L'ANNESSIONE DI HONG KONG SARA' LA CRIMEA DI XI JINPING? - VIDEO: LO SCONTRO TOTALE TRA MANIFESTANTI E FORZE DI POLIZIA DIVENTA UN ALTRO TASSELLO DELLA GUERRA TRA CINA E USA, CON MIKE POMPEO CHE BOLLA LA NUOVA LEGGE SULLA SICUREZZA (VOLUTA DA PECHINO) COME ''LA CAMPANA A MORTO'' PER LA LIBERTÀ DELL'EX COLONIA INGLESE. SE PASSA LA LEGGE SULLA SICUREZZA, PUO' DIRE ADDIO ALLE MULTINAZIONALI

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SCINTILLE TRA LE DUE SUPERPOTENZE IL CORONAVIRUS HA ACCELERATO LA CRISI PECHINO-WASHINGTON

Federico Rampini per “la Repubblica

 

DONALD TRUMP MIKE POMPEO DONALD TRUMP MIKE POMPEO

L' annessione e normalizzazione di Hong Kong sarà la Crimea di Xi Jinping. La Casa Bianca e il dipartimento di Stato si convincono che la Cina sta mettendo l' Occidente davanti a un fatto compiuto, perché sa che può farlo. Proprio come Vladimir Putin in Crimea. Ma al tempo stesso Pechino crea un peggioramento irreversibile nelle relazioni con gli Stati Uniti (come accadde alla Russia, colpita da sanzioni tuttora in vigore). "Annessione" è una parola forte nel caso di Hong Kong visto che quest' isola appartiene alla Repubblica Popolare.

 

Tuttavia per gli Stati Uniti è fondamentale il rispetto del patto del 1997: all' epoca in cui il Regno Unito trasferì Hong Kong alla Cina, quest' ultima (allora guidata da Deng Xiaoping) prese un impegno solenne con la comunità internazionale. Hong Kong avrebbe mantenuto uno statuto autonomo, in particolare delle regole dello Stato di diritto come libertà di manifestazione, libertà di stampa, indipendenza della magistratura, ben diverse dalla legislazione cinese.

 

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Tutto viene a cadere con l' imposizione della nuova legge di sicurezza, che estende su Hong Kong i poteri di uno Stato di polizia. La diversità di Hong Kong ha avuto conseguenze enormi, nel trattamento privilegiato che gli Stati Uniti riservano a quella metropoli: ora questo rischia di cambiare. E se cade il privilegio, Hong Kong può dire addio al suo ruolo di piazza finanziaria, sede di multinazionali. È il senso delle reazioni americane nelle ultime 48 ore: reazioni che contrastano con il silenzio dell' Unione europea.

 

PUTIN E XI JINPING PUTIN E XI JINPING

Il segretario di Stato, Mike Pompeo, ha detto che «aggirare l' assemblea legislativa di Hong Kong e ignorare la volontà della popolazione è una condanna a morte per quell' alto livello di autonomia che Pechino aveva promesso». Robert O' Brien, Consigliere per la sicurezza nazionale del presidente, ha aggiunto: «Con questa legge di sicurezza, di fatto stanno per prendere il controllo di Hong Kong. In tal caso il segretario di Stato non potrà certificarne l' autonomia e questo apre la strada a sanzioni. È difficile che Hong Kong rimanga il centro finanziario di tutta l' Asia e sede di tante multinazionali, una funzione legata all' esistenza di uno Stato di diritto».

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In concreto, l' Amministrazione Usa deve ogni anno garantire davanti al Congresso che Hong Kong è autonoma. È il requisito perché il Congresso rinnovi le condizioni speciali di cui gode l' isola: per esempio l' esenzione dai dazi che colpiscono la Cina, o l' esenzione dall' embargo su forniture di tecnologie avanzate contro le aziende cinesi. Nella sfera commerciale, finanziaria, perfino negli accordi bilaterali su voli e visti, gli Stati Uniti trattano Hong Kong come un' entità separata, con suo grande beneficio. Ma una fuga di multinazionali occidentali da Hong Kong forse oggi non farebbe che ratificare un dato di fatto: la Cina non è quella del 1997 e di Deng Xiaoping, non ritiene di avere bisogno di una piazza off-shore, e da anni già ridimensiona il ruolo di Hong Kong a favore di Shanghai e Shenzhen.

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Donald Trump rischia di vedersi trascinato su un nuovo terreno di conflitto, non il più congeniale per lui. Il presidente ha condannato l' atteggiamento di Xi su Hong Kong, ma a malincuore. Quel che accade sull' isola per lui riguarda la sfera dei diritti umani, che non considera prioritaria. Trump ha sempre puntato a estrarre da Xi delle concessioni economiche, e la crisi di Hong Kong è un fattore di disturbo.

 

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Ma su Trump premono il dipartimento di Stato, il Pentagono, il National Security Council e la comunità d' intelligence. L' establishment della sicurezza e della politica estera vede una inquietante escalation di aggressività da parte della Cina: incidenti provocati ad arte contro il Vietnam e la Malesia nelle acque contese, toni sempre più duri contro Taiwan, scontri militari ai confini con l' India. Nell' analisi americana, Xi Jinping usa la pandemia come un' occasione per regolare questioni aperte, irrobustire la propria influenza geopolitica e militare, consolidare la propria egemonia.

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In una variante di questa lettura, a Washington c' è chi pensa che la fuga in avanti verso l' aggressività esterna serva a mascherare problemi di consenso e stabilità interna alla Cina. È proprio al pressing di questo establishment americano su Trump che sembra riferirsi il ministro degli Esteri cinese Wang Yi: «Alcune forze politiche negli Stati Uniti stanno prendendo in ostaggio le relazioni sino-americane e cercano di spingere i due Paesi sull' orlo di una cosiddetta nuova guerra fredda ».

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SCONTRI E ARRESTI A HONG KONG TRA USA E CINA È GUERRA FREDDA

Michelangelo Cocco per “il Messaggero

 

Migliaia di persone sono scese in piazza ieri a Hong Kong per protestare contro la legge sulla sicurezza nazionale annunciata da Pechino. Ha tutta l'aria di uno scontro finale quello in corso tra il Partito comunista e i movimenti politici che, dal 2003, si sono opposti ai ripetuti tentativi di limitare le libertà dell'ex colonia britannica passata nel 1997 alla Repubblica popolare cinese.

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La polizia ha impiegato lacrimogeni, idranti e spray urticante per disperdere il corteo che si era mosso dal quartiere di Causeway Bay (sull'Isola di Hong Kong) scandendo gli slogan «Liberare Hong Kong è la rivoluzione del nostro tempo» e «L'indipendenza è l'unica strada per Hong Kong». Giovani incappucciati hanno bersagliato gli agenti con ombrelli, pietre e bottiglie, e devastato negozi. In serata si contavano una decina di feriti (tra cui una cinquantunenne in condizioni critiche) e 180 fermati.

 

CAMPANA A MORTO

Dopo che il segretario di stato Usa, Mike Pompeo, nei giorni scorsi aveva bollato la legge sulla sicurezza nazionale come una «campana a morto» per la libertà a Hong Kong, ieri il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, ha replicato stigmatizzando «il tentativo di alcune forze politiche in America di sabotare le relazioni sino-statunitensi dando vita alla cosiddetta «nuova Guerra fredda».

 

hong kong gas lacrimogeno sui manifestanti hong kong gas lacrimogeno sui manifestanti

 E 191 tra parlamentari e politici di 23 paesi hanno criticato la «flagrante violazione della dichiarazione sino-britannica» (il trattato in base al quale fino al 2047 a Hong Kong non può essere introdotto il sistema socialista) in una lettera-denuncia promossa da Chris Patten, l'ultimo governatore di Hong Kong. Ma è proprio il suo socialismo con caratteristiche cinesi e l'emancipazione dagli stranieri che la Nuova era della Cina proclamata da Xi Jinping nel 2017 in occasione del XIX Congresso del Partito rivendica orgogliosamente. Così ieri mattina, nel corso della sessione annuale dell'Assemblea nazionale del popolo (Anp), il vice premier Han Zheng ha avvertito: «Non sottovalutate la determinazione di Pechino. La decisione è presa e sarà fatta rispettare fino alla fine».

 

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A differenza del 2003 - quando una legge simile proposta dal parlamentino locale fu ritirata per le proteste popolari - questa volta a volerla è stata la leadership guidata da Xi, che non può perdere la faccia cedendo alle pressioni degli Usa e dei loro più fedeli alleati. Secondo i partiti d'opposizione nel parlamentino di Hong Kong, la decisione dell'Anp (attesa per giovedì prossimo) che assegnerà al suo Comitato permanente il compito di redigere la nuova norma equivale a gettare alle ortiche quel principio Un paese, due sistemi che tutela la semi-autonomia di cui gode la metropoli finanziaria.

 

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Il provvedimento servirà a «prevenire, impedire e punire» minacce alla sicurezza nazionale mettendo fuorilegge atti di secessione, sovversione e terrorismo, tra i quali rientrerebbero i comportamenti dei gruppi più radicali. Il Partito punta a isolare quelli che definisce «terroristi», «separatisti» ed «estremisti», cioè l'ala più attiva di un movimento di massa che negli ultimi anni è riuscito a rispedire al mittente la legge sull'istruzione patriottica e quella sull'estradizione nella Repubblica popolare di sospetti criminali.

 

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L'AMICO AMERICANO

Ieri uno dei suoi esponenti più rappresentativi, Joshua Wong, ha assicurato che continuerà a cercare sostegno dall'estero. Quello dell'Amministrazione Trump è stato esplicito, con il varo dello Hong Kong Human Rights and Democracy Act. Il presidente americano ogni giorno rivolge a Pechino un complimento dei suoi, anche ieri ha accusato: «La Cina è stata incompetente o non ha voluto fermare il virus».

 

Ma il prossimo 3 novembre la Casa Bianca potrebbe cambiare inquilino. A quel punto, chi vorrà appoggiare le proteste di Hong Kong contro una Cina che potrebbe uscire dalla pandemia ancora più determinante per l'economia mondiale? E a settembre ci saranno le elezioni a Hong Kong, dove i partiti che hanno sponsorizzato il movimento puntano a diventare maggioranza nel Consiglio legislativo. Un'opposizione parlamentarizzata (in un'assemblea senza poteri significativi), epurata - grazie alla contestata legge - dalle componenti più militanti, e privata dell'incoraggiamento degli Usa, è ciò su cui ha scommesso Pechino.

 

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