L'ASSALTO ALLA DILIGENZA DELLA LEGGE DI BILANCIO QUEST'ANNO È PARTICOLARMENTE SANGUINOSO (E RIDICOLO) - ESODATI, VINI E RUBINETTI. LA MANOVRA AI TEMPI DEL COVID È ALL'INSEGNA DEL ''LIBERI TUTTI''. OGNI ANNO IL GOVERNO LASCIA UN MARGINE (IN GENERE 300 MILIONI). QUEST'ANNO LA DOTE ERA DI 800 MILIONI, CUI SI SONO AGGIUNTI I 3,8 MILIARDI DEL FONDO PER IL SOSTEGNO ALLE CATEGORIE MAGGIORMENTE COLPITE DAL COVID

 

Tito Boeri e Roberto Perotti per “la Repubblica

 

IL 2020 verrà ricordato come l' anno delle cinque leggi di bilancio.

GIUSEPPE CONTE PAOLO GENTILONI ROBERTO GUALTIERI

Oltre alla manovra varata a dicembre, ci sono stati infatti ben quattro scostamenti al bilancio 2020 in corso d' anno per far fronte all' emergenza Covid. Gran parte di queste manovre erano giustificate dalla peggiore recessione del dopoguerra. Ma l' impressione dalla legge di bilancio per il 2021 e dagli emendamenti che saranno votati (con la fiducia) il 27 dicembre è che l' emergenza Covid abbia fornito ai parlamentari la scusa per un "liberi tutti": ogni percezione dei vincoli di bilancio sembra scomparsa.

 

Come sempre il passaggio parlamentare della Legge di Bilancio comporta un assalto alla diligenza, è normale che sia così e avviene in tutti i paesi del mondo: ma raramente si era vista una diligenza così poco presidiata. Ogni anno il governo in carica lascia un margine - in genere si tratta di circa 300 milioni - ai parlamentari per prebende e mancette varie al loro elettorato di riferimento.

Quest' anno la dote era di 800 milioni, cui si sono aggiunti i 3,8 miliardi del fondo per il sostegno alle categorie maggiormente colpite dal Covid. Avrebbero dovuto essere destinati a misure di emergenza nel caso di una terza ondata. Ci avrebbero messo al riparo da nuovi insidiosi passaggi parlamentari in caso di una recrudescenza del virus a gennaio, senza dover ricorrere a nuovi scostamenti di bilancio.

 

Invece sono stati tutti già impegnati con l' avvallo del Governo. Gli emendamenti confluiti nel testo definitivo approdato ieri alla Camera valgono almeno 4 miliardi e mezzo per il solo 2021. Scriviamo "almeno" perché su molte misure non c' è ancora una quantificazione dei costi, mentre su altre le relazioni tecniche non hanno avuto la bollinatura della Ragioneria dello Stato.

ROBERTO GUALTIERI GIUSEPPE CONTE

 

Un terzo degli emendamenti (41 su 127) sono stati presentati dall' opposizione o con il concorso dell' opposizione, e valgono poco meno di due miliardi. Ma i maggiori emendamenti (quasi 4 miliardi su 4,5) sono stati approvati all' unanimità. In termine pro-capite, i parlamentari del Pd sono stati i più prolifici nel presentare emendamenti, per 18 milioni a testa, seguiti da Lega e Fratelli d' Italia con quasi 10 milioni a testa.

 

Il testo su cui verrà posta la fiducia il 27 dicembre contiene emendamenti che erano stati presentati senza fortuna nei cinque anni precedenti e che non hanno nulla a che vedere con l' emergenza Covid. L' esempio più eloquente è quello della nona salvaguardia dalla riforma Fornero del 2011(!). Sulla carta costa poco (35 milioni il primo anno), ma allarga ulteriormente le platee esonerate da una riforma che ha avuto luogo 10 anni fa (includendo chi aveva versato contributi aggiuntivi volontariamente in vista di un possibile pensionamento anticipato). Ancora più grave il fatto che si prefigurano espressamente "eventuali ulteriori misure di salvaguardia che si rendessero ancora necessarie".

 

elisabetta casellati roberto fico

Un pessimo segnale: se in 10 anni non siamo riusciti a chiudere la riforma Fornero, quanto ci vorrà per uscire da quota 100? Dai presunti esodati al contro-esodo: un altro emendamento porta a 5 anni il periodo in cui chi rientra dall' estero non paga le tasse. Cosa c' entra il Covid in tutto questo? Non ci risulta che la quarantena per chi viene dall' estero duri così a lungo. E poi c' è l' ennesimo rinvio del commissariamento dell' Inpgi, ente previdenziale dei giornalisti strutturalmente in disavanzo per ragioni che non hanno nulla a che vedere con il Covid, con la messa totalmente a carico della collettività degli ammortizzatori sociali che è tenuto a fornire a fronte dei contributi versati dagli iscritti.

 

Sono comprensibili gli emendamenti che guardano davvero alle categorie più colpite, come il nuovo ammortizzatore sociale per le partite Iva, che copre una vistosa falla del nostro sistema di protezione sociale, oppure il miliardo per l' esonero di autonomi e professionisti dai contributi previdenziali, i 500 milioni per l' esenzione Imu di turismo e spettacolo, o ancora i 300 milioni per il congedo di paternità, emendamenti tutti approvati all' unanimità. Altri possono essere utili, se spesi bene (un grosso se), e comunque sarebbe stato obiettivamente impossibile opporsi ad essi: per esempio, i 40 milioni per gli operatori sanitari, o i 50 per i soggetti autistici.

elsa fornero resta a casa e vinci

 

Altri emendamenti sono dei classici, inutili e fumosi, come i 145 milioni per la promozione dei marchi all' estero. Altri appaiono semplicemente folkloristici, anche se tutto sommato innocui da un punto di vista macroeconomico, come i 15 milioni dei due "bonus rubinetti" per sussidiare sistemi di filtraggio dell' acqua domestica o per riduzione del consumo; o come i 10 milioni per lo stoccaggio di vini di qualità, i 300mila euro per le scuole innovative nei piccoli comuni delle regioni meridionali, e i 100 mila euro per il master di secondo livello in Medicina clinica termale.

 

Niente di irreparabile dal punto di vista del bilancio dello Stato, soprattutto se paragonati alle decine di miliardi spesi per l' emergenza. Ma appunto per questo, data l' enorme spesa che dobbiamo e dovremo affrontare, e l' eredità che questa legge di bilancio ci lascia in termini di disavanzo strutturale (20 miliardi in più secondo l' Ufficio Parlamentare di Bilancio), ci si sarebbe aspettati più attenzione alle spese non necessarie, ed anche più impegno nell' organizzare la spesa a favore delle categorie più colpite in modo sistematico e coerente, e non con singoli interventi estemporanei.

 

lambrusco dai rubinetti di casa

Invece è stato il contrario. Come detto, l' impressione è che i parlamentari, in buona o cattiva fede, siano entrati nella modalità "con il Covid tutto è concesso". Non promette bene per il futuro, che peraltro è dietro l' angolo perché si annuncia già un nuovo scostamento alla legge di bilancio a gennaio - per non parlare dei 209 miliardi del Recovery Fund.

lambrusco dai rubinetti di casa

Ultimi Dagoreport

pam bondi

DAGOREPORT - COME MAI L’INFORMAZIONE ITALICA SI È TOTALMENTE DISINTERESSATA DELLO SBARCO A ROMA DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, LA FOSFORESCENTE SESSANTENNE PAM BONDI, ARRIVATA CON TANTO DI AEREO DI STATO IL 10 DICEMBRE? - EPPURE LA FEDELISSIMA DI TRUMP NON SI È TENUTA NASCOSTA: HA ALLOGGIATO ALL’HOTEL ST. REGIS, SI E’ ATTOVAGLIATA AL BOLOGNESE DI PIAZZA DEL POPOLO, HA INCONTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DI VIA ARENULA CARLETTO NORDIO, HA AVUTO L'INESPRIMIBILE GIOIA DI CONOSCERE IL VICEPREMIER MATTEO SALVINI A UN RICEVIMENTO DELL'AMBASCIATORE USA IN ITALIA, TILMAN J. FERTITTA. E, FORSE, LA BEN DOTATA DALLA NATURA PAMELONA HA PURE INCOCCIATO IL MINISTRO PIANTEDOSI - MA DELLA “VACANZA ROMANA” DELL'ITALOAMERICANA CARISSIMA A TRUMP, NON SI REGISTRA MANCO UNA RIGA SUI GIORNALONI DE' NOANTRI - VABBE', A NATALE BISOGNA ESSERE BUONI: MAGARI ERANO TUTTI TROPPO IMPEGNATI A SEGUIRE LA FESTILENZA DI ATREJU DEI FRATELLINI DI GIORGIA…

john elkann theodore kyriakou leonardo maria del vecchio

DAGOREPORT - L’OSTACOLO PIÙ TOSTO DELLA TRATTATIVA IN CORSO TRA IL MAGNATE GRECO KIRIAKOU E JOHN ELKANN NON E' L'ACQUISIZIONE DEL GRUPPO GEDI BENSÌ COME “RISTRUTTURARE” UN ORGANICO DI 1300 DIPENDENTI, TRA TAGLI ALLE REDAZIONI LOCALI, PREPENSIONAMENTI E “SCIVOLI”, DI CUI CIRCA 280 GIORNALISTI FANNO CAPO A “REPUBBLICA” E ALTRI 170 A “LA STAMPA” - LA PARTITA SUL FUTURO DEL QUOTIDIANO TORINESE, ASSET CHE NON RIENTRA NEL PROGETTO DI KYRIAKOU, NON ACCELERA CON LA CORDATA VENETA MESSA SU DA ENRICO MARCHI - NEL CASO LA TRANSIZIONE ELLENICA NAUFRAGASSE, LEONARDINO DEL VECCHIO HA CONFERMATO DI ESSERE PRONTO: “NOI CI SIAMO” - “NOI” CHI? ESSENDO “QUEL RAGAZZO'' (COPY ELKANN), DEL TUTTO A DIGIUNO DI EDITORIA, I SOSPETTI DILAGANO SU CHI SI NASCONDE DIETRO LA CONTRO-OFFERTA CON RILANCIO DELL’AZIONISTA DELL’IMPERO DEL VECCHIO, IL CUI CEO MILLERI È STATO ISCRITTO NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI CON CALTAGIRONE E LOVAGLIO, PER LA SCALATA DI MPS SU MEDIOBANCA-GENERALI - E DA TORINO, AVVISANO LE REDAZIONI IN RIVOLTA DI ROMA E TORINO DI STARE ATTENTI: DALLA PADELLA GRECA RISCHIANO DI FINIRE NELLA BRACE DI CHISSÀ CHI...

nietzsche e marx si danno la mano venditti meloni veneziani

VIDEO! “ATREJU E’ IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO, COME DIREBBE ANTONELLO VENDITTI” – GIORGIA MELONI CITA “COMPAGNO DI SCUOLA”, IL BRANO DATATO 1975 DEL CANTAUTORE DI SINISTRA. OVVIAMENTE MARX E NIETZSCHE NON SI DIEDERO MAI LA MANO, NÉ AD ATREJU NÉ ALTROVE. CIÒ È STATO ANCHE IMMAGINATO NELL’ULTIMO LIBRO DI MARCELLO VENEZIANI “NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO”. LO SCRITTORE IPOTIZZA COME MISE EN SCÈNE CHE LA SERA DEL 5 MAGGIO 1882 I DUE SI SIANO TROVATI IN UNA LOCANDA DI NIZZA (DOVE ENTRAMBI PASSARONO). NON SI CAPISCE BENE SE LA MELONI CI ABBIA CREDUTO DAVVERO – VIDEO

giorgia meloni balla ad atreju

GIORGIA, ER MEJO TACCO DI ATREJU! - ZOMPETTANDO COME UN MISIRIZZI, LA MELONI CAMALEONTE HA MESSO IN SCENA CIO' CHE SA FARE BENISSIMO: IL BAGAGLINO DI CORBELLERIE (''QUESTO È IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DANNO LA MANO'') E DI SFOTTO' SU ELLY SCHLEIN: "IL CAMPO LARGO L'ABBIAMO RIUNITO NOI... CON IL SUO NANNIMORETTIANO 'MI SI NOTA DI PIÙ SE VENGO O STO IN DISPARTE O SE NON VENGO PER NIENTE' HA FATTO PARLARE DI NOI" -UBRIACA DI SE' E DEI LECCAPIEDI OSPITI DI ATREJU, HA SCODELLATO DUE ORE DI PARACULISSIMA DEMAGOGIA: NULLA HA DETTO SU LAVORO, TASSE, SANITA', ECC - IDEM CON PATATE SULLA GUERRA RUSSIA-UCRAINA, SUL CONFLITTO STATI UNITI-EUROPA, SUL RUOLO DEL GOVERNO SU DIFESA E IL RIARMO EUROPEO - IN COMPENSO, HA STARNAZZATO DI VITTORIE DEL GOVERNO MA  GUARDANDOSI BENE DI CITARE MINISTRI O ALLEATI; SI E' INFERVORATA PER IL PARTITO MA NON RICORDA CHE L’HA FONDATO CON CROSETTO E LA RUSSA ('GNAZIO E' STATO DEL TUTTO OSCURATO AD ATREJU) - "GIORGIA! GIORGIA!", GRIDA LA FOLLA - OK, L'ABBIAMO CAPITO: C’È UNA PERSONA SOLA AL COMANDO. URGE UN BALCONE PER LA NUOVA MARCHESA DEL GRILLO - DAGOREPORT+VIDEO 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)