giuseppe conte mes

IL ''PACCHETTO'' È DIVENTATO UN PACCO: NIENTE RECOVERY SENZA IL NUOVO MES - SE L'ITALIA DICE NO AL MECCANISMO, SALTERÀ IL NEXT GENERATION, CHE IL MINISTRO AMENDOLA AMMETTE ESSERE IN ALTO MARE - QUELLO DEL 9 DICEMBRE È L' UNICO E ULTIMO APPUNTAMENTO IN CUI IL PARLAMENTO POTRÀ DARE INDIRIZZO AL GOVERNO. POI CONTE E GUALTIERI FIRMERANNO TUTTO QUELLO CHE METTERANNO LORO DAVANTI A BRUXELLES

 

Giuseppe Liturri per "la Verità"

 

Una frittata perfetta può dirsi tale solo se si è capaci di rivoltarla con la necessaria perizia.

GIUSEPPE CONTE PAOLO GENTILONI ROBERTO GUALTIERI

Stando ai commenti delle ultime ventiquattro ore, dobbiamo ammettere che il ministro dell' economia Roberto Gualtieri possiede senza dubbio questa virtù. Infatti, la frittata consiste nell' aver dato l' assenso politico, in occasione dell' Eurogruppo di lunedì, alla riforma del Mes, senza aver portato contemporaneamente a casa gli altri due pilastri del pacchetto: il Next generation Eu (che, nelle parole del ministro, dovrebbe sostituire il Bicc, precedente progetto di bilancio comune aggiuntivo a quello ordinario settennale) e la terza gamba dell' Unione bancaria, cioè la garanzia comune sui depositi.

 

La capacità di rivoltare la frittata sta nel sostenere che una eventuale opposizione alla definitiva adozione della riforma del Mes entro il 27 gennaio 2021, costituirebbe un ostacolo al varo del NgEu che è tuttora impelagato in una difficile trattativa tra Europarlamento, Consiglio e Commissione (il cosiddetto «Trilogo»).

Insomma, la logica di pacchetto rigirata al contrario.

GIOVANNI TRIA

 

Anziché essere l' Italia a condizionare l' approvazione della riforma del Mes al completamento del pacchetto - all' insegna del vecchio adagio negoziale «niente è concordato, finché non c' è accordo su tutto» - ora ci ritroviamo ad aver approvato la riforma del Mes e restare col piattino in mano sul resto, sperando nella benevolenza dei partner europei.

 

Resta solo da capire se questa «raffinata» tecnica negoziale sia frutto di semplice imperizia o non sia frutto del pervicace anteporre non meglio identificati interessi europei agli interessi dell' Italia. È colpa o dolo?

 

L' interpretazione autentica della definizione «logica di pacchetto» è quella fornita dall' ex ministro dell' economia del Conte 1, Giovanni Tria, in un' intervista al Sole 24 Ore del dicembre 2019, quindi in tempi non sospetti. Tria scrisse testualmente che «in altri termini si richiedeva che l' accordo finale dovesse riguardare il "pacchetto" nel suo insieme». E questo il presidente Giuseppe Conte lo sa bene, perché lui c' era, sia pure alla guida di un altro governo.

 

ROBERTO GUALTIERI GIUSEPPE CONTE

A dettare la linea ci aveva già pensato lunedì mattina Gualtieri in audizione parlamentare, evidenziando che un' eventuale opposizione alla riforma avrebbe creato malumori a Bruxelles e sui mercati. Dopo due giorni - in cui abbiamo assistito, in sequenza, al compattamento delle opposizioni sul rifiuto della riforma ed all' avanzare di una consistente fronda interna al M5s - il ministro è tornato ieri sul punto dichiarando che «è fiducioso che anche questo passaggio delicato e difficile sarà superato. Dopo approfondito esame, l' Italia farà sua parte. Se stigmatizziamo veto improprio di un paio di Paesi su Recovery plan, sarebbe davvero paradossale che l' Italia facesse stessa cosa».

 

Sulla stessa linea, qualche giorno fa, anche il senatore a vita Mario Monti, che ha sottolineato l' inopportunità di opporsi al Mes perché «legittimerebbe l' uso stesso del diritto di veto», rafforzando la posizione di Polonia e Ungheria, che hanno minacciato di farne uso, e quindi allontanando la conclusione del negoziato.

 

Inoltre, tali Paesi aumenterebbero ancor più il loro potere negoziale, sapendo di aver nelle mani la chiave per sbloccare quei fondi tanto agognati dall' Italia. Allora, secondo Monti, per avere il NgEu non dobbiamo opporci alla riforma del Mes.

giuseppe conte vincenzo amendola

 

Insomma, siamo finiti sotto ricatto come l' ultimo staterello della Ue: non votate la riforma del Mes? Niente NgEu. La debolezza della posizione negoziale dell' Italia e la sintetica descrizione del passaggio critico che stanno affrontando le trattative sul NgEu è ben descritta dalle parole pronunciate in televisione ieri mattina dal ministro degli Affari Europei Vincenzo Amendola: «Finché non cadrà il veto di Polonia e Ungheria sarà difficile avere il cronoprogramma sul Recovery fund».

 

Allora da ieri è partita una duplice imponente offensiva mediatica sia sul fronte interno che quello esterno. In Italia, ieri è stata la giornata degli editoriali colmi di messaggi che avrebbero fatto impallidire don Vito Corleone. «Pizzini» rivolti a Forza Italia e al M5s, mirati a suggerire un ripensamento dell' opposizione manifestata alla riforma del Mes, in preparazione del dibattito parlamentare del 9 dicembre. Il premier, in conferenza stampa, ha provato maldestramente a smorzare i toni, dicendo che in Aula non si voterà per attivare il Mes, e che la maggioranza «c' è e ci sarà».

karima moual enzo amendola

 

Parole gravi, perché quello del 9 è l' unico e ultimo appuntamento in cui il Parlamento potrà dare indirizzo al governo.

Poi sarà tardi.

E infatti sull' intreccio Recovery fund - Mes all' estero hanno alzano i toni Bloomberg e Financial Times, che ieri offrivano un ampio panorama delle conseguenze cui Polonia e Ungheria andrebbero incontro qualora resistessero sulle loro posizioni di rifiuto di un regolamento che con lo Stato di diritto non c' entra nulla, peraltro imposto a maggioranza qualificata, a cui quei Paesi hanno reagito ponendo il veto sul bilancio 2021-2027.

 

Si passa dall'«opzione nucleare» costituita dal varo di un NgEu a 25 Paesi, escludendo i due reprobi, che costituirebbe forse la fine della Ue a 27, per finire alla minaccia di far partire il bilancio 2021 in forma provvisoria (per dodicesimi), tagliando molti dei fondi tanto cari a Varsavia e Budapest.

viktor orban

Più tardano e più rischiamo di ritrovarci a fare affidamento solo sui prestiti «tossici» del Mes riformato.

viktor orban ursula von der leyen 1

Ultimi Dagoreport

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…

pam bondi

DAGOREPORT - COME MAI L’INFORMAZIONE ITALICA SI È TOTALMENTE DISINTERESSATA DELLO SBARCO A ROMA DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, LA FOSFORESCENTE SESSANTENNE PAM BONDI, ARRIVATA CON TANTO DI AEREO DI STATO IL 10 DICEMBRE? - EPPURE LA FEDELISSIMA DI TRUMP NON SI È TENUTA NASCOSTA: HA ALLOGGIATO ALL’HOTEL ST. REGIS, SI E’ ATTOVAGLIATA AL BOLOGNESE DI PIAZZA DEL POPOLO, HA INCONTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DI VIA ARENULA CARLETTO NORDIO, HA AVUTO L'INESPRIMIBILE GIOIA DI CONOSCERE IL VICEPREMIER MATTEO SALVINI A UN RICEVIMENTO DELL'AMBASCIATORE USA IN ITALIA, TILMAN J. FERTITTA. E, FORSE, LA BEN DOTATA DALLA NATURA PAMELONA HA PURE INCOCCIATO IL MINISTRO PIANTEDOSI - MA DELLA “VACANZA ROMANA” DELL'ITALOAMERICANA CARISSIMA A TRUMP, NON SI REGISTRA MANCO UNA RIGA SUI GIORNALONI DE' NOANTRI - VABBE', A NATALE BISOGNA ESSERE BUONI: MAGARI ERANO TUTTI TROPPO IMPEGNATI A SEGUIRE LA FESTILENZA DI ATREJU DEI FRATELLINI DI GIORGIA…