mes, godrebbero della garanzia di tutti gli Stati partecipanti alla moneta unica, mentre il rischio rimarrebbe, come ora, in capo alle Banche centrali. Questa proposta equivale alla trasformazione in eurobond del debito pubblico acquistato negli ultimi anni dalla Bce (pari a circa il 30% del totale), e alla sua “cancellazione” di fatto.

 

Stando così le cose, il presidente Sassoli, con la sua metafora, non ha fatto altro che manifestare la consapevolezza di un lungo dibattito e di una esigenza ormai condivisa a livello globale, come dimostrano anche le conclusioni del recente G20 e va quindi pienamente “assolto”. Per attuare questo tipo di interventi in Europa bisognerà superare inevitabili resistenze (ideologiche), ma anche il Recovery fund solo un anno fa sarebbe apparso come una proposta estemporanea, stravagante e inaccettabile.

Ultimi Dagoreport

emanuele filberto di savoia - consulta dei senatori del regno

MONARCHIA UNICA VIA! – SABATO PROSSIMO A PALAZZO BORGHESE DI FIRENZE SI RIUNISCE QUEL CHE RESTA DEI MONARCHICI DE’ NOANTRI, PER LA SERATA DI GALA DELL’ORGANIZZAZIONE “CONSULTA DEI SENATORI DEL REGNO”. OSPITE D’ONORE “SUA ALTEZZA REALE” EMANUELE FILIBERTO DI SAVOIA – NELL’INVITO SONO BEN EVIDENZIALE LE “NOTE DI ETICHETTA”: “È CONSUETUDINE FARE L'INCHINO (C.D. CURTSY) AD UN'ALTEZZA REALE, DINANZI ALLA SUA PERSONA”, “NON È CONSUETUDINE (POICHÉ NON ELEGANTE) UTILIZZARE COSTANTEMENTE I TELEFONI CELLULARI” – AGLI UOMINI È “RICHIESTO IL COSIDDETTO ‘WHITE TIE-CRAVATTA BIANCA’ VALE A DIRE IL ‘FRAC’”. E PER LE DONNE? "È D’UOPO L’ABITO LUNGO. NON SONO AMMESSI..."

camille cheneaux mieli mario draghi

FLASH! - DALLO SPORT ALLA POLITICA, IL PASSO È BREVE. DOPO L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO SILVIA SALIS, UN’ALTRA EX ATLETA SALE ALLA RIBALTA, L’ITALO-SVIZZERA CAMILLE CHENAUX - DOTATA DI UN DOTTORATO DI RICERCA IN RELAZIONI INTERNAZIONALI, LA NEO-POLITOLOGA HA STREGATO PAOLINO MIELI CHE A OTTOBRE HA PRESENTATO A ROMA IL SUO LIBRO: "CRISI DELLO STATO-NAZIONE E POPULISMI EUROPEI" - IERI È STATA LA VOLTA DI MARIOPIO DRAGHI, PREMIATO ALLA FONDAZIONE PRIMOLI, DI CONOSCERE LA FATALE CAMILLE… - VIDEO

2025croserossa croce rossa

CAFONALISSIMO DELLE “CROCEROSSINE” – CHIAMATE LA CROCE VERDE: AL “CHARITY GALA DINNER” CONTRO LA VIOLENZA DI GENERE (QUALE?), ORGANIZZATO DALLA CROCE ROSSA, SFILA LA "VIA TRUCIS" DI ROMA GODONA: LA FATALE MARIA ELENA BOSCHI CON ROSSETTO-SANGUE, IN COMPAGNIA DI UN UOMO MISTERIOSO (“È SOLO UN AMICO”), LAURA RAVETTO SMALTATA COME UNA VASCA DA BAGNO, CLAUDIA GERINI IN VERSIONE PIERROT (TRUCCO PALLIDO E OCCHIO SPERDUTO), SIMONA BRANCHETTI IRRICONOSCIBILE. E POI OVVIAMENTE LA PREZZEMOLONA DELLE FESTE ROMANE, CIOCIARE E ISTITUZIONALI: CLAUDIA CONTE, CON SCOLLO PERICOLOSO, CHE SI LANCIA SUL MINISTRO NORDIO PER L’IMMANCABILE SELFIE DA AGGIUNGERE ALLA SUA COLLEZIONE - IL ''SUB-DANDY'' MOLLICONE, LA SEMPRE BOMBASTICA-MILF ELEONORA DANIELE, NICOLETTA ROMANOFF, "E-VIRA" CARBONE, MONICA SETTA, BALZARETTI-ABBAGNATO, I DUE JIMMY (GHIONE E CANGIANO)...

gianmarco mazzi teatro alla scala orchestra orchestrali

DAGOREPORT - STROMBAZZI…E MAZZI! OHIBÒ: PER IL SOTTOSEGRETARIO SANREMESE ALLA CULTURA CON DELEGA ALLA MUSICA, GIANMARCO MAZZI, “NESSUNA ORCHESTRA SINFONICA ITALIANA RISULTA AI PRIMI POSTI NEL MONDO” E L’UNICA RICONOSCIUTA “NELLA CLASSIFICA INTERNAZIONALE È LA SCALA CHE È AL 47ESIMO POSTO”. BUM, RULLO DI TAMBURI. L’EX MANAGER DI CELENTANO NON CITA A QUALE CLASSIFICA SI RIFERISCA, MA DOVREMMO AVERLA SCOPERTA NOI: PENSIAMO SI TRATTI DEL LIBRO GIAPPONESE "SEKAI NO OKESUTORA 123", PUBBLICATO NEL DICEMBRE DEL… 1994 - L’ORCHESTRA IN QUESTIONE, PERÒ, NON È L’ORCHESTRA DELLA FONDAZIONE TEATRO ALLA SCALA (QUELLA PAGATA DALLO STATO) BENSÌ LA FILARMONICA DELLA SCALA, OVVERO L’ASSOCIAZIONE PRIVATA FONDATA DAGLI ORCHESTRALI...

viktor orban donald trump volodymyr zelensky maria zakharova matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - TRUMP E PUTIN HANNO UN OBIETTIVO IN COMUNE: DESTABILIZZARE L’UNIONE EUROPEA - SE IL TYCOON ESENTA ORBAN DALL’EMBARGO AL PETROLIO RUSSO, DANDO UN CEFFONE A BRUXELLES, LA RUSSIA FA GUERRA IBRIDA ALL'UE E PENETRA L'ITALIA, VERO VENTRE MOLLE DELL’UNIONE, APPROFITTANDO DEI PUTINIANI DI COMPLEMENTO (PER QUESTO QUELLA ZOCCOLOVA DI MARIA ZAKHAROVA PARLA SPESSO DI FACCENDE ITALIANE) - IL PRIMO DELLA LISTA È SALVINI, CHE ALL’ESTERO NON E' VISTO COME IL CAZZARO CHE E' MA, ESSENDO VICEPREMIER, VIENE PRESO SUL SERIO QUANDO SVELENA CONTRO BRUXELLES, CONTRO KIEV E FLIRTA CON MOSCA - IL CREMLINO PUÒ CONTARE SU TANTI SIMPATIZZANTI: DA GIUSEPPE CONTE AI SINISTRELLI DI AVS, FINO A PEZZI ANTI-AMERICANI DEL PD E AI PAPPAGALLI DA TALK - ANCHE FDI E MELONI, ORA SCHIERATI CON ZELENSKY, IN PASSATO EBBERO PIÙ DI UNA SBANDATA PUTINIANA...

2025marisela

CAFONAL! ERA UN MISTO DI CASALINGHE DI VOGHERA E "GRANDE BELLEZZA" ALL'AMATRICIANA IL “LUNCH” DA MARISELA FEDERICI A VILLA FURIBONDA SULL’APPIA ANTICA PER FESTEGGIARE  “STILE ALBERTO”, IL DOC DI MICHELE MASNERI DEDICATO AD ARBASINO, CHE ANDRÀ IN ONDA SABATO 15 NOVEMBRE SU RAI 3 – TRA CONTESSE (TRA CUI LA FIGLIA DELLA MITOLOGICA DOMIETTA DEL DRAGO CHE ERA LA MUSA DI ARBASINO), VANZINA, PAPPI CORSICATO, IRENE GHERGO, BARABARA PALOMBELLI, AVVISTATI MONSIGNORI GOLOSISSIMI CHE SI SONO LITIGATI LA BENEDIZIONE DEL PRANZO. PS: UNO DEI CAGNETTI DI ALDA FENDI HA AZZANNATO UNO DEI MONSIGNORI (CHE NON HA AVUTO PAROLE BENEDICENTI) _ IL DAGOREPORT