giannini molinari elkann

L'ATTACCO DEGLI GEDI - LA LINEA EDITORIALE DI MOLINARI, DOPO ''REPUBBLICA'', ARRIVA ALLA ''STAMPA''  E GIANNINI MORDE: ''DA CONTE CI ASPETTEREMMO SCELTE POLITICHE CHIARE E FORTI: NON BANALI CONSIGLI DA PSICOLOGO DELLA DOMENICA SU COME GESTIRE LE NOSTRE PAURE'' - "L'EMERGENZA COVID PASSERÀ, MENTRE L'EMERGENZA ECONOMICA DURERÀ. PER AFFRONTARLA SERVIRANNO EQUILIBRI NUOVI E DIVERSI. NELLA TEMPESTA, ALLA LUNGA, NON SI GALLEGGIA. SI AFFOGA..."

 

Massimo Giannini per ''La Stampa''

intervento di massimo giannini (2)

 

Ammettiamolo: la prima settimana della Fase Due è stata un discreto pasticcio.

Non che gli italiani si aspettassero miracoli, reduci da una Fase Uno non meno confusa e assai più dolorosa. Ma insomma, poteva e doveva andare meglio. E invece. Sul fronte politico, solita cacofonia di divieti e raccomandazioni, ordinanze e impugnazioni. Sul fronte scientifico, solita litania di epidemiologi e virologi, infettivologi e immunologi. Sul fronte economico, solita moria di posti di lavoro e di aziende, esercizi commerciali e studi professionali. In mezzo, i cittadini sempre più preoccupati e disorientati.

JOHN ELKANN MAURIZIO MOLINARI

 

E soprattutto, nell' entropia generata dalla pandemia, lasciati soli di fronte a un tipo nuovo di etica della responsabilità. Come scrive Rachel Donadio su "The Atlantic", i governi continueranno ad emanare direttive sanitarie e a decidere come e dove riaprire i negozi e le scuole, ma milioni di persone dovranno prendere milioni di decisioni piccole e grandi su come condurre la propria esistenza quotidiana, trovando un equilibrio tra l' accettazione del rischio, la serenità mentale e la necessità di un reddito.

 

È una scelta morale difficilissima: la riattivazione della libertà porta alla ripresa epidemica, la restrizione della libertà porta alla rovina economica. Un dilemma di questa portata può ricadere sulle spalle degli individui, delle famiglie, delle imprese? Dobbiamo abituarci a risolvere in totale autonomia questa equazione, cercando solo nella nostra coscienza il giusto bilanciamento tra il diritto alla salute e il diritto al lavoro?

conte gualtieri

 

È davvero impossibile esigere dal decisore politico, si tratti dello Stato o delle regioni, un sistema minimo di regole chiare e condivise, che non scarichi sui singoli il peso della scelta?

 

È come se le classi dirigenti, nella moltiplicazione e nella dispersione dei livelli decisionali, avessero costruito un meccanismo per auto-deresponsabilizzarsi. Se il virus arretra, il merito è dell' autorità. Se il virus avanza, la colpa è della società. Il paradigma è l' aperitivo di massa sui Navigli. Dopo due mesi di clausura forzata, dopo una sequela di annunci e contro-annunci sulla ripartenza, dopo una sarabanda di esegesi giuridiche sui "congiunti" e di sedute psicanalitiche sugli "affetti stabili", si fissa il 4 maggio come prima tappa per l' uscita dal lockdown.

PIERPAOLO SILERI GIUSEPPE CONTE ROBERTO SPERANZA

 

Dal giorno dopo riparte più massiccia che mai la consueta gara tra enti locali, che giocano a chi riapre di più: io i bar e i ristoranti, io i parrucchieri e gli estetisti, io i parchi e i giardinetti, e chi più ne ha più ne metta. In questa rincorsa liberatoria, qualche decina di giovani milanesi che dopo cento giorni si ritrovano per uno spritz era il minimo che ci si potesse aspettare. Hanno sbagliato, d' accordo, e Beppe Sala fa bene ad arrabbiarsi: ma erigerli sul Web a untori 4.0, capaci di mettere a repentaglio la sicurezza nazionale, è solo un diversivo.

LA LITE TRA ROCCO CASALINO E TINA CIPOLLARI

 

Un modo per non affrontare la questione vera della Fase Due, che purtroppo resta sempre la stessa. Chi ci governa sa dove ci sta portando? Che Italia sarà, durante e dopo il coronavirus?

Spiace dirlo, ma le risposte non confortano. Dal premier Conte ci aspetteremmo scelte politiche chiare e forti: non banali consigli da psicologo della domenica su come gestire le nostre paure. Dai ministri ci aspetteremmo decisioni coerenti e cogenti: non le incertezze di Bonafede sulle scarcerazioni dei mafiosi e le vaghezze di Gualtieri sul decreto aprile-che-diventa-maggio, non le sbandate cino-russe di Di Maio denunciate dal segretario alla Difesa Usa e le sparate di Azzolina sul calendario scolastico, non le sortite della Catalfo sull' orario di lavoro e le bufale della Pisano sulla app Immuni.

ANGELO BORRELLI ROBERTO SPERANZA GIUSEPPE CONTE

 

Dalla maggioranza giallorossa ci aspetteremmo una visione e un' idea di Paese: non il wrestling quotidiano tra renziani, piddini e pentastellati, e neanche le sistematiche mediazioni al ribasso sul Mes e sulla gestione degli aiuti europei, sulle misure per il sostegno del reddito e sulla regolarizzazione dei migranti ridotti in schiavitù nelle nostre campagne. Dall' opposizione sovranista ci aspetteremmo proposte realistiche e una seria alternativa di governo: non le proteste digitali di Salvini (cui non basta un paio di occhiali per apparire più competente), non le piazzate in mascherina di Meloni (cui non basta un tailleur per risultare più rassicurante).

 

monte dei pegni

L' Italia è in bilico. Il Pil crolla del 10% a fine anno, 11 milioni di lavoratori sono fermi, le file al Monte dei Pegni aumentano del 30%. La politica replica con 763 atti legislativi e amministrativi in meno di due mesi, un piano di aiuti da 55 miliardi che slitta di settimana in settimana, un decreto liquidità sui prestiti garantiti dalle banche che prometteva una "leva" da 400 miliardi e invece ne ha movimentati meno di 5, un' agenda degli adempimenti fiscali affidata al fai-da-te dei comuni, un finanziamento della cassa integrazione in deroga che tuttora taglia fuori oltre 3 milioni di dipendenti, un bonus da 600 euro che è arrivato sul conto di una sola metà dei 3,5 milioni di autonomi previsti.

 

vincenzo de luca sui navigli

Iperproduzione normativa, superfetazione burocratica: la Fase Due langue tra Babele e Bisanzio. E' questa rugginosa paralisi del sistema che esaspera gli italiani, non il lockdown in sé. La chiusura parziale può durare anche mesi, ma a una sola condizione: che nel frattempo la macchina dei sussidi alle famiglie e alle imprese funzioni a pieno regime. Solo così il fermo produttivo diventa sopportabile.

 

Ma è esattamente questo che non sta succedendo. La macchina gira a vuoto, la popolazione non ha risorse, e così il collasso economico può far esplodere il conflitto sociale. È materia delicata, da maneggiare con cura e cautela. La repressione ottusa rischia di essere benzina sul fuoco (come è successo all' Arco della Pace di Milano, dove un centinaio di ristoratori disperati hanno manifestato civilmente sedendosi sulle loro sedie e mantenendo persino il distanziamento di legge, e ciononostante sono stati multati dai vigili urbani).

 

beppe sala giustiziere dei navigli

Abbiamo di fronte mesi difficili. Abbiamo bisogno di democrazia decidente, senza "pieni poteri" né tentazioni autocratiche. Bisogna prenderne atto: qui ed ora non si vede alternativa a questo governo, che vive nella sua precarietà e sopravvive per la sua necessità. E chi in questo momento invoca o ipotizza scenari fantapolitici (governissimi, larghe intese, stampelle azzurre e quant' altro) non aiuta il Paese. Ma l' emergenza Covid passerà, mentre l' emergenza economica durerà. Per affrontarla serviranno equilibri nuovi e diversi: non sappiamo ancora quali, ma comunque "più avanzati" come si diceva ai tempi della prima Repubblica. Nella tempesta, alla lunga, non si galleggia. Si affoga.

navigli con il tele obiettivo

Ultimi Dagoreport

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)